Osanna: Preludio, tema, variazioni, canzona (1972)

Osanna preludio, tema, variazioni, canzona 1972 Se devo essere sincero, dei i tre dischi in cui il M° Bacalov collaborò con le bands di Prog Italiano, "Preludio, tema, variazioni e canzona" (anche noto come "Milano Calibro 9", il film di Fernando di Leo tratto dal romanzo di Scerbanenco, di cui fu la colonna sonora), è quello che ho sempre gradito meno. 

Pur se indiscutibile da un punto di vista esecutivo, orchestrale e degli arrangiamenti, questa fu infatti la collaborazione che maggiormente snaturò la personalità del gruppo che, non a caso, lo ritenne un album "a parte" rispetto alla discografia ufficiale. 

Se "Concerto grosso n°1" arricchì il sound dei New Trolls - già votato al barocco e al melodico - e "Contaminazione" riuscì a "implementare" le qualità tecniche del Rovescio della Medaglia, altrimenti assestate su livelli ben più ruvidi, gli Osanna sembrarono quasi "patire" l'incontro col Maestro, sacrificando in parte la loro spontaneità per inerpicarsi tra ambienti sonori forzati e poco fluidi.

Malziosamente, viene anche da chiedersi come mai fossero stati scelti proprio loro per una colonna sonora che avrebbe potuto essere agevolmente eseguita anche dal Banco o dalla Premiata. Su questo tema però, è forse meglio non addentrarsi. osanna milano calibro nove 1972 
 
L'esordio sonoro è affidato ad un "uno-due" di Bacalov ("Preludio" e "Tema") che lascia bene intendere a chi spetti l'autorità musicale del disco. 
 
Perché, pur nella pregevolezza delle contaminazioni e nel sostanziale equilibrio tra classico e modernità, è qui meglio evidenziata la sudditanza del quintetto napoletano al target dell'intero lavoro: una colonna sonora di stampo sperimentale nella quale il ruolo degli strumentisti era necessariamente asservito ad una resa "visiva" (peraltro pefettamente riuscita). 
 
Tale "sacrificio" procede poi a fasi alterne nelle successive sette variazioni, composte ed eseguite quasi interamente dagli stessi Osanna, in cui il gruppo da si sfoggio di un'invidiabile flessibilità stilistica, ma con un incedere leggermente "forzato" che non riuscì fare breccia nemmeno nei fan più accaniti del gruppo. 
 
Pur nella piena dignità e varietà esecutiva infatti, mancano a partire dalla "Variazione 1" quei delicati innesti lirici che furono propri del primo album "L'uomo". Sulla stessa falsariga, i ricami psichedelici delle "Variazioni 2 e 5", pur se affascinanti, furono percepiti dal pubblico come un "distacco comunicativo" dalla loro linea originaria. osanna milano calibro 9 1972 
 
L'apice della sofisticazione si raggiunge poi nella "Variazione 3" in cui dei primigeni Osanna non rimane praticamente nulla e ugualmente stridente si presenta la conclusiva "Canzona": una melliflua ballata in lingua Inglese che non sarebbe mai appartenuta al gruppo, se solo non avessero dovuto eseguirla per l'autore Bacalov.osanna preludio, tema, variazioni, canzona 

Contrariamente a questo giudizio tuttavia, una parte della critica non mancò di evidenziare i lati positivi di questo album, specie nelle "Variazioni 4, 6 e 7" dove emerge potente la vera genialità rock della band partenopea che, sgabbiando dall'obbligatorietà del suo ruolo comprimario, dimostra di essere un nucleo solido, compatto e pronto per addentrarsi in nuovi territori. 

 

Non passerà molto tempo perché questo accada in un album di vera magnificenza progressiva (il successivo "Palepoli" del 1973). Nel 1972 però, i fans dovettero accontentarsi di assimilare e digerire un disco fatto principalmente di digressioni stilistiche, prossime a tratti, a meri esercizi di stile. Un'ultima nota storica, "Milano calibro 9" è stata una delle prime colonne sonore ad essere stata incisa da un gruppo d'avanguardia: esperimento destinato a ripetersi sempre più frequentemente negli anni, e che vide protagonisti per un certo periodo i popolarissimi Goblin.
 
OSANNA - Discografia 1971 - 1978: 1971: L'UOMO 1972: PRELUDIO, TEMA, VARIAZIONI E CANZONA 1973: PALEPOLI 1974: LANDSCAPE OF LIFE 1978: SUDDANCE

25 commenti :

Anonimo ha detto...

Il classico Vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro.
Nonostante tutto è comunque un disco valido ma molto impersonale e la personalità negli Osanna era un ingrediente quasi necessario.

