Museo Rosenbach: Zarathustra (1973)

museo rosenbach zarathustra 1975Non doveva essere piacevole in pieno clima Underground essere etichettati come "fascisti", anzi: sappiamo benissimo che chi lo era realmente, o solo sospettato di esserlo, veniva sistematicamente tagliato fuori da qualunque circuito artistico alternativo.

Il concetto di "Dio, patria e famiglia" infatti, mal si azzuppava con i dogmi rossi della conflittualità, della trasgressione e del "nuovo ad ogni costo" che albergavano nella musica Prog e nei suoi adepti.

 
Quindi, che piacesse o no, gli anni 70 furono un periodo in cui era meglio prestare attenzione non solo alla normale dialettica, ma soprattutto alla valenza delle proprie provocazioni. Una scelta poco azzeccata poteva condurre all'ostracismo e questo fu proprio ciò che accadde ad un quintetto di Bordighera: i Museo Rosenbach.

 
Nati nel 1971 dalla fusione della "Quinta Strada" e del "Sistema" (uno dei primissimi gruppi a suonare Prog in Italia che comprendeva anche il futuro Celeste Leonardo Lagorio), i cinque iniziarono subito le attività chiamandosi "Inaugurazione Museo Rosenbach", proponendo cover straniere e facendo da spalla a gruppi di una certa rilevanza quali Delirium e Ricchi e Poveri.
Il loro nome, scelto dal bassista Alberto Moreno, significava letteralmente "ruscello di rose" e pare fosse ispirato a quello di un non meglio precisato editore tedesco 

 
Nel 1972, la successiva scelta di comporre materiale originale, spinse la band a contrarre il nome in "Museo Rosenbach" e contemporaneamente provocò un contratto con la discografica Ricordi, già avvezza al Progressive per via del Banco, Hunka Munka e della Reale Accademia di Musica.


museo rosenbach zarathustra 1975 matia bazarIl risultato che vide la luce nel 1973 è considerato a tutt'oggi una della pietre miliari del Prog italiano, "Zarathustra": composto su musiche di Moreno, testi del collaboratore esterno Mauro La Luce (già paroliere per i Delirium), inciso presso i professionalissimi Studi Ricordi e orchestrato dallo stesso Museo.
Musicalmente il disco si divide tra una lunga suite omonima che occupava tutto il primo lato e tre brani anch'essi in puro stile Prog sulla facciata cadetta.

Come ormai tutti sappiamo, l'album era un capolavoro e avrebbe meritato una massiccia diffusione non solo nazionale ma planetaria, come dimostrano ancora oggi le numerose manifestazioni d'affetto da ogni dove.
Qualcosa però andò storto e qui mi ricollego all'inizio di questa scheda.
Di fatto, nella drammatica copertina di Wanda Spinello che ritraeva un collage dal volto umano in stile Arcimboldo, appariva chiaramente sulla mascella destra un busto di Mussolini.
Apriti cielo!
Il Museo Rosenbach era finito ancora prima di cominciare.


A nulla valsero le spiegazioni del celebre designer Cesare Monti che sosteneva la tesi della mera provocazione e che, in fondo, la figura di Zarathustra era intesa come "colui che anelava al bene attraverso la meditazione e la natura."

La sommatoria "Duce + Nietzsche" provocò l'immediato allontanamento della band non solo da tutto il nascente movimento Controculturale, ma persino dalla Rai che, a scanso di grane, rifiutò loro qualsiasi apparizione promozionale.
 


Dopo la partecipazione al Festival Nuove Tendenze di Napoli nel 1973 e comunque duramente pressato da un'opinione pubblica avversa, il Museo si sciolse durante la preparazione del secondo disco e dei Rosenbach anni ' 70 non rimarrà che un rarissimo album a cinque stelle e qualche raccolta postuma pubblicata negli anni '90.
Golzi intanto, sarebbe andato a formare i Matia Bazar con ben altro indotto economico. 

 
museo rosenbach zarathustra mussoliniA parte l'ineccepibile sound di "Zarathustra" di cui vi rimando alle numerose recensioni esistenti, questa volta mi premeva solo rimarcare come un tempo certi items extra-musicali fossero assolutamente fondamentali per le sorti di un gruppo, di un artista o di un qualsiasi autore. E lo zeitgeist, si sa, è uno dei valori necessari per comprendere anche il più piccolo parto dell'ingegno umano.
 

