Saint Just: Saint Just (1973)

saint just 01Come amo spesso ricordare nei miei libri e nelle mie lezioni, "i movimenti antagonisti, politici o artistici, non nascono mai per caso: alla loro base sta sempre un humus socio-territoriale che li ha concepiti e che ha dato loro modo di crescere e di svilupparsi."

Dalla materia inerte o dai diamanti, come diceva il Poeta, non nasce nulla: è solo dalle sinergie dinamiche prodotte da un sistema vivo e vitale, che possono riprodursi le pulsioni innovative e i nuovi smacchi alla stagnazione intellettuale e, in questo senso, certe città sembrano quasi fatte apposta.


Prendiamo per esempio Napoli: da millenni luogo cardine della complessità, dell'interazione transnazionale e crogiolo interattivo di razze e di classi, borghesia ed extralegalità. Un centro urbano dove quotidianamente "l'opposto incontra il suo contrario" e l'influenza delle mescolanze genera situazioni inedite che, non di rado, diventano storia.

Musicalmente, gli effetti di queste alchimie le conosciamo tutti: dalla canzone Napoletana classica alle avanguardie più celebri e sfrontate: Osanna, Napoli Centrale e Balletto di Bronzo, solo per citarne alcune.

saint just 02In mezzo a questa scala di celebrità, ci stavano (negli anni 70 ed oggi) centinaia di altri artisti "nascosti" che, per un motivo o per l'altro non ebbero la stessa visibilità, ma che diedero anch'essi il loro contributo all'evoluzione culturale della loro città e di tutta l'Italia.
Tra questi i "Saint Just": Jane Sorrenti, Toni Verde, Robert Fix.

Particolarissimo terzetto voce, chitarre e sax formatosi nel capoluogo campano verso la fine del 1972, i "Saint Just" si mettono subito in luce per il loro particolarissimo sound che evoca allo stesso tempo avanguardia, musica classica e tradizione napoletana settecentesca.

Protagonisti di una buona attività live (es: Be-In di Napoli e Nettuno Pop) in cui vengono definiti "uno degli avvenimenti più nuovi e più interessanti della scena italiana" (Enzo Caffarelli), ottengono un contratto con la Harvest-Emi nel 1973 e pubblicano nello stesso anno il loro primo omonimo album.

saint just 03Nel disco, oltre al trio base, spiccheranno le collaborazioni di Tony Esposito, Gianni Guarracino, Alan Sorrenti (fratello di Jane) e del pianista Mario D'Amore che affianca Toni Verde in tutte le composizioni del disco.
Anche senza avere alcun riferimento acustico, si può già capire dalle indicazioni di copertina che il supporto nasconde un sound molto particolare: a parte la line up acustica e le particolari citazioni a Pentangle, Third Ear Band, Steeleye Span e Andy Warhol, colpisce l'assenza di contrasto nella grafica, quasi ad anticipare quel lavoro omogeneo e delicato che poi si andrà effettivamente ad ascoltare. Aggiungiamoci alcuni testi in Francese, e il quadro è completo.
Detto questo, non resta che avventurarsi tra quei 35, affascinanti minuti di musica che, come vedremo, riflette tutta la complessità e gli aneliti trasgressivi menzionati sopra.

Sin dal primo brano "Il fiume inondo", il quadro che si presenta è veramente spiazzante.

Per almeno otto minuti il gruppo si beffa dell'ascoltatore con una lunga parentesi acustica in cui piano e chitarra si dilatano, sembrando quasi voler introdurre un qualsiasi scenario rock.

saint just 04 L'ambiente viene però tranciato di colpo da "qualcosa di diverso" ed inatteso: è la voce della Sorrenti che non solo definisce di colpo tutto il sound del disco, ma si erge a terzo strumento imponendo al brano soluzioni e dinamiche che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Da qui in poi arriva di tutto.
Sempre sulla stessa falsariga i Saint Just intrecciano i loro rispettivi strumenti tracciando un deciso quadro sospeso tra antico e moderno, tra lirica ed avanguardia: ciò sia ricorrendo ai toni aspri de "Il risveglio", sia con fare da "carillon" ("Dolci momenti", pubblicato anche su 45 giri), sia infine con una complessità sbalorditiva che raggiunge l'apice nel brano "Una bambina".

Come se ciò non bastasse, nel finale di "Triste poeta di corte" compare addirittura il rock.

"Saint just" è un disco che, ripeto, si colloca completamente al di fuori di qualunque schema e non perdona l'ascoltatore pigro.
Non è possibile esecrarlo da nessun lato musicale se non per una acerba assenza di flessibilità che comunque verrà appianata nel lavoro successivo.

Digeribile quanto lo è una perla e affascinante come una città in ebollizione.

17 commenti :

Anonimo ha detto...

La recensione a questo disco per me è stata una delle cose più belle del mio blog, visto che commentò jenny sorrenti in persona. Spero di rivederla presto.

Andy

J.J. JOHN ha detto...

Immagino, brother Andy.
Sono sempre cose meravigliose quando i protagonisti ci onorano della loro memoria storica.
Nel tuo blog Jenny ha puntualizzato il suo importantissimo ruolo in quest'album e noi lo ribadiamo, sottolineandone la sua umanità e la professionalità.
Grazie davvero.
-
Il Blog di Andy Vitagliano dove potrete trovare l'intervento di Jenny Sorrenti è:
http://progblog.splinder.com

Anonimo ha detto...

Grazie a te per il tuo supporto e sponsorizzazione (che brutta parola)

Andy

Anonimo ha detto...

