Rovescio Della Medaglia: Io come io (1972)

rovescio della medaglia io come io 1972 Se il primo lavoro "La Bibbia" fu un esordio davvero scioccante e il terzo album "Contaminazione" rivelò il lato più tecnico del gruppo, il secondo disco del Rovescio della medaglia, "Io come io", si colloca esattamente nel mezzo sia come tempistica, sia come percorso di evoluzione musicale.

Pubblicato nel 1972, l'album viene prodottto dalla RCA in maniera faraonica: tre diverse edizioni, copertina forata, inserto centrale con i testi e, limitatamente alle prime copie, un medaglione di bronzo in omaggio, firmato personalmente dall'artista fiorentino Brandimarte.
Il tutto, per neppure 30 minuti di musica: cosa che rende questo Lp uno tra più brevi della storia del Prog .


In tutte le release, la copertina cartonata apribile che contiene testi, note, tracking list e foto, è dominata da toni molto scuri giocati sul nero e sul rosso, lasciando già presagire il suono sanguigno dell'album.

rovescio della medaglia 2Con tutte le liriche ispirate all'opera del filosofo Hegel ed alla "ricerca del sè in un mondo pieno di contraddizioni", "Io come io" si compone di quattro parti principali (di cui quelle pari sono divise in altrettanti movimenti), in cui il quartetto romano da finalmente sfoggio di quella autorevolezza tecnica che nel precedente "La Bibbia" era rimasta un po' ovattata.
Pur non essendo dichiaratamente un concept-album , il disco è chiaramente strutturato con una sua logica lirica e strumentale con le parti più dinamiche collocate in testa e in coda, e quelle più "tecniche" concentrate nei solchi mediani.

Il suono, pur se ruvido, graffiante e avulso da qualsiasi compromesso con il mainstream, risulta straordinariamente limpido e cesellato, esaltando così la dinamica di ciascuno strumento.
L'effettistica è praticamente assente e restituisce un groove compatto e privo di orpelli, al punto di evocare gli straordinari lavori heavy dei primi Black Sabbath.
rovescio della medaglia 3Tuttavia, quanto detto sinora risulterà lampante solo passando alla fase di auditing.
Si comincia con i sei minuti e mezzo di "Io", una micro-suite introdotta da un secco colpo di gong e da un riff portante di chitarra che viene via via ripreso da un basso più asciutto che mai.
Passati due minuti di "call and answer" tra basso e chitarra, fa il suo ingresso la maestosa voce del cantante Pino Ballarini che impone al brano un'ulteriore sferzata timbrica conducendolo nella sua parte più free: breve ma intensissima.

Seguono una ripresa del tema iniziale e il corale della prima parte di "Fenomeno" che, oltre a chiudere "Io", introduce la seconda parte del del lato A.
Si entra così nella magia di "Rappresentazione" il cui svolgimento lascia frastornati per la sua straordinaria varietà di ambienti: c'è tutta la forza dell'hard-rock (questa volta molto più "complessificata" del brano precedente) e nondimeno, numerose parentesi acustiche e vocali che conferiscono al brano un'invidiabile agilità sonora.
rovescio della medaglia 4Questa piacevole diversificazione che sembra anticipare il successivo "Contaminazione", prosegue anche nella seconda facciata con "Non io", che evoca inizialmente toni gotici e "silvestri".
Qui, un delicato arpeggio di chitarra contrappuntato dal flauto, introduce una delle parti vocali più melodiche che Ballarini abbia mai cantato.

La sua violenta chiusura e il ponte successivo ("Io come io / Divenire") però, non lascia dubbi su quello che sarà un potente finale in stile heavy. Aggressivi e violenti, i sei minuti e mezzo di "Io come io / Logica" chiudono il disco in un tripudio strumentale che ci rende spettatori del miglior "Rovescio" che di sia mai sentito sinora e,
a questo punto, ci vuole poco per stabilire che "Io come io" è da collocarsi tra le migliori prove del gruppo.
Certamente "Contaminazione" fu musicalmente più strutturato e "La Bibbia" era molto più spontaneo ma, a mio avviso, in questo album la band raggiunse un perfetto equilibrio tra tecnica e ambizione (o se vogliamo, tra "pathos" e "rigore"), asservendo le proprie potenzialità ad un lavoro processualmente adamantino e perfettamente calzante allo spirito del gruppo.

Ovvio, i detrattori potranno trovarvi di tutto per svilirlo perché in fondo il Rovescio non erano i Led Zeppelin e nemmenogli Atomic Rooster ma, almeno in questo caso, l'onestà non va messa in discussione.

