Ivan Graziani: I lupi (1977)

I Lupi 1977
CIRCONDATO E CORTEGGIATO DALL'AMBIENTE PROG, MA SENZA MAI FARNE PARTE.

Ivan Graziani nasce a Teramo il 6 ottobre 1945. Sin da tenera età si diletta con la batteria ma coltiva soprattutto la passione per il disegno. Le cose però cambiano radicalmente quando comincia a strimpellare una chitarra lasciata in giro per casa dal fratello maggiore. Da quel momento in poi, quello diventerà il suo unico  e inseparabile strumento.

Inizia a suonare con l’amico Gianni, pianista e figlio del fiatista dei Modernists Nino Dale, poi entra negli stessi Modernists (allora molto popolari in Abuzzo), e una volta trasferitosi a Urbino per proseguire gli studi grafici, fonda insieme al batterista Velio Gualazzi e al bassista Walter Monacchi il trio Ivan & i Saggi col quale si esibirà all’Altro Mondo di Rimini e al Davoli Beat del 67. 

Convertito il nome della band in Anonima Sound Ltd sarà poi protagonista di quattro singoli tra il 67 e il 70 tra cui la celebre Parla Tu, e di due aparizioni al Cantagiro nel 67 e nel 69. 
Per inciso, su consiglio di Mogol, il gruppo inciderà anche una splendida versione di “Non credere”, poi portata al successo da Mina, ma chissà perché, senza mai pubblicarla. 

La chiamata alla leva corrisponde per Ivan al congedo dall’Anonima Sound, fatta salva una fugace apparizione come bassista nel loro unico album Red Tape Machine del 1970, dopodiché, la sua costante frequentazione dell’ambiente milanese lo porterà a farsi gradualmente notare nel giro che conta: suoi ad esempio gli arrangiamenti dell’album Dedicato a Giovanna G. di Hunka Munka, di Megalopolis di Herbert Pagani, e sue le chitarre in Our Dear Angel di Marva Jean Marrow

Nino Dale and his ModernistsNel 1972, dopo il matrimonio con Anna, si trasferisce definitivamente nella metropoli lombarda dove tra l’altro diventa socio di un locale con musica da vivo a Brera, il quartiere degli artisti. E con la nuova residenza, arrivano anche i suoi primi singoli da solista: Drop Out del 1972 a nome Rockleberry Roll e Longer Is The Beach del 1973, come Ivan & The Transport, pubblicato solo in edizione juke box. Accanto a loro, gli album Desperation (a nome Rockleberry Roll con la collaborazione di Nunzio Favia degli Osage Tribe), La città che io vorrei (1973) e nel 1974, anno della sua prima apparizione al Premio Tenco, un curioso Lp per la Dig It/ Ariston, Tatotomaso's Guitars Vol 1, dedicato alla nascita del figlio Tommaso, e stampato in tiratura limitatissima. 

Invero, tutta questa messe discografica rimarrà materiale di nicchia, ma il talento autodidatta dell’ormai trentenne teramano non lascia più indifferente nessuno: né la PFM che nel 1975 lo corteggia come cantante-chitarrista, né i Flora Fauna e Cemento con i quali collabora assiduamente, né tantomeno Lucio Battisti che da un lato lo vuole con sé per La batteria, il contrabbasso eccetera (1976) e dall’altro gli mette a disposizione tutti i suoi turnisti per il suo primo Lp con la Numero Uno, Ballata per quattro stagioni

Anonima sound ltdI risultati sono modesti ma convincenti quanto basta per attirare l’attenzione di Antonello Venditti che, fresco del successo di Lilly, non solo lo recluterà per il suo Ullàlla, ma gli diventerà amico al punto di aprirgli le porte dell’ambiente capitolino, nonchè di arrangiare e coprodurre quello che insieme a Pigro del 1978, verrà definito uno degli evergreen della discografia di Ivan, I Lupi. Forse non il suo l’abum migliore, ma sicuramente il primo in cui rivelerà la sua dimensione più autentica

Pubblicato nel 77 e registrato in tre studi diversi (Il Mulino, Regson e Rca), I Lupi consterà di otto brani tra cui la struggente Lugano Addio: una canzone inizialmente considerata gregaria, poi in Hit Parade. 
Per il resto, esattamente da pittore qual’era, Ivan affresca paesaggi e personaggi di provincia immersi in pruriginosi chiaroscuri noir, ritrae con ironia soggetti e sentimenti sospesi tra innocenza e malizia, e inanella parole e immagini come se stesse componendo un fumetto. Il tutto impaginato in chiave rock grazie soprattutto alla straordinaria disinvoltura delle sue chitarre. 

