Messaggio 73: Una ragione per vivere (1975)

messaggio 73 una ragione per vivere 1975Se è vero che negli anni '70 l'influenza delle messe-beat non si era mai sopita, il sestetto lecchese del "Messaggio 73" ne fu la dimostrazione più lampante.
Costituitosi nel 1973 ad opera del M° Giuseppe Mazzoleni (che, pur non avendo mai fatto parte della line-up, ne arrangiò e compose la quasi totalità dei brani) il gruppo assurse rapidamente a una certa notorietà rappresentando
per oltre 10 anni in tutta Italia il loro primo spettacolo "E la luce fu", da cui venne tratto anche un 45 giri omonimo per la discografica "Casa Musicale Eco".

Sin dalla casta copertina del single d'esordio, si capiva in fretta che il "Messaggio 73" cavalcava l'onda lunga della musica cristiana, in buona compagnia con le varie colorazioni dei "Gen", "Quel giorno di uve rosse" (al secolo: il duo Cappelletti e Dell'Orso), "La Sorgente", tutte le varie opere del Giombini e un altra pletora di gruppi minori operanti nei loro rispettivi oratori.
Il loro unico e rarissimo album
(valutazione ad oggi: tra i 300 e i 400 euro - per chi vuole sborsarli) verrà pubblicato per la "Rusty Records" nel 1975 quando, sull'onda dei consensi della pièce teatrale, Mazzoleni stimolò il gruppo ad immortalare su vinile le proprie capacità espressive.

musica cristiana messaggio 73Ne venne fuori una raccolta di otto brani in cui si alternavano alcuni tentativi di rock sinfonico ("Concerto pop", "Adagio", "La scelta") a quella tipica e sconcertante pochezza musicale che di solito pervade lavori di questo genere.
Di fatto, se c'è una cosa di cui proprio non riesco a capacitarmi, è come mai la stragrande maggioranza del pop cattolico debba necessariamente appoggiarsi su armonie banali, arrangiamenti men che minimi e testi al limite dell'elementare che di norma citano l'Onnipotente in maniera strumentale e persino fastidiosa (es: "Messa Beat" dei Barritas o la stessa "Uomo libero" del Messaggio 73).

Fatta salva una necessaria semplificazione che renda i brani più accessibili possibile ad una gran massa di fedeli, non dovrebbe essere scontato che una spiritualità così nobile e diffusa evochi l'Eterno attraverso poetiche così flebili, specie considerando l'immenso bagaglio letterario della nostra nazione.
Spiritualità a parte, viene davvero da supporre che il diretto controllo della chiesa abbia da sempre provocato grosse limitazioni alla modernità.

musica cristiana 1973Comunque, anche i più malevoli detrattori della musica cristiana, tengano presente che "Una ragione per vivere" è tecnicamente uno dei migliori prodotti che si potessero ascoltare su vinile negli anni '70.

Musicalmente l'abum sembrerebbe promettere bene con la piacevole galoppata classica che apre "Concerto Pop" ma più si procede nell'ascolto, e più ci si rende conto che gli inciampi sono davvero troppi: giri armonici scontati, citazioni evidenti (Orme: "Collage") e un retrogusto nazional-popolare condito all'occorrenza da improbabili barocchismi.

La title-track ad esempio, propone tra liriche davvero faziose le prime tra le numerose amenità musicali che accompagneranno tutto il resto del disco. Tra queste, "Uomo libero" presenta una delle melodie più disarmanti mai pubblicate su LP.
Ancora tempo per una cover dell'"Adagio" di Albinoni e l'album si chiude nel manierismo più deteriore toccando il fondo nelle citazioni agli Iron Butterfly di "La scelta".

Concludendo potremmo dire: "lasciamo la fede a chi crede e il rock a chi suona",
mantenendo questi due ambiti sempre ben distinti.

- "Only two songs can be considered as progressive, the rest is to much beat-pop. Extremly expensive and rare, but the album is absolutely not worth the high price". (italianprogrock.com)
- "
Hopelessly dated cheerful chamber psych. It sounds more 69 than 75. Not recommended." (rateyourmusic.com)

10 commenti :

V I K K ha detto...

c'è solo una cosa da dire in questi casi: amen.

Regolo ha detto...

Non ho mai ascoltato i Messaggio 73 quindi non ho "tituli" per dare pareri sul disco in questione ma, poichè nel post lo hai nominato, volevo spendere due parole su Marcello Giombini. Costui è titolare di un disco del 74 strano quanto, a mio parere, affascinante di nome TRANS VITA EXPRESS. Questo lavoro che, sotto certi versi, anticipa tematiche "industriali" degli anni 80 consiste in un'unica lunga suite elettronico-concreta ove viene sviluppata la tematica del post-mortem (comprensiva, almeno secondo il curatore, di voci di defunti!!). Io personalmente ho avuto la malaugurata idea di ascoltarlo a tarda sera e ho avuto un sonno agitato e pieno di incubi.
Nel caso conoscessi anche tu questa opera, hai mai pensato di farne oggetto di un articolo nel tuo blog, anche se non si tratta di prog in senso stretto?
Infine una divagazione sul tema musica cristiana. Se è vero che in Italia il prog e/o rock di ispirazione cristiano fa cascare le braccia, oltrechè altre parti del corpo meno nobili, questo non è valido per i paesi anglosassoni. Qui vi sono stati gruppi cristiani di notevole spessore musicale quali p.es. i WATER INTO WINE BAND, SILMARIL e gli americani TREES (da non confondere con l'omonimo gruppo folkrock inglese) titolari questi ultimi di un vero e proprio capolavoro a nome "The Christ Tree". Questo a dimostrazione che si possono affrontare tematiche religiose mantenendo un livello artistico alto o perlomeno accettabile.
Purtroppo nel nostro paese, almeno a mia conoscenza, ciò non è avvenuto.
Ciao

JJ JOHN ha detto...

