Data: Data (1974)

Di qualunque colore politico voi siate, io credo vi sarà sempre difficile sminuire il genio di Lucio Battisti. 
Se siete di destra, probabilmente non avrete nulla da dire. Se siete di sinistra, potrete biasimarne il falso populismo, il fatto che (forse) finanziava gruppi neofascisti, che abbia disertato il contatto col pubblico nel momento in cui esso richiedeva maggiore interattività con gli artisti,e la misoginia dei testi pur con l’attenuante che erano scritti da Mogol.

Si potrà insomma discutere di tutto fuori che del suo innato talento musicale, perchè quello c’era davvero sia come compositore che come imprenditore. Non a caso, la sua discografica “Numero Uno” fu culla di straordinari talenti prog-rock: Alberto Radius, Mario Lavezzi, Demetrio Stratos, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Acqua Fragile, Toni Esposito, Il Volo, PFM, Formula Tre, Oscar Prudente, Jumbo e tanti altri.


 La grande vitalità imprenditoriale e l'innata curiosità musicale però, non impedrono al Battisti-discografico di cimentarsi anche in produzioni meno attraenti quali i Computers (1969), Luisella Guidetti (1970), Luciano Noel Winderling (1971), i Jungle’s Man (1972), piuttosto che in curiosi lavori sospesi tra melodia classica e simil-progressismo come quello dei Data.
 Spesso annoverati nella categoria “progressive” ma con la quale non hanno alcuna attinenza, i Data furono un trio formato a Milano nel 1974 dal poliedrico artista torinese Umberto Tozzi e da altri due musicisti, Dattoli e Luca, che malgrado la giovane età (poco più di vent’anni) avevano anch’essi un' invidiabile palmares professionale alle spalle.
 
Il bassista Damiano Dattoli per esempio, era già entrato nella storia del pop non solo per aver composto le musiche di “Io vagabondo” per i Nomadi, ma per aver affiancato a lungo Detto Mariano, allora arrangiatore di Celentano, per aver suonato con Mina e per essere stato una delle menti musicali del gruppo Flora Fauna e Cemento in buona compagnia con Mario Lavezzi (futuro componente del “Volo”).


Il chitarrista Massimo Luca invece, era un validissimo session-man che aveva collaborato con quasi tutte le grandi stars degli anni ’70 (De Andrè, Mina, Battisti, Guccini, Conte, Bennato, Branduardi...) e la cui carriera sarebbe continuata per tutto il ventennio successivo sino a produrre personaggi del calibro di Biagio Antonacci e Gianluca Grignani, nonchè scrivere con Albertelli e Tempera la sigla finale di uno più famosi cartoni animati degli anni ’80: Goldrake.

Tozzi dal canto suo, al di là di essere fratello dell’allora celebre cantautore Franco Tozzi, aveva già militato in alcune bands giovanili come “La strana società”, suonato con il Patrick Samson Set insieme al sassofonista Claudio Pascoli, fatto il session man per la Numero Uno, collaborato con il duo Prudente - Fossati e soprattutto, scritto in coppia con Dattoli la canzone "Un corpo e un’anima" che vinse Canzonissima ‘74 nell’interpretazione di Wess e Dori Ghezzi (futura signora De Andrè).

E fu proprio dall’incontro di Tozzi con Dattoli che nacquero i Data i quali, va da se, non ebbero alcun problema a trovare un contratto discografico proprio con la Numero Uno. 

L’album eponimo, stampato curiosamente in poche copie al punto di diventare una rarità, venne arrangiato interamente da Claudio Pascoli , mixato dai tecnici Ezio de Rosa e Piero Bravin (quest’ultimo futuro “meccanico del suono” della Cramps di Gianni Sassi) e pur se ricordato ancora oggi col nome di “Strada bianca", riportò sull'inquietante copertina disegnata da Cesare Monti il solo nome del gruppo.

Malgrado le evidenti capacità autorali dei tre musicisti, i testi dell'album vennero tutti affidati al noto paroliere Alberto Salerno (Nomadi, Reitano, Di Bari, Vecchioni ecc.) che per l’occasione si firmò con lo pseudonimo di “Manipoli”.

Detto questo, è fin ovvio che musicalmente ci si ritrovi di fronte a un prodotto a solida matrice autorale con raffinate composizioni quali “Strada bianca” e “Per mia madre”.

Splendidamente arrangiato, inciso ed eseguito, il disco tuttavia si adagia troppo spesso su un livello compositivo leggero imperniato per la maggior parte su armonie innocue (“Tutto il mio mondo”, “Io e la mia scimmia”) e su atmosfere già abbondantemente evocate da Battisti e la sua Formula Tre (“Dove va l’umanità”, “Aria in me”).

 
Anche le tre parti strumentali di De Luca e Tozzi che avrebbero potuto costituire l’humus per un eventuale sviluppo progressivo, vengono ridotte ad una manciata di secondi e alla fine, di tutto questo tramestio emerge solo la grande classe di tre musicisti, comunque avulsa da qualunque ambito innovativo.
Data” è dunque un disco certamente imperdibile per i fans di Tozzi, ma men che meno inscrivibile in un contesto progressivo: considerarlo tale, è un errore tecnico e analitico.