Il 1973, per intenderci, era un'epoca in cui solo girare per una strada "sbagliata" vestiti in maniera "inopportuna", o con sottobraccio un giornale "non allineato" (sia da una parte che dall'altra), voleva dire provocare un conflitto anche tragico.
Altro aspetto evidente è che, allora come oggi, i musicisti non avessero certamente il pieno controllo della propria opera. E purtroppo, non sapremo mai cosa sarebbe successo se qualcuno della band si fosse accorto di cosa conteneva quella dannata copertina.

GRAZIE ALL'AMICO ALBERTO MORENO PER LA STIMA E PER L'AMICIZIA

74 commenti :

Anonimo ha detto...

Grazie per questa analisi che considero azzeccata! Alberto Moreno

Giampaolo ha detto...

LO so mi attirerò le ire di mezzo mondo....ma quest'album è un buon album ha degli ottimi picchi ma capolavoro no! Gli manca quel qualcosa, non scorre fluido a mio modo di vedere.
Però magari mi sbaglio....lascio uno spiraglio aperto per quest'album.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Erano anni in cui il politico era il quotidiano e le contrapposizioni(scontri)erano all'ordine del giorno.Non vi erano posizioni "trasversali"o si era da una parte o dall'altra.Ovvio pertanto che chi apparteneva alla "controcultura"non avrebbe mai accettato un qualcosa che potesse appartenere alla controparte.Non si apprezzava l'arte per l'arte,ma l'arte al servizio dell'ideologia.Ciò danneggiò molti capolavori come quello in questione.

Anonimo ha detto...

sentito tutto questo stupendo zarathustra solo che ho notato un putno nero che si nota subito: la voce.
tanti reputano quella di galifi una bella voce ma io latrovo troppo rozza e poi quella sua pronuncioa non la reggo proprio.
cmq parti strumentali superbe ke rendono questo disco un capolavoro
ciao francesco

Skop's ha detto...

Questo è veramente un disco ottimo, e non abbastanza conosciuto. Io lo ascolto spesso, lo trovo fra l'altro curatissimo, musicalmente parlando, e con testi buoni (raramente accade nel prog italiano... vedasi gli Alphataurus che secondo me erano musicalmente ottimi ma che avevano testi involontariamente comici).

Anonimo ha detto...

Il disco in effetti è notevole. Il rammarico è che se il gruppo non fosse stato processato in modo così idiota probabilmente avrebbe prodotto un secondo ed un terso album, forse anche più interessanti del primo...
Immagino che se Battisti non avesse raggiunto un certo successo qualche anno PRIMA della "controcultura", oggi non potremmo (ri)ascoltare tanti piccoli gioielli musicali firmati Battisti-Mogol.

Anonimo ha detto...

Sicuramente un grande disco. L'unico neo ke trovo.....è ke i tre pezzi del lato B siano molto (forse troppo) simili tra loro.....ed alla lunga questo secondo me può "stancare" l'ascoltatore.

Comunque grandi i musicisti e grande anke il cantante......la lunga suite del lato A è tra le migliori partorite nel ns. bel paese.

Magari avessimo avuto più gruppi preparati così.

Mi sembrano anke validi i testi, cosa da non sottovalutare qui in Italia. Ben pochi gruppi nei 70 son riusciti a proporre delle liriche valide.....

E' triste pensare ke la loro collocazione politica (o la loro presunta tale) potesse essere in grado di "ammazzare" sul nascere un gruppo pur valido come questo.

La politica secondo me dovrebbe stare fuori dalla musica....son due "binari" paralleli ke non si dovrebbero mai incrociare.....

alex77

Moludd ha detto...

Ovviamente, come disse Galifi in un'intervista, sarebbe bastato leggere i nomi fatti tra i ringraziamenti del disco per chiarirsi le idee sulle loro simpatie politiche (Billy Grey, Bambi Fossati, Guccini, Venditti e tanti altri). Per fortuna, in realtà, la qualità del disco ha vinto e superato nel tempo le sue accuse e oggi è universalmente riconosciuto come uno dei migliori album di Rock-Sinfonico italiano. A mio parere a ragione: belle le musiche, gli arrangiamenti, i ritmi, i timbri e le dinamiche, buoni i testi e mi piace anche la voce, con un italiano che per altro secondo me non stona con la musica e la arricchisce nei momenti giusti. Volevo sottolineare che in realtà i dischi postumi sono tre, tutti usciti lo stesso anno per la Mellow: "Rare and unreleased" (con demo del 1972), Live 72 (concerto di quell'anno) e "Rarities" (con demo sempre del 1972 ma diverse!) che però esiste solo in vinile e perciò meno diffuso.

edulms ha detto...

