Area: Caution (1974)

area caution 01Detto così sembrerà brutale, ma c'è stato un momento tra il '73 e il '74 in cui gli Area erano sul punto di sciogliersi.
A parte la stanchezza per l'incessante attività dal vivo (inclusa una tournèe in Cile), due eventi fondamentali minano fortemente la stabilità e il morale del gruppo: il primo fu il necessario allontanamento di Eddy Busnello, ormai obnubilato dall'alcool e il secondo, ben più grave, l'abbandono di Patrick Djivas che se ne andò con i rivali della PFM.
Quest'ultima defezione, assurse a vero e proprio dramma non tanto per la liceità o meno del gesto di Djivas (nel mondo del Rock le rotazioni dei musicisti sono all'ordine del giorno), quanto per il modo in cui lo fece.

Appena registrato "Arbeit macht frei", nell'Estate del '73 gli Area avevano in progetto un'importante data all'Olympia di Parigi per la quale, sia loro che il manager Mamone, avevano già organizzato tutto: caricato gli strumenti sul camion, pesato tutta l'attrezzatura per evitare problemi alla frontiera e naturalmente, provato più volte i brani da eseguire.

area caution 02Sta di fatto che, col pretesto (reale) di incontrare una ragazza, Djvas si recò all'Altro Mondo di Rimini dov'era in corso una delle tante Jam sessions tra colleghi, PFM inclusa.
Patrick fece una riuscitissima jam con Demetrio, Di Cioccio e Pagani e infine, siccome la ragazza non si presentò, si rirtovò a far mattina da solo con la PFM al ristorante Chez Vous, abituale luogo di ritrovo riminese di molti artisti di passaggio.
Tra un bicchiere e l'altro, Di Cioccio gli chiese "Allora, vuoi venire a suonare con noi?" e Djivas non ci pensò due volte lasciando i compagni in braghe di tela: addio bassista e addio Olympia.
Ricorda Fariselli:

"Non è stato facile, […] ma se queste difficoltà contibuirono a plasmare tutti noi, […] in lui crollò la capacità di vedere un futuro nel gruppo e se ne andò in un modo veramente brutto. La sera prima si brindava […] e il giorno dopo se n'era andato. Gli altri ci hanno fatto pace, io no"

area caution 03Chiuso l'incidente, ora il problema era trovare un nuovo bassista ma, con un po’ di fortuna e dopo tante audizioni tra cui Massimo Villa degli Stormy Six che rifiutò e Roberto Della Grotta che collaborò appena una settimana, venne scelto Ares Tavolazzi. Questi infatti non solo diede prova di grande scioltezza seguendo i compagni in un intricato brano in sette ottavi che non aveva mai sentito prima, ma si rivelò anche umanamente coerente al resto della band.
Busnello non venne più sostituito (a parte per sei mesi tra il settembre del 73 e il febbraio del 74 dalla nascente stella del jazz Massimo Urbani) e gli Area si stabilizzarono per tutta la loro carriera.

Nel frattempo, Sassi aveva inserito nel catalogo Cramps una nuova collana di dischi (la "Nova Musicha") che portò Paolo, Demetrio, Ares, Giulio e Patrizio a interagire con musicisti d'avanguardia del calibro di Juan Hidalgo, Walter Marchetti e soprattutto con John Cage, da cui astrassero nuove filosofie di vita e soprattutto stimoli musicali sempre più estremi. Una scelta che, detto per inciso, portò ad un'ultima defezione: quella del manager Mamone che non gradì affatto il nuovo orientamento elettronico-radicale della band. "Da adesso sono cazzi vostri", sembra che siano state le diplomatiche parole di commiato.

area caution 04In sintesi: senza più un manager e con un nuovo elemento, gli Area diventarono un gruppo militante a tutto tondo e, risultante di ciò, fu nel 1974 la pubblicazione del secondo album:
"Caution! Radiation Area".

