Orchestra Njervudarov: Con le orecchie di Eros (1979)

orchestra njervudarovQuesto gruppo nasce a Bologna nella metà degli anni ’70 col nome di “Frogs” dall’unione di cinque musicisti emiliani e marchigiani: Bruno Mariani (chitarra, synth, percussioni), Piergiorgio Bonafè (sax, clarinetto, flauto dolce), Roberto Costa (basso, synth, trombone e futuro coautore di “Se fossi un angelo” di Lucio Dalla), Adriano Pedini (proveniente dai Tubi Lungimiranti:batteria, vibrafono, percussioni, flauto) e il tastierista Piero Baldassarri.

Inserita nel Collettivo Autonomo Musicisti di Bologna, dal 1976 la band cambia nome in Orchestra Njervudarov e diventa gradualmente la backing band di Claudio Lolli. Dapprima i soli Costa e Pedini appaiono su "Ho visto anche degli Zingari felici" e, nel 1977, tutti ad eccezione di Baldassarri suonano in "Disoccupate le strade dai sogni".
Nel 1979 arriva il contratto con la EMI che ne pubblica in tiratura limitata e quasi senza alcuna promozione l’album, “Con le orecchie di Eros”.
Purtroppo il disco - oggi raro e ricercato - non solo non fornisce alcuna ulteriore notizia biografica sulla band, ma acuisce addirittura l’alone di mistero sulla sua data di produzione.
Infatti, malgrado esso fosse realmente stato stampato nel 1979, il suo numero di catalogo 3C064-18139 si riferisce a un codice in uso tre anni prima.
La spiegazione di questa anomalia ci viene fornita da un comment di Vito Vita che ringraziamo sentitamente:
"Il disco doveva essere pubblicato nel 1976, ma successe che Lolli abbandonò la EMI, passando alla Ultima Spiaggia, e quindi la EMI bloccò la pubblicazione. Lolli racconta che poi, fallendo l'Ultima Spiaggia, venne ricontattato dalla EMI, e la condizione che pose per ritornare alla vecchia etichetta fu quella di pubblicare il disco del suo gruppo....cosa che la EMI in effetti fece, ma senza promozione alcuna....ecco spiegata la discrepanza sul numero di catalogo
."
(fonte: Claudio Lolli - Libro intervista, Ed. Lato Side, 1982)

Sin dalla sua pubblicazione, si è sempre parlato di questo LP come un’opera strana, trasversale, incomprensibile. In realtà, io credo che gli ascoltatori più esperti, o coloro che frequentano da tempo Classic Rock, non dovrebbero rimanerne impressionati più di tanto.

njervudarov 1979Questo perchè, se da un lato è vero che le atmosfere di “Con le orecchie di Eros” sono oggettivamente molto particolari, dall’altro però, chi ha seguito con attenzione l’evolversi del Prog Italiano sino al ‘76, assimilando di volta in volta la lezione di gruppi quali Area, Dedalus (quelli di “Nastro Magnetico”), Perigeo, Arti e Mestieri e perchè no, del Baricentro, troverà sicuramente in queste musiche ben più di un appiglio a cui riferirsi.

Per esempio, a scala nazionale, le strategie di assemblaggio musicale richiamano piuttosto palesemente il percorso degli Area (es. in “Tot stelle reflex” e “Il montaggio delle attrazioni”).
Pescando invece oltre confine, i diversi livelli di contaminazione sono direttamente riconducibili a Zappa piuttosto che ai Weather Report o ai Soft Machine.
Infine, il gusto trasgressivo e goliardico che promana in particolare dal brano “Rapporto Njervudarov sulla teoria degli opposti estremismi”, è l’evidente conseguenza dell’ironica destrutturazione tipica del periodo Punk e soprattutto del Movimento ‘77.

Al di la dei riferimenti comunque, ciò che colpisce dell’album, è l’estrema "nonchalance" con la quale il quintetto si addentra in territori complessi e senza risparmiarsi in provocazioni sonore e contaminazioni stilistiche.
Il tutto anche se
sin dal primo brano, il linguaggio risulta talmente formale da sembrare un esercizio di stile, se non addirittura "al ricalco".
Tot stelle reflex”, per esempio ha una particolare impostazione Jazz-Fusion che richiama con decisione certi brani dei Weather Report.
Anzi, ad essere proprio onesti, gli intarsi tra fiati, piano elettrico e percussioni sembrano proprio la copia carbone di quegli squisiti call and answer tra Joe Zawinul, Wayne Shorter e Don Alias che consegnarono alla storia l’album Black Market del 1976.

orchestra njervudarov 1979Nel successivo “Spleen” emerge anche il basso di Roberto Costa e a questo punto i più maligni potrebbero sbizzarrirsi in accostamenti con Jaco Pastorius di cui Costa era evidentemente un grande ammiratore.
Infelicemente, la coazione al ripetere la fusion Newyorchese sembra non finire mai anche nei successivi quattro brani strumentali fino a far sembrare l’Orchestra Njervudarov un clone italiano della Michal Urbaniak Band.