Presto acquisteró la nuova edizione in vinile della Sony... forse sia il mio preferito del progressivo italiano!!

Anonimo ha detto...

Amico Edulms, sincerati che il vinile sia stato ristampato dalle matrici originali e non dai CD.
Per ora, le ristampe in vinile che ho comprato io, a parte pochissime eccezioni, fanno tutte piuttosto schifo.

Moludd ha detto...

ADA e DDA.... che grandi cagate. È capitato anche col Biglietto per l'inferno questo scherzo, tant'è che mancano i famosi 2/3 minuti tagliati nella versione CD. Purtroppo sti stronzi non te le scrivono nemmeno le fonti o i processi usati.

JJ JOHN ha detto...

Infatti.
Senza fare nomi, pensa che possiedo un Picture Disc dei Pink Floyd ristampato di recente, che è stato inciso addirittura alla velocità sbagliata! Confrontato con l'originale suona mezzo tono sotto.

-

PS:Una cortesia.
Anche se avete mille volte ragione, evitate il turpiloquio. Ve lo chiedo come un favore personale.

edulms ha detto...

Grazie per l'informazioni amico Anonimo.

Anonimo ha detto...

Come hai letto sul mio blog, uno dei miei italiani preferiti.

Andy

Anonimo ha detto...

http://progblog.splinder.com/tag/museo+rosenbach

La mia rece

Andy

marco ha detto...

Per me rimane un disco molto scorrevole,non riesco a trovare assolutamente dei difetti.Bello,bellissimo!
Il fatto che Nietzsche fosse stato ispiratore dei concetti di estrema destra era una credenza che andava in voga in quegli anni in cui gli scontri politici erano all'ordine del giorno.Davvero un gran peccato,avrebbero meritato un'altra chance

pino ha detto...

Caro JJ , potresti dire qualcosina in piu' sulla musica del Museo ... mi sono accorto che nel fervore di descrivere l'ostracismo subìto dal gruppo hai (volutamente) tralasciato ogni commento sull' esecuzione musicale dei ragazzi di Bordighera...Lo so che ci hai rimandato ad altre recensioni...in altri siti....ma qualche parolina Tua....non guasterebbe...ciao Pino...

JJ John ha detto...

OK Pino, metto in nota.

eldopop ha detto...

Museo Rosembach,grandioso disco de rock progressivo italiano!!!Amo este super trabalho.
Escutem www.eldopop.com.br
Listen www.eldopop.com.br
I´m from Brasil.
amsterdam_focus@homail.com
ciao ouvintes do rock progressivo.
Abraços,
Halfeld Carioca

Anonimo ha detto...

Disco davvero superlativo,perfetto dalla prima all'ultima nota!
I testi sono interessanti e suggestivi,il cantato è ottimo e si addice splendidamente al sound del gruppo(che unisce splendidamente parti sinfoniche ad altre più dure e spigolose,senza mai essere troppo invasive).
Grandissima anche la prova di Golzi alla batteria.
Peccato solo per quella piccola incomprensione legata alla copertina...

Denis

Unknown ha detto...

Un pò scopiazzato a dx e sx (ELP King Crimson etc) ma tutto sommato non male, diciamo pure interessante

DogmaX ha detto...

Capolavoro. Dall'inizio alla fine. In tutto e per tutto.

Peccato per quella maledetta copertina, avrebbero avuto una visibilità pari alla PFM e al Banco secondo me... perché non sono neanche ardui da ascoltare... :)

Claudio ha detto...

Quando acquistai l'album non feci molto caso al patchwork in copertina, peraltro piuttosto brutto a mio parere, fui invece folgorato dalla qualità del lavoro nel suo insieme. Si tratta certamente di uno dei capolavori del prog made in Italy e tutte le polemiche sollevate per quel particolare del busto... beh, banali appunto, fra me e l'ideologia di destra c'è un abisso e quel particolare non lo ho mai preso in considerazione, va detto anche che il filosofo tedesco quando parlava di superuomo non si riferiva mai ad un qualcosa riferito alla presunta superiorità razziale. E'un vero peccato che il Museo abbia dovuto chiudere i battenti prematuramente, ma in quegli anni accadeva anche questo purtroppo.

