Battiato: "Pollution" (1973)

battiato pollutionNon era infrequente nell'Italia degli anni '70, avere il privilegio di ascoltare il prodotto di un genio e non accorgersene, anzi.
Nel variegato clima politico e controculturale di allora, bastava che l'autore affiancasse al proprio lavoro una qualche sovrastruttura commerciale per alienarsi inconsapevolmente una parte di pubblico e di critica: specie quella movimentista che mal tollerava la giustapposizione di arte e danaro.

 
Questo successe proprio al buon Battiato al principio del 1973, quando il suo secondo album "Pollution" (pubblicato nel novembre del 1972) venne inserito in un'astuta "doppia operazione promozionale" in quel di Bologna.
In sintesi accadde che l'"Al.Sa.", l'azienda di Gianni Sassi, già curatore artistico della discografica dello stesso Battiato, si fece promotrice di una performance multimediale a stampo ecologista (chiamata appunto "Pollution") in Piazza Santo Stefano invitando a suonare lo stesso Battiato.
Franco Battiato 
I costi sarebbero stati sostenuti dallo sponsor (le ceramiche Iris) e dal Comune di Bologna cosicchè sia Sassi che Battiato, si sarebbero portati a casa un bel gruzzoletto (oltre che un bel po’ di pubblicità) ottenuto in parte con denaro pubblico.
 
L'operazione, di per se commercialmente geniale, non venne ben vista dai puristi della controcultura i quali accusarono l'artista di "paraculismo", di essersi "venduto", "servo delle multinazionali" ecc.. ecc...
 
Per fortuna il disco vendette bene consacrando giustamente il Franco nazionale a stella dello sperimentalismo nostrano.

Franco BattiatoPolemiche a parte, "Pollution" è un album eccellente.
Pur nella sua brevità (33 minuti circa), esso si pone come "momento evolutivo" dell'artista il quale supera le visioni oniriche e scioccanti di "Fetus" per approdare ad una composizione più complessa e strutturata.
I frutti della sua ricerca musicale, sospesa tra strumenti classici e materiali concreti, è chiaramente palpabile nella straordinaria varietà di timbriche proposte, laddove ogni singolo suono, ogni provocazione, ogni apertura melodica risultano perfettamente funzionali al contenuto del disco: la complessa "estetica dell'inquinamento".
 La musica è "totale", mai scontata, complessiva, come l'unità che "congiunge grammatica e sintassi" (cit. Battiato).
 
Malgrado la pochezza dinamica dell'incisione (si sa… quelli della Bla Bla non erano delle cime), Battiato riesce a far trasparire da ogni solco un phatos raramente riscontrabile in qualunque suo contemporaneo.

rock progressivo italiano 
Al di là del valore delle singole tracce su cui non sto a dilungarmi, si ha realmente l'impressione di essere guidati dall'artista in una dimensione organica: ogni movimento è perfettamente coerente con il suo vicino, ogni ambientazione vive di vita propria ed è restituita in maniera talmente limpida, da creare infine un solido grattacielo musicale che ci si presenta al termine dell'ascolto, in tutta la sua magnificenza strutturale.

Melodia, rumoristica, rock, musica concreta, cosmica, frammenti classici, sillabazioni, recitativi ed elettronica non si disgiungono nemmeno per un attimo dal senso finale del disco: ammonirci sul pericolo del degrado, dell'inquinamento morale e materiale, della perdita del "se" e dei propri luoghi di riferimento.
E' già forte dunque in Battiato quella spiritualità che, col tempo, diventerà la sua guida interiore di un lungo percorso artistico.
"Pollution" è un album da dieci e lode e solo lo stesso Battiato saprà superare se stesso con "Sulle corde di Aries". E questa capacità di auto-sorpassarsi, ricordiamolo, attiene solo ai geni.


FRANCO BATTIATO - Discografia 1972 - 1975:
1972: FETUS
1972/73: LA CONVENZIONE - PARANOIA (45 giri)
1973: POLLUTION
1973: SULLE CORDE DI ARIES
1974: CLIC
1975: M.ELLE LE GLADIATOR

12 commenti :

Gianni Lucini ha detto...

Condivido il giudizio critico sul disco. Circa la presunta "paraculaggine" di Battiato e del suo giro devo dire che l'uomo mi ha sempre dato l'impressione di essere uno capace di fare di necessità virtù e di cogliere al volo le "mode" senza mai arrivare a sputtanarsi troppo(salvo forse il concerto di qualche anno fa alla festa di AN che poteva evitarsi!). L'ho visto far la "gavetta" nei locali da ballo (anche dopo aver pubblicato "Fetus") e poi sfidare impassibile e algido folle "agitate" e "fischianti" con esibizioni "sperimentali". A volte l'ho apprezzato, altre l'ho trovato insopportabile, ma non mi è mai stato indifferente. E questo forse è il suo pregio.

