Acqua Fragile: Acqua fragile (1973)

acqua fragile acqua fragileMA... CHE CI FA BERNARDO LANZETTI A "THE VOICE SENIOR 2024 "?

"Un gruppo di ottimi musicisti che purtroppo non ha ancora raggiunto un'espressione autonoma o perlomeno, discretamente originale".
Così nel 1975, "Il libro bianco sul Pop in Italia" descriveva gli Acqua Fragile. Considerando la severità ideologica del libro e i giudizi ben peggiori che riservò ad altre bands, questa valutazione poteva addirittura suonare come un complimento.

La storia degli AF ebbe inizio a Parma intorno al 1971, quando i tre superstiti del gruppo beat "Gli Immortali" (Bernardo Lanzetti, Gino Campanini e Pier Emilio Canavera), rimpolparono la formazione con l'ex "Moschettieri" Franz Dondi e il tastierista Maurizio Mori per sostenere una serie di concerti con il loro nome originale.
Notati dalla Premiata Forneria Marconi per la loro abilità esecutiva, i cinque vennero dapprima introdotti alla corte del potentissimo manager Franco Mamone e successivamente presentati a Lucio Battisti che li scritturò per la sua discografica "Numero Uno".
Nel frattempo, il quintetto emiliano non solo cambiò il nome passando dall'anacronistico "Immortali" al il più moderno "Acqua Fragile" ma, sempre grazie a Mamone, riuscì a conquistare un'enorme visibilità esibendosi nientemeno che a fianco di Soft Machine, Alexis Korner, Curved Air, Uriah Heep e Gentle Giant.

acqua fragile acqua fragile 01A coronare infine un battesimo così prestigioso, nel 1973 fece capolino nei negozi il loro primo ed omonimo 33 giri.
Costituito da sette pezzi interamente cantati in Inglese, co-prodotto da Claudio Fabi e presentato con un'eccellente veste grafica (copertina apribile in forma di poster 60x60 e busta interna con i testi tradotti in italiano), "Acqua Fragile" venne subito notato dalla critica ufficiale (Ciao 2001) che non mancò di esaltarne le sue indubbie qualità: ineccepibile tecnica musicale, ritmica possente, ottima voce, continuità e fluidità nella composizione.

acqua fragile acqua fragile 02C'era però un altro lato della critica (quella Controculturale) che, pur riconoscendo all'album le sue evidenti qualità strumentali, aveva sollevato non poche perplessità sia sull'ingerenza della lingua Inglese, sia sull'eccessivo ricalco di schemi stilistici già abbondantemente sfruttati dai Genesis o dai Gentle Giant.
Va da sé che, essendo il mercato discografico giovanile estremamente dipendente dagli umori del "movimento", il primo lavoro degli Acqua Fragile non venne completamente accettato: Lanzetti "tirava troppo per la giacchetta" Peter Gabriel e i Family e comunque, la Numero Uno di Battisti non era certo il miglior referente per le soggettività avanguardiste.

Certo è che, ideologie a parte, tra il disco dei cinque emiliani e certi lavori d'oltremanica, le assonanze non erano davvero poche.
Ad esempio, sin già dal primo brano "Morning Comes" ci si accorge che tutto è speculare ai Genesis: ci sono le grandi aperture orchestrali, i crescendo di Banks, le sincopi di Collins, i cori di "Selling England" e la chiusura di "Musical Box".
acqua fragile acqua fragile 03Persino l'effettistica sulla voce richiama quella di Peter Gabriel, cosa che valse a Lanzetti un pur rispettoso accostamento col suo omologo inglese.
A peggiorare la situazione, nei due brani successvi ("Comic Strips" e "Science fiction Suite"), le citazioni si estendevano anche ai Gentle Giant ai CSN&Y di "Judy Blue Eyes" e ai Velvet Underground ("All tomorrows parties"), rendendo l'album quasi parodistico.
Purtroppo, anche volendo trovare negli altri rimanenti quattro brani una traccia di personalità autonoma, non si incontravano che ulteriori richiami al prog inglese con appena qualche barlume di mediterraneità ("Three hands man").
Al di la di qualche doveroso sussulto critico quindi, il debutto degli Acqua Fragile non decollò.
Il loro album fu di fatto la dimostrazione lampante che la dedizione al ricalco non paga, pur se affiancata da una muscolare potenza esecutiva.
Fortunatamente, le idee migliori sarebbero arrivate più tardi.