Un talento strumentale puro insomma, destinato a mietere ulteriori consensi negli anni successivi, ma il cui unico limite fu, a mio avviso, quell’inconsapevolezza che a differenza di molti suoi colleghi non gli permise mai di superare il suo basico provincialismo: caratteristica credo conferitagli dal suo disinteresse per la politica, e dalla frequentazione di circuiti non certamente progressisti. Ciò al punto di irridere i Festival Pop e di produrre testi spesso ben oltre il limite dell’ingenuità

Nel 1977 però la Controcultura era finita, il nonsense era stato sdoganato dal Movimento del 77 e dal sottoproletariato giovanile. L'indifferenza ideologica se non addirittura il nichilismo entravano a far parte del gioco, e I lupi fu sicuramente un prodotto di questo contesto storico.

58 commenti :

claudio65 ha detto...

Mi onoro di inaugurare i commenti a questo splendido post sul grandissimo Ivan Graziani. Giusta la definizione di J.J.: un talento strumentale puro. E questo talento strumentale già si apprezzava nei suoi primissimi singoli, quando militava ancora negli "Anonima Sound". Un brano come "Parla tu", infatti, svettava già di alcune spanne rispetto al mazzo dell'italico "bitt" dell'epoca. Il grande talento strumentale poi, si è sposato al talento di compositore. E' vero che è sempre stato un po' tanto "provinciale", ma questa, a mio parere, non è stata una debolezza, casomai un punto di forza. Quasi a voler dimostrare che anche in Provincia le chitarre suonano ben amplificate. E, comunque, la sua carica di innovazione lo ha sempre posto come un autore forse dieci anni avanti rispetto agli altri suoi contemporanei.

UGO ha detto...

.....per il solo fatto di cantare col falsetto(e che falsetto provate ad imitarlo!) e di alternare ballad a pezzi di r'n'r lo ha reso unico ed originale!
io lo sempre amato fin da piccolo quando ascoltavo la sua raccolta della lineatre che ancora custodisco gelosamente!
be forse un capolavoro vero e propio non lo ha mai inciso però io che lo adoro,dovendo scegliere nella sua nutrita discografia che,almeno per me,è su ottimi livelli almeno fino al 1983 anno de "il chitarrista" io scelgo "agnese dolce agnese" non fosse altro perchè contiene per me il suo capolavoro ossia quel "fuoco sulla collina" che adoro oltre ogni misura!!!
e comunque fino al disco che prima ho citato e passando per lo splendido doppio live arancione IVAN è stato grandioso!
personaggi cosi ne nascono uno al secolo!
un abituèe del sito di nome UGO

ugo ha detto...

...E che DIO ti benedica JOHN per tutte queste belle schede che ci regali un abbraccio caloroso ugo

Renzo ha detto...

Scusate l'intrusione ma Ivan Graziani non cantava in falsetto. Aveva semplicemente un registro molto alto. Idem per Barry Gibb dei Bee Gees, Jon Anderson degli Yes e soprattutto Philip Bailey degli Earth Wind and Fire che raggiungeva picchi acutissimi di petto ma senza passare alla gola. per esempio in "I'll write a song for you" dove va in falsetto solo nelle ultime battute ma è quasi impossibile accorgersene.
Ciao a tutti!
Renzo Macchi.

rael ha detto...

Barry Gibb canta in falsetto ma anche a voce piena; Philip Baley costantemente in falsetto; Jon Anderson voce acuta naturale quasi femminile, quasi mai in falsetto; Ivan Graziani voce acuta con molti falsetti ma molto naturali.
Detto questo, Velio Gualazzi, babbo di Raphael, era batterista degli Anonima.

Le note di Euterpe ha detto...

Ugo, non sono d'accordo con te: a mio parere anche dopo il 1983 dell'album con "Il chitarrista" (che si intitolava "Ivan Graziani") ha fatto cose egregie, mi vengono in mente l'album "Ivangarage", un capolavoro all'altezza dei primi, e molto rock, e poi ancora, negli anni '90, una canzone come "Maledette malelingue"....ma anche "Cicli e tricicli" ha dei bei brani, come "Kryptonite".

