Sensations' Fix: Portable madness (1974)

sensations fix portable madness 1974Sempre autoprodotto e sempre inciso quasi domesticamente, arriva nel 1974 un altro un album dei Sensations’ Fix, “Portable madness”, che fa seguito a un primo vinile omonimo promozionale e al trentatrè giri ufficiale, “Fragments of light”, usciti anch’essi nello stesso anno per la Polydor. Un’invasione di note non comune per un gruppo quasi sconosciuto.

Questa volta si tratta di nove brani completamente strumentali, accorpati in due suites senza soluzione di continuità. Sulla prima facciata si susseguono i primi quattro pezzi per un totale di circa 17 minuti e sul lato cadetto, i rimanenti cinque per un totale complessivo di 36 minuti circa.

Rispetto al lavoro precedente, il nuovo Lp appare più strutturato e meno legato allo sperimentalismo dei corrieri cosmici tedeschi.
La stessa copertina non evidenzia più immaginifici paesaggi lunari (relegati al retro cover), ma i visi dei tre musicisti quasi a voler avvisare gli ascoltatori che la musica sarà più concentrata sulla valorizzazione delle singole personalità che non sulle atmosfere collettive di “Fragments of light”.

sensations' fix franco falsiniIn effetti, una volta appoggiata la puntina sul disco, salta subito all’orecchio una suddivisione dei compiti piuttosto netta: la chitarra e le tastiere spaziano in lunghi assoli e la ritmica fa da collante ai solismi, non risparmiando il basso da fraseggi e personalismi in stile underground.
A ciò, si aggiungano i tappeti sonori di Falsini, caratterizzati dall'Eminent e dal Minimoog, a mantenere intatto il tipico sound della band.
Tuttavia, pur rilevando una certa crescita negli arrangiamenti e nella produzione tecnica, “Portable Madness” resta un album talmente poco incisivo che in certi momenti viene persino da chiedersi il motivo per cui sia stato pubblicato.

Le improvvisazioni sono intrise di un sapore Kraut, ma talmente dilatate da sembrare quasi autocelebrative.
Non vi sono variazioni ritmico-armoniche di rilievo e le parti soliste sciorinano in continuazione scale Blues (neppure troppo raffinate) e ampie digressioni spaziali, appesantendo l’esecuzione sino ad assimilarla ad un esercizio di stile.
Per fare un esempio, si immagini l’ultimo minuto e mezzo di “Bambina sbagliata” della Formula Tre, dilatato per oltre mezz’ora.

Se può sembrarvi maligna questa mia opinione, si consideri che una buona parte del movimento di allora ebbe la stessa impressione sentenziando che i Sensations' Fix erano " appena in linea con la peggiore produzione del pop inglese”.
Detto questo non si tolga nulla alle capacità di armonizzazione di Falsini e soci, né per certi versi alla sua originalità nel panorama Italiano - rivalutata recentemente non solo da recensioni positive, ma anche dalle prime ristampa su Cd, avvenuta proprio quest'anno.
Anche se la rivista spacializzata Rockerilla definì "Portable Madness" un capolavoro, personalmente, rimango dell'idea che sarebbe stato meglio condensare le idee migliori in un disco solo.

6 commenti :

Regolo ha detto...

E' da parecchio tempo che non ascolto questo disco ma mi sembra di ricordare che non fosse poi tanto male.
Ho sempre pensato che il problema principale dei SF sia stata la forzata assimilazione con i Corrieri Cosmici teutonici che allora andavano di gran moda. E' una mia impressione, ma credo che quest'equivoco non abbia giovato al gruppo italiano nei rapporti con la critica; è chiaro che i Tangerine Dream o Klaus Schulze erano un altro pianeta rispetto a loro. Se invece li si considera un buon gruppo di pop/rock elettronico, ecco che le cose si rimettono a posto e possono tornare ad essere apprezzati per quello che erano, almeno secondo me, veramente.

taz ha detto...

Infatti credo che loro siano questi e non Tangerine dream...anche perchè i Tangerine secondo me c'entrano poco con le sonorità dei SF o viceversa...Questo disco non mi è mai piaciuto troppo...ciao

Anonimo ha detto...

Mi sembra che però jj ha messo l'accento nontanto sui tangerine dream quanto sul senso di questo disco e sul fatto di averne fatti 3 quasi uguali in un anno. marta

Francesco ha detto...

UN po diciamo del tipo "Tutto gia sentito"

Anonimo ha detto...

Ma come si fa a paragonare i Sensations' Fix a Tangerine Dream e Schulze o ai corrieri cosmici e al krautrock, come si è continuato a fare da troppo tempo? Io Tangerine Dream, Schulze, cosmic couriers e krautrock li ascolto e conosco da una vita, ma non hanno nulla a che fare con i Sensations' Fix. Quanto prodotto da Falsini & co. in quei dischi era tutto un'altro sound, originale e direi pure trasgressivo per quel tempo, in cui ogni cosa che qui in Italia era considerata 'progressive rock italiano' (ma allora si diceva 'pop italiano') doveva in qualche modo rifarsi al prog inglese stile Yes, ELP, Jethro, ecc ecc. Lasciatevelo dire da uno che i LP dei Sensations' Fix li conosce da 40 anni, e che si comprò Portable Madness quando aveva 14 anni.
Quella dei Sensations' Fix è una delle musiche più originali mai fatta in Italia e fuori, altro che ripetitiva e noiosa! Portable Madness lo conosco a memoria, non serve neppure che lo ascolti, e la sua magia rimane intatta come 40 e passa anni fa. Non serve neppure che me lo porti sulla mia isola deserta: è conservato nei miei neuroni, "Into The Memory" come appunto un loro bellissimo pezzo da Finest Finger. Anzi, già che ci siamo, provati a riascoltarvi appunto il pezzo suddetto: Into The Memory ha un crescendo di synth e tastiere, con chitarre e batteria, con un intreccio finale di tastiere che non ha nulla da invidiare a nessuno. E' prog? E' space rock? E' psych? E' rock? Non ha molta importanza cosa sia, non importa classificarli, ma rispettiamoli per ciò che con scarsi mezzi e coraggio hanno saputo fare in una Italia sommersa da cantautori e prog sinfonico.

Paolo

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto sulla falsariga del precedente Fragments of light .

Per me il miglior disco dei Sensations' Fix è Finest Finger del 1976

Michele D'Alvano