Duello Madre: Duello madre (1973)
Se intendiamo per "supergruppi" quelle formazioni che annoverano nella loro line-up tutti musicisti di fama e prestigio (per esempio, "Il Volo"), allora il Duello Madre può essere tranquillamente inscritto in quella categoria.
Di fatto, questo poderoso quartetto si forma a Genova nei primi mesi del 1973 ed è composto per almeno 3/4 da icone della musica progressiva italiana: c'è Marco Zoccheddu, già Osage Tribe e Nuova Idea, l'ex batterista dei Circus 2000 Dedé Lo Previte, il bassista Bob Callero, anche lui dagli Osage Tribe e il fiatista di estrazione Jazz Pippo Trentin, che è meno conosciuto degli altri ma non per questo meno agguerrito.
Sul gruppo si hanno pochissime notizie ed è quasi certamente per questo che il loro primo ed unico album rimase inosservato allora e oggi: non credo infatti sia un caso che esso non venga neppure menzionato né dal "Libro bianco sul pop in Italia" del 1976, né tantomeno nel più recente "Anni '70. Generazione Rock" di Giordano Casiraghi (ER, 1975).
Comunque, sappiamo per certo dal grande collezionista Paolo Barotto che appena dopo la loro costituzione, i quattro intraprendono una modesta attività live e che questa li porterà ad essere notati nello stesso anno dal noto produttore Gian Piero Reverberi che li portò con se negli studi della Produttori Associati (ex Bluebell e Belldisc e distribuita dalla Ricordi) e li produsse.
L'album che scaturisce porta lo stesso nome del gruppo e viene presumibilmente pubblicato dopo l'estate del 1973 con un'ottima veste grafica e una notevole cura tecnica.
Da questo punto in poi, diventa difficile destreggiarsi sulle attività della band ma verosimilmente, si può presumere cha la promozione dell'LP sia stata piuttosto flebile.
La sua copertina appare sicuramente sul Ciao 2001 del 28/10/1973 a cui farà seguito, quattro mesi dopo e sullo stesso giornale, un articolo di Dario Salvatori che ammetterà candidamente:
"Sto scrivendo d’impeto e di impulso, dato che non ho molte notizie intorno al gruppo. Per ora ho il loro primo disco, che ascolto molto spesso, e mi basta."
Il giornalista chiude anche dicendo : "le promesse per il Duello Madre ci sono. Adesso si tratta solo di ascoltarli dal vivo e di verificare il loro “act” sul palcoscenico.".
Ciò fa ovviamente supporre che, nemmeno dopo la pubblicazione dell'album, il gruppo non si fosse fatto molto vedere in giro. Considerando poi che Callero si sarebbe unito al Volo nel 1974, è anche lampante che i "Duello Madre" non durarono che poche stagioni.
Fin qui la storia, ed ora passiamo all'ascolto.
Anche senza aver appoggiato la puntina sul vinile, credo appaia chiaro che questa band si formò, più che per concrete intenzioni commerciali, per dare libero sfogo alle singole sensibilità musicali, probabilmente limitate o represse nelle rispettive bands precedenti.
Da ciò si spiegherebbe in parte sia "l'intimità" con cui nacque e visse l'album, sia il senso delle stringate dichiarazioni che vennero concesse dai musicisti al Ciao 2001:
Quando abbiamo formato questo gruppo, ci siamo proposti di lasciare indietro tutte le cose che ci avevano inibito […]Abbiamo cominciato a suonare quello che vedevamo dentro di noi, […] e poi c’è stato l’incontro, […]con il maestro Giampiero Reverberi, […] Adesso eccoci liberi come la musica che cerchiamo di interpretare e di comunicare" (fonte: Ciao 2001)
Emancipazione espressiva, gioia di suonare e completo distacco da schemi precostituiti, sono infatti gli ingredienti di questa difficile opera musicale: completamente appoggiata su stilemi jazz-rock, l'unica produzione dei "Duello Madre" sembra più che un disco, un "pow-wow" liberatorio in cui i quattro artisti suonano finalmente ciò per cui sono nati.
Molte improvvisazioni possono apparire lunghe e tortuose ("Aquile Blu"), ma in realtà questo è un lavoro che va giudicato non tanto in maniera "tecnica" o "commerciale", ma quanto condividendo la gioia e la libertà di chi lo ha eseguito.
Un disco che definirei "parentetico" rispetto al panorama del Pop Italiano, ma sicuramente sintomatico di quattro grandi personalità che avranno ancora molto da dire nella loro carriera.