44 commenti :

J.J. JOHN ha detto...

COMMENTI ALLA PRIMA VERSIONE

Ale - 12/11/08
Eddai, questi almeno un commento se lo meritano! Di loro però ho ascoltato solo Contaminazione, molto bello.Pian piano ascolterò anche gli altri magari.

JJ - 12/11/08
Grande Ale! Cmq, okkio, perchè chi conosce solo "Contaminazione" potrebbe subire un vero trauma ascoltando gli altri due: "La Bibbia" in particolare. Uomo avvisato...

Ale - 12/11/08
Allora partirò da questo "Io come io".Complimenti per il tuo bellissimo blog! Ciao!

Anonimo ha detto...

Difficile parlare di questo disco, almeno per me.

Il rovescio è un gruppo ke non può essere accostato a nessun gruppo hard rock straniero, apparte qualke somiglianza nel taglio della chitarra con i black sabbath.

Certo non erano nè i led zeppelin, nè i deep purple, nè i sabbath, ma alla fine questo non può ke essere un pregio.

Questo album l'ho apprezzato solo con il tempo.......è un disco più ostico di quelli dei led o dei deep. Ma penso ke questo sia dovuto principalmente dal fattore vendite. Insomma i led zeppelin o i deep o i sabbath avevano necessità di vendere a tutti i costi, i rovescio no. Da qui ne deriva un sound meno amichevole, meno di facile presa,rispetto ai loro colleghi albionici.

La prima volta ke ascoltai questo disco, ebbi l'impressione di trovarmi di fronte ad un hard rock di terza mano. Cercavo forse di fare dei confronti con i gruppi più famosi sopramenzionati.

In realtà mi sembra solo ke il loro sound abbia bisogno di un pò più di ascolti, per essere assimilato appieno. E' ostico, sicuramente non immediato, ma allo stesso tempo ben calibrato, tecnicamene ottimo,anke se non perfettamente rifinito (ma forse questo era l'intento del gruppo).

Peccato pecchi di supponenza a livello di testi. Non avevano sicuramente abbastanza conoscenza intellettiva per poter affrontare due argomenti difficili, come la bibbia e la filosofia di hegel.

E questa supponenza alla fine appanna un pò questo lavoro. Insomma se il gruppo avesse cantato delle semplici canzoni (stile gli Osage tribe o i teoremi) invece di affrontare concept album di difficile interpretazione, pensi ke i loro lavori ne avrebbero guadagnato.

Come per altri gruppi italiani validi dell'epoca, ho l'impressione ke questi vennero seguiti poco in fase di realizzazione del lp......e questo alla fine non ha permesso agli artisti nostrani di produrre lavori al massimo delle loro potenzialità.

Quindi x me rimane sicuramente un buon lavoro, lontano però dall'essere un capolavoro.

Grande merito al rovescio, comunque, per aver prodotto il primo lavoro hard rock nel nostro paese. Un album come la Bibbia nel71 doveva essere stato un bel pugno nello stomaco per l'ascoltatore medio nostrano.

Alex 77.

Dario ha detto...

Personalmente preferisco Contaminazione pur con tutti i suoi difetti. Io come io, nonostante le buone intenzioni mi risulta un po' piatto... cmq rocker veri anni luce avanti, almeno in Italia

Anonimo ha detto...

Alex77, cosa vuol dire ... "i led zeppelin o i deep o i sabbath avevano necessità di vendere a tutti i costi, il rovescio no."???

Anonimo ha detto...

E' un'impressione ke mi son fatto io ascoltando diversi gruppi prog italiani anni 70......i deep e i led (partendo dal fatto ke sono sicuramente superiori al rovescio) han proposto da subito un hard rock più amichevole, di più semplice assimilazione rispetto al rovescio. Un "In rock" io personalmente l'ho digerito prima rispetto ad un "Io come io". E penso ke magari questo sia dovuto dal fattore vendite. Insomma i deep "dovevano" vendere milioni di dischi, il rovescio no (non erano delle star e sicuramente avranno avuto meno il fiato sul collo)......eran più liberi di proporre magari un lavoro più pesante, meno diretto......

però ripeto questa è solo una mia impressione (magari errata)

Alex 77

Anonimo ha detto...

Preferisco anch'io Contaminazione, restando al fatto che amo le arie sinfoniche e gli arrangiamenti più ricchi. Devo dire però che nella loro versione hard i Rovescio non erano affatto male mostrando una carica aggressiva superiore ad altri gruppi nostrani.

