Grand Funk Railroad: Live album (1970)

SERIE: "I PREFERITI DI JOHN" n°2

grand funk railroad live album 1970Il secondo album che mi porterei volentieri sulla famigerata isola deserta è questo devastante doppio dal vivo firmato da uno di più dinamitardi gruppi rock mai esistiti sulla scena Americana. Si tratta dei "Grand Funk Railroad" che in questo live eseguono con un trasporto torrenziale tutti i loro maggiori successi inanellati in tre anni di intensa attività.

L'avventura di questo terzetto di Flint (Michigan, USA) comincia nel 1969 quando presentano al loro amico Dj Terry Knight un convincente demotape che li conduce immediatamente al contratto con la Capitol Records.

Infelicemente, pur portando loro fortuna e notorietà, quell'obbligazione si rivelerà però un capestro con ampi strascichi legali. Su questo però, non voglio addentrarmi.

Ciò che conta è che i "Funk" riscuotono un successo abnorme al Festival Pop di Atlanta nel 1969 e danno immediatamente alle stampe tre album in due anni, uno più eccellente dell'altro con tanto di due successi a 45 giri: "Time machine" e "Mr Limousine driver".

Craig,Mark,Don & MelMa qual'è la ricetta del successo i questi tre "ragazzi del popolo" (parole del regista Michael Moore) che poco a poco richiamano ai loro concerti folle sempre più vaste?

L'arcano è apparentemente semplice: un ininterrotto hard rock a tutto volume venato di blues, soul e rock'n'roll, eseguito perfettamente, sinceramente e selvaggiamente esasperato da lunghe parti strumentali soliste e di gruppo.

In più, ci si aggiunga una delle migliori voci rock (Mark Farner) che l'America abbia mai avuto: potente, estesa e venata di soul.

Si ha insomma la sensazione di trovarsi davanti a un gruppo "amichevole", compatto, sincero, inesauribile, solidale alle lotte dei giovani ("The people's band" diceva appunto Moore) e allo stesso tempo selvaggio, antagonista e rivoluzionario.
Molte di queste, forse, erano solo percezioni (oggi Farner è un ultra conservatore cattolico radicale supporter della NRA), ma nel 1970 la ricetta funzionò alla perfezione.

Mel Schacher, Don Brewer, Mark Farner

In "Live Album" c'è tutto il meglio dei Grand Funk nel loro periodo più spontaneo ed ispirato: straordinario il frammento parlato in cui Mark Farner invita i ragazzi a non accettare droga dagli spacciatori.

"Hey fratelli e sorelle, guardate che tra di voi ci sono persone che sembrano fratelli come voi, ma non lo sono. E se qualcuno di loro vi offre qualcosa... Non prendetela. Non prendetela!"


Mark FarnerIl disco, tra l'altro, ci restituisce anche uno straordinario spaccato di quello che erano i concerti Americani di allora: un massacro sonoro simile, credo, possa essere paragonato solo all'energia dei loro vicini di casa: gli "MC 5" di Rob Tyner e Fred Sonic Smith.

La scaletta dei brani è azzeccatissima e la parola "noia" non fa parte di questo disco a partire dalla traccia iniziale "Are you ready" (la mia preferita).
Se lo ascolterete, vi troverete davanti a 4 facciate tiratisime e coinvolgenti senza mezze misure: sia che lo ascoltiate sulla ristampa in Cd, sia che ve lo gustiate dal più ruspante originale in vinile.

Ascoltatelo! E se accettate la mia sfida, vedrete che correrete a comprarvi tutti i primi 3 album precedenti. Poi non resisterete, e vi verrà voglia di acquistare anche qualcosa di più recente, John vi consiglia "Survival" e "Shinin' on".

grand funk railroad we're an american band

I detrattori mi diranno che i Funk hanno perso smalto col tempo… si è vero…
… ma chi non lo ha fatto? I Black Sabbath forse no? E i Led Zeppelin?

Nel 1970 però i Funk erano della partita, eccome…
… e giocavano da veri campioni.

37 commenti :

V I K K ha detto...

sono le lunghe parti strumentali a "bloccarmi", da notare dove un certo Lenny Kravitz abbia preso diversi spunti.