Anonimo ha detto...

Caro JJ ho la possibilità di acquistare un edizione originale del disco vg+/vg+ a 350€:che ne pensi?Grazie,complimenti per il sito!!!

J.J. JOHN ha detto...

Il prezzo va bene ma sincerati delle condizioni. Vg+ vuol dire tutto e niente.

Filippo ha detto...

Ma il gruppo non la vide mai la copertina prima che il disco fosse pubblicato??????!!

J.J. JOHN ha detto...

x Filippo:
Ho provato a girare la domanda al sito del "Museo" di cui avevo conosciuto tempo fa Alberto Moreno ma, ahimè, la mail non è più quella.

Spero che Alberto si faccia vivo con noi per risponderci, ma intanto ti do il link di questa intervista che credo sia abbastanza illuminante:

http://www.rockline.it/intervista/museo-rosenbach

enzo555 ha detto...

Album perfetto, che vive nella circolarità della traccia letteraria, perfetta anch'essa (chiamarlo "testo" sarebbe offensivamente riduttivo!), che si sviluppa lungo tutto il lavoro.
Grande l'impatto d'insieme, curatissimi gli impasti sonori, bellissime le tracce melodiche, molto ben calibrate le progressioni...
Che dire, a mio avviso, un disco sbalorditivo: ancora oggi, a distanza di anni e anni dal suo primo ascolto.... ancora mi seduce!

Ignazio ha detto...

Ciao a tutti,
volevo chiedervi una consulenza. Quanto potrebbe valere la ristampa booteg coreana?

Grazie a tutti

J.J. JOHN ha detto...

Guarda Ignazio, la ristampa giapponese della Seven Seas fluttua oggi tra i 70 e i 110 euro.
Quella coreana non lo so.
Mi sai dire almeno la casa discografica e il n° di catalogo?

roberto ha detto...

Ragazzi, questo è un capolavoro o giù di lì, certo, non è genuinamente mediterraneo come un disco degli Osanna, non è sperimentale e destrutturante come uno degli Area, strizza l'occhio al filone anglofono, ma di sicuro è un disco prog con i controca**i...
uno dei miei dischi preferiti in assoluto, anche perchè poi mi son preso a cuore la crocifissione insensata del gruppo da parte del movimento, di cui ho già ampiamente scritto...
ottima recensione comunque e come sempre...
roberto

Ignazio ha detto...

Ciao JJ Jhon, in rete non ho trovato niente del genere. Una riga soltanto sul sito di Croce. Tra l'altro non ho neanche il disco sottomano.

aliante ha detto...

Golzi torrenziale alla batteria e Pit Corradi sugli scudi con il Mellotron.

J.J. JOHN ha detto...

Ignazio scusa ma al momento ho troppo poche indicazioni e non posso esserti d'aiuto.
Semmai, se tu possedessi questo disco, mandami privatamente delle foto o comunque dammi maggiori dettagli.
Altrimenti, davvero, non posso essere più preciso.
Aspetto tue.
John

Anonimo ha detto...

Sono 2 giorni che non vedo commenti su questo blog, così sono ben felice di rompere il ghiaccio. :)

Trovo che quest'album sia fantastico, l'ho ri-ascoltato stamattina e l'ho trovato sensazionale, secondo me il testo di "Zarathustra" è uno dei picchi del prog italiano, e poi vogliamo mettere il "vivo il superuomo"? Galifi ha un fiato incredibile.

@aliante: suoni per caso la batteria? :)

Anonimo ha detto...

Ops, ho Nuovamente dimenticato di firmarmi. :D

Edoardo

aliante ha detto...

No Edoardo, non sono un musicista.

La batteria l'ho suonata un po' per gioco quando avevo 14 anni nel 1985.

Semplice: degli amici "non musicisti" come me, malati dei Pink Floyd, avevano messo su una specie di band e sognavano in grande.

Il mio ruolo era quello del grafico, visto che mi piace disegnare e così mi occupai del logo e della copertina (non chiedermi il nome della band, perchè ahimè l'ho dimenticato).

I ragazzi andavano a provare in un oratorio dove c'era una batteria ed io a volte in assenza del batterista li raggiungevo e mi divertivo un po'facendo del gran baccano!

