Metamorfosi: E fu il sesto giorno (1972)

metamorfosi e fu il sesto giorno 1972Il quintetto dei Metamorfosi si forma a Roma nel 1969, nel momento in cui il cantante siciliano Davide "Jimmy" Spitaleri si unisce al gruppo "I Frammenti", capitanato dal tastierista Enrico Olivieri e specializzato in Messe Beat.

Assunto il nome definitivo di Metamorfosi, la band impiega circa due anni per arrivare alla sala d'incisione, periodo durante il quale affina sia il proprio sound sia il live-act.

Nel 1972, dopo un secco rifiuto della Fonit, il quintetto viene scritturato dalla Vedette del geniale discografico Armando Sciascia e trova nelle figure di Raffaele Piccolo e del popolare cantautore Roby Crispiano i produttori del loro primo lavoro.

Il disco esce nei negozi il 29 maggio del 1972 e sin dalla front cover (realizzata in maniera semplice virando al verde acqua una foto in bianco e nero) si capisce chiaramente l'impronta generale del lavoro.
Nell'immagine spicca infatti la figura del giovanissimo Spitaleri il quale, oltre ad assomigliare vistosamente al Cristo, troneggia con fare biblico sul resto del gruppoe,
passando all'ascolto si capisce subito che il groove generale del disco non tradirà il senso di quella foto.
Effettivamente in circa 37 minuti, i Metamorfosi inanellano 7 canzoni di media durata (circa 5 minuti l'una) di stampo tardo-beat e fortemente impregnate di un'essenza mistico-religiosa di matrice Cattolica.

metamorfosi_02Come fanno notare gli stessi componenti del gruppo, l'album "mette sempre in risalto I'uomo al centro dell'universo, con i suoi errori, le sue paure e le sue speranze" e canzoni quali "Nuova luce", "Hiroshima" ed "E lui amava i fiori", sono sicuramente un ottimo esempio di coerenza tra intenzione e pratica.
Infelicemente, in altri brani come "Crepuscolo" il fervore religioso straborda raggiungendo l'apice in "Inno di Gloria", onestamente troppo scontato sia sotto l'aspetto lirico che in quello musicale.

Ho sentito recentemente l'amico Jimmy per telefono chiedendogli il motivo di tale slancio (in realtà gli ho detto testualmente che "per una canzone come "Inno di Gloria" lo avrei strangolato volentieri") e lui ridacchiando, mi ha confidato che in quel disco "c'erano ancora molte cose pregresse che poi sono state superate sia grazie alla mia presenza, sia alla sopraggiunta maturità artistica."

davide spitaleriComunque, in tanto pontificare "E fu il sesto giorno" contiene anche delle gemme di sobrietà ed allegria quali ad esempio "Sogno e realtà" che rimane uno dei pezzi più gradevoli del disco.
Quindi, non si commetta l'errore di considerare i Metamorfosi alla stregua di un moderno gruppo catto-beat. Il loro Ellepì va letto come un "work in progress" che contiene anche delle pregevolezze strumentali di non poco conto, e che anticipano in qualche misura quello che sarà il loro successivo capolavoro, "Inferno".

Pur nella globale temperanza compositiva, emerge ad esempio un solidissimo affiatamento strumentale che restituisce un sound solido ed compatto in cui la sezione ritmica del duo Natali-Turbitosi suporta magnificamente ogni brano rendendo gli arrangiamenti robusti e consistenti.

Encomiabile anche il prezioso lavoro di Enrico Olivieri che si dimostrò (allora come oggi) il grande cesellatore delle armonie del gruppo.
Grande rispetto, merita infine la potente voce di Jimmy che rimane che rimane a mio avviso, una delle più belle voci del Progressivo Italiano accanto a quelle di Tagliapietra, Di Palo, Di Giacomo e naturalmente di Demetrio Stratos.

enrico olivieriRestèrà invece al palo la chitarra di Luciano Tamburro che, non a caso, non verrà più sostituito dopo aver abbandonato la band alla fine del 1972.

In sintesi, "E fu il sesto giorno" è da ritenersi, più che un "lavoro organico", un "esperimento" musicale in cui i Metamorfosi stavano scaldando i motori prima di passare alla fase di decollo.
Consigliabile per i collezionisti e per i fan, ma non del tutto essenziale per gli amanti del Prog che, nel 1972, avevano ben altro con cui trastullarsi.


METAMORFOSI - Discografia 1972 - 1975:
1972: E FU IL SESTO GIORNO
1973: INFERNO
2004: PARADISO

6 commenti :

Anonimo ha detto...

Quando vennero a suonare a Pontecorvo, dopo poco l'uscita di Inferno, allestirono uno spettacolo con candelabri, bracieri e costumi vari. Il parroco dopo pochi minuti interruppe il concerto considerando il tutto come opera del demonio. Altri tempi....

Andy

Anonimo ha detto...

"Inferno" è il Capolavoro delle Metamorfosi, ma "...E Fu Il Sesto giorno" secondo me è tra i punti alti della produzione nostrana degli Anni'70! Secondo me un Pezzo come "...e Lui Amava I Fiori" entra di diritto nelle Canzoni Prog Italiane per eccellenza insieme a "Gioco Di Bimba" de Le Orme, "Impressioni Di Settembre" della PFM e "Non Mi Rompete" del Banco! Per non parlare poi di "Sogno e Realtà" con la sua malinconia riesce sempre ad emozionarmi ad ogni ascolto! "Inno Di Gloria" invece a volte mi fa piangere, nel senso che mi commuove, anche se come hai detto John è banale. Penso di aver già detto che non sono cattolico, ma la tematica di questo Album mi travolge e regala ogni volta grandi emozioni!

taz ha detto...

Con una voce così...puoi cantare in tutti i gruppi che vuoi...come dici tu JJ, un crescendo che si concluderà, dopo "Paradiso" del 2004, con l'uscita di "Purgatorio"...Cmq Olivieri può essere considerato uno dei migliori tastieristi del nostro prog...no? ciao

giody54 ha detto...

pur avendo ascoltato "e fu il sesto giorno"dopo un capolavoro come "Inferno"a me è piaciuto,bei brani mistico religiosi un po' sullo stile dei Delirium ,Orme ..poi c'è la voce del cantante che non ha bisogno di commenti

Anonimo ha detto...

Ho appena sentito il disco.
A me è piaciuto molto, mi sono piaciute sia le tematiche (come sono state sviluppate) sia le musiche, mai banali.
Non li conoscevo fino a qualche settimana fa, ma adesso questo disco è tra i miei preferiti

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto .

Anche secondo me i Metamorfosi troveranno la loro definitiva maturazione nel capolavoro Inferno

Michele D'Alvano