L’unica traccia che fa eccezione al groove generale - ma al punto di sembrare completamente fuori luogo - è la già citata “Rapporto Njervudarov...” che è una specie di mash-up di alcuni successi disco (es: “You should be dancing” e “You’re the one that I want”) con citazioni demenziali tipiche del ‘77 bolognese, Skiantos in testa.
Ora, cosa c’entri un pezzo del genere con il resto dell’album, sarebbe bello saperlo.

Certo è che tra cellule clonate e una provocazione del tutto prescindibilie, “Con le orecchie di Eros” finisce per dare ragione al marketing EMI che lo pubblicò senza molta attenzione solo per non perdere Lolli.
Personalmente, consiglio di ascoltare direttamente “Mr.Gone” e “Io sono un autonomo”.

22 commenti :

lenz ha detto...

buongiorno jj, inauguriamo insieme il '79 a quanto pare :) anche quesa tua analisi mi ha messo sana curiosità di ascolto.. qualcuno lo ha ristampato in cd che tu sappia? quello che non capisco però.. no mi pare che questo disco ti abbia appassionato più di tanto, lo hai recensito per dovere di cronaca?
un saluto e come sempre grazie per la tua preziosa opera di accrescimento della cultura musicale.

JJ JOHN ha detto...

Ciao Lenz, ho fatto uno strappo alla regola. Se no, sempre il '75, che palle!
Questo è un disco che sta su molte wanted lists, non è mai stato ristampato e mi ha incuriosito perchè tutti ne parlano come un'opera "pazzesca", "unica", "strabiliante" ecc.
Non che sia disprezzabile, ma francamente a me sembra di sentire un disco dei Weather Report con un bonus degli Skiantos (!) e, come sai, i cloni non mi entusiasmano.

lenz ha detto...

in effetti... se te la devo dire tutta a me gli "arti e mestieri" non piacciono proprio per il fatto che li sento dei forti cloni. al di là che la loro musica si ascolti bene e sia piacevole si ha comunque sempre questa spiacevole sensazione più di "rubacchiato" che di "ispirato"..
poi la virata sul demenziale di questi "orchestra", in effetti, lascia alquanto perplessi..

JJ JOHN ha detto...

Perlomeno gli Arti e Mestieri erano degli onesti e sanguigni militanti che si confrontarono con le masse in un contesto reale e riuscirono a collocarsi perfettamente in un momento di transizione.
Non originalissimi, ma io a loro perdono veramente tutto.
La Njervudarov non si capisce neppure a che pro abbia pubblicato il disco.

Anonimo ha detto...

Baricentro e Njervudanov sono due facce dei Weather Report. Sconcerto però aveva molto più stile, raffinatezza, autonomia e coerenza.
Marta.

regolo ha detto...

Diciamo che certe cose aveva senso farle nel 74 o nel 75. Nel 1979 (in piena era punk-new wave) non più.

Anonimo ha detto...

Nel campo del jazz-rock di veramente originale secondo me c'è stato solo chi ha creato il genere, ovvero Miles Davis. Tutti gli altri hanno seguito le linee guida tracciate dal maestro, dai Weather Report, ai Nucleus, ai nostrani Perigeo, Arti e Mestieri, ecc ecc, cercando, ed in alcuni casi riuscendo a trovare, una strada personale, dando così un proprio contributo allo sviluppo del genere.

A conti fatti mi sembra che gli Arti e Mestieri abbiano saputo definire un sound abbastanza personale da permettergli di non essere considerati dei semplici cloni....

alex77

lenz ha detto...

beh se si sta a vedere cosa è logico fare in un determinato periodo storico, quello che succede adesso è completamente senza senso.. compreso continuare a suonare il progressive.
credo che ognuno faccia bene a fare ciò che vuole.. è la demenzialata a la skiantos che nn capisco proprio..

Anonimo ha detto...

La cosa curiosa è che Miles diceva "Io non ho inventato niente, ha fatto tutto Louis Armstrong".
Chissà fino a che punto scherzava...
M(A)rta

taz ha detto...

Miles Davis il più grande...ma non il più bravo...Ha tracciato tante vie...ha dato tante idee...e dalle sue vie si sono formate "autostrade" a 5 corsie...A me piace MD e molto..ma come tecnica pura "ummmmh"...Però meno male che di MD c'è nè stato uno solo...A me gli A&M sono piaciuti più nel periodo "incerto"...A parte il Perigeo in Italia il movimento jazz-rock non si è movimentato parecchio(Area esclusi per tutti i generi che toccano..)...il resto?...preferisco ora il movimento jazz-italiano...Questi non li conosco..tenkiù JJ..ciao

Anonimo ha detto...

