Aktuala: Tappeto volante (1976)
C’era una volta un gruppo di strani musicisti capitanati da un etnomusicologo che aveva la stanza piena di buffi strumenti da tutto il mondo...
Anzi, più che un gruppo si trattava di un collettivo indipendente che pur essendo vicino al movimento, non partecipava ai Festival Pop prediligendo invece le feste di piazza e gli spettacoli estemporanei.
I musicisti si esibivano seduti su grossi tappeti orientali, offrivano il tè al pubblico e lo invitavano a suonare con loro producendo, quello che Stratos chiamava “un pastone timbrico pazzesco”
Una band il cui aspetto rimase inesorabilmente underground anche a distanza di anni dal loro esordio e il cui sound era unico nel panorama italiano.
Si chiamavano Aktuala e nel 1976, dopo tre anni di attività discografica e una marea di cambiamenti sociopolitici e ideologici, erano ancora in perfetta salute e perfettamente armati di naj, maranzani, sil-sil, flauti del deserto, zanza, debrouka, sitar e zampogne.
Ma non solo.
Sempre nel 1976, totalmente incuranti del disfacimento della controcultura e del rock progressivo, allrgavano il gruppo a sette elementi e rientravano in studio per produrre il loro terzo album composto di ben 13 pezzi e pubblicato per la fedele discografica Bla Bla che, tempo ancora un'opinabile antologia di Battiato (Feedback) e avrebbe chiuso i battenti.
Il nuovo parto del nucleo Maioli, Cavallanti e Cerantola si chiamava “Tappeto Volante” ed anche in questo frangente l’ascoltatore veniva trasportato in mondi lontani non ancora contaminati dal capitalismo occidentale: grandi patterns ritmici africaneggianti e indiani, niente elettronica, flauti, zufoli, strumenti a corda intonati in maniera particolare e nuovamente, le meravigliose tablas di Trilok Gurtu che nel brano “Mr. Trilok”, ribadiva la sua eccezionale statura tecnica e spirituale.
Tra gli ospiti, c’era persino un ispirato Claudio Rocchi in “Ugula Bailuè” e in “Mr. Trilok”.
Decisamente più multiforme di “Aktuala” e del successivo “La Terra” al punto di essere sotto questo punto di vista uno dei più interessanti del gruppo (vedi ad es. l’intensa: “Echo Raga” o la conturbante “Waruna”), il nuovo Lp raccoglie tuttavia consensi alterni per non dire poco lusinghieri.
Agli occhi della critica la poliedricità del materiale diventa “frammentaria, di varia provenienza e ispirazione e poco uniforme”, la generosa “line up estesa” anziché essere motivo di contaminazione viene considerata un insieme di musicisti “raccattati per strada durante un viaggio in Marocco”.
Il consueto groove transnazionale diviene sintomatico di un “gruppo che non ha più niente da dire”.
La stessa incisione dell’album in presa diretta viene interpretata come antistorica e i riferimenti a John Coltrane tacciati di supponenza.
A scala internazionale, possiamo leggere ancora oggi commenti tipo: “The wide array of African and Eastern instruments mostly appear as showcased ‘solos’, not as integrated arrangements” o “This album is a sampler, not a truly cohesive body of carefully arranged compositions” (Progarchives)
Insomma, pare proprio che in “Tappeto Volante” la vasta escusrsione degli Aktuala in territori ancora inesplorati non fosse riuscita al meglio sia in termini di coesione che di innovazione.
Certamente, occorre ammettere che da un lato era davvero difficile superare un capolavoro a cinque stelle come il primo LP e che comunque, insistere con un sound così underground nel 1976 non aveva più molto senso.
Forse sarebbe stato più efficace integrare la strumentazione acustica con quella elettrica, pescando magari dal Jazz. Chissà poi se le cose sarebbero migliorate con l’ausilio di una voce, o ricorrendo a ritmi un po’ più amichevoli, come già successe per il 45 giri “Mina”.
Gli Aktuala però non ci pensarono nemmeno, non vollero farlo e secondo me quello fu il loro punto di forza.
Insomma, se proprio dobbiamo parlare male di “Tappeto Volante”, io credo però che anche l’ultimo dei critici dovrebbe lodarne la grande dignità ideologica, nonchè soprattutto l’indomabile coerenza dei musicisti e della produzione.
Del resto, quante volte abbiamo visto case discografiche ridotte al lumicino che hanno rinnegato un passato trasgressivo e rivoluzionario per qualche manciata di spiccioli?
Quanti gruppi, anche alternativi, per paura o per consapevolezza, non hanno saputo resistere al richiamo del commerciale alternando piccoli gioielli a canzonette (uno per tutti: gli Exploit)?
E quante bands, preso atto dello scarso riscontro dei loro Lp più sperimentali hanno subito riparato con singoli commerciali e di scarso valore (Jet, Alluminogeni, Latte e Miele...)?
Gli Aktuala invece no. Non lo fecero mai e neppure i loro componenti dopo la fine del gruppo. Basti solo vedere la splendida carriera successiva di Maioli.