16 commenti :
condivido la tua "analisi"...secondo me un venerdi di quell'anno i 4 componenti più Reverberi si sono dati appuntamento per divertirsi un pò, lo trovo un disco non facile, da studio, non riesco ad immaginare il gruppo dal vivo che suona questa musica, loro sono bravi, io dovessi formare un gruppo li chiamerei tutti e 4, anzi 3, credo che il povero Trentin non ci sia più...Zoccheddu e cmq uno dei migliori chitarristi in Italia come Bob al basso e Dede alla batteria.....ciao
E meno male che si sono riuniti per dare libero sfogo a quello che gli era stato represso.. perchè a parte "Aquile Blu" che da suonare dal vivo dev'essere la fine del mondo, il resto del disco è palesemente in debito ai Soft Machine.. A un certo punto Callero mi scade pure su un assolo di pentatoniche.. ahhh signora Longari..
pur non essendo un grande appassionato di jazz rock ho comprato il cd sopratuuto per ascoltare la chitarra di Zoccheddu che ritengo uno dei migliori chitarristi italiani
disco ascoltato da poco. Veramente interessante.
il bassista ha un suono molto funk.
si può ritenere questo album un disco fusion? sarebbe uno dei primi in italia.
rino
Non so, caro Rino.
Che sia una musica molto contaminata non c'è dubbio, ma a mio avviso è più leggibile come jazz-rock.
Per una fusion consapevole, dirotterei sicuramente sul Perigeo.
Ciao, ritengo come un disco molto inteessante, mi piace tantisssimo; ho l'edizione in CD della Mellow Records e penso in acquistarlo nella piú recente edizione della BTF; vorrei sapere se per caso conosci la redizione della BTF e se la rimasterizzazione è di qualitá per valere a pena spendere ancora.
Grazie
No, mi spiace, non so dirti nulla della riedizione BTF. Potrei chiederlo direttamente al mio amico Mathias ma temo che la risposta sarebbe un tantino parziale :-)
Se qualcuno ce l'ha... dica la sua.
JJ John
Grazie per l'attenzione JJ John, aspettiamo allora per qualcuno che giá l'ha ascoltata.
Ciao
A me di quest'album attira molto il brano "Otto"... per il groove, per il ritmo, non lo so... e mi pare di aver sentito quello stacco di basso anche da un altro gruppo prog italiano, ma non ricordo né il gruppo, né il brano.
Trovato lo stacco di basso, sta in Soffici bianchi veli degli Osage Tribe. Ma alla fine è giustificato, Bob Callero ha lavorato sia negli Osage sia con questo "super gruppo", e avrà deciso di riprendere il breve tema percorso con gli Osage Tribe e perfezionarlo in "Otto".
bello vedere tante opinioni su i Duello Madre !!!! io li conosco molto bene , fidatevi !!! mi fanno onore tante belle parole . da buon figlio d'arte . Grazie Papà !!!!
Grazie a te Dodi per essere passato di qui e davvero... grazie Pippo!
Mi raccontava Claudio Maioli, tastierista di Anima latina di Battisti, che per registrare quell'album, lui che non aveva mai fatto un disco, fu chiamato da Bob Callero.
Partitono lui e Lo Previte col furgone dei Duello Madre e Bob Callero con la sua moto per arrivare al Mulino dove ci sarebbero state le prove.
Battisti requisì il furgone per andare a comprare dei mobili per le salette di attesa del Mulino e con lui andarono anche i tre genovesi (Maioli, Callero e Lo Previte). Battisti aveva una certa predilezione per Maioli e Callero, un po' meno per Lo Previte che infatti fu poco utilizzato nel disco.
La Produttori Associati diffidò la Numero Uno dal citare i due componenti del Duello Madre che infatti compaiono con pseudonimi inventati da Battisti (Bob J. Wayne per via del cappello di Callero e Dodo Nileb per le origini genovesi per Lo Previte).
Un'altra cosa che Maioli mi ha ripetuto più volte è che il sassofonista dei Duello Madre era eccezionale, uno dei più bravi che abbia mai sentito.
M. Neri
https://www.ilgazzettino.it/home/la_scomparsa_di_pippo_trentin_fantasioso_sassofonista_veneto-338059.html
https://www.luciobattisti.info/?p=13705
Pippo Trentin e Franco Lo Previte sono morti entrambi nel 2014
Saluti
Michele D'Alvano
Buon disco jazz-rock .
Michele D'Alvano
Riascoltato oggi, davvero un gran disco, godibile, elegante e musicalmente eccellente, con uno stile sinuoso e penetrante .
Michele D'Alvano
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