UGO ha detto...

si indubbiamente la classe non è acqua tuttavia,a parte l'ultimo disco M.M. nel quale si intravvedeva una certa ripresa,negli altri dischi si salvava solo qualche brano eccezion fatta per IVANGARAGE che è,forse,il miglior disco della seconda parte di carriera del grande IVAN!

JJ ha detto...

Rael, che io sappia Philip Bailey ha un'estensione di quattro ottave per cui immagino che non canti "costantemente" in falsetto? O sbaglio?
Comunque sia, grazie Renzo per aver ricordato "I'll write a song for you". Un ciclope della musica contemporanea.

Qualcuno via mail mi ha chiesto anche le mie canzoni preferite di Ivan Graziani. Rispondo: "Lugano Addio" e "Paolina". Lo so, sarò banale ma quello è il momento in cui mi sono avvicinato di più a Ivan. Sapete com'è... l'adolescenza tira anche brutti scherzi.
Ex post mi piacciono anche "Nino Dale" e "I lupi", ma più per istinto che per gusto. OM.

Davide ha detto...

A me del grande Ivan sono piaciuti sempre di più i brani leggermente meno noti: Isabella sul treno , Cleo, E sei così bella, Signora bionda dei ciliegi, Fuoco sulla collina. Un "grandissimo" della musica italiana sottovalutato.

isidax ha detto...

UH!!! J.J: l'Ivan, un grande. ma tu non ci sei su Facebook?

JJ John ha detto...

Hey, ciao Davide, come va? E' da secoli che non ci si sente. Spero sia tu che i tuoi cari siate tutti in forma smagliante.
No comunque: al momento niente Facebook perché non sono colluso con la CIA, e comunque non avrei tempo per gestirmi un altro social.
Però, non si sa mai. Tomorrow never knows.
Abbraccio.
John

isidax ha detto...

bravo continua ad evtare di essere schedato anche li.

ravatto ha detto...

John, perdona l'incursione politica, anche se in questo blog si parla spesso e in modo costruttivo di politica, ma mi sembra giusto ricordare che Domenica 17 Aprile c'è un referendum importante sull'ambiente, sull'energia e sul futuro di questo Paese.
Nonostante il Democratico Partito, democraticamente inviti i cittadini a disertare le urne e andare al mare.
"Sono sicuro che i loro sentimenti sono puri", diceva Bill Hicks.
Io voterò contro il petrolio e le trivellazioni, quindi SI!

Anonimo ha detto...

Il problema non credo siano tanto il petrolio e le trivellazioni in sè, quanto concretare prima quelle proposte alternative che per ora restano sulla carta. Mi spiego: è giustissimo opporsi a chi devasta i fondali, ma poi? Come le facciamo andare le macchine? Come riscaldiamo i nostri appartamenti?

ravatto ha detto...

Ma non si può sempre pensare a breve raggio...bisogna incominciare ADESSO un percorso che in trent'anni ci porti ad abbandonare il petrolio e l'energia fossile. Siamo il Paese del Sole, investiamo sul sole..sul vento...sulle energie rinnovabili...
Grillo dice che pure Rockfeller sta disinvestendo sul petrolio...i Rockfeller! Che hanno costruito l'impero sul petrolio, non investono più! Qualcosa vorrà dire...no?

JJ John ha detto...

Il Renzi che dice di "non votare" mi ricorda Craxi (quello condannato per corruzione e finanziamento illecito e poi scappato in Tunisia, ricordate?)quando in occasione di un altro referendum disse agli italiani "andate al mare": un disincentivo al voto che in nessun modo dovrebbe essere pronunciato da un Presidente del Consiglio.
E proprio per questo, personalmente mi dimostrerò più civile di lui votando. Eccome se voto! Dovessi anche annullare la scheda.

Perchè in effetti, come dice l'anonimo lettore, il problema non sta tanto nelle trivellazioni in sé che grossi problemi grazie a Dio non ne danno, ma che da qui al 2034 si concretino a scala nazionale (e soprattutto a costi accessibili) le alternative ecosostenibili. Altrimenti siamo da capo.
E al momento mi pare che Renzi non insista abbastanza su questo punto che invece è fondamentale per il nostro sviluppo. In Scandinavia, per dire, lo hanno già capito da secoli.