Con un packaging senza orpelli, senza l'ausilio strumentale dei fiati e con una diversa accezione strutturale rispetto al primo album, l'impatto fu tremendo: Tofani violenta i sui suoi macchinari elettronici e Demetrio inizia a liberare la voce ("Cometa Rossa") interfacciandola a mo' di strumento con la musica.
In "Caution", la "macchina da suono" degli Area non si ferma nemmeno un istante: si impossessa di schemi e li disarticola ("ZYG"), spinge il linguaggio ben oltre la comunicazione "normata" sino a rendere incerto il confine tra musica, spiritualità, angoscia e sperimentazione ("Brujo"), sposta il baricentro della dialettica dal testo alla sensazione pura ("Mirage! Mirage!"), ammonisce e coinvolge l'ascoltatore sui rischi della massificazione con la stessa crudeltà con la quale essa pilota subdolamente le coscienze ("Lobotomia").

area caution 05Se "Arbeit" poteva essere condiserato un disco "aggressivo", "Caution" è ancora più ostico e lancinante: figlio diretto di sofferenze personali e di una società violenta (citiamo in proposito: la bomba in Piazza delle Loggia a Brescia e la sospetta lobotomia a Ulrike Meinhof), il disco taglia come una lama ipocrisie e mediazioni. Non delega: grida avverte e minaccia, conferendo agli Area il ruolo di band più scomoda del panorama Italiano.
Il gruppo naturalmente raccoglie la sfida e la sua coesione al movimento diventa praticamente diadica.

Com'è noto, non andranno avanti per molto su questa strada alleggerendosi con "Crac", ma al di là del dibattito sui lavori successivi, "Caution" è desinato a passare alla storia non solo come uno dei dischi più rappresentativi del suo tempo, ma soprattutto, ci fornisce la definitiva conferma che il quintetto milanese si è definitivamente assestato ed ha ancora molte pallottole da sparare.
Attenzione! Questo gruppo è radioattivo!


AREA - Discografia 1973 - 1978:
1973: ARBEIT MACHT FREI
1974: CAUTION
1975: CRAC
1975: ARE(A)ZIONE
1976: MALEDETTI
1978: GLI DEI SE NE VANNO, GLI ARRABBIATI RESTANO

39 commenti :

Anonimo ha detto...

Questo è il capolavoro tra i capolavori degli Area.

Il distacco dal jazz rock inglese è ankora più evidente.

Qui gli Area ricercano un linguaggio musicale autoctono, sfuggendo dall'utilizzo di schemi musicali già collaudati in precedenza da altri gruppi (italiani o stranieri).

Tavolazzi secondo me rispetto a Djivas, a parità di (indiscusse) capacità tecniche, porta idee nuove. Il suo modo di suonare il basso lo trovo molto originale, alla ricerca di nuove soluzioni.

Questo è anke l'album in cui gli altri membri danno completamene sfogo ai propri strumenti, importunandoli, mettendoli sotto torchio, massacrandoli......distruggono il suono per ricomporlo, per modellarlo a loro piacimento.

Tofani è semplicemente eccezionale, geniale, nel suo modo di radioattivizzare il suono delle sue chitarre e del synth.

Grande Fariselli ke fa "piovere" milioni di note in chiave free-jazz e grande Capiozzo con il suo tocco etnico-percussivo.

La mancanza del sax viene colmata dall'utilizzo di un nuovo strumento: la voce di Stratos, qui libera di esprimersi completamente.

Più di così penso ke in Italia non si poteva fare in campo rock.

Grande merito alla cramps e a Gianni Sassi per aver dato la possibilità a questo capolavoro di essere concepito.

alex 77

Anonimo ha detto...

X JJ:

come hai fatto per i Banco, non sarebbe male fare un sondaggio per vedere qual'è il miglior album degli Area.......e ne farei anke uno per il migliore di Battiato.

Ke ne pensi?

Chissà cosa ne uscirebbe fuori.

alex 77

JJ ha detto...

EH... mica male come idea....

2112 ha detto...

Ostico,difficile,stimolante ed intelligente.
Questo disco è un assalto all'arma bianca verso tutto e tutti,picchia duro e non chiede scusa.
Tutto è spinto allo stremo,Tavolazzi ha portato una nuova marcia e gli altri si sono liberati verso idee e concetti nuovi,distruggendo e destrutturando per poi ricostruire.
Non ce ne erano altri come loro,e vedendo come siamo ridotti ora,la cosa fa' pensare molto.

taz ha detto...