Mi ricordo che l'unico musicista "vero" era il chitarrista, che infatti poi è diventato professore di chitarra classica, però ci siamo persi di vista.

Comunque ho sempre avuto la passione per basso e batteria.

In generale la sezione ritmica è la prima cosa che mi colpisce in una composizione e nel Prog. Italiano c'è veramente da sbizzarrirsi!

Anonimo ha detto...

Concordo con te, la sezione ritmica del prog è fantastica. Tra l'altro io sono un grande appassionato di metal, e la prima volta che ho ascoltato un album prog sono rimasto sbalordito dalla sezione ritmica, con batteria e basso che non si limitano solamente a tenere il ritmo, ma in un certo senso oserei dire che "dirigono" la musica, non so se mi spiego.

Tanti saluti, Edoardo. :)

aliante ha detto...

Capisco quello che intendi Edoardo e mi trovi d'accordo.

Io penso che il Prog sia uno dei generi musicali dove il bassista e il batterista hanno più peso a livello compositivo, non limitandosi a tenere il tempo, ma bensì "colorando" i pezzi con intuizioni e fantasia alla stregua di chitarre e tastiere.

Pensa che Lucio Battisti, grande studioso e cultore del ritmo, addirittura sosteneva che "nasce tutto da li".

Anche nei primi album solistici di Peter Gabriel (in particolare il terzo), c'è una grossa ricerca sui ritmi.

Io poi mi sono autonominato "Aliante"
in onore del bellissimo (per me) spunto ritmico di Michi Dei Rossi ( molto "Bill Bruford" in questo caso).

E poi perchè l'aliante che vola nel cielo in maniera pulita e senza rumore, mi ricorda il nostro amato Prog con i suoi suoni immaginifici che fanno viaggiare la mente.

Aspettiamo i prossimi sondaggi...

Ciao Edoardo.

Un abbraccio a tutti.



Anonimo ha detto...

Devo dire che avevo intuito l'origine del tuo nick. :D
Anch'io penso che Michi sia un grande anche se il pezzo che citi non lo ascolto da un po' dato che ho ecceduto con gli acquisti discografici ultimamente. :D

L'altro ieri ho ascoltato "In Concerto" e devo dire che "Truck of Fire" mi ha fatto una gran bella impressione per la batteria.

Ho visto inoltre che prossimamente John organizzerà i sondaggi per basso e batteria; anch'io come te penso che voterò Capiozzo, ma se si potessero esprimere 2 preferenze non saprei chimscegliere tra i tanti musicisti nominabili, forse Calderoni, ma non ne sono sicuro...

Un abbraccio e buonanotte, Edoardo. :)

Anonimo ha detto...

Grandissimo disco. Che c'entra la politica? Ci importa qualcosa se Bach era di destra o di sinistra? La sua musica è immortale e lo sarà sempre. Immortale sarà anche questo disco. Amen;-)

Marco Verpelli ha detto...

Per una recensione siamo al di fuori dell'epoca sulla quale si focalizza questo blog, ma si possono chiedere due parole riguardo "Il Tempio Delle Clessidre" ? Il primo lavoro mi è parso gradevole, il secondo lo ho preso oggi sulla fiducia.

J.J. JOHN ha detto...

Mi scuserai Marco, ma di norma non recensisco gruppi Neo-Prog a patto che non mi venga richiesto direttamente dagli stessi musicisti o dalle loro discografiche.
Massimo rispetto comunque al "Tempio delle Clessidre". Prog on!

Marco Verpelli ha detto...

Infatti non "pretendevo" una recensione, solo una opinione visto il, seppur debole, legame con il Museo. Bene così grazie!

Marco Verpelli ha detto...

Dimenticavo una cosa: preferisco di gran lunga il Neo-Prog rispetto ai ripescaggi di vecchi master scartati negli anni '70. Mi sanno tanto di operazioni raschiamento fondo barile tipo il BBC #2 dei Beatles di prossima uscita. Credo proprio che in questi casi il valore commerciale (visto lo scarso o quasi nullo costo dell'operazione) superi il valore storico di certe incisioni. Ovviamente tutto quello che scrivo è solamente l'opinione di una singola persona per quanto può valere.

J.J. JOHN ha detto...

Marco, il "Tempio delle Clessidre" l'ho ascoltato solo superficialmente.
Mi sono sembrati comunque bravissimi.
Altro gruppo neo-prog che mi ha impressionato è stato "Il bacio della medusa".