Ricordo qualche anno fa (credo il 2003) l'ultimo grande blackout che abbiamo avuto qui a Milano quando restammo tutti senza corrente per ben oltre due ore. Cos'era successo? Semplice: era caduto un albero in Svizzera.

JJ ha detto...

@ Ravatto.
Sono assolutamente d'accordo con te, ma temo che il tuo e il mio pensiero siano troppo avanti rispetto all'arretratezza del nostro governo. Nonché dannoso per gli interessi ai quali deve necessariamente sottostare.
Ciò perchè al momento le energie rinnovabili hanno costi altissimi per un paese che si sta allineando ancora oggi a fatica con l'Europa. Voglio dire: va benissimo l'intuizione dei Rockfeller, ma loro hanno una solvibilità che il nostro ministero dell'Ambiente nemmeno se la sogna.

Personalmente, mi sono sbancato per convertire tutta l'illuminazione di casa mia a Led, ad usare sempre pile ricaricabili (la maggior parte delle quali fa schifo), ma per ora ci ho rimesso di tasca mia e ammorterò quel che ho investito solo tra due o tre anni. Non tutti se lo possono permettere.

Lo sai quanto costa alla fonte un faretto Led a 5 Watt fabbricato in Cina? Si e no 50 centesimi a dir tanto. Prova a vedere quanto lo paghi qui in Europa. Questo è un altro bell'argomento su cui si dovrebbe (scusa la battuta) far luce.

Insomma: ci lamentiamo delle nostre trivelle che vanno benone, e demandiamo tutta la produzione di lavorati, semilavorati e servizi ai mercati orientali che non rispettano alcuna norma sul lavoro, sulla sicurezza e sull'ambiente?

ravatto ha detto...

Grazie delle risposte JJ, il problema è che le nostre trivelle servono a estrarre il nostro petrolio che una piccola lobby ha già venduto ai francesi. Non solo. Perchè tutt'intorno la gente muore di tumore. E questo in effetti è il fatto principale, non quello secondario.
Enrico Mattei ci aveva provato a rendere l'Italia un paese autonomo dal punto di vista energetico, cercando e trovando il Metano in diverse zone d'Italia e abbiamo visto come l'hanno fatto finire. Spenta l'unica e generosa fiamma innescata da Mattei, la nostra classe politica di pallemosce (cit.) si è sempre asservita agli interessi dei grandi gruppi internazionali del petrolio.
Bisogna investire sulle rinnovabili. Dicono che non ci sono mai i soldi quando si tratta di fare le scelte giuste. Poi però non si fanno nessuno scrupolo a non accorpare il referendum alle amministrative e sprecare così 300 milioni di euro.
Il loro sporco interesse, rigagnolo di fogna nel quale hanno scelto di spendere la vita! E' solo quello!

Anonimo ha detto...

Bel disco !

I lupi, Motocross e Lugano Addio sono i miei brani preferiti di questo lavoro .

Per me il miglior disco di Graziani rimane Pigro del 1978 .

Belli anche i successivi Agnese dolce Agnese e Viaggi e intemperie

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Buono anche Ballata per 4 stagioni del 1976

Mi piacciono anche Seni e Coseni del 1981 e l'omonimo del 1983

Poi dopo Graziani non mi ha più convinto

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Carino anche La città che io vorrei del 1973

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Tutto sommato gradevole anche il disco Nove del 1984

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Comunque ascoltabili anche i dischi Piknic, Cicli e tricicli e Malelingue .

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Di Graziani consigliato anche il disco dal vivo Parla tu del 1982

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Gradevole il disco Ivangarage del 1989

Michele D'Alvano

ugo ha detto...

be caro michele mi trovo spesso d'accordo con le tue disamine ma i due dischi
NOVE E PIKNIC sono davvero bruttini per il resto ok ma credo che il capolavoro almeno per me sia agnese dolce agnese ma pure viaggi ed intewmperie non scherza grande IVAN non solo come chitarrista ma il suo falsetto resta davvero inimitabile ugo

MarioCX ha detto...

Intanto mi scuso con John per non essermi accorto di questa scheda su Ivan dopo avergli fatto pressione a più riprese per averla, intervengo adesso a sei anni di distanza!

