Giuseppe "JB" Banfi: Galaxy my dear (1978)

LA FINE DEL BIGLIETTO PER L'INFERNO E L'INIZIO DELLA COLLABORAZIONE DEL SUO TASTIERISTA CON UNO DEI MITI DELLA MUSICA COSMICA TEDESCA.


giuseppe banfi galaxy my dear
Nel 1978 il “progressivo italiano” o “pop italiano” che dir si voglia, era clinicamente morto, privato ormai di quel terreno un tempo fertilizzato dalla Controcultura e sepolto da nuove esigenze comunicative che lo marginalizzarono in poco tempo. Eppure, quel fuoco creativo che il prog aveva iniettato nella musica italiana non si era spento: stava semplicemente covando sotto le sue stesse ceneri, tenendole costantemente ardenti e influenzando ulteriori generazioni di musicisti.  

Tra questi c’era Giuseppe Banfi detto “Baffo”, lecchese, classe 1954 ed ex tastierista dei Gee che durante e dopo la sua permanenza nel Biglietto per l’Inferno, non aveva mai abbandonato la propria passione per la tecnologia e la sperimentazione sonora: un sogno che lo portò a realizzare sotto l’egida di Klaus Schulze almeno due album solisti “Ma Dolce Vita” del 1979 e “Hearth” del 1981. La sua storia discografica però, ha inizio ancora prima. Verso la fine del 1975 infatti, a un anno dall’uscita dell’album “Biglietto per l’inferno”, la band di Mainetti e Canali era al massimo del suo splendore: aveva come nuovo impresario lo svizzero Freddy Honegher, veniva reputata uno dei gruppi di punta del prog italiano, aveva tenuto un brillante concerto a Lugano come spalla di Kevin Ayers dove attirò nientemeno che le attenzioni della Virgin Records e poteva contare almeno su un progetto molto allettante: quello di incidere per la prestigiosa discografica inglese un nuovo 33 giri con brani già pronti e raccolti in una demo intitolata “Il tempo della semina” (curata da Eugenio Finardi) che Honeggher aveva nel frattempo inviato a Londra insieme ad alcuni nastri di Banfi.

Giuseppe Baffo Banfi Galaxy my dear

Di fatto Banfi, parallelamente all’attività col Biglietto, stava sperimentando già da tempo un proprio linguaggio appoggiato principalmente sulla sperimentazione elettronica: si era creato un proprio studio di registrazione domestico attrezzato con due Revox, un Mini Moog, un Gem, un Eminent Solina, uno dei primi organi con la programmazione ritmica e una serie effetti tra cui un eco Binson, wah-wah, distorsori ecc. e aveva anch’egli materiale per un disco completo che intanto aveva già fatto ascoltare all'etichetta milanese Red Records.  

Purtroppo, per una serie di motivi, la nuova produzione della band - che nel contempo aveva subito anche il fallimento della precedente discografica Trident Records - non andò in porto e il sestetto piombò in una profonda crisi a cui si sommarono ulteriori problemi di militare, lauree, stanchezza, mancanza di soldi e soprattutto un forte disincanto che alla fine ne decretò lo scioglimento I lavoridel Banfi però finirono invece in mano a Klaus Schulze, storico pioniere della musica elettronica, membro della prima formazione dei Tangerine Dream, co-fondatore degli Ash Ra Tempel e in quel periodo, in forza alla stessa Virgin. Stregato da Banfi, Schulze non solo lo invitò in Germania per fare la sua conoscenza, ma stabilì con lui una solida relazione amicale e professionale destinata a durare a lungo. 