Riguardo ai ripescaggi, penso che abbiano un loro valore se fatti bene e/o con l'intento di diffondere materiale altrimenti perduto. Che so: "Il tempo della semina" del Biglietto, giusto per fare un esempio.
Purtroppo sappiamo bene che non va sempre così.

Riguardo al neo-prog, beh: quello rappresenta il presente e il futuro. E in effetti, credo che sia molto meglio supportare questi nuovi gruppi che non sentirsi per la millesima volta "Yesterday" incisa nella stanza da bagno di un albergo di Stoccolma :-)

Paolo ha detto...

Museo Rosenbach che album...
Tempo fa ho chiesto ad un amico, immaginavo il padre avesse un'importante collezione, se ne possedesse più di una copia. Purtroppo era fermo ad una.
Perché speravo in più di una? Perché si narra che i titolari del negozio storico di dischi di Ventimiglia, amici della band avessero la vetrina tappezzata dei loro album per promuoverli.
Il confine tra storia e leggenda non lo conosco, ma un tentativo non costava nulla e non mi fermo mica qua :)

Domenica dalla lontana Sardegna c'è una remota possibilità riesca a deviare per Novegro, spero davvero tu ci sia John, sarebbe un immenso piacere anche il solo dire "piacere, Paolo".
Se vieni ti porto la mia copia di Inferno che non ha mai conosciuto una puntina in vita sua poveraccia :)))

Saluti!

J.J. JOHN ha detto...

Caro Paolo,
credo che piangerò molto per due motivi.
1) Perchè Inferno è uno dei miei dischi preferiti. Lo conosco a memoria e dovetti purtroppo vendere la mia copia tanti anni fa.
2) Perchè non avrò sicuramente la solvibilità per permettermi un esemplare che non ha mai visto una puntina in vita sua.

Anonimo ha detto...

Buonasera.. Amo questo disco e ho sempre desiderato provare a cimentarmi nel risuonarlo (suono il basso), purtroppo però non trovo né spartiti né tab né qualsiasi altra cosa riconducibile a quest'opera.. Visto che ho iniziato da poco a suonare, volevo iniziare dalle canzoni magari più brevi, come Al di là del bene e del male, ma non ho trovato nulla..
Qualcuno potrebbe darmi qualche indicazione?? Grazie mille..

derosen ha detto...

possiedo "zarathustra" di Museo Rosenbach,..album in perfette condizioni...ha una quotazione??

J.J. JOHN ha detto...

Derosen: mi scriva privatamente, possiamo parlarne, grazie.

Anonimo ha detto...

Questo disco è una pietra miliare, ogni amante del prog dovrebbe averlo. E' bello bello bello. Certo non tutti i pezzi, non tutto il disco è sullo stesso livello, ma che importanza ha? Almeno 4 brani sono da brividi e li riascolterai vita natural durante.

claudio65 ha detto...

Una terribile notizia: è morto improvvisamente a Sanremo Giancarlo Golzi, a soli 63 anni, per un infarto (notizia su "Il Secolo XIX"). Anche lui ci lascia e sono davvero tanti quelli che non ci sono più.

ugo ha detto...

caspita se ne è andato pure lui io adoravo il suo suono della batteria e non mi riferisco al disco dei MUSEO ROSENBACH ma soprattutto ai primi MATIA BAZAR e quando nel 77 uscì quel frizzante disco dal titolo GRAN BAZAR (metà live e metà studio) io avevo solo 12 anni e ricordo che lo mettevo a tutto volume e la canzone GRAN BAZAR che dura 10 min. era ed è un concentrato di energia e vogli di vivere!i primi MATIA BAZAR li adoravo e li adoro tuttora e il ns.caro GIANCARLO era la benzina che li faceva correre oltre alla grandissima ANTONELLA all'epoca ANTONELLINA!r.i.p. only the good die young!!!

aliante ha detto...

No,anche Giancarlo Golzi non c'è più.

Grandissimo batterista.

R.I.P.

roberto ha detto...

No! Mi dispiace tantissimo, non posso che porgere le più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi cari.
Penso che sparerò "Zarathustra" a tutto volume per salutarlo.
Un altro pezzettino della nostra storia musicale se ne va.
Son davvero triste

J.J. JOHN ha detto...