Si, Ivan si è sempre affrancato dal diffuso politicare più o meno sgangherato di quegli anni per diversi motivi: non era nelle sue corde, ne comprendeva la velleità o comunque l'enormità dei tempi storici per il suo sviluppo, tempi che un artista non può tollerare, aveva fastidio per quella che molto spesso era una moda o che comunque codificava come tale.
Non credo ci sia altro da dire e d'altronde poco mi interesserebbe, però nichilista no, basti pensare al suo impegno nei reparti di oncologia infantile peraltro reso noto dalla moglie Anna solo anni dopo la sua morte.

Forse il mio artista italiano preferito prima dell'avvento dei Baustelle nel nuovo millennio.
Non trovo un solo disco di Ivan che non abbia almeno qualche episodio strepitoso con l'eccezione di "Cicli e Tricicli" del 1991 (il secondo per la Carosello) davvero molto debole.

I capolavori sono già stati citati da chi mi ha preceduto, aggiungerò che la magia di "Fuochi sulla collina" lascia senza fiato ed è forse il suo massimo capolavoro.
Un pezzo che vale una carriera, la sua "Pioggia nel pineto" giusto per fare un rischioso parallelo con il suo amatissimo D'Annunzio.

Spenderò invece due parole per i suo dischi meno considerati.
"Seni e Coseni" del 1981 non ha oggettivamente la forza dei quattro enormi album che l'anno proceduto e che, a ragione, sono considerati i suoi massimi "classici", ma di "Digos Boogie", di "Oh mamma mia e "Cleo" avercene oggi in questi tempi bui di rapper e trapper.

Il live "Parla tu" del 1982 è favoloso.
Antologia del meglio del meglio in esecuzioni che umiliano le versioni originali in studio e con la chicca "Parla tu" provata in studio ("facciamo Parla Tu...con l'acustica" lo si sente dire) con i suoi pochi musicisti fidati. Da brividi.

Il disco eponimo del 1983 contiene cose magnifiche come "Il Chitarrista" (forse il suo ultimo classico radiofonico), "Signora bionda dei ciliegi", "140 Km/h" e un ennesimo ritratto di umana disperazione: "Torna a casa Lassie", indimenticabile il vecchio amico diventato tossico che gli porta via l'autoradio.

Poi c'è "Nove" del 1984 sempre bersaglio di strali per gli arrangiamenti con qualche concessione di troppo agli anni '80 (Celso Valli) ma che io a 19 anni consumai sul piatto del mio fido Technics.
"Geraldine", "Chitarra bar", "Lucetta tra le stelle", sono gioielli che non devono finire nel dimenticatoio a causa di qualche articolo un po' frettoloso della serie "scrivo quello che ho letto in giro perché non ho tempo di ascoltare e il pezzo devo mandarlo in redazione stasera".

Anche "Piknik", del 1986, viene dipinto spesso per peggiore di quello che è, contiene almeno un capolavoro che invito a (ri)scoprire: "Rossana non sei tu", una delle ballad più belle del suo intero catalogo, ma anche "Hai paura dei temporali" e "Zio Gorilla" si fanno ricordare con piacere.


Poi la rottura con la Numero1/RCA (Ennio Melis se n'era andato un paio di anni prima lasciando molti artisti nell'incertezza) e l'approdo alla Carosello sperando in margini di libertà espressive superiori.

(segue al prossimo post per eccesso di caratteri devo spezzare)

MarioCX ha detto...

Forse l'ispirazione esaurita, forse la mancanza di una guida critica in grado di trarre dall'artista il meglio (tipo George Martin con la grande B), ho sempre trovato i suoi album Carosello piuttosto scarichi.
"Ivangarage" inoltre ha evidenti problemi tecnici di nitidezza del suono ed un missaggio poco accorto o almeno così sembra.
Le storie interessanti non mancano ("Johnny non c'entra") ma non mancano purtroppo neppure gli episodi dimenticabili o inutilmente eccessivi ("Guagliò Guagliò", "Prudenza mai").
Si salva un po' "Malelelingue" del 1994 con almeno una gemma inestimabile "Le mani di Giulia" e lo spassoso "Poppe, poppe, poppe" che ben capisce chi ama l'abbondanza di una certa prerogativa femminile.

Poi tutti sappiamo come sia andata: nel 1995 un Live gradevole ma non memorabile con alcuni inediti in studio (chissà perché uscito per la CGD/Wea...aveva rotto con la Carosello? Boh!) e poi di lì a meno di due anni la morte a soli 51 anni per una "malattia incurabile" come si diceva un tempo.