Dimenticavo, lei mi disse poco tempo fa in quel del concerto dei Curved Air, che ha intenzione di riformare i Saint Just. Io da quel burlone che sono gli ho chiesto: Richiamerai anche tony esposito?
Nella sua espressione c'era la risposta chiara e limpide, e dopo aver capito la provocazione ironica si mise a ridere.

Andy

Anonimo ha detto...

IO AMO Jenny Sorrenti
e basta!

Anonimo ha detto...

...venne tanti e tanti anni fà in quel di Bordighera a suonare e per l'esattezza all'esagono...andai a sentirla bravissima!!!..e bravi chi suonava con lei..il mio ricordo è simpatico perchè alla fine del concerto notai un foglietto ai piedi del microfono e credendo di nn essere visto cercai di "appropiarmene"...era la scaletta scritta di suo pugno più certi appunti di...nn me lo ricordo più...sentii una voce femminile che mi "prese" per le orecchie:...guarda che quel foglietto mi serve, è importante per me...con un sorriso dolcissimo mi fece fare una figura di emme...Cmq bravissima da sempre!!...Bella la copertina!..come belle "tutte" le copertine di U. Telesco(ora ha fotografare nuvole in cielo...)ciao

Anonimo ha detto...

La scena musicale napoletana dei '70 fu qualcosa di veramente innovativa ed originale. Alan sorrenti, gli Osanna, i Balletto, i Saint Just (che purtroppo non sono riuscito ad ancora ad ascoltare), il grande tony esposito (molto bello il suo primo lp rosso napoletano, un miscuglio di etnica jazz e "new age").
Artisti vogliosi di trasformare ed evolvere il tessuto musicale italiano agli inizi degli anni 70 ancora ingabbiato nel beat e nella musica leggera italiana.
Mi piacerebbe prima o poi leggere qua una recensione di te JJ su uno dei primi lavori di Tony Esposito, veramente un grande percussionista.
Grazie Buona serata da Alexnelgiardinodelmago '77

Anonimo ha detto...

Tony l'ho incontrato molti anni fa a Napoli. Quando gli ho detto che lo seguivo dai tempi di "Rosso Napoletano" si è sciolto.
Lui come solista arriva nel '75, quindi nel penultimo anno del Prog, e aveva già un feeling tutto suo.
Probabilmente ne parlerò.
Per ora posso dirti che non solo è il musicista bravo e completo che tutti conosciamo ma che, come ogni artista vero, è anche una persona gentile, affabile e straordinariamente comunicativa.

UniArte ha detto...

Buongiorno. Ho letto con piacere sul suo blog alcune note sul gruppo Saint Just . Le vorrei segnalare per l’anno 1977 l’album da solista di Toni Verde “Calypso” pubblicato su etichetta Harvest.
Inoltre in questo periodo Toni Verde sta preparando un nuovo progetto d’autore L’”Arca di giada” . Le segnalo il nostro blog “neonato” con info sulla produzione http://arcadigiada.blogspot.com/ .

Cordiali saluti
UniArte

savi ha detto...

Jenny Sorrenti ha rifondato i Saint Just e a breve sarà pubblicato il nuovo album.

Anonimo ha detto...

Spero tu abbia ragione Savi, ora comunque sento Jenny su FB..

UGO ha detto...

ALTRO DISCO UNICO ED AFFASCINANTE!ERO AD UN VINYL FEST CHE SI TENNE QUI A SALERNO E STAVO CON MIO FRATELLO AL QUALE SU UNO STAND DOVE C'ERANO I DISCHI DEI S.J IO DECANTAVO QUESTA VOCE DA SIRENA E MENTRE COMMENTAVO CHI TI VEDO?MA SI PROPRIO LEI JANE SORRENTI CHE MI RINGRAZIAVA DEL MIO COMMENTO CRITICO,IO RIMASI STUPITO DELLA SUA ESILE MA GRANDE PRESENZA E POI PARLAMMO UN PO DELLA SUA + RECENTE PRODUZIONE E DI SUO FRATELLO ALAN CHE(PAROLE TESTUALI DI JANE)STAVA CERCANDO DI RIPORTARE SUI SENTIERI DI ARIA O GIU DI LI PER CUI CHISSA CHE IL BUON ALAN A TARDA ETà CI OFFRA UN COLPO DI CODA SOTTO FORMA CHISSò DI UN ARIA 2^ PARTE OOOHHHHH NON VOGLIO RESPONSABILITà SE POI NON SUCCEDE...UGO!

Anonimo ha detto...

Disco magnifico !

Elegante, delicato e musicalmente raffinato e cangiante

Bellissima la voce di Jenny Sorrenti

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Indubbiamente il capolavoro dei Saint Just !

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Il fiume inondò, Una bambina, con il prezioso contributo vocale di Alan Sorrenti, e Triste poeta di corte sono tre autentici gioielli, eterei e delicati e nel contempo conturbanti e sinuosi .

Davvero un esordio straordinario questo dei Saint Just !

Michele D'Alvano

marco ha detto...

Discone della madonna, chi non ce l'ha provveda IMMEDIATAMENTE!!!

Michele Rock ha detto...

Ho rivisto Jenny Sorrenti a Bordighera nel 2015 aprire il concerto degli Osanna, Lei bravissima e bravissimi gli Osanna. Tra il pubblico tre membri del Museo Rosenbach tra cui il compianto Giancarlo Golzi che sarebbe improvvisamente scomparso 10 giorni dopo,