UN GRAZIE DI CUORE A ORAZIO PER IL SUO CONTRIBUTO A QUESTO POST E PER LA SUA INEGUAGLIABILE GENTILEZZA.

15 commenti :

isidax ha detto...

per sigla finale di goldrake intendi shooting star?
http://www.youtube.com/watch?v=sjrFS96wIEc&feature=related
perché secondo me è copiata.

JJ John ha detto...

Intendevo quella della seconda serie: "Va, distruggi il male va..." eccetera. Che poi sia copiata, questo proprio non lo so.

Cmq, c'è proprio una bella intervista in più parti sul tubo ad Albertelli e Tempera dove ad un certo punto parlano del contributo di De Luca.

U G O ha detto...

convengo con te che questo disco non ha nulla di prog e allora perchè non hai postato pure la scheda dei FLORA FAUNA E CEMENTO gruppo dove militava un certo MARIO LAVEZZI?

J.J. JOHN ha detto...

Per lo stesso motivo per cui non ho postato "Figli delle stelle" di Sorrenti.

Ekphrasys ha detto...

Una delle connotazioni primarie del prog. è che non ha confini e la sua stessa definizione non può essere precisa. Tracce di musica progressiva (con tutte le implicazioni Tecnico-semantiche) si può trovare in quasi tutti i dischi italiani prodotti nei 70. Dai cantautori alle "pop" star come Mina, Battisti e compagnia... Anche Battiato è prog fino al 74... E come lui tanti altri... Pure nei Pooh , cugini, alunni , giardini e parentame vario si possono ravvisate tracce di prog. Saluti

J.J. JOHN ha detto...

Io ho tentato di circoscrivere le caratteristiche e l'appartenenza al prog italiano anche in base a un discorso storico, sociale e politico. Certamente di parte, ma al momento ancora molto considerato.

La mia disamina completa sta nel "Libro del prog italiano" per Giunti Editore, e in forma meno censurata, sulle pagine di Classic Rock.

Ergo, richiamo sempre tutti a fare distinzione tra chi poteva essere annoverato nel pop/prog per aderenza alla società e all'evoluzione politica di quegli anni, e chi invece cavalcava l'onda.

I limiti analitici, concordo con Ekphrasys, sono invero molto labili e opinabili (ed io sono qui apposta per dibattere), ma di sicuro, i Pooh e tutti loro cloni non erano ascrivibili al Prog Italiano.

Forese formalmente, ma il Prog italiano, quello vero, era anche questione di consapevolezza. Di lotta. Di rottura. Di impegno.

AnalogueSound ha detto...

Ho pubblicato l'opera completa sul tubo, per la prima volta completa, rimasterizzata direttamente dal vinile, altissima qualità. Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=2G3k14xPswQ&feature=youtu.be

JJ ha detto...

Grazie AnalogueSound. Lavoro impeccabile come solo sai fare tu.
Una sola curiosità. Perché hai scelto proprio quest'album?
Seconda cosa: hai in mente altri lavori simili?
Ciao da JJ.

AnalogueSound ha detto...

Ho scelto questo perchè mi piace molto, perchè è uscito un mese prima che Battisti si chiudesse a fare Anima Latina e perchè non era mai stato reso pubblico nella sua interezza e ad una qualità soddisfacente, a parte la prima pubblicazione del '74 e la ristampa del '90 su CD. Il disco è introvabile: personalmente per poterlo ascoltare tutto ci ho messo due anni e mezzo di ricerche su e giù per il web, finchè non ho trovato una prima stampa (praticamente perfetta, come nuova) in Germania.
Di lavori similmente tanto interessanti quanto sconosciuti come questo sicuramente ne sono stati fatti, ci vuole un po' di pazienza...

ugo ha detto...

io lo tengo non è che ci impazzisca però me lo tengo stretto ciao ugo

aliante ha detto...

Complimenti AnalogueSound, apprezzo molto il contributo che dai al Prog. con queste operazioni di ricerca e di restauro sonoro.

AnalogueSound ha detto...

Grazie a tutti, amici! :)
Oscar

Anonimo ha detto...

bel disco ottimamente suonato che non manca nella playlist della mia radio prog. Tozzi dopo questa esperienza produrrà, a mio avvisto, due tra i migliori dischi di poprock di stampo Usa mai prodotti in questo paese, parlo di Tozzi del 1980 e il successivo Notte rosa, coadiovato da musicisti americani di tutto rispetto (Greg Mathieson, Lee Ritneuer)

rael ha detto...

Ricordiamo anche che Tozzi era amico fin dall'adolescenza con il mitico bassista Guido Guglielminetti, iniziarono insieme e insieme continuarono in varie formazioni (Patrick Samson Set con Euro Cristiani alla batteria incluso) fino ad arrivare a un livello professionale, lo stesso Guglielminetti suonò a soli 19 anni nel disco "Il mio canto libero" di Battisti e negli anni successivi con le sorelle Bertè, Pappalardo, Marcella Bella, con Fossati e negli ultimi 30 anni con De Gregori!

Anonimo ha detto...

Disco piacevole e ben suonato !

Michele D'Alvano