Tristissimo anch'io perchè lo ritenevo non solo uno tra i migliori batteristi prog italiani, ma anche una persona straordinaria.
Vicino ai suoi cari, porgo loro le mie più sentite condoglianze.
John

Davide ha detto...

Bel disco. Anche se forse non è tra i miei preferiti del periodo. Un bel po di vecchi vinili (tra cui questo) me li ha ceduti mio padre, alcuni credo assai rari (tipo il salvadanaio a...salvadanaio del Banco!) , ma per adesso col cavolo che li vendo. Riguardo tutto il resto, mio padre, da ex membro di L.C. quel era, oggi mi ripete sempre che per certi versi erano più fasci loro in certi atteggiamenti che gli odiati fasci stessi. Ormai da tempo immemore se ne infischia della politica, credendo di essere stati ahem, inchiappettati tutti per bene al tempo. Un caloroso saluto.

JJ John ha detto...

Grazie Davide,
se un giorno decidessi di vendere i tuoi dischi (specie il Museo Rosenbach - il salvadanaio non m'interessa), ricordati del buon vecchio JJ. Anzi, scrivimi privatamente che magari ne parliamo un po'.
Per quanto riguarda le quinte colonne all'interno di LC, beh, quelle c'erano un po' dappertutto. Solo che all'epoca gli si attribuiva giustamente il ruolo di provocatori, oggi ne hanno fatto persino il titolo di una trasmissione televisiva... the sign O times... diceva il poeta.

Davide ha detto...

@JJ Grazie a te per la risposta e per il meraviglioso, accurato sito che gestisci. Eh già. Vennero sburattinati per benino all'epoca. Il discorso è lungo, appena ho un po di tempo di certo ne parleremo meglio in privato. Per lui fu una bella batosta, tanto che a fine '70 fino alla metà degli '80 (io ero piccolissimo) andò anche lui fuori di melone. Tanti amici/compagni di scuola/università ormai non ci sono più. Comunque, se putacaso dovessi decidere di vendere qualcosa (ma finché babbo campa, e camperà ancora a lungo a giudicare dal suo stato, sta meglio di me 34enne...nonostante le sue intemperanze giovanili) dovrò farlo a sua insaputa, ahahahah. Nonostante mi abbia ceduto molti dei suoi LP ogni tanto viene e se ne riprende un paio, li tiene per qualche mese e po me li restituisce. Diciamo che nella sua testa è roba che in qualche modo gli appartiene, nonostante provi a fare il disinteressato. Qualcosa ho dato via, tipo qualche LP degli ELP (che io detesto). Un saluto caloroso.

Unknown ha detto...

Ma perdio, non deve fluire per forza! Sai quante parti della "Tetralogia" di Wagner fanno cadere i coglioni? O quante volte, per rimanere nella musica non-classica, parti sfrenatamente rumoristiche paiono non finir mai?

lightfever ha detto...

Gentilissimi amici e lettori del Blog di John, per caso qualcuno di voi possiede l'LP "RARITIES" del Museo Rosenbach ed avrebbe la possibilità di farmene avere un rip in mp3 o flac (insomma, in digitale) per permettermi di ascoltarlo? purtroppo sono impossibilitato ad acquistarlo alle cifre in cui gira ma avrei davvero piacere ad ascoltarne il contenuto, visto che in rete non si trova da nessuna parte... Grazie a tutti per la cortesia e l'interessamento.

Graziano ha detto...

Sto ascoltando Museo Rosenbach e continuo a ritenerlo il piu' bel disco di prog Italiano.

JJ ha detto...

Non hai tutti i torti Graziano.
Pensa che io ho avuto il privilegio di ascoltarlo da un vinile assolutamente Mint, forse suonato due volte o mai, e la potenza che ne scaturì non era neppure lontanamente comparabile con la miglior ristampa in CD.
Un calore avvolgente, una dinamica totale, ti sembrava quasi di essere in studio con loro.

Certo,
i più scientisti mi diranno che nel 1973 in pochssimi potevano permettersi degli impianti hi-fi, e questo è verissimo. Anzi: fino a quindici-sedici anni io stesso ascoltavo i dischi come capitava.
Ma ciò non toglie che gli album non fossero fatti con stile, con sentimento, con abnegazione, e proprio per questo ancora oggi vanno riascoltati su vinile da master analogici. Perché é quello il loro senso di esistere.

