Gruppo d'alternativa: Ipotesi (1972)

gruppo d'alternativa ipotesi 1972Il Gruppo D'Alternativa, o semplicemente "Ga", si forma a Milano nei primi anni '70.
La sua line up a sette elementi presenta aspetti inusuali affiancando alla tipica struttura chitarra, basso, batteria e tastiere una voce solista, un flauto e curiosamente, un fagotto.

Ancora prima di incidere un Lp vero e proprio, la band mette in scena una pièce teatrale ispirata alla morte di un amico del cantante Tino Guasconi. L'opera viene rappresentata al Teatro Uomo di Milano con tale successo che il gruppo viene scritturato nientemeno che dalla Emi Harvest.

Nasce così il loro unico album "Ipotesi" che vede in scaletta nove brani di media durata (il più lungo dura 8 minuti) e sostanzialmente imperniato sulla vita e la morte dello sfortunato protagonista. All'ascolto, pur risultando la tecnica strumentale di ottimo livello, con ampi riferimenti al Jazz e al Rock Progressivo, il suono risulta acido e aggressivo sino al limite dell'accessibilità.
La prima causa di ciò è sicuramente la voce del cantante Guasconi che non solo pecca in dinamica ed estensione, ma risulta sovramodulata, invadente e decisamente troppo asciutta. Ammettendo che fosse una situazione voluta, sono comunque in molti a ritenere che un po' meno volume e un po' più di effettistica sul canto, avrebbero giovato a tutto il lavoro.

gruppo d'alternativa ipotesiQuello che ancora rende molto complicato l'ascolto (ma che tuttavia può essere anche un pregio), è lo spegiudicato uso di atmosfere free a sottolineare le parti più drammatiche del disco (es: l'intro di "Messaggio libero"). Del resto, tutti i membri del complesso erano grandi ammiratori di Miles Davis per cui non si può dar loro nemmeno torto.

Ancora, occorre ricordare che questo concept era pur sempre una rappresentazione teatrale underground, per cui le sole musiche e i recitativi, sembrano soffrire di quell'incompletezza dovuta alla mancanza visiva dell'azione e della gestualità degli attori.

Infine, sia la grafica, sia il contesto narrativo, sia l'incipit musicale rendono questo album molto oscuro (per non dire lugubre) e neppure consolato da un minimo di pietas o di speranza.
Il tutto è immediatamente percepibile nei primi due pezzi del disco "Quando le Parole" e "Incidente" che fanno ben capire dove il racconto vada a parare.
Più morbida invece "Infanzia" dove però l'ottimo lavoro di chitarra viene falciato da una voce davvero brutta e afona. Infelicemente, lo stesso problema si presenterà anche nelle parti vocali di tutto il resto dell'album.

gruppo d'alternativa ipotesi 1972 01A questo punto non rimane che encomiare i passaggi strumentali migliori che a conti fatti restano veramente pochi: i "pianissimo" di "Solitudine", l'eccellente "Appare la forma" di squisito sapore Davisiano (probabilmente il brano migliore dell'album), i breaks centrali e le sorprendenti improvvisazioni Jazz-Prog di "La tua lotta" e "Messaggio Libero".

In sostanza e senza voler essere cattivi, "Ipotesi" sarebbe stato un album strumentale realmente straordinario e innovativo, ma completamente azzerato da un uso sciagurato del canto che ne limitò probabilmente, anche le potenzialità conflittuali.
Resta da chiedersi come mai un ensemble così strutturato, non abbia pensato di ingaggiare un cantante professionista o perchè una discografica così prestigiosa non avesse imposto a priori una tale mossa.
Evidentemente, c'erano dei motivi amicali e collettivi fortemente radicati che, come nel caso degli
Alluminogeni, erano prevalenti su tutto. Anche sull'arte.
Ai posteri l'ardua sentenza.

14 commenti :

Gianni Lucini ha detto...

L'interrogativo sul cantante è ben posto e vale per molti altri gruppi. Pensa, per esempio, agli Arti & Mestieri. Una voce è come uno strumento: fa parte del progetto. Quando non è in sintonia peggiora il quadro. Avranno avuto le loro ragioni ma il limite principale era proprio quello. Non è un giudizio negativo in assoluto sul cantante che in altre situazioni e diversamente impostato avrebbe probabilmente potuto rendere meglio...

Anonimo ha detto...

Ciao carissimo: sono d'accordo e mi permetto di ricordare anche gruppi come Area, qualche esperimento del Perigeo e i primi lavori di Alan Sorrenti, in cui la voce era fattivamente un vero e proprio strumento.

Certo, in questo caso si ha proprio l'impressione di una band che si è un po' "giocato la carriera".
Peccato perchè strumentalmente non erano affatto male.

Anonimo ha detto...

Il solito annoso problema della voce dei gruppi prog italiani...

