Goblin: Roller (1976)

goblin roller 01Dopo il meritato successo di "Profondo Rosso", la formazione di Simonetti, Pignatelli e Morante perde il batterista originale Walter Marino, che viene rimpiazzato dal dotatissimo Agostino Marangolo (ex Flea On The honey e Flea) e da un secondo tastierista Maurizio Guarini.

Con il rimpasto della line-up cambia anche il suono che, da un lato si raffina, si personalizza e si addolcisce rispetto all'album precedente, ma dall'altro finisce con l'omologarsi a matrici relativamente comuni a molti gruppi della metà degli anni '70.

"Roller" è anche un disco di citazioni ed autocitazioni: i nostri celebrano se stessi nel ponte del brano omonimo (a 3' e 30'' circa) che, pur in maniera più levigata di "Profondo Rosso", ne richiama direttamente le atmosfere mentre in "Aquaman", si percepisce un chiaro "retrogusto" di Santana.

Lascia invece stupiti l'incredibile somiglianza tra il brano "Snip Snap" con "Afka" del Baricentro dei fratelli Boccuzzi, tratto dal loro album "Sconcerto", pubblicato nello stesso anno.

goblin roller 02Detto ciò, l'LP in questione si presenta indubbiamente come un prodotto raffinatissimo, perfettamente eseguito, inciso e mixato al punto di non potergli muovere alcuna osservazione tecnica.

Tuttavia, sia l'indiscutibile perfezionismo esecutivo, sia l'evidente modernismo tecnico ne raffreddano molto il pathos, privando l'insieme di quella genialità e di quel calore a cui ci avevano abituato.

Qualche parvenza di prog si può riscontrare, forse ed ancora, nel brano "Goblin", infarcito di lunghe galoppate Jazz e richiami Crimsoniani ma, anche in questo ci si potrebbe agevolmente riferire alle tortuose strade già tracciate da Volo e Perigeo.

goblin roller 03Chiude l'album una inquietante e "cinematografica" "Dr Frankestein" il cui solo finale condensa bene tutto lo spirito dell'LP.

Un meraviglioso disco "d'ascolto" quindi, per la gioia di orecchie e palati raffinati: perfetto e compatto sino all'inequivocabilità, ma che non trascende o supera alcun limite.

Non "nato come colonna sonora", ma "diventato colonna sonora" a posteriori (data l'acquisita popolarità del gruppo), "Roller" manca di una propria "personalità di base", lacuna che porterà gli stessi musicisti a produrre il successivo album in maniera molto più strutturata.

goblin roller 04Siamo nel 1976 e, a parte qualche zoccolo duro, il Progressivo Italiano sta a poco a poco lasciando spazio ad altre forme espressive: prima rabbiose ed implosive, poi estetiche e sofisticate.

21 commenti :

Anonimo ha detto...

JJ, para mim o "Roller" é mitico.
Forse un pouco più calmo de Profundo Rosso, ma egualmente reppresentativo.
E' muito autocelèbrativo, è verità, ma è anche simptomo de una nuova situaccione che i Goblin aviano precisato esplorare.
Io stesso prefera sonoridà mais nobile come o Perigeo, mais isso è jazz, più differente.
Grazzie do blog e un abraço grande do lado de là.
Odoardo Rio

Gianni Lucini ha detto...

All'epoca dell'uscita l'ho un po' snobbato ritenendolo una sorta di autocelebrazione di Simonetti e co. Più tardi l'ho un po' rivalutato anche se concordo con la notazione di John sul fatto che a questo disco manca l'anima

Anonimo ha detto...

@ Gianni
Il disco è tecnicamente sopraffino, ma si... bello senz'anima.
Aspettiamo tutti il comment di Dani che avrà sicuramente qualcosa da focalizzare!
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@ Odoardo
Bem vindo nosso irmao! E' interessante que volta sempre nas commentagem o nome do Perigeo que eu adoro. Acho que faria un post em pouco tempo.
Abraço grande.
PS: non si sa se sia meglio il mio Portoghese o il suo Italiano, ma va benissimo così. Io mi diverto um mondo... anzi... un Globo!

Anonimo ha detto...

Eccomi John! Puntuale come un orologio sivizzero! :-)

Che dire di "Roller"? Io ho un debole per questo stupendo Album! Non lo trovo assolutamente senz'anima, l'Organo nella title-track ti entra dentro e non ti esce piu', come l'incipit Tastieristico di "Goblin" e il dinamico e spaventoso finale di "Dr. Frankestein" (tral'altro brano usato per una serie televisiva che trattava di paranormale nella metà degli Anni'70 circa...)!!! Disco di certo autocelebrativo (uno dei tratti che distinguono il Prog dopotutto è proprio l'autocelebrazione dei suoi Suonatori! es.Keith Emerson!), ma questo per me non è sintomo di mancanza di phatos e non risulta mai scontato o ostico all'ascoltatore. Un Album perfetto e coerente dall'inizio alla fine, cosa che non accade in "Profondo Rosso" (che il sottoscritto ritiene un Capolavoro!) per il fatto che alcune composizioni sono del Jezzista Giorgio Gaslini; delle similiudini le possiamo trovare anche in "Suspiria" che ad un certo punto d'atmosfere puramente Horror passa un Free Jazz non molto aggressivo, la faccenda accade specialmente nei Pezzi non inclusi nell'omonimo Film di Dario Argento.

Un saluto a tutti!

J.J. JOHN ha detto...

