Venetian Power: The arid Land (1971)
Da considerarsi più un gruppo teatrale che non una band vera e propria, questo numeroso collettivo veneto (15 elementi) di cui fecero parte anche Claes Cornelius dei Blues Right Off e Nello Marini delle Stelle di Mario Schifano, da alle stampe nel 1971 un solo album prevalentemente acustico per la multinazionale CBS.
Dotato di una inquietante veste grafica, opera dell'artista Ludovico De Luigi e sottotitolato "una terra guasta e inaridita", presenta musicalmente dei notevoli intarsi tra voci e strumenti.
I testi, dal sapore retorico e inerenti alla decadenza fisica e morale di Venezia, sono cantati sia in inglese che in Italiano.
Pur essendo estremamente dignitoso tecnicamente (a partire dalla qualità dell'incisione), il disco tuttavia finisce per non convincere nè gli appassionati di musica underground nè quelli di teatro, finendo per passare inosservato.
Un peccato perchè, in un certo senso, le capacità del collettivo veneziano sono davvero all'altezza di una produzione più che professionale: tutti i suoni dei vari strumenti sono catturati e mixati a dovere e la fantasia compositiva palesata negli otto brani del disco è davvero affascinante.
Certo, pesa molto quell'atmosfera aulica tipica di tutte le colonne sonore delle rappresentazioni teatrali (es: "Dying waters of life"), l'eccesso di grevità nel groove generale e un esagerato ricorso a stilemi di matrice freak e Catto-Beat ("Arid land").
Malgrado tutto però, l'album vale sicuramente un ascolto se non altro per lasciarsi trasportare da tutti i vari panorami sonori che i Venetian Power ci mettono sapientemente a disposizione.
Ultima nota per i collezionisti: "The arid land" è un Lp rarissimo e costoso.
Altre indicazioni, le troverete sulla pagina dedicata a Claudio Ambrosini, fondatore del gruppo e ideatore della pièce teatrale.
9 commenti :
Anche di questo disco ti posso dire qualcosa.
Io purtroppo non lo posseggo ma ho un amico qui a Venezia che ce l'ha. Gliel'ho chiesto in prestito perché alcuni amici, che mi sapevano informato, mi avevano chiesto di reperirlo per ascoltarlo. Ho realizzato una digitalizzazione in Cd (ad uso privato), dopo aver chiesto a Claudio Ambrosini il permesso.
Ciao, rikkardf
E' stato uno dei primi dischi che ho acquistato, avevo 17 anni, e lo riascolto ogni tanto. Bello. Qale e quanta bella produzione in quegli anni!
Caro anonimo, tienitelo stretto perchè mi sa che vale parecchio.
Tutto ciò che di bello c'era in quegli anni, lo puoi agevolmente scoprire su queso sito.
Prog on!
Tecnicamente e a livello compositivo è un disco meraviglioso. L'unica nota dolente del disco (ahimè!) è l'inglese pronunciato pessimamnte e a volte sgrammaticato.
ciao
il pittore sarebbe Ludovico De Luigi, Mario è regista
Corretto, grazie.
C'è l'ho e sono anche riuscito a vedere lo spettacolo (ho acquistato LP dopo averlo visto). Credo sia stato sottovalutato; probabilmente anche dai protagonisti.
Questo è un lavoro che non mi ha mai convinto .
L'ho sempre trovato troppo greve e retorico .
Michele D'Alvano
Ormai non riesco più ad ascoltare gruppi prog italiani che cantano solo in inglese, non ha senso...è più forte di me
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