Alla presentazione di Caution, nel concerto, prima venivi lasciato al buio...e poi violentemente disturbato da fasci di luce...in contemporanea venivano rovesciati nelle nostre orecchie, a volume pazzesco, quintali di suoni e sovrapposizioni acustiche ed elettroniche e tutto questo per Lobotomia....poche cose da dire, un disco... una pallotola sparata nel cervello....entrava e usciva...senza che te ne accorgessi....pochi dischi hanno segnato un periodo come Caution, ma anche merito della copertina...non sono tanti i dischi che hanno copertine "epocali"...un'altro gruppo che secondo me aveva la tendenza epocale per le copertine sono i Talking Heads...cmq gli Area fin che sono restati alla Cramps..poi.....io Alex non direi distacco dal jazz rock inglese...io direi anello mancante tra rock e jazz..AREA...loro hanno spappolato diviso in 4 parti il jazz è calpestato il rock...mia opinione....Le copertine?...fai le prime tre di ogni periodo...70-71-72-73-74-75-76-77-78.....e gli dei se ne vanno...

JJ ha detto...

Ahia... a parte i Talking Heads che sono eccellenti ma fuori tema x questa sede, quelle di prog Italiano sono sempre almeno 30 copertine che è troppo per un sondaggio di Blogger...
Ci penserò comunque.Dopo Pasqua.

Anonimo ha detto...

Ma chi era "Frankenstein" che è citato come autore dei testi di Crac! e che collaborò anche a Fetus e pollution di Battiato?Dove è finito, ora?
(ofvalley)

Anonimo ha detto...

Frankenstein dovrebbe essere Gianni Sassi.......è anke merito suo se ARTISTI come Area o Battiato han potuto sfornare i loro capolavori in Italia.

Grande merito alla Cramps, alla Bla Bla, a Pino Massara e Gianni Sassi.

Comunque mi sono riascoltato giusto ieri "Caution". In mirage mirage Ares Tavolazzi dimostra la sua spiccata personalità e la sua indiscussa tecnica.......mi sembra un artista più completo di djivas (ke già è un grande bassista).

Tavolazzi miglior bassista italiano? Ci pùo stare?

Comunque in definitiva "caution" mostra la grandezza del gruppo, son 5 musicisti dotati di personalità, genialità, spavalderia e per di più sono tecnicamente eccezionali. Ripeto, più di così in un paese come il nostro in ambito rock non si poteva fare, secondo me.

Alex 77

JJ JOHN ha detto...

Frankenstein è Gianni Sassi, ma sembra che dietro quello pseudonimo si alternassero anche il suo collega dell Al.Sa Sergio Albergoni e il boss della Bla Bla Giuseppe Previde Massara.

Riporto qui l'intervista ad Albergoni del 29/09/2004 dal sito www.giannisassi.org:

I testi della Cramps erano firmati "Frankestein": dietro questo pseudonimo non si nascondeva Gianni Sassi, ma io, che ero meno pubblico di Sassi, il quale seguiva di più i concerti. I testi, comunque, erano scritti insieme, a quattro mani ed è difficile stabilire dove finisse una scrittura e iniziasse l’altra. Inoltre, c’era anche il contributo dei musicisti.
I diritti d’autore alla Siae sono però registrati sotto il mio nome."

Anonimo ha detto...

E ti spari tutte ste recensioni sugli Area proprio quando non ci sto io! Ci rivedremo a Filippi!

Comunque non te la scampi, quando torno me le leggo lo stesso!

Andy

Anonimo ha detto...

In effetti lo pseudonimo "frankenstein" sa più di un "soggetto composto di tanti pezzi di soggetti" e quindi di più persone. Grazie Alex e JJ.
Buona pasqua a tutti
(ofvalley)

Iskretta ha detto...

Adoro questo album, così duro e spigoloso e disturbante e ricco e assolutamente originale, spogliato di tutto quello che non è Area per far respirare le individualità dei membri del gruppo.

Assolutamente fantastico..

Buona Pasqua, John
Un abbraccio, Isk

Giampaolo ha detto...

Weh John!!!! Gli Area a mio avviso sono stati i nostri King Crimson, almeno da un punto di vista sperimentale......quest'album non mi dispiace, è stato per loro un album molto importante.....
sto ascoltanto "Ultima Cena" del Banco; che ne pensi?
Ciao e buona Pasqua!!!!
Un abbraccio, Pavelo

taz ha detto...