Andy

taz ha detto...

Bè Contaminazione é veramente un'altra storia..."bravi" a chi all'epoca ha capito che cosa avrebbero potuto dare in un altro contesto musicale...e brava la RCA ad aver dato una possibilità(3 lp) al Rovescio...l'hanno fatti lavorare senza pressione e condizionamenti, almeno per i primi 2, l'ascolto di Io come io lo paragono alla ricerca di una stazione radio...cerchi cerchi fino a quando non trovi la frequenza giusta...poi una volta trovata non la lasci più...cioè l'inizio é ostico ma poi man mano che scorre l'ascolto, secondo me, il disco ha degli spunti interessanti, loro sono bravi e mi domando cosa avrebbero combinato se avessero avuto voglia "anche" di continuare a suonare e incidere...perchè dopo Contaminazione, cambiando anche formazione, hanno passato molto tempo a provare e cercare nuovi percorsi musicali, peccato solo che a nessuno sia venuto in mente di registrare le loro session...a me piaciono parecchio, e credo che una loro esibizione live valeva totalmente il prezzo del biglietto(sapendo che all'epoca la tendenza di alcuni era propio di nn pagarlo il biglietto..)....Aggiungo che il nome del gruppo è uno dei nomi più azzecati nella storia de prog..ciao....Quello che dici Alex non riesco ad afferarlo bene, io la facevo più semplice, In Rock, dei DP, é un disco con dei capolavori assoluti sia come pezzi che per chi ci suonava...ma la tua osservazione va approfondita...Talento o paraculismo.

JJ JOHN ha detto...

Infatti questa cosa dei Purple o gli Zep che "dovessero vendere" ha lasciato perplesso anche me.
A mio avviso erano semplicemente migliori o, come disse una volta il mio amico Maurizio Rossetti: "rispetto ai gruppi hard inglesi, il Rovescio faceva semplicemente cagare." Tutto li.
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Cmq, restando a noi, io credo che "Contaminazione" non fosse il vero Rovescio. Quel disco è certamente più strutturato, piacevole e meglio prodotto degli altri due, ma la mano di Bacalov fu davvero pesante. Dalla sua ingerenza credo che solo gli Osanna ne fossero usciti veramente incolumi.

Anonimo ha detto...

Be come si fa a dire ke il rovescio della medaglia come gruppo hard rock facesse cagare? Mah.......è un'affermazione ke dovrebbe essere giustificata.......come la mia.

Io trovo ke i lavori del rovescio (almeno i primi 2) siano più ostici da ascoltare rispetto ai deep purple o ai led. Ora partendo dal fatto ke il rovescio aveva una grande tecnica (certo non come quella dei deep.......ma comunque niente male), mi son sempre kiesto cosa mancasse ai lavori del gruppo italiano per entrare di diritto nel tempio del hard rock? Cosa gli è mancato rispetto ai più blasonati gruppi inglesi? Creatività? Mah........secondo me erano semplicemente più propensi a creare un sound meno immediato rispetto ai deep. Ma penso ke questa fosse una loro scelta. Forse proprio per distanziarsi da loro........per non diventare dei semplici cloni......per cercare una propria identità musicale.

La mia impressione è ke comunque quando provarono a fare pezzi più immediati (come sodoma e gomorra) il risultato sia stato ottimo.

Credo ke non si sia trattato di mancanza di talento, ma della scelta volontaria di provare a tracciare un discorso nuovo.......

Secondo voi invece JJ e taz.......cosa è mancato ad un gruppo così per diventare un grande gruppo come le stars inglesi?

Capacità? Tecnica? Creatività? Un manager con i contro coglioni?
Ditemi la vostra...........

alex 77

J.J. JOHN ha detto...

Il discorso di Maurizio è comparativo e, conoscendo la sua esperienza partecipata, non posso dargli torto.
In fondo, anch'io la penso così, ma non mi spingo a quegli estremi perchè mi occupo di un settore specifico e dunque per me sarebbe inopportuno fare quel genere di paragoni.

Per risponderti però, devo invitarti a tener conto dei due ambienti completamente differenti in cui gli Inglesi e gli Italiani hanno sviluppato lo stesso concetto musicale.
Gli Inglesi, ad esempio, non avevano il concetto di "militanza" che avevamo noi, e quindi la loro "attitudine musicale" (nata sin dai tempi dei Beatles), aveva probabilmente dei vincoli minori, potendo quindi svilupparsi e spaziare con molta più creatività.
Tutto questo senza contare la loro maggiore apertura multietnica e culturale.
In Italia, il Prog è nato e si è evoluto all'interno di un circuito che era si conflittuale e trasgressivo, ma limitato sostanzialmente all'evolversi dei movimenti creativi giovanili (Underground e Controcultura)e questo ha portato molti artisti ad "apparire" piuttosto che ad "essere".