Sono d’accordo anch’io che “Tappeto” non fu un capolavoro di freschezza, ma mai e poi mai mi sentirei di sparare sugli Aktuala. Del resto, furono gli unici a portare avanti un certo discorso nato in tempi non sospetti e a perpetrarlo nel tempo con grande coerenza.
In modo un po’ ripetitivo questo si, ma comunque unico, solido e indomabile.
LA FOTO DI WALTER MAIOLI E' TRATTA DA ALABASTROSONORO.COM
15 commenti :
Questo non l'ho sentito, mentre conosco il primo album. Che dire, un po' ostici e ripetitivi, sicuramente il loro sound etnico era molto moderno per i loro tempi, ma un po' difficili da apprezzare per i miei padiglioni auricolari.
O.T.: Bellissimo banner, JJ, io l'avrei fatto così ma con l'aggiunta di Veltroni, Bersani, D'Alema, Fassino ecc. Questi devono andare TUTTI a casa, loro e le loro privatizzazioni, inciuci e la loro ipocrisia da ex-incendiari diventati pompieri.
CentroSINISTRA un paio di p***e...
A proposito... gli Aktuala.
A me "Tappeto" piace abbastanza. Lo reputo un po' senza arte ne parte ma davvero coraggioso e per nulla patetico come hanno detto alcuni.
Certo, la novità del primo lavoro si era persa, ma di Maioli & co ho sempre ammirato la loro persevaranza.
In un momento di disfacimento culturale qual'era il 76 non era poco.
E poi, certi brani come Echo Raga sembrano proprio delle vecchie e sane evocazioni di un mondo più pulito, più intenso... per tornare al discorso di prima.
Forse davvero patetiche, ma necessarie, quando fatte bene.
Non per fare un torto agli Aktuala, ma l'attualità (scusa il gioco di parole) è più pressante (stavo per scrivere "attuale" ma credo che mi avresti bannato a vita :-D).
A parte gli scherzi. Credo che mai nel dopoguerra (neppure negli anni '70) si sia vista una situazione tanto tragica... e credo che mai nella storia dai tempi del cavallo di Nerone si sia vista una situazione tanto comica!
È la tragicommedia italiana in cui stiamo annegando tutti.
Gli Aktu non sono il mio pensiero musicale preferito...li ho trovati "troppo" coraggiosi per gli anni 70....ma anche "fuori" tempo per gli anni 70, del periodo prog....da dire di positivo fù la coerenza musicale che ebbero nei tre album...bocciarli no assolutamente....se il prog fù l'albero dai bei frutti...gli Aktu ne furono la "terra"...ciao
Per quanto riguarda il manifesto di sx poco da dire...con le budella di uno strozzi l'altro...
NOTA:
Alcuni commenti sono stati bypassati per eccesso di outing.
Meglio restare sull'argomento.
Magari ridiscuteremo su un'altro sito.
Grazie per la comprensione.
va be JJ ha preso paura...passate da me allora. anche quello che fa i nomi.
http://isidebloginfausto.splinder.com/post/23664068/italia
Paura io? Si, hai proprio preso quello giusto....
No, il punto è che certi argomenti sono talmente pregnanti e condivisi che se cominciamo a dilungarci su quelli, nessuno parla più di musica.
E questo non va bene: meglio zero commenti che 27 off topics.
Ripeto: un giorno, forse, farò un blog solo su politica, cultura e cucina rivoluzionaria.
Prima però finisco questo.
Strana sorte quella degli Aktuala. Sono passati dall'essere troppo avanti nei '70, direttamente a sorpassati nell'attuale panorama tristemente piatto.
Personalmente li trovo molto bravi, e questo disco, pur non essendo all'altezza dei loro precedenti lavori, è decisamente bello.
soy mexicano y gusto del rock progresivo italiano y mientras escuchaba el disco leìa la cronica del mismo. Me encanto.
Muchas Gracias my hermano. Volte siempre! JJ
Rispetto ai due precedenti Tappeto sembra effettivamente piuttosto frammentario (qualcuno l'ha definito un catalogo di sonorità che forse adesso definiremmo world music) e meno fruibile ad un primo ascolto; negli ascolti successivi mi è piaciuto di più è ho capito il lavoro di ricerca che ci stava dietro.Alla fine però continuo a preferire gli altri due dischi che, sarò in controtendenza, ascolto volentieri anche adesso (e non solo per curiosità come mi capita per altri dischi del periodo).
ciao
enrico
Enrico,
non posso darti torto. Del resto la musica di Aktuala è così percettiva che ognuno può veramente cogliervi mille sfumature.
Io per esempio, amo molto questo disco e anche "La Terra". Molto meno il primo anche se più fresco spontaneo.
Probabilmente è però questa loro "democrazia sonora" a renderli così interessanti.
A presto. JJ
il gruppo più originale e fuori dal"sistema"delle case discografiche!magari possiamo definirlo un etno-prog o come volete voi ma la loro radicalità era pura e vera!a loro mi sento di affiancare un altro gruppo i NADMA che incisero solo un lp che il buon JOHN ha splendidamente recensito.ugo
Lavoro discreto anche se per me inferiore ai loro due dischi precedenti
Notevole il brano Waruna
Michele D'Alvano
>>>> https://renbri.blogspot.com/search/label/Rock%20progressive%20italiano
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