PS mi pare che fossero il gruppo preferito di Homer Simpson

Anonimo ha detto...

Ah si... le parti strumentali erano effettivamente molto pesanti e criticate (Rod Steward ne diede un'opinione impietosa), ma a me piacevano proprio per quello!
All'epoca nessuno aveva mai osato tanto nell'ambito heavy-rock.
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SONO in effetti il gruppo preferito di Homer che credo disse: "A cosa servono tutte le rock band di oggi se ci sono già stati i Grand funk Railroad?" Che saggezza, eh?
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W i Funk, W Homer Simpson
e VIVA VIKK!

Gianni Lucini ha detto...

In Europa non sono stati amati come a casa loro. All'epoca qui da noi li si snobbava considerandoli un po' troppo americani e ridondanti. Negli USA sono invece stati un fenomeno incredibile. Personalmente, pur avendoli rivalutati, non li trovo troppo stuzzicanti.

Anonimo ha detto...

In effetti che fossero "Ammeregani", bistrattati e maledettamente ridondanti non c'è dubbio... io mi accontento del fatto che il mio amico Gianni li abbia "rivalutati".
W I FUNK e VIVA GIANNI!

V I K K ha detto...

bhe' in America anche i Creedence Clearwater Revival erano un must, ma mentre dall'altra parte dell'oceano non era affatto cosi' per quanto apprezzati.

In sostanza musica americana per americani, come personalissimamente ritengo Bruce Springsteen (insopportabilmente yankee nche quando critica il suo staesso stato); l'Europa, o meglio lo UK, e' sempre stato piu' raffinato anche quando proponeva band che puzzavano troppo di British.

bhe' non so se mi sono spiegato, sono stanco a quest'ora dopo una giornata di lavoro :)

Gianni Lucini ha detto...

Woah fratello Vikk. Quel che scrivi su Bruce mi trova d'accordo. Anch'io ho sempre faticato un po' a farmi piacere gran parte de los americanos (Mc5 e Ramones a parte). Il gusto istintivamente mi orienta sulle corde british.

V I K K ha detto...

i Ramones sono uno dei miei 5 gruppi preferiti di sempre

Anonimo ha detto...

@ Gianni: A me una frase del tipo "Woah, fratello John" non me l'hai mai detta e sono molto geloso.
@ Vikk: adesso vogliamo sapere chi sono gli altri 4
-
Se posso intromettermi volevo segnalare oltre agli Mc5 e i Ramones anche le New York Dolls,i Television, gli Stooges,i Dead Boys e i Testors.
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A prestissimo un post sui T.REX!

V I K K ha detto...

glia altri 4:
- Beatles,
- Beach Boys (Brian Wilson era),
- Kyuss (altro che Queens of the Stone Age!)
- The Cure (vabbhe' di Robert Smith sono un fanatico ed impusivo collezionista quindi sono fuori categoria in realta')

ma ce ne sarebbero molti altri da aggiungere :D

si potrebbe pensare anche di fare una rubrica "gli odiati di John" :D

un abbraccio

Anonimo ha detto...

"I detestati da John"... grande idea, ma rischierei di saturare la rete.
ha... ha...ha

romilar ha detto...

applausi a JJ!
Li ho conosciuti molti anni dopo gli MC5 proprio con il live che mi ha lasciato a bocca aperta. Assolutamente animali e per l'epoca e per essere un trio erano potentissimi e anche raffinati. Non sono d'accordo sul discorso "sono americani e quindi.." i GF suonavano un hard-blues raffinato ma anche molto spontaneo, altro che Cream (su disco)!
E dopo il live ho recuperato un pò di altri album, assolutamente da avere il secondo, quello con la copertina rossa, mentre già con We are an american band mi suonano ormai pomposi e poco pompati, scusate il gioco di parole.

J.J. JOHN ha detto...

@ Romilar:
A parte i paragoni con altri artisti, i GFR avevano un suono veramente Americano, anzi...proprio del Michigan, che era uno "stato musicale" a se.
Condivido la scelta del "Red Album" e, tra i primi, ci metterei anche "Closer to home".
"American Band" era più "charming" come LP, ma contiene "Black Licorice" e "The Railroad" che da sole valgono una vita.
A mio avviso gli album più deboli sono stati: "E Pluribus Funk" e quelli dal 1974 alla fine.