Informatevi sulle ristampe, mi raccomando.
Quelle ottenute dai master digitali sono comunque impoverite. Magari non hanno più i difetti tipici dell'analogico, ma neppure la sua sublime poesia.

ann@rita ha detto...

cazzo John. quando dici queste cose capisco che ti chiamano 'maestro'

Anonimo ha detto...

Grandissimo disco, ma non è del tutto vero che fu ostracizzato a suo tempo, negli anni 70 lo si vedeva spesso in vetrina o in bella vista nei negozi di dischi, assieme a Opus Avantra, Claudio Rocchi, Dedalus e Battiato Pollution, oltre ovviamente ai più famosi PFM, Banco e Area. Non credo poi sia stato così invenduto...
Ora il LP originale va a prezzi da oro zecchino, anche se secondo me quotato in alto in modo quasi folle da collezionisti disposti a tutto pur di averlo.
Come per parecchi altri dischi di prog italiano, quello del Museo Rosenbach eran un disco che allora avevo comprato e dopo alcuni anni rivenduto quando diventai fissato con la musica sperimentale. Ma ora possiedo di nuovo una copia di questo gran bel disco, in ottime condizioni di vinile, cedutami un paio anni fa da un amico, assieme ad altri (Jumbo - DNA, Jumbo - Vietato..., Osanna - Palepoli e Osanna - Landscape...), ovviamente tutti originali, da un archivio tenuto in cantina, a 120 euro in tutto. E ovviamente non me disferò.

Paolo

Unknown ha detto...

Ciao.Il vero è che la foto del duce fu inserita di nascosto poco prima di andare in stampa e all' insaputa del Museo e dell' allora produttore signor Lanteri titolare del Dancing Kursaal sul lungomare di Bordighera.Io scrivevo su Nuovo Sound-settimanale di musica e cultura, in seguito ho scoperto il fattaccio in questione ma preferisco non parlarne

Unknown ha detto...

Mi scuso.L'unknown del 14/11/18 sono io Mauro Marchiani ex giornalista-rock...e sono di Bordighera come il Museo e in accordo con Moreno avrei dovuto scrivere la loro biografia


ravatto ha detto...

Quello che è accaduto a Museo Rosenbach con la storia della copertina di Zarathustra è, secondo me, indice di una certa "intransigenza ottusa" di certa parte di quel movimento che anzi era composto soprattutto da giovani entusiasti, aperti a capire e curiosi. Mentre qui sembra di aver a che fare con gente che si preoccupava solo della forma senza neanche provare a comprendere di cosa si stesse trattando. Insomma, non è mai un gran piacere avere a che fare con persone che non sanno (non vogliono?) ascoltare. Anche perché Zarathustra è un grande disco.

Anonimo ha detto...

Bellissimo disco con una copertina provocatoria e quantomeno inopportuna

Il brano Zarathustra è musicalmente grandioso ma tutta la sequenza è davvero straordinaria ed emotivamente vibrante e coinvolgente

I testi sono colti e nel contempo evocativi

Michele D'Alvano

prog72 ha detto...

La storia della copertina penalizzante è una leggenda metropolitana. Il disco, grazie anche ad una pessima distribuzione, era introvabile anche appena uscito. Se avessimo una macchina del tempo che ci catapultasse nel 1973 potremmo vedere la faccia dei negozianti di dischi alla richiesta "Ha il disco del Museo Rosenbach?".

marco ha detto...

Quello che dice prog72 è da considerare, con gli anni si sono sempre alimentate leggende metropolitane e non si possono avere prove e controprove. Comunque io personalmente non avevo mai notato la presenza di quel tizio che non voglio neanche nominare.
Ritornando alla qualità dell'album che dire....è un discone della madonna! In assoluto nella mia top ten, poi il 1973 era (quasi) una garanzia

Anonimo ha detto...

A chi parla di leggenda metropolitana per quanto riguarda la storia della copertina di Zarathustra, vorrei consigliare la lettura di questa intervista con il bassista del Museo Rosenbach pubblicata recentemente sul sito Rolling Stone:
https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/museo-rosenbach-lo-zarathustra-prog-e-il-busto-del-duce-una-storia-italiana/744417/

marco ha detto...

Bene, comunque non erano un gruppo fascio...la cazzata fu fatta dallo studio grafico, davvero un peccato che il tutto andò a puttane per colpa di quell'immagine....peccato davvero