Da Paolo Tofani:..Mamone aveva organizzato per noi una sala prove all'Ampa vicino a Linate...era una situazione interessante eravamo 5 persone che avevano voglia di lavorare insieme, 5 persone diverse ma 5 teste creative e tutte finalizzate per creare un linguaggio originale...è stato un lavoro di gruppo, uno scambio continuo di idee e tutto sotto l'egidia di Gianni Sassi, il famoso Frankestein, cuore e cervello nonchè autore di tutti i testi.....con Caution il mio intervento fù più evidente...eravamo costantemente concentrati nel trovare il modo di associare la musica all'ideologia, un idea molto cara a Sassi...Ora lui non c'è più, scomparso nel '93...Capiozzo nel 2000...Cmq mi sono riascoltato anche AMF non è facile dire questo è più bello di quello....sono diversi e tutte due delle "bombe" rosse....ciao Buona Pasqua anche a chi non la sente...

J.J. JOHN ha detto...

OfValley, Iskretta, Giampaolo e Taz: Buona Pasqua anche a Voi.
E' vero che AMF e Caution erano proprio due "bombe rosse" (tra l'altro,le uniche bombe materiali esplose da compagni).
Adesso sto riascoltando anche gli altri album, ma così violenti non sarebbero stati mai più.

taz ha detto...

già...la rivoluzione dura sempre troppo poco...ciao

Anonimo ha detto...

Me lo son sentito proprio oggi questo "Cauction!".
Che dire, forse uno dei picchi piu alti della sperimentazione in Italia.
ho trovato molto belle quasi tutti i brani tranne Lobotomia che sinceramente mi ha colto impreparato (forse merita più ascolti).
Voto:8 1/2
Ciao Francesco

Anonimo ha detto...

Ma è proprio "Lobotomia" il kernel del disco!

Anonimo ha detto...

..e ne sono consapevole anonimo.
Si tratta solo di farci il callo tutto qui, un po come è stato per me Ummagamma dei Pink FLoyd
CIao Francesco

Moludd ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Moludd ha detto...

Penso sia anche per me il mio preferito degli Area. Forse perché è il loro primo disco che abbia ascoltato. Certo, AMF è quello che ha fatto storia... Cometa Rossa alcuni dicono che sia una sorta di "Luglio Agosto..." meno ispirata: forse è meno sensazionale, ma non la giudico scopiazzata. L'ho sempre considerato un disco che va oltre: più free, che osa di più, anche più fastidioso, ma pur sempre pieno di gusto e anche meno derivativo (per quanto AMF lo fosse davvero molto relativamente). Al contrario Crac! non mi ha mai entusiasmato. Peccato.

ludwig ha detto...

Assieme a Maledetti, è il disco che ho ascoltato di più della band. Ovviamente, “grazie” anche al suo aspetto ostico, meravigliosamente presentato in modo crescente nel disco, dalla “rassicurante” opener (ma già quell’inciso con Stratos che declama a suo modo la protesta...), alla nervosa elettricità di ZYG (fantastico il passaggio con quella cascata strumentale a seguire il riff iniziale) e di Brujo (improvvisazione fusion al top di sperimentazione e espressività), fino all’angosciante destrutturazione di Mirage (a proposito del titolo, io lo leggevo come MI-Rage?=rabbia a Milano? e Mirage!=Miraggio...appunto. Forse è una mia demenza, scusate... ^_^). E infine Lobotomia, che da sola produrrebbe altre “sensazioni” (forse di fastidio :P), come conclusione del disco ci sta a pennello: messaggio ricevuto, ma purtroppo non da tutti (la sigla Tg di cui sopra continua ancora oggi e sempre più- a mietere vittime...).

JJ John ha detto...

Bella questa tua cosa su "Mi-Rage".
Fu sicuramente il brano meno acclarato del disco tanto che neppure gli stessi Area si prodigarono in troppe spiegazioni.

Io trovo che voglia semplicemente dire "Miraggio? Miraggio!" (forse quello del sorpasso del PCI sulla DC) ma chissa mai che vista l'ambientazione di allora, il buon Gianni Sassi non avesse pensato anche alla tua versione.

Qualche anno fa qui a Milano il Comune diede vita a una campagna ecologica della nettezza urbana chiamata:
"Milano lava Milano"
e ovviamente, le intelligenze più sensibili scomposero lo slogan in maniera molto più irrispettosa.