Alché, confortato perlomeno da questa nuova prospettiva, nel 1977 il ventitreenne Giuseppe partì per militare sapendo che comunque al suo ritorno avrebbe potuto continuare la sua carriera musicale e per giunta con ottime prospettive. E non è tutto: poco prima del suo ritorno, gli venne comunicata anche una gradita sorpresa. Grazie infatti all’interessamento di un suo caro amico tecnico e disc-jockey (oggi scomparso), quei nastri allora consegnati alla Red Records, non solo erano diventati un album dal titolo “Galaxy my dear”, ma erano già stati addirittura stampati e distribuiti nei negozi di tutta Italia.

giuseppe banfi biglietto per l'inferno

Ovviamente, quando Banfi ricevette il telegramma col quale gli si notificava l’operazione rimase di stucco (“Sono cascato giù dal pero”, mi ha detto testualmente in un’intervista), ma perlomeno ebbe la soddisfazione che nulla delle sue musiche era stato ritoccato in fase di produzione, come per esempio accadde invece agli sfortunati Alluminogeni che si videro il loro brani stravolti dalla Fonit

  L’unica nota curiosa è che sulle note di copertina non fu fatta alcuna menzione riguardo alla registrazione domestica originaria con i suoi ovvi limiti di dinamica, i suoi fruscii ecc., ma anche su questo, tutti sorvolarono bonariamente. Passando all’ascolto occorre ammettere che in effetti una certa ispirazione ai corrieri cosmici si sente e anche qualcosa di Jean Michel Jarre (es: in “Galaxy my dear”), ma nel complesso prevale la genialità e la passione con la quale Banfi ha saputo restituire un prodotto di alta classe a partire dai pochi mezzi a sua disposizione: cosa che forse occorse solo a Battiato nei primi anni ’70 quando un piccolo studio casalingo e una buona produzione potevano rivoluzionare la musica italiana. A volte, insomma, basta la sola abnegazione nei confronti di una propria idea per superare persino le temperie della casualità o le perplessità del mercato. E questa è sicuramente una delle migliori eredità del Pop italiano di cui Giuseppe “JB” Banfi fu sicuramente un protagonista di primissimo piano.  

TRACKLIST: - A - 1.Galaxy My Dear 2.Audio Emotion 3.Paradox: streams - B - 1.Gang 2.Goodbye My Little Star COLLEZIONISMI: “Galaxy my dear” nella sua versione originale su Red Records (VPA 123) è un disco non più così agevolmente reperibile come all’epoca della sua pubblicazione, ma neppure raro. Le sue quotazioni Mint non superano di norma i 30 euro.
RINGRAZIO GIUSEPPE PER L'AMICIZIA E I SUOI MERAVIGLIOSI CONTRIBUTI PARTECIPATI.

13 commenti :

A VIDA NUMA GOA ha detto...

Forse interesse...

http://avidanumagoa.blogspot.com/2011/09/viva-o-rock-progressivo-italiano.html

JJ John ha detto...

Obrigado AVNG, suas classificas sao muito interessantes e bem feitas.
Todas as nossas estan aqui:
http://classikrock.blogspot.com/2007/01/classifiche-e-sondaggi.html

E' um prazer de ver que tamben no Brasil o Prog italiano tem ainda muito coraçao!
A te logo e volte sempre.

aliante ha detto...

Ottimo tastierista. L'album in questione lo conosco appena, l'ho ascoltato da un amico un paio di volte e le impressioni che ho ricevuto non sono distanti da ciò che emerge dalla tua scheda. Banfi mi piace particolarmente ne "Il tempo della semina" del "Biglietto", un album che amo molto (forse anche più del primo omonimo) e dove lui sperimenta parecchio. Se non sbaglio
ha suonato in alcuni dischi di Finardi, vero John?

JJ ha detto...

Per quanto ne so, Giuseppe ha suonato nel primo album di Finardi del 1975 "Non gettate alcun oggetto dai finestrini" in buona compagnia con Battiato che per l'occasione si fece chiamare Franc Jonia.
Inizialmente lo stesso Finardi si interessò anche per produrre "Il tempo della semina", ma poi le cose presero una piega diversa.

Cmq chiederò maggiori lumi al Beppe quando finalmente andrò a trovarlo: cosa che gli ho promesso da secoli, ma che chissà perchè, non faccio mai...

Everlast in union ha detto...