Nel nostro caso, il Rovescio non si è salvato mai da questa deriva culturale, almeno in senso internazionale.
Certamente si è ritagliato una sua nicchia. Sicuramente ha dato un forte imprint alla socialdemocrazia musicale italiana, ma non avrebbe mai potuto varcare i limiti del suo sistema perchè troppo derivativo e localizzato.
In sostanza, erano originali a casa propria ma non certamente a larga scala.
So che sono discorsi che potrebbero non piacere, ma la realtà fu quella.
Se non l'avete ancora letto, ho scritto un lungo post in merito che si chiama "Il prog italiano all'estero: un'avventura sofferta".

Se volete, rimandiamo il dibattito là.

taz ha detto...

parliamone....ovunque ma basta parlarne....caro 77, IN ROCK dei DP fù un disco eccezionale...non suonarono solo quello, tanti altri lp furono da "incorniciare", ma IN ROCK.....Come per me é eccezzionale Contaminazione, sarà un disco che mi accompagnerà nella tomba insieme a Concerto Grosso...UT....Palepoli...Aria...I DP ci provarono nella loro "contaminazione" ma il risultato, per me, fù disastroso(fecero meglio i NT Osanna..)...quindi questo per dire che?....che la parola magica è alchimia....più una grande possibilità di scegliere tra tanti grandi musicisti, se una band è unica un motivo ci sarà, da noi per avere un gruppo di livello inglese dovevi "fondere" tanti componenti di vari gruppi....in più credo che l'indsutria musicale inglese era ed é considerata "un'industria" a tutti gli effetti, quindi con INTERESSE e INVESTIMENTI da parte di tutti...da noi non credo sia considerata "industria" la discografia musicale, un business si, ma piccolino rapportato a paesi come USA e UK.....Prendi alla voce Di Giacomo...chitarre Di Palo e Tofani e Rustici...tastiere Premoli e Nocenzi e Leone...al basso Tavolazzi...batteria Chirico...cori Sorrenti family...violino flauto strumenti "mediteranei" Pagani...Insomma io sto scherzando, ma questo per dire che io d'invidia per alcuni strumentisti Inglesi non ne ho...ividio invece l'ambiente, e nn solo, dove loro sono cresciuti...anche a quelle latitudini, presi singolarmente, la strada percorsa, da alcuni, non fù certo esaltante...ovvio ci sono le eccezzioni....ciao

Anonimo ha detto...

Il buon critico SCARUFFI ha dato a LA BIBBIA del Rovescio della medaglia e ad IN ROCK dei deep purple lo stesso voto.......ovvero 6/10. MAH?!?!?!

alex 77

JJ JOHN ha detto...

I casi sono due: o gli fanno schifo i Deep Purple o adora il Rovescio Della Medaglia.
C'è comunque qualcosa che non va.

Anonimo ha detto...

Daccordo con te JJ. Ogni critico alla fine per quanto obbiettivo voglia essere, ci mette sempre qualcosa di soggettivo nelle proprie recensioni.

Bè comunque dà un 6 anke a "crac" degli Area e a "sulle corde di aries" e "clic" di Battiato.

E qui ci sarebbe da discuterne per ore, secondo me.....mah sti critici italo-americani......ci sono o ci fanno?

alex 77

lenz ha detto...

a me è piaciuto moltissimo, una velocissima staffilata musicale con un basso ossessivo e digrignate, suono di chitarra un pò sottotono e una grande voce. che gruppo che era.. c'era musica e sostanza ai tempi!

Anonimo ha detto...

Ma Scaruffi non era quello che sosteneva che nelle future storie del Rock ai Faust sarebbe stata attribuita un'importanza maggiore che ai Beatles? Marco

JJ John ha detto...

Non lo sapevo. Questa è buona.

Anonimo ha detto...

La citazione era nella storia del Rock di Elio Venditti (editori riuniti). Purtroppo, il libretto deve essere stato vittima di una delle mie pulizie di primavera. In ogni caso, se vai sul sito di Scaruffi, potrai farti un'idea di cosa pensi dei Beatles. Marco

JJ JOHN ha detto...