Andy

Anonimo ha detto...

Mò mi procuro anche questi!

Comunque John, la casa Discografica non impose al Gruppo di trovare un cantante professionista perchè, secondo me, erano gli Anni'70, e mi pare giusto così! Bisogna dare libertà agli Artisti, senno succede come oggi che abbiamo in giro gente come gigi d'alessio, antonacci ecc. che è tutta roba pre-confezionata e resa perfetta e quindi senza anima, appunto dalle case discografiche! Capisci cosa voglio dire? Quindi se la voce dei GA era afona e inascoltabile, era una loro scelta ed è giusto così! Poi io ancora non ho ascoltato "Ipotesi", quindi non posso ancora contestualizzare a piene mani, ma di cero posso dire che alla fine è soggettivo il piacere di una Voce.

Buona notte John!

Anonimo ha detto...

Soggettivo si... ma questa era proprio tremenda.
Cmq, hai perfettamente ragione sul ruolo, sugli anni e sul contesto.
Quello che mi perplimeva è che i GA non incisero per una label indipendente qualsiasi, ma per la gigantesca Harvest che tra l'altro, era la stessa dei Pink Floyd.
Si vede che gli andava bene così...

Anonimo ha detto...

Ho ascoltato "Ipotesi".
Bello! Veramente bello! "Infanzia" è la mia preferita, melodica e atmosferica al punto giusto. Per quanto riguarda la Voce, secondo me è un miscuglio tra la Voce di Maurizio Vandelli dell'Equipe 84, Vittorio De Scalzi e la Voce del Blocco Mentale. L'unico momento in cui è davvero fastidiosa è proprio all'inizio di "Incidente" quando tra la quiete stramazza: "INCIDENTE... INCIDENTE... IL MIO AMICO E' MORTO..." Per il resto è la tipica timbrica di un Cantante Prog Italiano, almeno secondo me. Ripeto, comunque un bel Disco, sopratutto ben suonato.

Daniele.

DogmaX ha detto...

Tra quello dei Laser, quello dei Capsicum Red e questo dei GA non so quale si aggiudica il premio come "album dal maggior quantitativo di potenziale gettato al vento" nella storia del Rock Progessivo Italiano.

Ma penso che Ipotesi vinca a man basse. Il problema del cantante è che spesso dà un tono troppo scanzonato ed afono ad un'atmosfera sofisticata e free jazz come quella proposta dal gruppo. Anche David Thomas dei Pere Ubu dava un tono "particolare" al tutto, ma almeno in quel caso era decisamente meno invadente, più tecnico, ma soprattutto, coerente con le atmosfere musicali.

Anonimo ha detto...

salve a tutti gente e onore a te, J,J. per questa impresa spaccaossa.
Ho sempre avuto una patologica inclinazione verso il prog italiano e questo è il terzo periodo nella mia vita che cerco di conoscere TUTTO.
Grazie per il fantastico sito.
Non conoscevo i GA e devo dire che il cantante mi ha impressionato, e in bene.
Non ha paura.
Quasi tutto quello che prova fallisce eppure lui continua. un'attitudine fuck you all che mancava nell'ambiente chirichetto e sagrestano del tempo. Right on!
Grazie di cuore, j.j., continuo la mia via crucis cronologica attraverso hunka munka etc.
Sono davvero un pervertito.

Non riesco a firmarmi...
ciao da paolo

J.J. JOHN ha detto...

Di cantanti "senza paura" nel Prog italiano ce n'era ben più di uno.

Il più grande della categoria però, resterà sempre Patrizio Alluminio: una voce di cemento che riuscirebbe a far esplodere in un colpo solo tutte le astronavi al largo dei bastioni di Orione.
Eppure...

rael ha detto...

...eppure si è arrugginito.
Battute a parte avevano dei pullover grigi veramente eccelsi nelle foto...anni e anni avanti rispetto a gruppetti anni 80 in divisa.

enrico ha detto...

[Artist78]

enrico ha detto...

azz! ho pasticciato in fase di posteggio del commento...
Ci riprovo:accidenti!il cantato l'avrei anche sopportato nonostante la piattezza se non stonasse clamorosamente più volte (Infanzia è da brivido)Potevano anche aiutarlo un po' di più in sede di registrazione.Il guaio è che riesce a distrarre dall'ascolto delle parti strumentali che sono veramente di buon livello.
L'avrei fatto cantare a Fella;)
Dimenticavo i saluti,sono stato assente parecchio ma vedo con piacere che tutto continua al meglio e quindi ti meriti i "soliti" complimenti. ciao

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto rovinato da una voce quantomeno discutibile

Michele D'Alvano

marco ha detto...

Un bel disco massacrato dalla voce, inutile girarci attorno...il risultato è imbarazzante, un gran peccato perché il gruppo era tecnicamente valido