Restano i suoi dischi che mai mi stancherò di ascoltare.

ugo ha detto...

bellissimo commento di mario di cui ne condivido l'estrema conoscenza dell'artista in questione
come pure concordo col dire che FUOCO SULLA COLLINA resta il pezzo da brividi del grande IVAN senza dimenticare però MONNA LISA e pure DADA con quella chitarra di battistiana memoria e a mio avviso il più bel pezzo che tratta del tema della droga assieme a LILLY di VENDITTI e a SCIMMIA di FINARDI

MarioCX ha detto...

Ciao ugo, ben ritrovato.
Monna Lisa, Agnese, Firenze, Isabella sul treno...certo, certo, ma come preannunciato ho voluto ricordare gli episodi meno celebri giacché quelli più noti sono stati già trattati.

rael ha detto...

Artista a mio modestissimo (e poco condiviso) parere di livello mediocre, parallelamente a Rino Gaetano, forse riesumati in modo eccessivo post mortem come succede spesso in Italia. Salvo Pigro, Monna Lisa e Rosanna non sei tu,

MarioCX ha detto...

@rael: non sarà nelle tue corde ma ci andrei più cauto a generalizzare una percezione personale.
Mai amati i Pink Floyd, ma non mi sogno di considerarli mediocri.
Per quanto riguarda Rino Gaetano è vero: è stato oggetto di un processo di beatificazione non proporzionato ai suoi effettivi meriti artistici, non così Graziani che oggi dono in pochi a ricordarlo.
Nessuno a fatto una fiction su Ivan, su Gaetano sì...per dirne una.

rael ha detto...

@MarioCX per quello ho sottolineato il parere "poco condiviso" :) Per me rimane mediocre per il 90% dei lavori che ha pubblicato. PS la fiction su Gaetano è a dir poco "fantasiosa", il finale è inventato e mancano le parti in cui si era preso una sbandata per la farina...un prodotto tipico Rai per famiglie insomma.

JJ ha detto...

"Nichilista"? Chi ha detto che Ivan era "nichilista"? Ma fatemi gli auguri anziché dire baggianate.
E comunque Graziani lo vidi credo tre volte dal vivo e posso dire che aveva davvero un talento che Gaetano se lo sognava. Non nel senso che Rino non fosse un artista, ("Mio fratello..." è un album di grandissimo valore), ma Ivan era anche uno strumentista specializzato, e aveva dalla sua una tecnica superiore.

rael ha detto...

Si può azzardare un paragone? Non linciatemi, ma Alex Britti lo vedo assimilabile al Graziani: tecnica chitarristica anche superiore a Ivan, capace di spaziare dal jazz al folk al pop con sempre il mito Hendrix in testa, ma diciamolo a livello di cantautorato/composizioni abbastanza scarsino. Due talenti sprecati, si può affermare.

JJ ha detto...

Alex Britti capace di spaziare nel Jazz? Prova a dirlo al nio amico Gigi Cifarelli, poi vedi dove scompari.

rael ha detto...

Si vede che non l'avete mai ascoltato né tu né tale Cifarelli! Ma ci sta non si può ascoltare tutto :)

Anonimo ha detto...

... o molto più probabilmente tu non capisci una sega di jazz, visto che non sai neanche chi è Gigi Cifarelli. JJ

rael ha detto...

Innanzitutto moderiamo il linguaggio perché io non ho insultato nessuno; secondo non conoscere Cifarelli non significa non sapere nulla di jazz; terzo le opinioni personali vanno rispettate tutte, se dici di essere democratico e aperto a tutte le idee.

Anonimo ha detto...

Ragazzo, prima dici che "copio pari pari le cose degli altri", poi offendi chi mi ha difeso, poi a momenti sostieni quasi che nè io, ne un chitarrista jazz sappiamo il fatto nostro. Quale linguaggio dovrei moderare io, scusa?
Ognuno pensa quello che gli pare, ovvio, ma io certe amenità preferirei non lasciarle passare.
JJ

Lorem Ipsum ha detto...

Essere democratici significa recepire tutte le idee, ma non comporta affatto né accettarle né rispettarle. Anzi a volte l'esatto contrario.

rael ha detto...

Io non ho detto "copia pari pari" rileggiti i commenti. E per gli altri, ricordo di non aver insultato nessuno.

MarioCX ha detto...