No grazie. So già tutto e non mi interessa.
Beninteso: uno può pensarla come vuole, ma io sono uno che non ama la "tuttologia" calata dall'alto.
"Antes de hablar abra la boca" diceva il mio amico Giulio Capiozzo.

DogmaX ha detto...

Scaruffi guarda molto al lato "storico", anche perché lui cerca di dare un'accezione "oggettiva" alle sue valutazioni, e l'unico modo per farlo e analizzarle il contesto storico e l'originalità, proprio perché la musica è un'arte che può suscitare emozioni diverse ad individui diversi, in maniera molto soggettiva. Ecco perché i suoi voti possono sembrare piuttosto strani.

Tornando a "Io Come Io"... all'inizio non mi piaceva proprio... lo vedevo come un disco sciatto e tecnicamente realizzato malissimo... però diciamo che mi attirò subito il pezzo finale di "IO Come IO", con il dialogo "chitarra"-"batteria" con un Enzo Vita in gran forma. Dopo un paio d'ascolti l'ho rivalutato ed, attualmente, penso che sia il mio preferito di RDM. Non è facile comporre "musica complessa" come c'è in questo disco con pochissimi mezzi... è facile fare musica barocca e complessa con n-mila strumenti... qui c'è un flauto in "Non Io" e i canonici strumenti nelle altre canzoni... eppure è comunque un lavoro abbastanza complesso, come forma e struttura, in puro stile prog, senza tastiere invadenti o minchiate varie. Ma soprattutto, rappresenta il connubio perfetto per quanto concernono i miei gusti: Hard Rock alla Deep/Led + l'imprevedibilità e l'evoluzione tipicamente Prog... per me quest'album è pura manna per le orecchie ormai, così come La Bibbia, mentre ormai Contaminazione, dopo un primo ascolto shock, non mi dice più nulla.

Peccato che non esistano testimonianze video dei loro live, mentre l'unica registrazione live mai rilasciata riguarda la fase "free-jazz" della loro carriera, mi pare dopo il 75'... con "Giudizio Avrai...".

JJ John ha detto...

Oddio,DogmaX, hai ragione nel dire che un analista deve anteporre il livello conflittuale e trasgressivo di un'opera rispetto ai propri gusti(come faccio io, insomma), ma questa non è una novità: è una metodologia inventata da Gramsci che poi ognuno sviluppa secondo la sua sensibilità.

Scaruffi tuttavia, si inganna spesso sulla "forma sociale" delle cose.
Voglio dire: non si può svilire i Beatles solo perchè anch'essi hanno attraversato una fase adolescenziale in cui i testi parlavano d'amore o di fatuità.
Quato perchè il loro valore non stava tanto nei "testi in se", ma nel "modo" in cui essi li proponevano. E questa è una lacuna che lo ha portato a tranciare per i Beatles e per molti altri giudizi a mio avviso parziali e spesso poco obiettivi.

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Sul RDM la penso anch'io come te.
La loro era una vulcanicità unica.
Forse un po' "borgatara", ma sicuramente sincera e senza compromessi.
"Contaminazioni" a parte.

DogmaX ha detto...

Diciamo che le opinioni di Scaruffi su Beatles e Queen (se non avessi conosciuto i Queen col cavolo che mi sarei avvicinato alla musica prog) meritano una menzione a parte: lì, come lui stesso affermò in un suo "lunghissimo post", tendeva a svalutare i gruppi inflazionati per valutare quelli meno conosciuti... motivo per cui i Beatles erano dei dementi e i Velvet Underground erano delle divinità... anche i Queen li ha trattati davvero malissimo: non erano il gruppo tecnicamente più originale dell'epoca, ma avevano una carica compositiva/scenica invidiabile, e i primi album non erano certo quelli degli anni '80... vedasi Queen II, ancora prima del celeberrimo A Night at The Opera... e invece si parla addirittura di "tecniche di terza mano", "assoli clowneschi"... a volte ha dato anche a me l'impressione di voler forzatamente screditare un gruppo senza poggiarsi su una base oggettiva.

Poi riallacciando il discorso Scaruffi agli RDM, ovviamente il nostro paladino ha dato 5 a quest'album... vabè, l'avrà ascoltato solo una volta, quindi è ampiamente giustificabile :)

JJ John ha detto...