Approfitto per qualche piccola correzione a quanto hai scritto a proposito di Baffo Banfi e del Biglietto per l’Inferno.
In effetti Finardi, pur non essendo citato nell’LP Mellow e nelle successive edizioni, fu di fatto il produttore, probabilmente imposto dalla Trident dopo essere già apparso in quel ruolo nel disco di Claudio Fucci.
In un’intervista Pilly Cossa dice che Finardi seguì tutte le registrazioni “come produttore”, pur non avendo con il gruppo un gran rapporto. P
are che sia stato Finardi ad imporre i testi di “Vivi lotta pensa” che al gruppo non piacevano e il brano venne anche scelto per il 45 giri promozionale (presumibilmente mai uscito o realizzato in poche rarissime copie) tratto dall’album.

Altra aggiunta: “Il tempo della semina” non uscì a causa del fallimento della Trident, pur essendo pronto. Il contatto con la Virgin non c’è mai stato, perché al gruppo venne solamente presentato il tour manager al seguito di Kevin Ayers (a cui il Biglietto suonò di spalla in una data in Svizzera), e si prospettò un colloquio con quell’etichetta, in realtà mai avvenuto.

A quanto si sa l’album pubblicato dalla Mellow potrebbe essere tratto da una cassetta (le note di Matthias Scheller all’edizione del 2003 sono un po’ vaghe in proposito).

Tutto qui, spero che queste note ti siano utili.

JJ John ha detto...

Grazie EIU.

In effetti, come mi ha detto Banfi, il Biglietto non entrò mai in contatto diretto con la Virgin, ma solo tramite Honeggher che inviò a Londra "La semina" e i nastri di Giuseppe.

Il colpo di grazia al Biglietto fu dato certamente dal fallimento della Trident, ma anche dal disinteresse della Virgin che secondo Honeggher, era inizialmente molto ben disposta alla pubblicazione di un nuovo album che avrebbe contenuto la reincisione dei brani della "Semina", all'epoca solo su demo.

Si aggiungano poi i problemi personali intestini alla band di cui ho fatto menzione nella scheda e il cerchio si chiude.

Questo è almeno quello che ho ricostruito da una conversazione con Giuseppe tre giorni fa e che forse un giorno avrò il coraggio di pubblicare.

Rachmaninov ha detto...

Ciao John....spero mi sia permesso (caso mai taglia e cassa senza pietà) :-)

A chi interessa, può deliziarsi con "Ma, dolce vita" di Baffo Banfi, scaricabile dal mio blog:

*** LINK DELETED *****

Ciao e buon ascolto.

John, un salutissimo !!!

Rach

J.J. JOHN ha detto...

Rach, per quanto bene possa volerti e non avere nulla in contrario sulla tua politica di webmaster, su Classic Rock è meglio non pubblicare certi "inviti".
Non è una questione morale: il punto è che semplicemente non voglio rogne.
Ti ringrazio per la comprensione.

UGO ha detto...

WAOW SON RIUSCITO A TROVARLO UN VERO BOTTO DI C@@O PENSA JOHN A SOLI 7 EURO DISCO EX+ COPERTINA VG+(COL SOLO BAFFO CALCATO A PENNA!!!).COSA NE PENSO BE DIREI A METà STRADA TRA IL KLAUS SCHULZE DI BLACKDANCE e TIMEWIND e IL J.M.JARRE DEL PERIODO OXYGENE/EQUINOXE!BEL DISCO GODIBILISSIMO E I RISPETTIVI RINGRAZIAMNETI TRA IL BANFI E LO STESSO SCHULZE LI TROVO GIUSTI!PERO CHI L'AVESSE MAI DETTO CHE IL TASTIERISTA DEL BIGLIETTO AVESSE PRODOTTO UN DISCO COSI BELLO MA COSI DIVERSO DAL GENERE DEL BIGLIETTO STESSO!CIAO UGO

Anonimo ha detto...

Buon disco !

Elettronica con influenze di musica cosmica tedesca ben calibrate con grande personalità

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Da Italianprog di Augusto Croce

"Il secondo album Ma, dolce vita venne registrato per l'etichetta di Schulze, Innovative Communication, e pubblicato in Germania, anche in questo caso un album elettronico interamente strumentale, mentre un terzo lavoro, Hearth del 1981, è l'unico a contenere una sezione ritmica con musicisti ospiti.!"

Michele d'Alvano

Anonimo ha detto...

."

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Tre giorni fa è morto Klaus Schulze .

Michele D'Alvano