1975: Gay, Lesbiche e Rock Progressivo

gay lesbo transNella storia dell'umanità, la diversità sessuale ha sempre vissuto equilibri contrastati. A seconda delle civiltà e delle legislazioni, o non si è mai rivelata un problema realmente specifico, oppure è stata bollata come una vera e propria infamia.

Esistente da sempre in natura, essa cominciò ad essere approfondita dalla società contemporanea intorno ai primi del ‘900, periodo in cui cominciarono a formarsi le prime associazioni a sua tutela, parallelamente ad analisi non sempre comprovate.
Nel 1947 ad esempio, il tanto celebre quanto contraddittorio “rapporto Kinsey” arrivò addirittura a stabilire che una persona su 20 era “omo” o lesbica. In ogni caso, in quel periodo iniziarono anche le prime discriminazioni.

L’inizio di una vera e propria attività rivendicativa del movimento gay-lesbo, finalizzato all’ottenimento delle pari opportunità e di una maggiore dignità sociale, è però simbolicamente datato 28 giugno 1969 quando al bar “Stonewall Inn” nel Greenwich Village di New York, oltre 2000 gay donne e uomini, reagirono con fermezza ai soprusi della polizia che in quell’epoca non andava molto per il sottile contro i loro P.D.A.: tenersi per mano, baciarsi, scambiarsi effusioni ecc. Insomma, fu una vera battaglia urbana.

La rivolta di Stonewall (foto a dx) finì sulle pagine di tutti i giornali da a quel punto il movimento gay assunse un aspetto decisamente più militante che si estese gradualmente a tutto il pianeta.
Nel caso italiano, risale al 1973 la nascita del F.U.O.R.I. (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), un’associazione nazionale che sarebbe durata almeno sino al 1982, anno con cui si fuse col Collettivo Narciso dando vita al “Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli”.
A partire dal 1980 si costituirà poi l’Arcigay, attiva ancora oggi.
L’alba del movimentismo gay-lesbo dunque, coincise esattamente col periodo di maggiore creatività del Prog Italiano e non pochi furono i collettivi si fecero carico dei diritti per gli omosessuali, presenziando costantemente anche ai vari Festival Pop.
stonewall riot la rivolta di stonewallTuttavia, anche in un ambito libertario come quello controculturale che in teoria avrebbe dovuto appoggiare incondizionatamente i diritti dei “diversi”, non mancarono ostracismi e critiche feroci le quali, anziché promuovere un integrazione, contribuirono invece a marginalizzare i diretti interessati, visti come fumo negli occhi sia dalla storica componente operaista del PCI, sia dai nuovi soggetti politici autonomi.

Il “parlare di se” era infatti ritenuto “borghese e reazionario nel momento in cui tutto si concentrava sul “collettivo” e sulla “rivoluzione delle masse” e poco importava che una larga parte della base movimentista fosse portatrice di esigenze particolari e specifiche.
Insomma: per quanto aperte potessero essere le realtà controculturali, l’omosessuale e la lesbica corrispondevano ancora a soggetti disallineati, ribelli, ingovernabili: potenzialmente pericolosi quindi, per un movimento la cui organicità era già di per se un serio problema politico.
Come dunque per le femministe, intorno alla metà degli anni ’70 anche i gay alzarono il livello della loro conflittualità per farsi sentire e questo anche e soprattutto sul piano artistico, col risultato che gran parte degli artisti omo e lesbo cominciarono a palesare posizioni sempre più provocatorie.
In sintesi: visto che la questione politica non poteva essere risolta col dibattito, occorreva ricorrere a un outing molto più deciso sia nell’estetica che nei contenuti.
alfredo cohenTra i pionieri di questo atteggiamento ci fu sicuramente il torinese Alfredo Cohen che con i suoi spettacoli “Dove vai stasera amico?” del '74 e soprattutto “Salve signori, sono normale” del 1976, denunciò il sessismo e il moralismo piccolo borghese. Ad essi avrebbe fatto seguito nel 1977 un disco realizzato con la collaborazione di Franco Battiato:Come barchette dentro un tram”.

