New Trolls: Searching for a land (1972)

New Trolls Searching for a land 1972
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Pur se non conflittualmente memorabile, il terzo lavoro dei New Trolls passerà alla storia per essere stato il primo album doppio di rock Italiano.
Lungo, ambizioso e palesemente orientato al mercato estero, "Searching for a land" presenta due situazioni molto diverse tra loro, quasi a voler presagire l'imminente sbandamento del gruppo che già con quest'album soffre delle prime defezioni. Giorgio D'Adamo infatti non c'è già più, sostituito degnamente dal nuovo bassista Italo-Canadese Frank Laugelli.
Dicotomico al punto di sembrare tagliato con la scure, l'ellepì si apre con 4 composizioni di stampo acustico-orchestrale cantate da De Scalzi e basate principalmente su raffinati arpeggi di chitarra, in cui si innestano con grande discrezione preziosismi vocali ed orchestrali.
In questo contesto, veramente encomiabili sono la malinconica "St. Peter's Day", nobilitata da una azzeccata linea di basso e la raffinata "Once that I prayed".

New Trolls Searching for a land 02Trascorsi i 20 minuti della prima facciata, si gira il disco e si cominciano a percepire i primi segnali di cambiamento.
Di fatto, in "A land to live, a land to die" le atmosfere si fanno più blues-rock: sparisce la chitarra acustica e svetta una lunga improvvisazione d'organo in stile tardo psichedelico.

Trascorso un breve break a mezza via tra il medioevo e i Beatles (intitolato "Giga" e riferito a uno strumento a corde del trecento), arriva la "summa" dei sei brani precedenti nella spendida "To Edith", il cui testo è tratto da una poesia di Bertrand Russell che ben sintetizza il concetto dell'album: "l'amore, se valido e consapevole, è un approdo nella ricerca del senso della propria esistenza".

New Trolls Searching for a land 02Fin qui, per quanto ne dicano molti critici, il lavoro scorre fluido e ben strutturato e le presunte divergenze artistiche tra Scalzi e Di Palo (nella vita comunque sempre amicissimi) non sembrano minarne più di tanto la coerenza, anzi, le prime due facciate di "Searching for a land" ritengo restituiscano un'ottima prova di omogeneità compositiva e strutturale.

La dicotomia di cui abbiamo parlato prima però, si fa sentire prepotentemente con l'accesso al secondo disco: a partire dal terzo lato infatti, sembra di trovarsi davanti ad un altro gruppo.
Cessano di colpo le atmosfere suggestive e poetiche dei primi due lati per lasciare spazio ad un rock selvaggio di pura matrice elettrica (quasi "punk", oserei dire) che richiama le prime fulminanti esibizioni live del gruppo Genovese.
Questo secondo disco, si dice sia stato inciso dal vivo, ma non sono in pochi a sostenere che gli applausi furono sovraincisi su un lavoro di studio.
Comunque sia, tra un fraseggio hard rock-blues di chiara matrice Zeppeliniana ("Muddy Madalein") e una mostruosità energetica come "Bright Lights", l'album si chiude con "Lying here" che pare sospesa tra un brano dei Black Sabbath, un trip di Hendrix e i migliori Deep Purple.

Va da se che questa coniugazione tra generi tanto diversi non giovò molto alla coerenza dell'album che
rimase in una sorta di "limbo" artistico e commerciale: diversi critici dell'epoca lo videro come un'encomiabile manifestazione di potenza e di completezza dei New Trolls.
La maggioranza dei recensori e del pubblico fu però più realista biasimandone l'inoppugnabile frammentazione.
Meglio sarebbe stato se le due anime del disco fossero state pubblicate separatamente, ma nel 1972 era evidente che un "qualcosa" nella macchina dei New Trolls stava cessando di funzionare.

Ancora un disco insieme ("UT", dello stesso anno) e poi le strade si sarebbero separate.
Ciò nonostante nessuno mai potrà appigliarsi a certi dissidi interni per svilire l'autorità musicale ed innovativa di uno dei più importanti gruppi di rock Italiani.

27 commenti :

Giampaolo ha detto...

Weh John non vieni più nel mio blog dopo che ti ho distrutto i tuoi Osage Tribe?
Quest'album dei New Trolls l'ho ascoltato solo una volta!
ciao!

Anonimo ha detto...

Ma no, che c'entra? E poi hai parlato male degli Osage tribe? Ora vengo a vedere.
E' che il lavoro è ripreso alla grande (meno male) e ho la testa un pò per aria! Arrivo!

Gianni Lucini ha detto...