Anonimo ha detto...

Great work!
Zimri

Anonimo ha detto...

Fammi fare l'antipatico, a me i GFR non mi hanno per niente stupito, nemmeno lontanamente da come ne avevo sentito parlare. Ignoro quest'album live (che magarì recupero, avendo ascoltato solo la DG di studio) ma in generale la mia opinione su di loro è piuttosto tiepida.

In una vecchia recensione mia ho scritto (mi autocito, a più per pigirzia che per immodestia): I Grand Funk Railroad furono una formazione americana che seppe sfruttare il successo dell'Hard Rock dei primissimi anni '70. La band incarnò quello stile ruvido ed elementare, privo di fronzoli e tecnicismi ed incentrato quasi esclusivamente sul volume assordante delle chitarre, tanto da produrre una serie di album che, pur non spiccando per il gran numero di brani memorabili, contribuirono alla nascita dello stereotipo stesso dell'Hard Rock e dell'Heavy Metal degli anni successivi.

Ecco i voti:

On Time 7
Grand Funk 6,5
Closer To Home 6
Survival 5
E Pluribus Funk 6
All The Girls In The World Beware 4,5
We'Re An American Band 5
Phoenix 5
Shinin' On 4,5

Anonimo ha detto...

Beh, Antonio: antipatico o no, mi fa piacere che ci sia ancora qualcuno che mi scrive dei Funk e soprattutto con una certa competenza. Le tue valutazioni mi vedono totalmente d'accordo, magari con qualche decimo in più per "Closer to Home".
Quello che a me piaceva dei Funk era per l'appunto la loro incisiva potenza, anche se un po' sguaiata.
Furono vessati in Europa perche' in fondo nessuno aveva interesse ad aprire loro le porte (c'erano già i Sabs, gli Uriah Heep e compagnia bella).
Per gli americani però, e specie per quelli del Michigan, i Grand Funk erano la grande, nuova e vera "people's band" dopo gli MC 5.
Potenti, popolari e soprattutto attendibili.
Tra tutti i loro album ho citato "Live" proprio perchè mi sembra il più vicino a quella lro dimensione.
I Railroad erano Punk senza saperlo.

Anonimo ha detto...

....ah strepitosi veramente da riscoprire, guarda li ho conosciuti per caso, ne avevo sempre sentito parlare ma mai sentito nulla, in un mercatino mi imbatto per caso in una vecchia videocassetta probabilmente faceva parte di una serie e questa riguardava il 1973 e conteneva video di brani usciti in quell'anno e conteneva anche we'are an american band, una canzone non proprio difficile ma quello che mi aveva colpito era proprio il video cosi'marcatamente americano,cosi' anni '70 che piu' di cosi' non si poteva.Mi sono documentato un po' su questa band e mi sono subito procurato il doppio live album (in vinile originale)e' stato un colpo fantastico e' uno dei mie dischi peferiti cosi' immediato e spontaneo come pochi, pontentissimo dal punto di vista musicale,e'musica vera e sincera con tutta l'energia dei concerti degli anni'70. Senz'altro uno dei piu' bei live della storia del rock.E dopo si crede che i live li sapevano fare solamente i deep purple.
Strepitoso anche kick out the james degli mc5.
.....Non ho mai capito i ten years after,se sono stati una grande rock band o una band incompiuta!Sembra che sia mancato qualcosa per fare il grande salto nonostante un grande chitarrista come Alvin Lee.

Anonimo ha detto...

L'hai detto: i TYA erano forse un po' troppo "Alvin Lee", gli MC5 e i Grand Funk erano più dei collettivi: Alvin Lee andava bene anche da solo, gli altri erano imprescindibili l'uno dall' altro ed era questa la loro forza.
"E pluribus funk" me l'ha regalato mia mamma che avevo sie e no otto anni... ti rendi conto?

Anonimo ha detto...