34 commenti :

Anonimo ha detto...

..e nato prima l'uovo o la gallina?..da noi sicuramente la musica d'oltremanica...io nel mio orecchio ho sempre messo prima la musica italiana e poi quella d'oltre...ho una mediterraneità nel sangue, una melodia culturale che ha radici qui.Con questo riconosco i grandi gruppi anni 70 come Genesis..Yes..GG...Camel..Moody....King...JT...ELP...etc etc...ma io preferisco i "miei" gruppi italiani, anche quando cantano in inglese come gli AF...secondo me Lanzetti non è poi tanto lontano da Gabriel...come il primo Sorrenti non sfigurava con Buckley...Il primo dei Genesis "From G to....." ,non è un grande esordio(ma sono arrivati prima..)...Sfortuna o no loro sono bravi a suonare, io preferisco il disco che viene dopo...se lo fosse tenuto nel canto la PFM ora non farebbe questa "fatica" vocale nel cercare una personalità che non hanno con il "despota"(in senso buono..) Franz....ciao

Anonimo ha detto...

Io credo che qui sono decisamente controcorrente, preferisco il primo disco al secondo.

Andy

Giampaolo ha detto...

Finalmente ho anche il secondo album che ascolterò in questi giorni. Su questa scheda sono abbastanza d'accordo, troppe influenze, album ben suonato ma non c'è un granchè a livello compositivo.....uno dei vari album sopravvalutati del prog italiano...
buonanotte!

Anonimo ha detto...

Mamma mia,questi proprio non mi piacevano...troppo scontati e inoltre trovo che per un gruppo dell'epoca cantare in inglese fosse una stupidata...tecnicamente bravi,ma senza personalità.

eldopop ha detto...

Acqua Fragile,é uno grandíssimo disco de rock progressivo!!!
Escutem www.eldopop.com.br
Listen www.eldopop.com.br
I love rock progressive italian!!!
Halfeld

* amsterdam_focus@hotmail.com

Unknown ha detto...

Per URSUS: io rispetto sempre le opinioni tue e degli altri ma devo dire che alcuni dischi dell'epoca cantati in italiano facevano davvero c...re e non mi riferisco solo a quelli della classifica dei peggiori di tutti i tempi da poco pubblicata.
Almeno Bernardo ci provava a cantare in inglese con una vocalità che forse ricordava un po troppo P.Gabriel ma almeno era più piacevole all'ascolto.
I due dischi non sono certo dei capolavori ma sicuramente c'è di molto peggio in giro.

UGO ha detto...

io tengo solo il secondo questo non lo conosco proprio e comunque la voce di LANZETTI non è che sia stratosferica ma perlomeno è un singer e la PFM non era certo fessa ad assumerlo nei suoi ultimi tre lp prog ossia CHOCOLATE KINGS JET LAG E PASSPARTU CHE SARA PURE PIU FOLK MA RESTA SEMPRE UN BEL DISCO MIGLIORE A MIO AVVISO DI JET LAG FREDDO E FORMALE!ANCHE PER I TESTI DI GIANFRANCO MANFREDI!

Anonimo ha detto...

All'epoca di "monnezza" ne girava tanta.....e per me non e' il caso di questo album.

massimo ha detto...

Lanzetti mi ricorda nic Graham ( Atomic Rooster, Skin Alley). Peter Gabriel non direi.

Unknown ha detto...

AQUA FRAGILE, en México fue una bomba atómica. Uno de los grupos más respetados por acá...

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto, ben suonato ma decisamente troppo derivativo e pedissequamente esterofilo

Stesso discorso per il successivo Mass-Media stars

La voce di Lanzetti non mi ha mai convinto del tutto

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Tutto sommato questo esordio rimane per me il disco migliore degli Acqua Fragile .

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Post copia/incolla senza scrivere la fonte.
Senza etica in barba al copyright
Ecco: https://renbri.blogspot.com/2022/07/acqua-fragile-acqua-fragile-1973.html

marco ha detto...

Mai sopportati ed inoltre ho sempre detestato i gruppi prog italiani che cantano in inglese

Anonimo ha detto...

Condivido il pensiero di Marco.Io sono ancora più duro.Non ho mai sopportato il Rock Italiano in generale.É un mondo che non ci appartiene.La nostra lingua non si adatta alla metrica.Siamo un surrogato e fatto anche male. Delle terribili brutte copie.(GLuca)

JJ ha detto...