Questa città si presta proprio bene ai giochini di parole, vero?

ludwig ha detto...

Eheh bello l'aneddoto milanese...
Forse su quel titolo gli Area hanno lasciato volutamente a noi le interpretazioni che potrebbero essere molteplici... Per spiegare l'origine della mia strampalata ipotesi: mi aveva suggestionato il modo con cui sta scritto nell'artwork, cioè "MIRage" ("MI" tutto maiuscolo, quasi fosse una sigla staccata dalla parola "Rage"! :P). Chissà mai...!

DogmaX ha detto...

L'album più difficile degli Area... non che Maledetti sia di semplice ascolto, ma certamente questo è tra i più ostici...

La sperimentazione del gruppo qui sorge in maniera perentoria, dove la sola "Cometa Rossa" assume le sembianze di un pezzo "easy-listening", nonostante disponga dello stile e della ricerca "internazionale" di Stratos.

È quello che, attualmente, preferisco di meno, ma chissà, un giorno riuscirà a prendermi sul serio.

Anonimo ha detto...

Mi ricordo un concerto in cui Demetrio passava tra il pubblico con un cavo o qualcosa di simile collegato ad uno strumento, a seconda di chi lo toccava il suono era più acuto o basso, eccitazione alle stelle, completa fusione tra band e pubblico, con tutto il rispetto niente palchi da 100 metri e "star" che vedi col cannocchiale. Mi tocca portare mia figlia a vedere Rihanna! Per me non esiste un disco semplice o difficile all'ascolto, Caution ha un impatto incredibile, certo Gioia e rivoluzione al confronto sembra la sigla di un cartone animato. Ma Brujo!!! Ciao Luca57

JJ ha detto...

Il pezzo del "cavo" venne chiamato "Caos parte prima". L'intuizione fu di Tofani che collegò al suo synth Tcherapnin di fabbricazione russa un cavo libero che, più lo si toccava (facendo quindi aumentare la resistenza elettrica), più accelerava la sequenza preimpostata.
Altri tempi, altre fantasie.

Tu pensa che io ho "dovuto" portare la mia ragazza a vedere i Take That a San Siro...
Bravi, professionali, per carità.
Un palco da 80 metri x 30. Un allestimento da mille e due notti, un sound levigatissimo, ballerine, pedane mobili... insomma... pazzesco!

Mi sono divertito, ma in fondo io sono un figlio del rock 'n' roll.
La musica mi basta e m'avanza.
Poi se c'è un bell'impianto luci e qualche trovata scenica tanto meglio, ma deve essere "identificativa" dell'artista, non "a corredo".
Voglio dire: c'è una bella differenza tra i Kiss o Alice Cooper e i Take That.
Non so se mi sono spiegato...

Anonimo ha detto...

Anch'io sono un figlio del R&R la musica basta ma da un concerto live ti aspettavi qualcosa di diverso, non luci o, come dici tu, corredi vari, ma un'improvvisazione come quel cavo o come i Gentle Giant che suonavano la batteria entrando in scena una alla volta, si spegnevano le luci e...zac c'era un componente in più. Ciao JJ canterò Man down che comincia anche a piacermi.

Anonimo ha detto...

Scusate se entro in contraddizione, ma dopo Busnello entrò Massimo Urbani, sia pure per poco. Suonò al concerto del Brancaccio nel 1973 in cui aprirono per i Nucleus.
MIRage Mirage fa riferimento diretto al MIR, gruppo armato di resistenza cileno al golpe di Pinochet.
Comunque disco grandissimo, anche se io ci leggo un certo ridimensionamento di Stratos, che a parte Cometa non fa molto, paradossalmente agisce di più all'organo. Azzarderei che sia accaduto forse per via della controversa accogienza di Abbattimento dello Zeppelin, in cui dal vivo sovrastava gruppo e pubblico, con un impatto a cui si era forse impreparati.
A me piacque comunque tantissimo anche in quel brano ma ascoltai molte critiche, anche tra gli addetti ai lavori. Li ebbi modo di parlare un po' con Tofani, scanzonato e simpaticissimo.
Me lo ricordo come se fosse ieri.
Uno dei più bei concerti i assoluto tra le centinaia che ho visto.