.....e mi rendo conto, e' il caso di dire che sei cresciuto a pane e rock...e che rock, pensa che a quell'eta' li'piu' o meno, alla prima comunione mi avevano regalato il mangiadischi, me lo ricordo ancora era quel tipico azzurro anni '70, con una decina di 45 giri e alcuni titoli me li ricordo ancora "io e te per altri giorni" dei pooh,uno era senz'altro del guardiano del faro che non mi ricordo il titolo,"canzone intelligente" di cochi e renato,"alle porte del sole" di gigliola cinguetti sigh...gli altri per fortuna non me li ricordo,fortunatamente crescendo ho cominciato a ragionare con la mia testa.
Allora se a otto anni circa ti anno regalato il disco dei Grand Funk e il disco in questione e' del '71 se non ero, piu' o meno siamo coetanei....
A proposito di live album cosa pensi di questa mia top ten personale dei live degli anni '70?
1) Allman Brothers Band "live at Fillmore Est" innarrivabile per tutti
2)CSNeY "4 Way Street"
3)The Who "live At Leeds"
4)The Doors "Absolutely Live"
5)Grand Funk Railroad "Live Album"
6)Mc5 "Kick Out The Jams"
7)Deep Purple "Made in Japan"
8)Bob Marley "Live"
9)Motorhead "No Sleep'Til Hammersmith"
10)Iron Maiden "Life After Death"
...cosi' per gioco questa e' la mia top ten dei grandi live degli anni '70 anche se gli ultimi due cadono nei primi anni '80, ho inserito anche gli Mc5 anche se e' un live atipico in quanto era il loro disco di debutto pero' non posso tralasciarlo a me questo disco mi pice da morire.
I Deep Purple e Bob Marley li ho inseriti a meta' in quanto li ho ascoltati talmente tanto che non saprei dove collocarli anzi sono stati i primi dischi che ho cominciato ad acoltare (dopo la parentesi giradischi prima comunione).
Il Live Degli Allman Brothers Band pe me'e' irraggiungibile il piu' bel live di sempre e non aggiungo altro.
Ho tralasciato il live dei Led Zeppelin "The Song Remain The same"n in quanto lo trovo sottotono e non alla loro altezza e a parte qualche momento e' abbastanza noioso.
Cosa ne pensi John?

J.J. JOHN ha detto...

Beh, io sono del 1963 e mi riconosco molto nella tua chart.
Per molto tempo però, ho vissuto in Inghilterra e lì lì c'era un "taste" diverso.
Adoravo soprattutto i T.Rex ("Born to boogie", mai uscito ufficialmente su Lp). Poi Bowie ("Live"),Santana ("Lotus"), Genesis ("Second's out"), Black Sabbath ("Live at Last"), Motorhead ("No sleep till Hammersmith"), i Floyd che ho visto dal vivo con The wall e infine, tutto il "pankume" che mi sono beccato in pieno: Stranglers ("Live X cert") e tutte le autoproduzioni di Siouxsie, Clash, Damned, Sham 69, Crass ecc.

"Live at Fillmore East" ed in particolare "Stormy monday" lo amo anch'io, ma evoca un periodo molto triste della mia vita.
Lo riascolto ancora oggi, ma con le dovute cautele.

Cmq, quelli dei Grand Funk, Stranglers e Motorhead sono forse i live in cui mi riconosco di più.
Come avrai capito, da ragazzino non ero un tipo molto tranquillo.

Anonimo ha detto...

condivido l'entusiasmo per i Grand Funk, anche per quelli del periodo più commerciale, periodo nel quale si scomodavano tipi come Todd Rundgren o Frank Zappa per produrre i loro dischi...non sono molto d'accordo con chi invece considera i Grand Funk come un gruppo fatto di sola energia, i Grand Funk soprattutto la sezione ritmica ma anche il tastierista Craig Frost, entrato successivamente, sapevano suonare, eccome!... Mark Farner era, da solista, un chitarrista un po' ingenuo, ma un grandissimo autore (e anche titolare di tutte le parti di tastiera prima dell'arrivo del sopracitato Frost, ricordo in particolare l'ottimo accompagnamento di piano Fender su Mean Mistreater)...non solo, si parlava anche di The Song Remains the Same, live sottotono sul quale incombe anche lo spettro delle sovraincisioni...beh, date una chance al quasi coevo Caught in the Act, altro live dei Grand Funk e poi sappiatemi dire!