J.J. JOHN ha detto...

Un genio, davvero. Nei suoi confronti anch'io alterno momenti di alto gradimento a periodi di sopportazione, ma in linea di massima gli perdono quasi tutto.
Riguardo al concerto per AN/Forza Nuova che fece qualche anno fa, ricordo che qualcuno del mio giro andò a dirgli: "ma che c***o stai facendo?".
Lui, mi è stato riferito, fece spallucce, ma poi non si ripetè mai più.
Morale: le pirlate le fanno anche i geni.

Anonimo ha detto...

Ciao John, sono Marco. Ho comprato oggi Pollution ma la copertina era sbagliata e sotto c'ho trovato Fetus (pace, mi mancava pure lui, ci tornerò sopra quando l'avrò assimilato). Comunque Battiato resta il mio cantante preferito nonostante, appunto, mosse che mal digerisco: il concerto per AN ecc. E poi, ma perchè un disco da mezz'ora ogni anno non li diluisce nel tempo e li fa "più pieni"? Per vendere, gli pare di essere poco ricco?

Anonimo ha detto...

Che pacco! Complimenti alla discografica!
Beh, comunque non ti è andata poi così male: Fetus è bellissimo e goditelo fino in fondo. Io possiedo l'originale e spesso mi trovo ad ascoltarlo sul mio Lenco L75/S!
In ogni caso, se puoi, riporta indietro il disco sbagliato e fattelo sostituire. E che cavolo!.
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Ricordo bene il concerto per An e so anche che il movimento gli fece un c**o così. Pazienza, peggio per Battiato che lo dovrà giustificare ogni volta.
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Sul fatto che gli album di B. fossero sempre stati brevi, ricordo un'intervista proprio su questo tema. Alla domanda-chiave
lui rispose stizzito:
"Vogliamo vendere le note al chilo? Possiamo parlarne..."
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Morale: o lo prendi per così com'è, o lo mandi a quel paese.

Arcygatt ha detto...

Ciao John, sono finalmente entrato in possesso anche di Pollution. Ebbene, non mi piace... Una delusione, dopo che Fetus mi aveva stregato pensavo di trovare un disco che potesse catturarmi ancor di più. Invece, una tristezza. Magari ad un ascolto più approfondito inizierò a gustarmelo, ma il primo impatto è stato traumatico. Ciao, Marco.

Anonimo ha detto...

Ma no, perche una delusione? Ci sono momenti molto alti in questo disco. Semplicemente era un più un lavoro "funzionale ad un tema esterno" che non "intimamente organico" come Fetus.
Se procedi di questo passo, "Sulle corde di Aries" e "Clic" ti faranno schifo.
In realtà occorrerebbe intepretare almeno tutti e 4 i primi lavori di Battiato come un "work in progress" dell'artista che comunque, al di la di momentanee contraddizioni, non ha mai fatto mistero della sua sincerità.
Ascoltalo semmai sotto questo punto di vista e sappimi dire.

Arcygatt ha detto...

Riascoltato a modo molte volte... e piaciuto un sacco!
Al contrario del concerto del 2 luglio a Pistoia...

Unknown ha detto...

Ma avete ascoltato oggi questo album? ancora attualissimo e ben suonato! Per me indimenticabile

Anonimo ha detto...

Dal sito ItalianProg di Augusto Croce in merito all'anno di pubblicazione di questo disco :

"Secondo molte fonti Pollution sarebbe uscito alla fine del 1972, ma il disco porta sull'etichetta la data 1973 e sul vinile, stampigliata al termine dei solchi della prima facciata, compare la data 16-1-73."

Saluti

Michele D'Alvano

J.J. JOHN ha detto...

OK, io mi sono riferito alla data sulla label, o comunque all'anno di pubblicazione.

ravatto ha detto...

A chi ama Battiato consiglio di correre in edicola a comprare il numero di ottobre di Linus, interamente dedicato al Maestro.
La sua storia a fumetti, interviste, testimonianze, e molto di più.
Un gioiellino imperdibile.

Anonimo ha detto...

Bel disco di rock progressivo sperimentale di Battiato !

Areknames, Beta e Plancton sono autentici colpi di genio ma tutto il disco, tra citazioni colte, musica concreta e notevole ricerca strumentale, è davvero straordinario.

Michele D'Alvano