Io credo che dopo "Jazz" i Queen siano diventati un'industria e a parte certe ultime cose non credo di avere torto. L'assolo di Brian a Wembley era davvero farsesco.
Eppure guarda, ieri mi stavo riascoltando "Queen" del '73: ma come si fa a non adorare un disco simile?
Alle medie i miei compagni mi prendevano in giro perchè dicevano che i loro erano dei "Led Zeppelin di serie B".
Ma non è vero: gli Zep erano rock-blues i Queen facevano un pop scintillante e creativo come non si era mai sentito prima.
Ma dico, ma dove ce le avevano le orecchie?

Scaruffi è un po' la Wanna Marchi dei tuttologi. Per me, può dire ciò che vuole. Siamo in democrazia.

DogmaX ha detto...

Si, infatti Jazz (Don't Stop Me Now esclusa, che non va toccata da nessun individuo nell'universo) non mi piace proprio, è una pacchianata di proporzioni cosmiche, mentre qualcosa in News Of The World si salvava: c'erano pizzichi di sperimentazione in It's Late, c'era la bellissima My Melancholy Blues e la sottovalutatissima All Dead, All Dead di May... da Jazz in poi è un declino. Anche l'acclamatissimo Innuendo non è che poi sia sto spettacolo, a parte qualche superpezzo.

Poi confrontare i Led con i primi Queen è piuttosto scorretto: i primi Queen avevano influenze maggiormente Glam-Rock, ma avevano un sound tutto loro, e in Sheer Heart Attack c'era quella Stone Cold Crazy che avrebbe certo fatto impallidire gli stessi Led... anzi, non ricordo una canzone di quel periodo che avesse una velocità simile... mo ci vuole, tornando agli RDM, neanche Sodoma e Gomorra e Arrow Head degli Osage Tribe erano così veloci, giusto per citare due pezzi nostrani di quel periodo!!

È bello finire a parlare dei primi amori in una discussione sugli RDM e su Scaruffi, le vie della musica sono infinite. Se non avessi ascoltato i Queen forse non conoscerei neanche questo blog e la splendida musica prog!!

J.J. JOHN ha detto...

Di Jazz però ricordo anche "Leaving Home Ain't Easy" che era forte, con tutti quei coretti che ti riportavano a cinque anni prima.
Davvero una bella atmosfera.

Beh, comunque, per farla breve: sabato e domenica sarò a Montreux a vedermi i miei adorati Laibach e naturalmente, come tutti i turisti consapevoli, non mancherò di farmi fare una foto davanti alla statua di Freddie Mercury in riva a quel lago che ispirò anche "Smoke on the water".
Ma cosa vuoi di più?

E che kezzo, siamo o non siamo dei veri uomini?

Abbraccio DogmaX
JJ

DogmaX ha detto...

Leaving Home Ain't Easy era un bel pezzo sicuramente, confinato nello scantinato dei pezzi "most underrated" insieme a brani come "Flick Of The Wrist", "Sail Away Sweet Sister", "Keep Passing The Open Windows" e "Was It All Worth It"... mica erano solo Radio Ga Ga e Bohemian Rhapsody :)

ludwig ha detto...

A proposito di Queen (vi adoro per averne parlato in un blog progressivo!:D), osservo che la critica di oggi è forse "più matura" e il gran valore dei loro lavori anni'70, anche a livello di influenze successive, è ormai largamente riconosciuto. Del tipo (tanto per fare un esempio) 35 anni fa "Queen II" avrebbe potuto trovarsi al 1° posto nella classifica "prog-related" di progarchives? (...a proposito, una bella sezione prog-related anche qui?:-) eheh)

JJ ha detto...

Oddio... adesso c'è già la sezione "Le radici del Prog" che è partita due mesi fa e per quanto mi riguarda ha già sollevato abbastanza cagnara.
"Freak Out" è stato o no una base per il prog? "Pet Sounds" ha influito o no sulla storia del rock? Io credevo fosse tutto molto ovvio, ma mi sono accorto che non tutti la pensano allo stesso modo.

Capisci Alessandro, in qs. senso
se adesso mi mettessi a fare una sezione di prog-related mi ficcherei in un bel casino, non trovi?
Che so, "Queen" o "Queen 2" erano prog o no? Ma chi se ne frega, dico io.
Di sicuro avevano una creatività e una spavalderia che non si è mai più risentita, ma star li a menarmela se quello fosse prog o no, non ci penso nemmeno.

A proposito, ma tu sei Alessandro Portelli che mi ha scritto sul CdL o è un caso di omonimia?
Abbraccio
JJ

ludwig ha detto...

...non posso darti torto ^_^ Poi la mania di "etichettare" non l'ho mai sopportata/capita nemmeno io (ascolto talvolta anche metal, un mondo dove a volte si giudica un disco in base a "quanto metal è"...mah!). Eh...no, non sono io "quel" Alessandro...penso in effetti che dovrei cambiare la visualizzazione del nome, appena capisco come si fa :-P

ludwig ha detto...