Luciano

Anonimo ha detto...

Grande Luciano!
Come Live ricordo anche il bootleg di Los Angeles 1974 (che gira in rete anche in video) e "Live 1971 Tour" che invece si trova regolarmente nei negozi.

Anonimo ha detto...

beh, i GFR dal vivo-come ebbe a dire Van Halen-facevano fuoco e fiamme...il Live lo comprai nel 1971 e devo dire che mi piacque subito. Avevano come una sesta marcia, il basso e la batteria sembravano suonare dentro la pancia, emozionavano anche con le loro parole (bella la citazione in cui Farner ammonisce l'audience a non prendere droga)...erano cmq grandi musicisti, utilizzavano accordi molto raffinati e la voce solista di Mark ben si contrapponeva a quella più maschia di Brewer...l'assolo di TNUC ("Fica") resta una sorta di apoteosi in quel baccanale che erano i loro concerti...a terra finivano magliette e sudore, con le valvole dei West amplifiers ridotte ad un cerino (volume a 10 fisso). Per una vita ho sognato di avere davanti Mel Schacher e di vederlo suonare...ho avuto questo onore solo in video dopo una vita...conservo gelosamente la bio autografata di Mark Farner, con tanto di busta da lui stesso compilata e spedita....il cuore del loro rock dinamitardo batterà in eterno! Ciao a tutti

klaudio60 ha detto...

ciao sono claudio e devo dire che amo i gfr
grande gruppo anche se qui da noi sicuramente inconpreso
belli tutti i lavori li adoro anche gli ultimi usciti come grand funk
io sono del 60 e comprai il mio primo 45 giri dei funk "the loco motion"e poi non mi sono piu fermato
complimenti per il lavoro svolto

J.J. JOHN ha detto...

@anonimo:
Bellissima questa evocazione.
I GFR erano veramente "the people's band" come diceva Michael Moore.
Ti invidio davvero l'autografo di Mark e per consolarmi mi riguarderò tutto il dvd "live in tokio" del '74 a massimo volume :-)
Ciao JJ

@Klaudio60:
Ciao a te Klaudio60 e grazie!
E veramente grandioso sentire fans dei GFR che spuntano ovunque.
Vuol dire che siamo ancora in tanti. ALE'!

klaudio60 ha detto...

ciao jj ma io amo tutti questi gruppi che veramente hanno fatto la storia del rock ne avrei da dire aiosa mark farner è storia ed è un grande peccato che da solo non abbia bissato i successi dei funk

Anonimo ha detto...

bellissima recensione che concordo pienamente, è un album strepitoso che io conservo gelosamente in originale da 30 anni, Red Hot ecc. ci sono arrivati 20 anni dopo a quello che già facevano i Grand Funk!
Ciao DMC (VA)

fmasta56 ha detto...

Ma dei GFR in questo album, per certi versi fuori dalle righe, io preferisco di gran lunga Mean Mistreater le altre sono un po' troppo..come dire...rumoreggianti? Salvo forse anche Heartbreaker ma, per il resto, c'era senz'altro di meglio sul mercato! Ho avuto anche E PLURIBUS FUNK, in originale, al tempo ma non so più nemmeno che fine ha fatto...a me piacevano, e anche tuttora, più i LED e sopratutto i DEEP PURPLE, ma, ovviamente, de gustibus...dicevano ai tempi di Cicerone!

fmasta56 ha detto...

Chi non ho inveve mai potuto sopportare (tremate, gente, tremate) sono gli STONES, assolutamente incompatibili con il mio pensiero musicale! Del tempo come di ora, ovviamente, non me ne volete, loro fans...

JJ JOHN ha detto...

Io quoto "Are you ready": un'opening track che è dinamite pura.
Per il resto, ho tutto dei GFR, amo tutto di loro incondizionatamente e al di là di ogni decenza.
I primi dischi però, sino a Survival, sono a mio avviso quelli che contengono le cose migliori.

Anonimo ha detto...

I più grandi del mondo

Ivan ha detto...