Del compianto M°Giombini ho due o tre dischi rari, ma non quello che dici tu. Cmq per me sono già abbastanza quelli che ho.

Non farò altri post sulla musica cristiana. Volevo solo accennare l'argomento per sottolinearne la presenza negli anni '70. Tutto lì.

Hai perfettamente ragione quando affermi che in altri paesi la Fede si esprime musicalmente a ben altri livelli. Oltre ai gruppi che hai citato, pensa solo ad alcune opere di Milton Nascimento (es: l'album "Missa dos Quilombos" o il brano "Paixao e Fè" dall'album "Clube da Esquina II")e si è davvero costretti ad interrogarsi perchè in Italia siamo rimasti al girio di Do.
Forse perchè siamola sede del Cattolicesimo moderno e le sue ingerenze sono infinitamente superiori che altrove.
Culturalmente e politicamente. intendo.

Tutte limitazioni di cui potremmo benissimo fare a meno.

URSUS ha detto...

Interessante comunque parlare di questo fenomeno,che ai tempi era di dimensioni notevoli...io personalmente ricordo di avere ascoltato,nella parrocchia della mia zona,già verso il 68-69 (periodo in cui alla scuola elementare ci proponevano immancanbilmente qualche recita natalizia)molte band del genere,ma ricordo anche che alcuni di questi nutrivano sentimenti tutt'altro che religiosi,anzi...erano lì solo perchè i sacerdoti fornivano locali,ampli e sala prove a gratis...per cui neppure i testi avevano molto a che fare con i testi sacri.
Coloro che venivano scelti espressamente dai parroci per inscenare le messe BEAT (qualcuno le chiamava semplicemente MODERNE)non erano molti e di solito rispondevano a determinati canoni,anche estetici.
Un passo avanti della chiesa,in qualche modo spinto da un papa abbastanza aperto come Paolo 6°,ma che tuttavia rimaneva murato e costretto entro certe tradizioni irrinunciabili.

Anonimo ha detto...

Questi son nuovi anche per me. Prima o poi usciranno anche I FILI D'ERBA e QUELLE STRANE COSE CHE?

Andy

Anonimo ha detto...

Grande disco. Prende al primo ascolto... il guaio è che non ti lascia più!

U G O ha detto...

WAOW JOHN L'HO COMPRATO A SOLI 6 EURO BE LEGGENDO IL TUO COMMENTO CRITICO LO CONDIVIDO APPIENO IN CERTI PUNTI FA QUASI RIDERE TALMENTE MI RISULTA BANALE E SCONTATO.TUTTAVIA IO NE SALVEREI 4 BRANI CHE SONO:1)CONCERTO POP 2)ADAGIO 3)POEMA TUTTI STRUMENTALI E BUON ULTIMO 4)LA SCELTA DOVE TENTANO DI CAVALCARE IL PROG(SENZA RIUSCIRCI)CON L'INSERIMENTO DELLA CHITARRA ELETTRICA!CONSIDERANDO CHE HO PURE IL DISCO DEI FILI D'ERBA E QUELLO(CHE MI DELUSE PARECCHIO)DEI GENFUOCO"DENTRO L'INVISIBILE" ORA CAPISCO PERCHè IL POP/PROG CRISTIANO NON ABBIA MAI FATTO BRECCIA NEL MIO CERVELLO MALSANO!AAAHHHHH PERò E FU IL 6 GIORNO DEI METAMORFOSI SI STACCA DAGLI ALTRI DISCHI "CRISTIANI".INFERNO POI è TUTTA UN ALTRA STORIA DI CUI PARLERò NELLA SCHEDA DEDICATA.LONG LIVE R'N'R.IO DICO INVECE LONG LIVE JOHN'N'ROLL CIAO UGO

U G O ha detto...

P.S. SUL CD RIPORTA QUESTA DATA 31/08/1976 COME MAI LO HAI INSERITO TRA QUELLI DEL 75?PER CARITà ERA SOLO UNA CURIOSITà UGO

J.J. JOHN ha detto...

In effetti sappiamo tutti che il "christian rock" non ha mai brillato per originalità. Del resto però, l'essere originale non è mai nemmeno stato il suo scopo.
Te lo vedi il "Laudato sii" in chiave Balletto di Bronzo-Ys? No, vero?

Per quanto riguarda la data, io ho sempre saputo da tempo immemore che fosse del 1975 ma per essere sicuri bisognerebbe vedere perlomeno l'offtrail del disco originale che io non possiedo.

Comunque lo mettiamo nel 1975 io, Franco Brizi e Augusto Croce che non è poco. Lo mettono nel 76 Fabio Marchignoli e Progarchives.

Chi sa qualcosa, si faccia avanti.

Anonimo ha detto...

Disco assolutamente trascurabile e poco significativo

Michele D'Alvano