...eccomi, ho cambiato usando il nick dell'email (...che fantasia...:P). Già che ci sono commento anche il disco recensito. Di fatto, questo era il "vero" RDM, mentre da tutti è ricordato per il lavoro con Bacalov: non del tutto ingiustificatamente, sia chiaro. Qui un certo carattere relativamente "ostico" alla fine è un po' la "progressivizzazione" (si può dire?^^) dell'hard rock d'oltremanica, ma per un sound "RDM 100%", personale e compatto e da tramandare ai posteri, ci sarebbe stato da lavorare ancora...invece arrivò Bacalov con la sua piccola fetta di gloria, e la jella del furto della strumentazione ci ha impedito di sapere come sarebbe andata nel periodo immediatamente successivo!
In ogni caso me li ascolto sempre volentieri.
Alessandro

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, e complimenti a jj per il sito, le recensioni etc!

sono in possesso di una copia di questo lp - in buono stato con opertine/interni near mint - vinile con segni di spazzole etc (righe leggere) purtroppo e' senza medaglione ...quale puo' essere la sua "giusta" quotazione?

J.J. JOHN ha detto...

Temo non molto perchè di quell'edizione è proprio il gadget che conta.
Posso dirti che il solo medaglione vale circa 800 euro.
Il disco completo di medaglione staziona invece intorno ai 2.000 /2.500 in condizioni Mint.

Un vinile un po' segnato come il tuo e senza medaglia proprio non saprei. Forse 300/400, ma non sono sicuro.
JJ

roberto ha detto...

Scusate se intervengo pesantemente fuori tema, ma mi riallaccio allo scambio di battute su Zeppelin/Queen.

Premetto che se i Queen sono il mio gruppo preferito (a livello affettivo), gli Zeppelin sono sicuramente sul podio.

Non son d'accordo con Dogma quando dice che Stone cold crazy "avrebbe fatto impallidire gli stessi Led", visto che per le sole ragioni anagrafiche non può non essere "figlia" (prendete con le molle questo termine, non voglio togliere niente alla Regina) di Comm Breakdown... Se poi vogliamo parlare del pezzo "Sheer Heart Attack" che appartiene alle sessions dell'omonimo album ed è uscito in piena epoca punk perchè reputato "troppo avanti" per il '73 ok, allora sicuramente siamo d'accordo.

Il rapporto Queen/Zep è stato chiarito da Mercury, che sostenne come Bohemian Rhapsody fosse la "Stairway to Heaven" dei Queen (a livello di struttura, inizio dolce; parte centrale che in un caso è figlia di Page/Bonham e nell'altro del genio operistico di Freddie; chiusura heavy), e visto poi come anche Blackmore dichiarò che l'ascolto di Led Zeppelin I rappresentò la svolta anche per i Deep, direi che su chi ha influenzato chi ci possiamo discutere su, ma i segnali son abbastanza evidenti. Poi, ovviamente si parla di geni assoluti, e nessuno deve ringraziare nessun altro visto che ognuno di loro ha trovato ottimamente la propria via.

Chiudo chiedendovi come mai non citate Get down make love, che per me è meravigliosa (la accosto a Dazed and Confused, ma abbiate pietà di me.....)

roberto

DogmaX ha detto...

Roberto non è una questione di venire prima o dopo... parlo di questioni puramente tecniche... non ci somiglia proprio a Communication Breakdown secondo me, Stone Cold Crazy potrebbe essere tranquillamente definita come una canzone accostabile al Thrash Metal (guarda caso i Metallica l'hanno coverizzata e rieseguita con gli stessi Queen al concerto di tributo per Freddie), e in quel periodo canzoni così veloci non me le ricordo proprio. Che i Led fossero superiori tecnicamente era assodato, ma solo perché avevano quel mostro di nome John Bohnam: May non era così inferiore a Page, stessa cosa per il confronto Jones-Deacon, dove esce vincitore il primo ma non platealmente. Poi vabè, se vogliamo parlare dei cantanti, seppur ami Plant, non c'è proprio paragone secondo me. Poi sono sempre opinioni personali, sono esperto di musica ma non così tanto da poter dire con assoluta certezza chi fosse più tecnico dell'altro.

Tornando ai Queen, Get Down, Make Love, come la maggior parte di News Of The World, è una canzone decisamente atipica per i Queen, nel ritmo e nella forma. A me però non è mai piaciuta tantissimo.