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Clack: ho aggiunto i dettagli e anche qualcosa in più.

Massimo Urbani collaborò con gli Area per 6 mesi dal settembre 1973 al febbraio 74.

Il record però di minore presenza nel gruppo spetta però al bassista Roberto della Grotta che fu scelto insieme a Urbani, ma che durò solo una settimana.

Lorenzo Giustetto ha detto...

... Accendete lo stereo sul pezzo "Lobotomia" guardando senza volume i programmi Rai di prima serata . Dopodiché ci riflettete sù tutta la notte !! Fidatevi , provateci e vedrete i notevoli risultati !

ugo ha detto...

scusa giustettino ma di che segno sei?zodiacale ovvio ........l'ino è perchè sei piccino di fronte a noi altri ugo

Lorenzo Giustetto ha detto...

Sono dello scorpione , di Novembre (come ho già detto sulla bacheca del salvadanaio del banco)

UGO ha detto...

cavolo scorpione dunque uno tosto che ama le cose toste come gli area poi magari a 40 anni farai il percorso a ritroso e ascolterai ORIETTA BERTI AAAHHH SCHERZO BRAVO SEI UN ESEMPIO FULGIDO VERSO TANTI RAGAZZI CHE ASCOLTANO TEKNO-HOUSE E SCHIFEZZE DEL GENERE.........CON TUTTO IL RISPETTO!allora ti dovrebbero piacere pure i DEDALUS E GLI ARTI E MESTIERI!

roberto ha detto...

Cometa cuci la bocca ai profeti
Cometa chiudi la bocca e vattene via,
Lascia che sia io a trovare la libertà
(Interpretazione di Stratos, letteralmente il testo ha un'altra traduzione)

Per me, il più bel pezzo di tutto il Prog Italiano e non solo.

Alachetué!

Anonimo ha detto...

Scusate ho appena scoperto il vostro sito, e faccio una domanda generale postandola da qui, in quanto gli Area sono tra i pochi nomi del "prog" italiano che apprezzo molto e che ebbi anche la fortuna di vedere live in gioventù.
Io di quegli anni seguo di più per intenderci i nomi documentati nella collana Nova Musicha e Diverso o quelli su Ananda, e ovviamente per prog rock si intende qualcosa che parta da una base rock, e capisco perchè manchino Nuova Consonanza o Pietro Grossi..
ma c'è un motivo per cui non sono stati recensiti nomi come Insiememusicadiversa, Prima Materia, Luciano Cilio, Maria Monti (ovv. parlo de Il Bestiario), o gli stessi Suoni di Frontiera di Rocchi e Sei Note in logica di Cacciapaglia ecc?
Essendo il vostro sito davvero molto ben fatto e informato, sarei curioso di leggere vostre schede su quei dischi.. saluti, Walter

JJ John ha detto...

Ricordo anch'io quei dischi. Probabilmente sarebbe giusto parlarne perché ambasciarono musiche dal forte spirito di rottura.
Ma da lì a definirle "progressive" credo ce ne passi. Siamo piuttosto nel terreno dello sperimentalismo à la John Cage, e comunque si tenga conto che almeno metà della collana Nova Musicha diretta da Gianni Emilio Simonetti, uscì quando il prog italiano era già defunto.
Tra gli italiani poi, credo che i soli Marchetti e Castaldi avessero pubblicato prima del 1976, e francamente non me la sentirei di includere la "Nuova Consonanza" nel genere Progressivo. Di questo avevamo già dibattuto anni fa.
Walter, tengo comunque presente il tuo comment. Grazie.

Anonimo ha detto...

Ciao no ovviamente non mi riferivo ai compositori che compaiono in Nova Musicha, magari a nomi come la Monti o Cilio (nel cui disco suona anche Toni Esposito) o Lino Capra Vaccina che hanno in diversa misura elementi folk-etnici non lontani da certo progressive italiano (per gli ultimi due però siamo già al 77-78)... comunque ciò nulla toglie al vostro già ottimo sito! W.

Anonimo ha detto...

Disco straordinario !

Per me questo è il disco più estremo degli Area, ancora più destrutturato e sperimentale rispetto al precedente .

In questo lavoro il gruppo raggiunge un livello di conflittualità musicale e concettuale davvero formidabile .

Michele D'Alvano