The Trip: The Trip (1970)

the trip 1970Come è noto, il "Rock Progressivo Italiano" mosse i suoi primi passi nel 1970.
La sua affermazione nel circuito alternativo però, fu tutt'altro che immediata: infatti, sino alla seconda metà del 1972 - momento in cui la sfera antagonista acquisì una definitiva consapevolezza politica e sociale, affinando anche il discorso musicale - molte bands seguitarono ancora a produrre lavori sospesi tra un passato beat-psichedelico, e un futuro Prog non ancora definito.


Questo fu, per esempio, il caso degli Analogy, dei Circus 2000 e soprattutto, del primo lavoro dei Trip, la gloriosa band transnazionale che col suo sound spalancò le porte di una nuova era.


Nata in Inghilterra nel 1966 con il nome di Trips, la band originale annoverava il bassista Wegg Andersen, il chitarrista Bill Gray (che aveva già suonato con Eric Clapton), un secondo chitarrista di nome Ritchie Blackmore e il batterista Ian Broad.


Sempre nel 1966, i quattro si trasferiscono in Italia su invito dell'ex Camaleonti Ricky Maiocchi, che li vuole come backing-band per qualche mese. Infine, esaurito il rapporto con Maiocchi, i Trips subiscono in poche settimane quelle trasformazioni che li porteranno ad assestarsi definitivamente: Ritchie Blackmore se ne va per fondare i Deep Purple e al suo posto arriva il tastierista savonese Joe Vescovi. Broad invece, viene cacciato dal gruppo per problemi di alcool e di inaffidabilità professionale, e viene sostituito dall'ex "Teste Dure" e "Rogers" Pino Sinnone.


the trip_02Assestata dunque la formazione e ribattezzatosi "The Trip", il neonato quartetto inizia così a proporre un repertorio autonomo che, anche se imperniato fondamentalmente sul Rock-Blues, contiene delle contaminazioni stilistiche originali e soprattutto mai udite prima: utilizzo di vistose parti corali, citazioni classiche, sovversione della forma canzone, uso della rumoristica e grandi galoppate policrome di tastiere e di organo.

Approdati al Piper Club di Roma nel 1969, vennero alfine notati dal produttore Alberigo Crocetta che non solo li fece scritturare alla RCA e incluse il loro brano "Bolero Blues" sulla compilation "Piper 2000" del 1969", ma concretò la loro partecipazione al Festival di Caracalla del 1970 (documentata nel film "Terzo Canale. Avventura a Montecarlo") dove si esibirono con successo davanti a oltre 30.000 persone.
In altre parole: la strada dei Trip era spianata ed ora mancava solo il lancio discografico.


the trip_03Contestualmente al singolo beat "Una pietra colorata", il primo album dei Trip esce a metà del 1970 con una splendida copertina psichedelica dello studio "Up and Down".

Il disco, chiamato semplicemente "The Trip", appariva subito come un qualcosa di anomalo sugli scaffali dei negozi italiani e anche ad un primo ascolto, si capiva che il desiderio di innovazione volesse superare con la creatività, i pesanti limiti tecnologici dell'epoca.
Sin dal primo brano, "Prologo", l'organo di Vescovi sfoggia tutto il possibile in merito a filtraggio e rumoristica (si noti che il tastierista non possedeva un sintetizzatore) per arrivare ad una vera e propria dichiarazione d'amore per l'hard-blues.
Pur nella prevalenza delle tastiere tuttavia, le atmosfere risultano assai variegate e supportate da un sound bilanciato e ben prodotto.


the trip_04La bravura tecnica è fuori discussione e, nel momento in cui si entra nel secondo brano, "Incubi", si assaporano anche le notevoli qualità vocali dei musicisti che ci regalano impasti degni di una blues band, ma proiettati nella sfera iperuranica.

La critica fece occasionalmente notare un lieve scollatura dei cori rispetto alle lineee strumentale, ma per il resto, non erano ravvisabili nè cedimenti d'impatto, né di coerenza timbrica, anzi: il risultato finale era talmente originale, avvolgente e armonioso, che la stessa discografica battezzò quel sound "musica impressionistica".


Pur non suffragato da vendite esaltanti, "The Trip" si ritagliò comunque una sua solida nicchia all'interno dei media che, da quel momento, non staccarono più gli occhi dal gruppo.
Fiero di tanta attenzione, il quartetto manterrà le alettanti promesse artistiche dell'esordio non solo allontanandosi sempre di più dal mainstream, ma implementando con decisione il discorso Progressivo che si tradurrà, nel successivo "Caronte", in una vera e propria icona della musica Pop Italiana.


THE TRIP - Discografia 1970 - 1973:
1970 - THE TRIP
1971: CARONTE
1972: ATLANTIDE
1973: TIME OF CHANGE

11 commenti :

Anonimo ha detto...

Disco davvero innovativo! Anche se non proprio brutta, "Una Pietra Colorata" almeno io la vedo un pò fuori contesto nell'intero Album. Da non trascurare il Singolo d'esordio "Bolero Blues" del 1969!

V I K K ha detto...

splendida la copertina lisergica :)

PS sono l'unico a cui non fa impazzire Blackmore in ogni sua incarnazione?

URSUS ha detto...

Ho visto Pino Sinnone,anche recentemente...sempre in gamba!

Anonimo ha detto...

Questo disco è probabilmente il primo disco di rock progressivo italiano....o almeno queste erano le loro intenzioni.

Lo trovo un album ancora acerbo e con alcune ingenuità veramente eccessive,tipo l'ultima canzone "la pietra colorata", ke però a ben vedere era così banalotta perchè uscì su 45 giri ed infondo il gruppo doveva pur vendere dei dischi......

Certo Vescovi si accorse prima di altri del nuovo vento musicale ke soffiava oltre i confini nazionali, e il gruppo provò a proporre qualcosa di nuovo.....probabilmente oggi suona molto datato, ma merito ai TRIP...ci han provato prima di molti altri

alex77

taz ha detto...

Io lo considero un disco ascoltabilissimo anche adesso...poteva benissimo essere un gruppo inglese che era venuto a fare fortuna in Italia(belle voci)...Joe è veramente bravo e la sua abilità mi fa dire che avrebbe potuto suonare tranquillamente in una qualsiasi grande formazione d'oltremanica...il pezzo una pietra colorata io lo riascolterei con un arrangiamento più rock e meno beat, sarebbe una sorpresa...che copertina!!!! cao

Giulio the Bear ha detto...

Li ho sentiti suonare al piper più di una volta...su queste pagine e sui vari post sto in un deja vu permanente, tra queste righe e con questi nomi c'è tutta la mia giovinezza e mi fa un certo effetto, ma sono felice che ci siano ancora tanti "amici" che ricordano e apprezzano. Grazie a JJ per il suo slendido lavoro.

ravatto ha detto...

@taz: una pietra colorata! che forte! è l'unico caso di canzone che non ascolto mai ma mi ritrovo a canticchiare spesso, a volte quasi senza volerlo! :D gui

ravatto ha detto...

arrangiamento rock e voce alla rocky roberts! gui

Hector Colli ha detto...

penso ci sia una inesattezza nell' articolo..la nascita del gruppo è datata al 1966 e non al 1967..:-)

JJ ha detto...

Corretto, grazie.

Anonimo ha detto...

Disco piacevole anche se ancora non completamente a fuoco dal punto di vista stilistico

Michele D'Alvano