Credo anch'io che, insieme a "Ut", questo disco rappresenti l'apice dell'avventura dei New Trolls

Anonimo ha detto...

Si, credo anch'io.
Dunque si potrebbe azzardare che un vero e proprio "periodo progressive" dei NT non c'è mai stato: nella reltà, quello stile venne affrontato separatamente come NT Atomic System e Ibis.
Prrima della scissione erano fondamentalmente "rock" e "rock sinfonico", dopo, decisamente Pop.
E' curioso quindi come in molti cataloghino questo gruppo come "progressive".
A parte quest'album, comunque, una delle cose che preferisco di loro è il sigolo "La prima goccia bagna il viso", mai pubblicata a 33 giri.

Giampaolo ha detto...

Bè in Concerto Grosso la seconda parte è prog. O no?
ciao!

Anonimo ha detto...

Si, ma ma rispetto all'immensa mole di lavoro che hanno svolto fino al 1972 mi sembra un po' poco...

Anonimo ha detto...

Ciao John,
che dire di "Searching For A Land" dei New Trolls, per me un Album d'ascoltare con molta attenzione perchè non molto scorrevole, anche se dall'inizio ha poi un progressione molto distinta, ma ripeto poco fluida.

Io da Fan de Le Orme ho sempre desistito nel dire che il primo Live Italiano fosse "In Concerto" di Aldo, Tony e Michi. Ma ora dopo che ho letto che probabilmente gli applausi su questo Disco dei Trolls fossero stati sovraincisi, allora è proprio vero che Le Orme ebbero il primato nel Live Italiano. Allora per questo non lo vedo neanche piu' come il nostro "Ummagumma" Italiano. :-)

Ciao John.

Anonimo ha detto...

Attenzione: non è accertato che gli applausi fossero stati aggiunti in postproduzione. Tuttavia è una dicerìa piuttosto frequente.
Potrò fugare ogni dubbio quando finalmente incontrerò Vittorio.

Ascoltando bene il disco, la dinamica e la frequenza degli applausi sembrano effettivamente innaturali rispetto alla musica, ma io stesso mi riservo il beneficio del dubbio.

Anonimo ha detto...

Riguardo alla "progressione poco fluida", penso che fosse la conseguenza dei primi dissidi interni al gruppo che ne hanno minato l'omogeneità compositiva ed umana.

Bounty ha detto...

L'ho ascoltato un sacco di volte.... molto bello! Nico Di Palo al top

Anonimo ha detto...

Al di la delle influenze,questo resta un buon disco,,(magari si sunasse sempre a questi livelli),comunque gli applausi sono sovrincisioni,,l'ho sentito dire a de scalzi in un intervista anni fa,,saluti e complimenti.

Anonimo ha detto...

Peccato per l'eccessiva pienezza di sè che ebbero i new trolls all'epoca. Decisero di strafare, forse per dimostrare di non essere inferiore ai più blasonati gruppi stranieri, e questo è il risultato. Troppa carne al fuoco, ed è veramente un peccato, perchè le capacità tecniche del gruppo sono indiscutibili. Forse se avessero "ristretto" il tutto su un album, scegliendo le canzoni migliori e accorciando l'ultima lying here, avrebbero probabilmente lasciato ai posteri un album migliore.

Comunque secondo me Di Palo proprio in quest'album dimostra di essere un chitarrista di livello internazionale.....anche se esagera spesso negli assoli, è uno spettacolo ascoltarlo nelle sue divagazioni chitarristiche.

E dire che all'epoca la Fonit Cetra diede la possibilità a loro di produrre un doppio lp, mentre agli Osanna fecero "prosciugare" Palepoli su un disco solo.

Peccato, a dimostrazione che spesso furono le case discografiche (almeno le più note)a scegliere in maniera sbagliata gli artisti di punta sulla quale puntare.....

alex77

scimmia56 ha detto...

Secondo me il migliore album concepito da questo gruppo evidentemente preparato sotto ogni livello musicale (strumentale e vocale).
Non mi piacciono i N.T. delle canzoni da Hit Parade, sebbene si intende la preparazione musicale del gruppo, ma questo album è la summa di tutto quello che sapevano e sanno fare. Grandi musicisti, grande album. Immensi!

J.J. JOHN ha detto...

E di "UT" cosa mi dici?
Sono in molti a preferirlo a "Searching for a land" (io incluso), ma tu perchè preferisci questo?

Scimmia56 ha detto...