Mah..si, ho sempre apprezzato la moderazione di JJ in grado di dare risposte pacate e coerenti anche alle osservazioni più bislacche, devo però dire che in questo frangente il suo encomiabile garbo è venuto un po' meno.
Poi ci sta che un tal giorno ci svegliamo tutti col piede sinistro o ci è morto il gatto o ci ha lasciati la fidanzata o il figliolo ha perso il lavoro eccetera ci mancherebbe.

Il termine "nichilista" mia presunta e, per carità, possibile "baggianata", è stato usato sul finire del suo testo ed io mi sono limitato a riprenderlo.
Su Alex Britti non so nulla e il Jazz, ai pari dei cori russi, non lo sopporto.
Buon week end settembrino a voi tutti!

JJ ha detto...

RAel il 18-8-22 hai detto che le mia frasi eramo "prese pari pari" da altri. E per un saggista come per un giudice, questo è un eufemismo per "copiare". Però non importa.
MarioCX, è appena morta la mia Regina (le altre sfighe le lascio a te [scherzo!]). Abbi un po' di comprensione.
Comunque, per quanto concerne il nichilismo, intendevo quello proprio del Movimento '77, che poi ha portato prodotti anche ideologicamente semplificati. Come appunto Graziani, Rosso, Gaetano ecc.
Non intendevo dire che Graziani fosse nichilista in sé. Anzi, a me sembrava pure un pò "socialdemocratico".

MarioCX ha detto...

Beh, da marxista ritengo l'aristocrazia morta e sepolta politicamente dal 1848 anche se inevitabilmente alcuni frantumi dell'esplosione iniziata nel 1789 vagano ancora ai giorni nostri. Tutto è dialettico e la storia si sviluppa in modo contraddittorio.
La morte biologica dell'individuo è invece altra faccenda, la vegliarda è arrivata invidiabilmente a 96 primavere di birignao e tanto le basti.

Per il resto, mai ho capito le tue definizioni relative a prassi politiche applicate a musica e musicisti, ma ciò non mi ha mai impedito di leggere con interesse i tuoi pezzi.

Ah! Le sfighe...mi alzo sempre col piede sinistro dormendo da quella parte del talamo nuziale, non ho gatti, mio figlio al momento lavora...però su ciò nella nostra società non ci sono certezze, tutt'altro.

Un abbraccio e...W Ivan!

rael ha detto...

@MarioCX grande :) Pensa che io avevo una docente gallese che appena le nominavi la regina partiva coi "fuck" a raffica e diceva che "quella non mi rappresenta". Per il resto la querelle è chiusa :)

ugo ha detto...

un saluto e un ricordo per la scomparsa della regina d'inghilterra
nata il 21 di aprile quindi una cuspide ariete/toro da qui la sua forza granitica(toro) e la grande simpatia (ariete)
poi si è scoperto che amava e stimava pure alcune band e/o artisti del pop roock inglese-persino JOHNNY (MARCIO) ROTTEN dei SEX PISTOLS ha voluto omaggiarla dedicandogli una dedica affettuosa quindi una regina che metteva d'accordeo tutti ma proprio tutti quanti!
n.b. scusa john se ho utilizzato la scheda di ivan ma sulla foto chee hai postato tu non era possibile lasciare commenti
ciao a tutti ugo

JJ John ha detto...

- Chissà perché ma mi aspettavo che arrivassero commenti fuori luogo sulla mia regina, but nevermind. Non siete inglesi e non pretendo che arriviate a capirne l'importanza.

- Le mie connessioni tra arti e movimenti sociali, derivano da teorie di ispirazione gramsciana che un marxista dovrebbe , non dico conoscere, ma almeno capire. E poi le ho spiegate tante di quelle volte...

- Thank you Ugo.

rael ha detto...

Della tua regina ci interessa tanto quanto, e mi sa nemmeno a molti irlandesi e gallesi, siamo in Italia non vige più (per fortuna) la monarchia :)

MarioCX ha detto...

Mai vorrei che avessi preso con astio il mio commento e capisco benissimo l'influenza degli istituti politici verso le masse (perché sennò ogni tot andrebbero al macello?), detto ciò le aristocrazie sono rottami della Storia destinate all'estinzione.
Attenzione: non ritengo altre forme di Stato considerate dai più "progressiste" meno obsolete o vomitevoli (sono tutte espressione di un vecchio mondo in putrefazione) anche perché le monarchie oggi sono rappresentanze formali con poca o nulla influenza sul potere decisionale che risiede in organismi politici più funzionali alla sintesi degli interessi delle varie frazioni borghesi.
Al netto degli squilibri più o meno fisiologici.