Diciamo che non tutti gli artisti italiani sono nati per cantare in inglese.
Però è anche vero che da un lato, molte produzioni in lingua inglese furono imposte dalle case discografiche, e dall'altro che non tutte furono da buttare, anzi.
Non vedo per esempio perché prendersela col Vanzetti che aveva studiato in America e la cui pronuncia era perfetta. E se ve lo dico io potete crederci.

Che poi qualcuno non sopporti il rock italiano, pazienza, non si discute Ma dire che il rock non è fatto per la nostra lingua vuol dire avere delle gravi lacune storiche, critiche e lessicali.

marco ha detto...

Beh anch'io non sarei del tutto categorico, molte bande italiane cantando in italiano rendono più di quando lo farebbero in inglese ed è qui il punto. Quando i New Trolls, Osanna e tanti altri gruppi per esempio, si ostinavano su alcuni pezzi a non cantare in lingua madre (peraltro con risultati modesti per non dire pessimi) ti facevano voglia di far volare i dischi dalla finestra.
Ritornando agli Acqua Fragile, capisco che Vanzetti avesse una pronuncia perfetta nel cantare in inglese ma non capisco perché tutti i testi non fossero italiano, mi vanno bene le eccezioni come nel caso dei Saint Just o Opus Avantra in cui alcune canzoni erano cantate in francese (ed il che dava un po' di originalità al disco) ma sorbirmi tutto il cantato in inglese da parte di un gruppo italiano proprio non ci sto, e purtroppo loro non sono stati gli unici....mi ricordo anche gli Anonima Sound Ltd (questi davvero da evitare)

JJ John ha detto...

Marco, dimenticavo.
Io credo che Tra la British invasion e gli anni 80, il cantare in inglese fosse certamente un fatto di moda, ma anche di prestigio. Fu un periodo in cui l'Inghilterra dettava legge nel rock più innovativo, per cui diventava automatico sia cantare in inglese, che tradurre in italiano le hit d'oltremanica Anche in quel caso con risultati alterni.

Nulla da stupirsi per cui, se a dispetto della pronuncia (Battisti, Rovescio della Medaglia, Alluminogeni) e della sintassi (Osanna), i gruppi prog nostrani si sentissero obbligati ad esprimersi in inglese.

Parallelamente però, vi furono quelli che si concentrarono maggiormente sul trovare una via italiana al rock e ci riuscirono egregiamente. Non escludo il primo Celentano quando faceva Rock n Roll, il Guccini dell'era beat, e i rockers successivi che G Luca non gradisce, o conosce troppo poco.

marco ha detto...

Su quello niente da dire, la esterofilia l'ha fatta sempre da padrone e così lo è ancora non tanto in termini di cantato in inglese ma soprattutto di moda...il problema è che oggi i cantanti nostrani sono ancora più ridicoli

JJ ha detto...

Vogliamo fare una classifica delle dieci peggiori interpretazioni italiane in inglese.? Magari limitandoci agli anni 70 perché se andiamo negli 80 la lista si fa dramamtica.

Allora:
Che io ricordi, tra le peggiori prove in inglese di un artista italiano ci fu senza dubbio
Images di Battisti.

Aspetto vostre..

marco ha detto...

Ahahahah su questo non sono molto preparato, però io metterei gli Osanna quando si cimentavano con l'inglese...pessima pronuncia, quasi scolastica. Anche i New Trolls non scherzavano

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo su Images e la pessima pronuncia di Lucio.Tra l'altro è un disco dove la lingua inglese mette in evidenza la debolezza delle composizioni di Mogol/Battisti.Io mi chiedo come sono riusciti a fare breccia nel cuore degli italiani.É una coppia che non ho mai amato molto. Trovo che il loro catalogo è invecchiato male ed è sopravvalutato.Io penso che negli anni 70 persino Drupi era meglio di Lucio Battisti. Questo è un mio pensiero,ci mancherebbe. Magari sono io che non capisco nulla di musica.

marco ha detto...

Forse siamo in due, Battisti l'ho sempre visto come un personaggio ambiguo. Da un lato sembrava un alternativo (a volte il suo abbigliamento mi faceva ricordare la buonanima di Syd Barrett) e dall'altro invece dava l'impressione di essere un fifì borghesuccio che si dava troppe arie, tant'è che scomparve nel nulla senza dare una spiegazione...sinceramente non l'ho mai sopportato. Mogol invece l'ho reputato sempre un paroliere troppo sopravvalutato, è stato autore di troppi testi banali

J.J. JOHN ha detto...