C'è poco da dire un "Supergruppo"
ascolto Hardrockblues&progressive,da 35 anni,ma ogni volta che ascolto i Grand Funk è come se fosse la prima volta.Troppo Speciali......

ciao JJ JONN

Anonimo ha detto...

Comperai l'album a Parigi nel 1971 soltanto perchè la copertina mi aveva attirato, ai tempi ascoltavo e collezionavo tutto ciò che era uscito, Led Zeppelin, Black Sabbath, Uriah Heap, Pink Floyd, Cream, etc. ma questo album dal vivo mi sembrò subito strabiliante fuori dalle corde per potenza e capacità di coinvolgimento ... inside looking out la ascolto ancora oggi e mi emoziona sempre così altri brani, come Paranoid, Heartbreaker, Mean Mistreater. Un album che dopo più di quarantanni non ha perso una virgola dell'energia iniziale, il suono per me è sempre attuale ed originale, dal vivo, (amo meno gli album in studio), era una delle poche band che sapeva farti vibrare in tutti i sensi portandoti a livelli che nessun altro gruppo dal vivo (parlo di rock) è mai riuscito a emulare. Se non sbaglio nel 1972 li ho visti dal vivo a Milano al Vigorelli, un prato all'aperto sul quale non ho fatto altro che saltare per tutto il concerto. Vibrava tutto, compresa l'erba, (per tre giorni le vibrazioni mi restarono dentro insieme ad un sibilo nelle orecchie), furono travolgenti, dico nessuno riusciva a stare fermo, tutti in piedi a saltare a urlare applaudire in un caos pazzesco. La cosa divenne persino surreale, fuori dai cancelli un migliaio di autonomi voleva entrare gratis, ci furono cariche della polizia di cui noi non fummo consapevoli sino a quando la polizia in asseto da rivolta non cominciò a sparare lacrimogeni che dal nulla inziarono a fioccare in mezzo a noi del pubblico, il fumo portato dal vento raggiunse anche il parco e un assolo di Mark Farner fu interrotto, nel silenzio più assurdo tutti immersi in quel fumo bianco ci ritrovammo di colpo a piangere compresi i musicisti sul palco. Durò qualche minuto di silenzio irreale, poi furono spalancati i cancelli gli autonomi entrarono e il concerto riprese con la medesima forza svolgendosi regolarmente. Erano in tre sul palco ma posso assicurare che sembravano molti di più, l'assolo di batteria con la testa sul rullante entusiasmò tutti come il suono possente del basso, la chitarra incredibile con le sue sonorità del tutto uniche. Tanto per dire il gruppo di spalla era un'altra chicca gli Humble Pie con Steve Marriot e Peter Frampton che rifecero per intero un album live bellissimo Rockin' the Fillmore ... insomma un concerto memorabile che non dimenticherò mai. Ma a Milano a quei tempi vidi il meglio, Ten Years After, Santana, Led Zeppelin, Jentro Tull, Atomic Rooster, Gentle Giant, Van Der Graf Generator, Emerson Lake and Palmer ... per citarne alcuni. Ma i Grand Funk e gli Humbel Pie furono tra i migliori gruppi dal vivo.

JJ John ha detto...

Grazie della testimonianza caro Anonimo.
Hai per caso ancora del mareriale riguardante quel concerto (foto, il biglietto, poster ecc?), o altre cose dei GFR?
Magari scrivimi privatamente.
Per me conoscere un fan dei Grand Funk nel 2015 sarebbe miracoloso.
La mia mail la trovi nel mio profilo.

Unknown ha detto...

Farmer qualche anno fa si era tagliato e venduto i lunghi capelli ad un'asta di beneficenza.Reazionario ma di buon cuore...

Anonimo ha detto...

Presente anch'io al Vigorelli.Un gran casino.Lacrimogeni,fuggi fuggi,interruzionew del concerto, ma forse il miglior concerto organizzato a Milano.Granfd Funk e Humble Pie.Pazzesco.Erano altri tempi.Capito' anche la stessa serata Jethro Tull e Gentle Giant.
Secoli fa......

JJ John ha detto...

Insisto: non avete più niente di quella serata? Foto, Biglietti, memorabilia ecc?

Anonimo ha detto...

Gran disco, potente e coinvolgente !

Michele D'Alvano