Li amo entrambi, questo (Searching ..) per me rappresenta veramente un cambio musicale di tendenza che finalmente eleva il gruppo ad un grado di sonorità e progfessionalità a livello mondiale (forse anche per la scelta della lingua). In questo come in UT ci trovi veramente tutto e suonato in maniera eggregia dai suoi componenti, in effetti se ascolti c'e' spazio per tutti: Voce, Chitarra, Tastiere, Basso, Batteria e le arie non sono messe li tanto per fare ma hanno una costruzione musicale gradevole e di enorme efficacia sonora.
Quindi Searching al primo posto,UT subito dopo .... di poco, ma subito dopo.
Ciao

DogmaX ha detto...

JJ è vero che bisogna avere il beneficio del dubbio, io però sto ascoltando l'album ed effettivamente si sente fin troppo chiaramente che gli applausi sono sovraincisi.

Quanto le odio ste cose tamarre, davvero indecente.

JJ John ha detto...

Si, in effetti lo temo anch'io
Ingenuità dell'epoca...

enrico ha detto...

Accidenti, quegli applausi posticci mi hanno rovinato l'ascolto della seconda parte! Oltretutto mi sembra siano una miscela non ben riuscita di applausi registrati in un luogo ampio e applausi di poche persone magari registrati dal vivo in sala di incisione.

Comunque scrivo anche per sapere se solo a me i primi due pezzi (Searching e Percival) ricordano i Pentangle; non certo nella voce, ovvio, ma soprattutto il primo, nel mood un po' jazz-folk e forse anche proprio nella struttura della canzone.
ciao

aliante ha detto...

Beh si effettivamente Enrico ha ragione, l'influenza dei Pentangle c'è nei primi due brani. Anche sugli applausi mi trovo d'accordo con lui, sono veramente fastidiosi e penalizzano i brani della seconda facciata. Comunque è un buon album.
Il pezzo che preferisco è A land to live, a land to die.

DogmaX ha detto...

Tornando a parlare del disco, a parte la "cafonata" degli applausi finti, è davvero ben fatto...

Poi ho notato che non esistono parte dei testi online, soprattutto dei brani in inglesi... ho provato a trascriverli io su Lyrics Wiki, e diciamo che fin quando non sono arrivato a Lying Here, tutto bene...

L'inizio si capisce, ma dopo la voce è troppo bassa, e la mia conoscenza dell'inglese è ancora poco sviluppata per "intuire" cosa dice... JJ o qualcun'altro, non è che potreste darci una mano in tal senso?

Anonimo ha detto...

Io sono un pessimo interprete in tempo reale, ma chissà mai che qualcuno... JJ

DogmaX ha detto...

Anche io lo ero, visto che capisco l'inglese scritto ma ho difficoltà con quello "parlato"... però visto che tra i miei gruppi preferiti di alcuni album non esistono le lyrics ufficiali, mi sono messo ad ascoltarle e a trascriverle, ed è diventata quasi una sorta di "MANIA" XD...

Con i New Trolls, fino Lying Here, è stato facile, ma Lying Here ad un certo punto gli strumenti sovrastano la musica e capisco il 30% di quel che dicono...

Gius ha detto...

Ho declassato, si fa per dire, SFAL rispetto a UT a causa delle influenze troppo smaccate di musiche altrui. Muddy madalein è clamorosamente ispirata a Black Night dei deep Purple, mentre di altre inflienze o "ispirazioni" hanno già scritto altri.
La scelta delle voci più basse della norma, specialmente nella parte "dal vivo" la condivido in quanto più consona all'insieme che preferisco acoltare nel genere rock, quindi anche i testi passano in secondo piano quantomeno nella funzionalità e riuscita di ciascun brano. Per la cronaca questo disco è la scintilla che darà fuoco alla separazione, anche e soprattutto per la scelta della lingua inglese favorita da De Scalzi e difficoltosa per Di Palo. Forse era un'ottima arma per far emergere la voce solista di Vittorio (per altro molto bella) a discapito di quella di Nico (che comincianìva a saturare le orecchie), anche perchè il fantomatico salto verso mercati esteri non si è proprio mai palesato (mai letto all'epoca o nelle varie biografie di programmazione di concerti e tourneè fuori dall'Italia), se non dopo la svolta pop di Aldebar.

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto e ben suonato anche se troppo lungo e dispersivo

Gli applausi posticci in alcuni brani sono davvero imbarazzanti

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

A land to live, a land to die, To Edith e Lying here sono tre brani bellissimi, stilisticamente intensi e vibranti

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Il miglior disco dei Newtrolls secondo me

Michelerock ha detto...

Concordo, miglior disco dei Newtrolls