Se JJ tirerà mai fuori un post sui Queen, secondo me, ne vedremo delle belle :)

Anonimo ha detto...

Chissa...
forse su "Queen", il mio preferito insieme a "A night..." e "A day...".
Salutoni a tutti da Vrsar!
JJ

DogmaX ha detto...

Ciao JJ magari, secondo me esce fuori un bel dibattito :)

roberto ha detto...

Sicuramente ci si divertirebbe a discuterne… comunque vorrei spiegarmi meglio; io non parlavo di venire prima come elemento discriminante a livello qualitativo, assolutamente, nemmeno intendevo fare un confronto sulla tecnica individuale, perché non mi piace tanto il discorso, insomma, i musicisti dei due gruppi erano miscelati secondo un’alchimia perfetta e stavano bene dove stavano. (certo, Bonzo probabilmente era di un altro pianeta così come Mercury, ma di certo questo nulla toglie a Taylor o a Plant, il cui unico problema fu che, a differenza di Freddie la cui voce migliorava col tempo, ha avuto un fisiologico calo pauroso, e vi invito ad ascoltare il bootleg “Destroyer” del ’77 che fa venire da piangere…). Ma il punto non è la tecnica, altrimenti staremmo sbavando dietro a quante pennate riesce a fare al secondo Petrucci (impressionante, per carità, ma meno male non ci si ferma lì).
Col definire Stone cold crazy “figlia” di Comm breakdown non intendevo parlare di somiglianze, mi pare però che con le dovute differenze, le due canzoni rappresentino il modo di sperimentare quel tipo di musica dei due gruppi. Cioè, gli Zepp han suonato Communication Breakdown e poi hanno sviluppato la loro musica, così come i Queen dopo Stone cold crazy, si son concentrati sulla loro evoluzione. Il che non toglie che sicuramente i Queen potessero far impallidire chiunque, ma se devo tirar fuori una canzone esemplificativa, beh, allora mi viene in mente “The prophet song”.
Detto questo, preciso che non volevo sminuire assolutamente l’importanza dei Queen nel panorama del rock e la loro influenza anche su correnti a loro non direttamente riconducibili, tipo il metal o trash come giustamente facevi riferimento tu.
Tutto questo ovviamente senza nulla togliere ai Rovescio della Medaglia (così faccio finta di non essere completamente fuori tema…)

Alachetuè a tutti!

roberto

DogmaX ha detto...

Alachetué anche a te, che ancora non ha un senso xD

Comunque sì, The Prophet's Song è un fottuto capolavoro, così come The March Of The Black Queen.

roberto ha detto...

non potrei essere più d'accordo...

jean ha detto...

La Bibbia: molto piu spontaneo e sorprendente per l'epoca per una band italiana ...conservo l'originale come una cosa santa . "Io come io" ? sono corso ad ascoltarlo e li , non ho capito piu nulla . (break senza fine,un suono "vuoto" ,una voce sgradevole.. mi fermo qui perchè a molti il disco piace ) La sola cosa che mi fa arrabiare dopo tutti questi anni è di averlo avuto in mano e non compralo , i collezionisti mi hanno capito.

ravatto ha detto...

Adoro i Queen, e in special modo i loro primi due album!
Che viaggioni....che ricordi...

Ecco una versione alternativa di "Jesus"
http://www.youtube.com/watch?v=-MoJPZqlnkk

UGO ha detto...

be io credo che THE GAME chiuda il decennio ed il meglio dei QUEEN.poi degli altri album salverei qualcosa di A KIND OF MAGIC ed INNUENDO dove si tornò a respirare qualcosa dei 70's ma l'epilogo era dietro l'angolo...purtroppo...e THE SHOW MUST GO ON anticipa ed esalta la fine del grande FREDDIE che era del tuo segno zodiacale caro JOHN ...lo sapevi? ah e BUON ANNO PROG A TUTTI!

Anonimo ha detto...

Dei tre lavori,Io Come Io è quello che mi aggrada di più.Essenziale,tecnico,sintetico.A tal punto che parlandone con Enzo (Vita) gli feci notare l'essenzialità del messaggio.Mi ha risposto che ,sicuramente,sarà la base per riprenderne un discorso più ampio e completo.Così come ha fatto con La Bibbia>Tribal Domestic.

Anonimo ha detto...

Buon disco !

Meno grezzo e spontaneo rispetto al precedente ma musicalmente più raffinato e ambizioso

Michele D'Alvano