J.J. JOHN ha detto...

2112, condivido ogni sillaba.

Gianni Lucini ha detto...

Io no. Credo di aver già scritto in altra parte di questo blog che considero questo il miglior esperimento bacaloviano dei tre. L'ho amato molto all'epoca e l'ascolto sempre con delizia.

Anonimo ha detto...

... e poi non mi si dica che i Comunisti non esistono più, non sono democratici o che non sono delle bravissime persone...

Gianni Lucini ha detto...

Ti riferisci agli Osanna? :-))

Anonimo ha detto...

Gianni, please...
Non farmi pentire di aver votato Rifondazione per tutta una vita :-)

Gianni Lucini ha detto...

Perché? Guarda che il gruppo era politicamente impegnato e anccora recentemente in una loro riunione (senza D'Anna ovviamente) hanno suonato proprio per il decennale di Rifo.

Anonimo ha detto...

Ma no... era una battuta.
Come dire..."ma guarda quanto sei sagace"...
-
Cmq si,gli Osanna erano impegnati eccome. Ricordo il "Be-in", per esempio.
So solo che c'era qualche problema con Elio D'Anna che era un provocatore nato.
In un'intervista lo stesso Rustici sospettava addirittura che lui fosse di destra o comunque un qualunquista e chiuse la faccenda così:
[...] pur di andare avanti, Elio avrebbe venduto anche la madre".

E' evidente che qualche problema c'era davvero.

Anonimo ha detto...

se devo dire la mia,secondo me bacalov ha sbagliato sin dal principio nel scegliere gli osanna per il suoproggetto.
Infatti io personalmente non li trovo molto classicheggianti(certo poi mi chiedo allora con quale coraggio abbia scelto il rovescio).
i personalmente avrei scelto o i latte e miele o le orme.
Cmq l'album nn e malaccio ma si sente che e come se fose sofferto dalla band.
voto 7 1/2
Ciao francesco

Anonimo ha detto...

Secondo me son stati gli Osanna a sbagliare ad accettare il progetto di Bacalov. Troppo geniali e pieni di inventiva per essere ingabbiati nella tela classicheggiante tessuta dal maestro argentino. Infatti questo album mi sa ke è il peggiore dei primi quattro.

Andò meglio al Rovescio e ai New trolls, dotati anke loro di grande tecnica ma con molte meno idee compositive rispetto agli Osanna.

alex77

lenz ha detto...

si, in effetti mi rendo conto che il disco preso da solo appaia una cosa alquanto inconcepibile per quanti amano gli osanna per quello che sono stati e sono. resta il fatto che la musica in sè è strepitosa e straordinariamente d'effetto e chi ha visto il film può capire cosa intendo.. si tratta di un potente esperimento che rende comunque il merito al gruppo di averci partecipato e il risultato audio/video lo conferma in pieno. si può prestare le proprie capacità al servizio di un progetto che fa progredire l'arte, pur non mettendoci molta farina del proprio sacco. anche questo è essere prog.
saluti

AnalogueSound ha detto...

L'ho riascoltato l'altro giorno.. Devo dire che sinceramente l'ho sempre preferito all'Uomo (ma dovreste aver capito che le cose disomogenee mi piacciono molto di più). C'è da dire che a livello di energia è abbastanza insormontabile, mentre lo ascolti è difficile pensare che gli Osanna non fossero delle bestie. E' vero, è schematico e poco coeso, l'Uomo sarà senz'altro più personale.. Ma comunque gli Osanna, il meglio, non l'avevano ancora dato. Forse il disco faceva storcere il naso, forse era l'aria di una svolta che non tarda ad arrivare.
Che poi i New Trolls, in quasi cinquant'anni di carriera, non siano riusciti ad arrivare neanche a mezza svolta perchè erano troppo impegnati a querelarsi per un nome che non era poi neanche tutto sto granchè. Basti pensare al loro apice: un dito nell'occhio alla musica classica. Il rovescio della medaglia, altro caso lampante, come pestoni erano più interessanti. Come plagisti un po' meno.

Ekphrasys ha detto...

Reputo "Preludio" e "Tema" tra le migliori pagine del Prog italico, degno coronamento di uno dei più belli (se non il più bello) film poliziottesco italiano.
Sarà perché appena parte l'intro mi viene in mente la Milano di quel periodo, la "milano della zona grigia" (per dirla alla Lucarelli) fatta dalla "maggioranza silenziosa" che correva spedita avvolta nel paletot, tra i palazzi ammantati di nebbia novembrina...Quella disperata e malinconica quiete (tanto per citare qualcuno) che vide i miei primi passi, le mie prime parole...La sobria eleganza e l'austerità dei palazzi napoleonici del centro, gli hippies al castello sforzesco...E poi le rapine, gli scippi, la mala, o "ligera" come si diceva da noi....