La Corona inglese, per una serie di circostanze storiche che non ha senso esporre qui (vorrei continuare a divertirmi con la musica), ha salvato la testa evitando di essere fisicamente travolta dalla rivoluzione borghese tra settecento e ottocento, al contrario di quanto accaduto a quella d'Oltralpe.

Gramsci, purtroppo, aveva mischiato il materialismo dialettico con l'idealismo di Croce (a sua volta mutuato da Hegel) del quale era allievo.
Da qui l'illusione di orientare la società con un' "egemonia culturale" in antitesi con quella dominante.
Ma, tornando a Marx, l'ideologia dominante non può che essere quella della classe dominante e il Gramsci è finito inevitabilmente per esserne cooptato ed in seguito beatificato.
Lo dimostra il fatto che in Italia abbiamo fior di piazze e vie a lui titolate, ma nulla dedicato a Labriola o a Bordiga.
Ovvio e bene così.

Poi un giorno davanti ad una birra (che ti offrirò io) mi spiegherai perché un onesto (e un po' pasticcione) complesso di Mestre (Le Orme) sia portatore di socialdemocrazia e cosa ci sia di "conflittuale" in certi dischi oggi (e probabilmente anche ieri) francamente inascoltabili...questa cosa, non te la prendere, mi ha sempre divertito! Sarà un mio limite, per carità.

Mi scuso con tutti per l'OT, un abbraccio a JJ, stima immutata e torniamo alla musica, anzi in questa sede al grandissimo Ivan Graziani.

JJ John ha detto...

Rael, se il mio stato d'amino e quello della mia famiglia non ti interessa, fammi il piacere di stare zitto. Grazie.

Mario CX, grazie di avermi ricordato cose che ho insegnato anni fa, ma io non ho parlato di "istituti politici". Ho parlato di "rapporti tra arte e movimenti sociali" a cui ho aggiunto nelle mie pubblicazioni, le evoluzioni dei sistemi urbani. E in questo senso il pensiero gramsciano (specie nell'accezione di Melucci) è stato fondamentale per la strutturazione delle mie analisi.

Sulla "socialdemocrezia" delle Orme ne ho parlato per almeno dieci anni credo siano abbastanza, sulla conflittualità di certi artisti oggi, beh, occorre conoscerli. Di certò è limitata perché travolta da un mercato a senso unico, ma credo tu ti sia già divertito troppo. Facciamo un po' per volta.

rael ha detto...

Siamo in democrazia, dico quello che mi pare! Alla faccia della tua amata regina :)

rael ha detto...

@MarioCX hai ragione infatti per me la questione era chiusa, ma se vengo tirato in ballo rispondo :)

J.J. JOHN ha detto...

Si, ma se mi manchi di rispetto nel momento in cui te lo chiedo, puoi anche andartene. Altrimenti ti sbatto fuori io.

Marc ha detto...

Rael, democrazia va bene, ma tu hai offeso il padrone di casa, o comunque sei stato davvero poco opportuno.

ugo ha detto...

allora ad avercene persone come john vuoi come amico come persona ipercolta che a richiesta ti fa partorire una scheda su quel disco specifico senza considerare la garbata ironia che aggiunge neei suoi comments ma al tempo stesso le analisi crude e spietate di fronte alla valutazione di un disco oppure di un movimento ideologico!per cui usare questo blog per attacchi fuori misura che peggio ancora poi scadono nel personale be qui proprio non ci siamo!spero tanto che ritorni la serenità e l'armonia da parte di alcuni follower del blog perchè ritengo questo sito un vero e proprio salotto carino pieno di cultura e soprattutto l'unico sito dove si possa parlare del prog italiano in maniera libera e critica
un saluto ugo

rael ha detto...

@Ugo io non ho insultato ho solo riportato un ricordo su una regina, il resto è isterismo del padrone di casa :)

JJ ha detto...

Rael, tu non hai riportato "un ricordo" della regina. Hai continuato ad svilirla e con lei anche me che ti avevo chiesto di non farlo.
Non c'entra la regina in sè, su cui ciascuno può avere la propria opinione, quanto la completa mancanza di rispetto nei miei confronti. Una boria in cui vedo perseveri in nome di una distorta concezione di democrazia, e di una fisiologica petulanza che ti invito a portare altrove.