Personalmente, avendo collaborato per anni col massimo biografo italiano di Lucio Battisti, ed avendo intervistato nel mio libro "Gast(r)ocknomia. Storia di cucina e rock'n'roll" il suo sodale Roby Matano, posso dirvi che Battisti era una persona genuina al mille per mille. Anzi, forse pure troppo. Nel senso che non ha mai dimenticato il suo lato più semplice e più burbero, neppure quando era ricchissimo e famosissimo. E forse, sono tra i pochi a pensare che il "vero" Battisti, fosse quello degi ultimi suoi cinque album.

Mogol piuttosto, non mi ha mai impressionato. Geniale certamente, ma pur sempre "un paroliere per tutte le stagioni", e comunque mai nella mia top ten.
Quando mi si parla di Parolieri, con la P maiuscola, allora penso a Fossati, Guccini, Negrini, Avogadro, Bardotti, Conte, Calabrese, Tenco, Finardi, Jannacci, Manfredi, Bennato, Vasco, Roversi, ma mai a Mogol.
Mi diverte qualche volta, mi intrattiene

marco ha detto...

JJ infatti molta gente mi dice la stessa cosa riguardo a Lucio ma è più forte di me, è una questione di pelle ma non in senso epidermico (citazione dal film "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio)

JJ ha detto...

Io ti ho riportato solo le testimonianze di chi , come Roby Matano, ha condiviso con Lucio musica ed esperienze.
Poi chiaro, ognuno ha il suo "Lucio".

marco ha detto...

A proposito, sempre qui ho letto l'interessante dibattito sul Lucio fascio o no. Su youtube ho trovato questa intervista a un suo familiare....vale la pena guardarlo https://www.youtube.com/watch?v=cw5IV4t5snE&t=1s

JJ john ha detto...

Ho visto il video consigliato da Marco. Dunque:
1) Il sospetto che Battisti finanziasse le organizzazioni di estrema destra (attenzione: non l'MSI, ma i gruppi, che è una cosa ben diversa) l'ho sentito spesso anch'io. E non da "personaggetti" qualsiasi, ma da raffinati intellettuali dell'area milanese.
Personalmente credo che se lui lo avesse fatto veramente, lo si sarebbe saputo, e comunque, io stesso chiesi spesso a chi lo sosteneva di fornirmi le prove, ma nessuno lo ha mai fatto.
2) Il fatto che Lucio a volte non votasse, non significa niente. Molti estremisti di solito non votavano il loro partito-guida perché ritenevano tradisse la loro causa.
3) Se all'epoca si fosse scoperto e comprovato che Lucio era veramente di estrema destra, avrebbe avuto la vita molto, molto più difficile.
4) Ripeto, avendo lavorato a lungo con il maggiore biografo di Battisti, e avendo conosciuto personalmente molti suoi collaboratori a partire da Roby Matano, mi sembra di aver capito che a Lucio non gliene importasse nulla di politica. E secondo me, il suo carattere semplice e distaccato, potrebbe anche confermarlo.
JJ

marco ha detto...

La penso come te, credo che a lui gliene fregasse poco della politica così come per Rino Gaetano ma all'epoca chi non sbandierava la sua posizione politica veniva sospettato come fascistoide e la stessa cosa successe anche per Claudio Baglioni (poi quest'ultimo smentì tutti diversi anni dopo suonando con gli Intillimani)

Anonimo ha detto...

Il disimpegno infatti era fascista. E se guardiamo quallo che sta succedendo oggi, c'è da crederci......

Anonimo ha detto...

Bernardo Lanzetti sta partecipando a "The Voice Senior"
su Rai Uno. Voi cosa ne pensate ? Grazie (G.Luca)

J.J. JOHN ha detto...

Beh, dai, almeno passa il tempo in qualche modo....
Quello che non capisco è perché abbia scelto uno come Clementino.
JJ

Anonimo ha detto...

È vero, ho notato anche io questa cosa.
Saranno dinamiche televisive nascoste
che noi non conosciamo? Mah.
Grazie per la risposta (G.Luca)

Serge ha detto...

Forse perché? anche Lanzetti è diventato un po' guitto a modo suo...