Beh taz, oltre ai Perigeo, agli Area, agli Arti e Mestieri, ci metterei dentro anche i lavori dei Dedalus, e perchè no anche i Napoli Centrale.

Personalmente credo che abbiamo avuto diversi gruppi veramente validi nel campo del jazz-rock.....

alex77

taz ha detto...

Si Alex i Dedalus sono stati bravi..ma un disco solo(per me sia chiaro)..il secondo l'ho trovato troppo sperimentale...dimenticavo i NC...bello il primo...discreto il secondo ...il terzo? così così... uscito mentre loro erano gia al mare....Credo che il fermento j.r nostrano si sia formato più avanti..mia opinione certamente..ciao alex

lenz ha detto...

si ma vedo con dispiacere che continuate ad ignorare Etna.. io quei 4 li preferisco sicuramente agli arti e mestieri e me li gioco con tanti altri.

Anonimo ha detto...

Ciao lenz, personalmente non è che ignoro gli Etna....semplicemente non ho ancora avuto modo di ascoltare il disco, ma spero di aver modo di rimediare al più presto.

Alex 77

Le note di Euterpe ha detto...

Allora....come racconta Claudio Lolli nel libro intervista pubblicato da Lato Side nel 1982 a cura di Piero Cannizzaro, l'"Orchestra Njervudarov" non era altro che il suo gruppo di accompagnamento: se, infatti, scorrete le copertine di "Ho visto anche degli zingari felici" e "Disoccupate le strade dai sogni", potrete constatare di persona i nomi dei musicisti. Il disco doveva essere pubblicato nel 1976, ma successe che Lolli abbandonò la EMI, passando alla Ultima Spiaggia, e quindi la EMI bloccò la pubblicazione. Lolli racconta che poi, fallendo l'Ultima Spiaggia, venne ricontattato dalla EMI, e la condizione che pose per ritornare alla vecchia etichetta fu quella di pubblicare il disco del suo gruppo....cosa che la EMI in effetti fece, ma senza promozione alcuna....ecco spiegata la discrepanza sul numero di catalogo. Un saluto a tutti da Vito Vita

JJ JOHN ha detto...

Mille grazie a te Vito per le info.
Aggiorno la scheda.

Per caso, sai anche spiegare la presenza di quel buffo brano in stile Skiantos che sembra non c'entri nulla col resto del disco?

Le note di Euterpe ha detto...

JJ, con molto ritardo leggo la tua richiesta...in effetti la cosa è strana: ho in programma di intervistare prossimamente per "Musica leggera" sia Costa sia Mariani, per cui chiederò loro chiarimenti in merito...e ti farò sapere qualcosa. Saluti, Vito

empidosi ha detto...

ho conoscito e sono stato amico di Piero Baldassarri, di Gradisca d'Isonzo (GO), morto a trent'anni nel 1986 e vissuto come in musicista maledetto, bruciando tutto : la sua giovinezza, la sua sensibilità e il suo genio. Mi ha lasciato il modo di poggiare le mani su una tastiera e vivido il suo ricordo così da poterlo incontrare in sogno.

Anonimo ha detto...

be' che dire io piero baldassarri l'ho conosciuto bene persona fragile ma intelligentissima,sono stato a casa sua diverse volte,ho conosciuto la sorella e lui bene,avevamo anche un grande amico in comune ottavio di cervignano,morto anche lui purtroppo,piero suonava piano fender e pure chitarra acustica,qualsiasi cosa,jazz,brani dei traffic,lolli,great touch on keyboards,visto suonare anche dal vivo,poi una storia d'amore finita male e poi lui a cormons.... e' cosi' la vita... non serve nemmeno dir altro andrea

Anonimo ha detto...

é difficile dire chi era Piero. è stato un amico poi la malattia lo ha coinvolto e allontanato, sicuramente era buono e gentile sapeva suonare il piano aveva le idee chiare sulla musica che ascoltavamo e trasmettevamo alla 1 radio libera di gorizia "jazz moment". ogni tanto conStella lo ricordiamo nelle nostre telefonate e fa piacere che piero sia stato uno di noi un sorriso Marco Cesselon (con affetto)

UGO ha detto...

JOHN COSA MI DICI DI QUESTO DISCO GRAMIGNA"GRAN DISORDINE SOTTO IL CIELO" CIAO UGO

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto, sufficientemente sperimentale e intrigante

Michele D'Alvano