Non so perchè, ma quando ho recensito questo album sentivo un deciso ronzio nelle orecchie... e ti ringrazio come sempre dei tuoi interventi.
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Se devo essere sincero, "Roller" a me piace: non ci trovo nulla fuori posto,lo trovo gradevole ed eseguito magistralmente.E sta proprio lì il punto.
L'album manca infatti di quel senso del "nuovo ad ogni costo" che ha caratterizzato tutto il triennio 71-73 rendendolo perfetto, ma algido e conformato.
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L'autocelebrazione poi, non è un carattere distintivo del Prog, è semmai un difetto nel momento in cui si antepongono alla creatività e alla ricerca (o, tecnicamente, al virtuosismo), coazioni al ripetersi,al tecnicismo, all'imitazione o all'adeguamento.
Ciò successe a Emerson, ma non solo a lui.
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"Roller" non è espressamente a questo livello, ma soffre della stasi creativa del suo tempo; di un certo manierismo che finisce per omologarlo ad un trend generale, indubbiamente elevato, ma ben lontano da quell'incosciente spregiudicatezza acustica che, a partire dal 1976, si è tradotta via viva in schematismo o, viceversa, nella barbarie musicale del Punk.

Giampaolo ha detto...

Ciao. Sono d'accordo con Daniele. Anzi io ho trovato sonorita` nuove, forse innovative. Non un capolavoro, pero` ha delle chicche notevoli come la seconda canzone.
Ciao! e complimenti per il tuo portoghese!

Anonimo ha detto...

Ok fatto veramente bene, ma sai... nel 1976 quel sound era già stato patrimonio di molti.
Se poi ascolti quel brano del Baricentro sembra veramente identico.
Anche per questo Roller pecca di "trasgressività".
Tutto li.
PS Tieni conto che l'amico Dani è un superfan di goblin e orme.

Giampaolo ha detto...

Si quello che dici è vero, ma per esempio nella seconda canzone viene creata un'atmosfera che solo i Goblin hanno saputo creare o per lo meno loro l'hanno fatto meglio degli altri. Sempre secondo me.
Buonanotte!

Anonimo ha detto...

Se ci fai caso in "Aquaman" (la seconda canzone)ci trovi molto della chitarra di Santana.
Ma sia ben chiaro,non voglio svilire i Goblin, trovo solo che nel 1976 erano probabilmente più maturi ma anche più tecnici e meno ispirati.

Anonimo ha detto...

ragazzi io le somiglianze piu profonde le noto in dottor fankestein.
la sua prima parte mi ricorda palesemente un brano dei king crimson dell era starless and bible black!
cmq album molto bello anche se non da considerarsi capolavoro
ciao francesco

lenz ha detto...

io adoro i goblin (anche i grandi cherry five) e francamente sono di parte.. soprattutto perchè non riesco a capire come si possa voler trovare peli nell'uovo (di colombo? ^^ ) ad ogni costo in quello che è un enorme prodotto per la musica italiana del periodo..la produzione è a dir poco eccelsa e anche se il bagarozzo mark è sicuramente prog e molto bello, pecca proprio di questa..tanto che la sonorità risulta spesso molto piatta. più che su i poveri, sfortunati e ormai più che defunti goblin a mio parere si può tranquillamente sparare a zero su molta produzione di pfm e simili piuttosto.. loro si che hanno sempre copiato in lungo e in largo (pfm) e voluto produrre musica ad ogni costo commerciale e digeribile a chiunque, anche se non sempre questo è un male, non vi pare?
se pensando ad aquaman vi viene in mente acquamarine di santana...vorrei sottolineare che marathon (bello, a me piace molto) è del 79 e che il chico mexicano si è spesso dato da fare a rubacchiare a man bassa dall'altrui musica, producendo troppo spesso abominii commerciali..specialmente in tempi moderni è diventato un musicista da balera e la sua chitarra è ormai inutile e confusa, a mio modesto parere..
un saluto a tutti, bellissimo blog!!!

lenz ha detto...

a proposito di flea.. a quando una recensione sui fantastici etna? :)))

Anonimo ha detto...

Continuo a non capire tutto questo entusiasmo per Roller.
Gli Etna arriveranno presto. - JJ

lenz ha detto...

..entusiasmo perchè l'è bello :) sempre in attesa degli etna ;)saluti dalla tuscania

aliante ha detto...

Segnalo a tutti un articolo interessante sui Goblin contenuto
nel numero di Febbraio della rivista "Classix".

Anonimo ha detto...

Questo è il disco dei Goblin che preferisco .

Lo ascolto spesso .

Notevoli anche Profondo Rosso e Suspiria

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Carino anche Il fantastico viaggio del "bagarozzo" Mark, sebbene sia cantato in modo alquanto discutibile

Michele D'Alvano

Simone Radici ha detto...

John, sono troppo indiscreto se ti chiedo la recensione anche de "Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark" ?
Sabato sera ho visto dal vivo Simonetti con il suo progetto solista, uno spettacolo da stropicciarsi gli occhi, forse aumentato dal fatto che non siamo più abituati alla musica dal vivo dopo questo infinito periodo restrittivo

J.J. JOHN ha detto...

Ok, ci provo appena ho tempo.

Anonimo ha detto...

Goblin è un brano davvero eccellente, musicalmente elegante e vibrante .

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Riascoltato pochi giorni fa, si conferma davvero un grandissimo disco, gradevolissimo e con stupendi passaggi strumentali, permeato da una grande compattezza sonora e da una dirompente espressività timbrica .

Michele D'Alvano