Errata Corrige: Mappamondo (1975/77, pubb. 1991)

rock progressivo italiano
Uno degli aspetti più curiosi di certe (ri)stampe di prog italiano "ex post" è quello di accorpare in un solo supporto periodi storici e culturali totalmente differenti. E questo accade normalmente quando qualcuno ritrova del materiale inedito, o magari per una fortunata contingenza commerciale.  E fin qui, nulla da obiettare. 

Peccato che non sempre tali pubblicazioni evidenzino queste diversità che, si badi bene, non sono solo artistiche, tecniche o percettive, ma soprattutto culturali, in quanto prodotto di più momenti storici, sociali e politici

Prendiamo come parametro il CD degli Errata Corrige Mappamondo: nove brani pubblicati nel 1991 - di cui i primi cinque composti nel 1975, ma arrangiati e incisi nel 1990 al Dynamo Studio -  e quattro interamente registrati allo studio G7 di Torino nel 1977. Un arco di quattordici anni.

 In più, ci si metta pure una line up diversa da quella originale del 1975-76 con Paolo Franchini (basso) e Giorgio Diaferia (batteria) ad affiancare i veterani Cimino e Abate, rispettivamente al posto di Gianni Cremona (basso) e Guido Giovine (batteria) e la cosa si complica ulteriormente. 

In sostanza: due dischi in uno, due atmosfere nettamente distinte, due approcci diversi e ben tre ere geologiche musicali che si sovrappongono: metà anni Settanta, seconda metà degli anni Settanta e primi anni Novanta
Piuttosto che essere organico quindi, Mappamondo, ha più le sembianze di un documentario
Ma procediamo con ordine. 

marco cimino mike abate
La cosiddetta “parte A” comprende nove brani concepiti all’epoca di Sigfried il drago e altre storie (1975/76)e che quindi, avrebbero potuto  farne parte, anche se così non fu. “Degli scarti” potrebbero dire i maligni. 

L’incisione è però del 91: un annata in cui la tecnologia stava imponendosi definitivamente negli studi di registrazione, influenzando pesantemente il modo di concepire la musica, e in questo caso, si sente davvero. 
 Mai e poi mai gli Errata Corrige originali avrebbero potuto aspirare ad un sound così pieno e levigato. La batteria in particolare fa impressione per grinta ed autorevolezza, e ancor più il fatto che le eteree sonorità del 75 vengano rilette in modo così determinato e potenzialmente avulso dallo spirito di Sigfried.
Per fortuna, nella prima parte di Mappamondo prevale la classe e la sensibilità di esperti musicisti che “usano” la tecnologia piuttosto che diventarne schiavi e, in questo senso, Patagonia Suite è un mirabile esempio di equilibrio tra passato e presente.

Certo, la magia del il sole che sorge nella contea di Xanten, la brezza della foresta di Lucanor e il dolce rollìo della nave Adventure sono molto lontani, ma almeno ce n’è ancora qualche traccia: per esempio nelle splendide Kubla Khan e Dentro La Grande Mastaba dove lo spirito del Prog viene rievocato, rivestito con classe e riconsegnato  a nuova vita senza troppi artifici. 

holy grail italian progressive
Dopo tanta grazia però, Sogno americano ci scaraventa bruscamente in un groove che nessun fan del prog avrebbe mai voluto sentire
D’accordo, siamo nel 1977, quando l’Italia partorì la sua musica pop più lubrica per far da contrappeso al Punk e alla Disco music, ma personalmente, non avrei mai immaginato che anche i miei adorati gli Errata Corrige ci sarebbero cascati. 

La classe dei musicisti si sente, questo non c’è dubbio, ma è evidente che Zombie e Viaggiatore senza età, facessero anch’esse parte di quel graduale ma inesorabile disfacimento musicale che coinvolse tra l’altro anche altri importanti nomi del Prog: Orme, Latte e Miele, Pfm, Locanda delle Fate, Osanna, Alan Sorrenti e, più tardi, anche il Banco.

Certe pubblicazioni però, sono fatte così: mischiano il giorno e la notte senza tanti complimenti, e sta a noi valutarle con attenzione, anche perché spesso le note di copertina sono assenti o quasi. 
 Ovvio, nel rispetto di un gruppo come gli Errata Corrige, avrei perferito che il Cd finisse con Mastaba, e a quel punto avrei perdonato anche tutte quelle artificiosità che solitamente si nascondono dietro un ripescaggio. Ma per fortuna o purtroppo non è andata così.

Tanto peggio per i sognatori come me, e tanto meglio per gli ascoltatori più scientisti.
In fondo siamo pronipoti di sua maestà il denaro, e dal 77 in poi, l’avrebbero capito proprio tutti: anche i più puri di cuore.

4 commenti :

aliante ha detto...

John, secondo me gli Errata Corrige sono una delle band migliori tra quelle uscite nella seconda ondata del prog italiano.

Mi incuriosisce questo "Mappamondo" che conosco solo di nome.
Vedrò di procurarmelo.

Anonimo ha detto...

Davvero impressionante la differenza tra la vecchia produzione e la nuova.
Roba talmente sciatta che avrei preferito non sentirla mai. Massimo rispetto comunque...

Anonimo ha detto...

Disco con materiale troppo eterogeneo dal punto vista stilistico, mai piaciuto

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Operazione discografica oltremodo discutibile .

I primi cinque brani sono carini ma non imprescindibili

Gli ultimi quattro brani sono godibili ma non particolarmente significativi

Michele D'Alvano