Nel 1975 arriva anche Ivan Cattaneo le cui geniali provocazioni formali furono affiancate da lavori discografici di ottimo livello: dal primo album UOAEI del 1975 a quel manifesto della canzone omosessuale che fu “Su” del 1979 dall’album “Superivan”.

Non meno ironico fu Miro nel 1979 che fece innamorare uno psicanalista e il suo paziente con tanto di risvolti espliciti e ancor più militante si rivelò la giovanissima cantautrice Gianna Nannini che, dall’altra parte della barricata, rivendicava con grinta il diritto a proteggere una particolare sensibilità femminile (“Ti avevo chiesto solo di toccarmi”, “Morta per autoprocurato aborto”).

Malgrado il bombardamento rivendicativo degli anni ’70 però, la questione gay non venne mai del tutto risolta all’interno del movimento, al punto che da una parte essa venne sdoganata dal riflusso degli anni ’80, ma dall’altra, dovette subire la tragedia dell’Aids.
Di fronte a tale pandemia, è noto, politici e chiesa cattolica non fecero mai nulla (“Chi ha l’Aids è perchè se l’è cercata”, disse il ministro democristiano Donat Cattin) e oggi la situazione non sembra migliorata di molto con i “Gay Pride” che rappresentano solo la punta di un iceberg la cui base è ancora soggetta a contraddizioni e ipocrisie.

Una storia cominciata dunque in ambito progressivo, ma che deve tuttora scontrarsi conto la stessa ottusità di un tempo. E forse ancora peggio: dai recenti insulti a Paola Concia, agli strali contro l'Ikea del (fortunatamente) ex ministro Giovanardi.

DEDICO QUESTO POST A UMBERTO BINDI, OSTRACIZZATO ALL'APICE DEL SUO SUCCESSO DAL PROVINCIALISMO DEMOCRISTIANO PER AVER PUBBLICAMENTE RIVELATO LA SUA OMOSESSUALITA'

7 commenti :

V I K K ha detto...

Grandissimo Umberto Bindi, ogni volta che lo sento nominare mi coglie sempre un attimo di tristezza

Anonimo ha detto...

E' vero Vikk.
C'è una componente di malinconia nelle canzoni di Bindi. Sembra quasi di cogliere qualcosa di irrisolto. E sappiamo bene cos'è...
Ma lui ha saputo traghettare la sua diversità in consapevolezza.

Basta ascoltare "Riviera" per renderci conto di quanto determinato fosse il suo essere uomo ed artista.
Anche politicamente.

Lo stato italiano dovrebbe vergognarsi e risarcirne lautamente gli eredi per le sofferenze che gli ha imposto.

JJ

aliante ha detto...

John, cosa ne pensi della mia proposta per il prossimo sondaggio?

Anonimo ha detto...

Ahi... sono andato insieme.
Mi ripeti la proposta?
Scusa e grazie JJ

aliante ha detto...

John,l'ho postata sulla pagina del sondaggio di Natale qualche giorno fa.

J.J. JOHN ha detto...

Ah ok! Il miglior brano strumentale.
L'idea è forte, ma bisogna essere dei mostri di competenza!
Diciamo che estrapoleremo da questo sondaggio - che sta avendo un bel successo - anche il n°1 dei brani strumentali.
Piuttosto, avevo in testa di verificare prima "il miglior batterista" e poi, mi pare ovvio, "il miglior tastierista".

C'era poi qualcuno che aveva proposto di creare una specie di "fantagruppo" con dentro tutti i migliori musicisti del prog italiano. Che so: Stratos alla Voce, Gardino alla batteria, Todaro alla chitarra ecc.
Anche lì, l'idea è divertente, ma sai che casino elaborare i risultati?
E poi... funzionerebbe un gruppo simile? Temo di no.
Un abbraccio,
John

aliante ha detto...

Si, direi che la tua idea sul "miglior batterista" è bella ed è giusto che abbia la precedenza. Anche il "fantagruppo" non è male.
Boh John..che dire, siamo nelle tue mani. Buon lavoro e grazie per aver apprezzato la mia proposta sui brani strumentali.