Il migliore degli Osanna, senza dubbio superiore all' "uomo" che pasticcia troppo con un Hard Prog d'accatto che probabilmente non apparteneva alla band Partenopea...Poi arriverà Palepoli, il loro canto del cigno e capolavoro.....

Enrico Noello ha detto...

Ritengo questo lavoro bellissimo, lo porrei al secondo posto, dopo il concerto grosso dei New Trolls .
Gli arrangiamenti orchestrali sono validissimi e , in modo particolare in canzona, la chitarra elettrica pare fondersi con la sezione d'archi.
A mio parere merito anche di un ottimo mix del tecnico del suono della Fonit, Plinio Chiesa, che ritengo il migliore dell'epoca.

Claudio 59 ha detto...

Qui siamo certamente di fronte ad un capolavoro della musica prog, il disco sintetizza ottimamente la fusione delle idee di Bacalov con quelle degli Osanna, per me superiore a tutti i loro LP, ottimo anche come colonna sonora, l'uso dei violini in certi passaggi ricorda molto la musica di Romanzo Criminale versione SKY.

Anonimo ha detto...

Posto qui il link di un video che ritengo molto interessante e che riguarda la prima stesura di "Variazione VI"

http://www.youtube.com/watch?v=NDbLJZAu58k

Edoardo. :)

rael ha detto...

Maestro John c'è un modo per contattarla privatamente via mail?

J.J. JOHN ha detto...

Come no! La mia mail è nel mio profilo (Home page del sito in alto a sx). A presto.

Lorenzo Giustetto ha detto...

Il migliore degli Osanna senza dubbio per me

Tommaso ha detto...

L'assolo di chitarra in "Tema" è fantastico...

Unknown ha detto...

Quando lo acqustai avevo 19 anni. ricordo di aver pianto di emozione. Non erano gli osanna che conoscevo...ma qualcosa che si aggiungeva. Oggi è un classico..la dice lunga sui tempi andati e la professionalita di questi artisti che la gioventù d'oggi non capirà mai.

AL COOPER ha detto...

Gli Osanna quì hanno eseguito questa colonna sonora,diciamo che per il gruppo è stata un'esperienza diversa,daltrone era Bacalov che diresse il tutto loro hanno eseguito.Personalmente a me lasciò un senso di non so che,ma in buona sostanza l'album è positivo,Palepoli è cosa ben diversa!!!!

Carmine ha detto...

Premetto che sono un grande fan del gruppo ma fatemelo dire, quest'album è una mezza sola. Si salvano solo Tema e la stupenda There will be Time per quanto ritengo migliore la versione sul recente Lp Prog Family del 2009. Paradossalmente alla band non gli imputerei tante colpe vista la natura da colonna sonora del progetto e le mani legate da Bacalov sugli arrangiamenti.
Di Osanna si sente ben poco (inevitabile) e se il nome del gruppo in copertina fosse stato ad esempio "San Gennaro e le sue Ampolle" feat. L. Bacalov non se ne sarebbe accorto nessuno. Ovviamente de gustibus e buona pace con chi considera addirittura superiore al magnifico esordio.

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto .

Secondo me la cifra stilistica degli Osanna è fortemente penalizzata dall'invadenza orchestrale di Bacalov

Bella comunque Canzona (There will be time) cantata egregiamente da Vairetti

Michele D'Alvano

marco ha detto...

Non avrà lo stesso fascino di Pat Garrett & Billy The Kid registrato da Bob Dylan (scusate il paragone che non ci azzecca niente) ma parliamo sempre di un disco realizzato per una colonna sonora di un film.
A mio parere è abbastanza valido anche se soffre il fatto, come già scritto da altri, di stare cronologicamente tra L'uomo e Palepoli.
Riguardo il film devo dire che mi è sempre piaciuto e le canzoni si calano perfettamente nell'ambientazione della pellicola. Ricordo che lo vidi per la prima volta su un canale privato pugliese e poi diversi anni dopo trovai il dvd originale ad una festa dell'Unità di Bologna. Come bonus c'è un documentario riguardo la realizzazione del film ed ovviamente si parla anche degli Osanna...tutto davvero ben fatto.
Piccola curiosità, diversi attori che hanno partecipato a Milano Calibro 9 poi avrebbero girato (ed alcuni già giravano) film comici con Banfi, Villaggio e Pozzetto, da Barbara Bouchet, a Gastone Moschin, Lionel Stander, Mauro Vestri, Giorgio Trestini fino ad altri ancora...fa sempre un certo effetto vederli recitare in una pellicola così drammatica