I Giganti: Terra in bocca (1971)
L'anno di grazia è il 1971: sugli scaffali dei negozi compare un Lp dalla copertina inquietante e con una grafica anomala: è un cadavere steso a terra e scalzo a metà.
Sulla suola della scarpa sinistra c'e una foto fissata con una puntina. Il titolo a caratteri cubitali è "Terra in bocca (poesia di un delitto)". In basso, il nome degli interpreti, che desta l'attenzione di non pochi appassionati.
Sono proprio loro, "I Giganti", quelli di "Tema", "Una ragazza in due" e "Proposta". Sul retro di copertina si nota poi che il quartetto è affiancato da musicisti di enorme pregio quali Bandini, Tavolazzi (futuro Area), Tempera e Marcello Della Casa (Latte e Miele) e che tra i ringraziamenti fanno capolino misteriosi "fornitori di servizi" quali: la farmaceutica Sandoz (lisergici), il whisky Glen Grant, Carlo Marx e un non meglio identificato Frankenstein (ossia Gianni Sassi alle sue prime esperienze nel mondo della comunicazione multimediale).
Proseguendo ancora con le indagini preliminari scopriamo poi che testi sono del musicista Piero de Rossi (ispirati, si diceva, a un'intervista con un detenuto, mentre furono scritti di getto dall'autore) e le musiche di VinceTempera (nella rèaltà erano di Mino di Martino pare ci fosse stato un'intoppo sul deposito).
Infine, nota molto particolare per l'epoca, l'album era composto di due soli brani di circa 20 minuti l'uno, divisi complessivamente in circa 12 movimenti. In pratica: una suite. Ma quali musiche conterrà mai uno scrigno così prezioso? Facciamo un passo indietro. I Giganti sono già conosciutissimi come gruppo soft-beat che, in sei anni di attività, avevano sfornato almeno 16 singoli e 2 album di un certo successo, inanellando almeno cinque hit e diverse apparizioni a Sanremo.
Il loro groove attraversa con gli anni momenti esistenzialisti, pacifismo ("Proposta", "La bomba atomica"), strane diversioni religiose ("Il Paese è in festa") e diverse covers . Il tutto suonato con grande stile e convinzione, ma posizionandosi sempre molto lontano dall'ala più dura del Beat.
Protagonista di uno storico litigio,il quartetto si scolse nel 1968 per poi ritrovarsi a sorpresa due anni dopo, in compagnia del tastierista Vince Tempera.
Ed è proprio dalla collaborazione col venticinquenne Maestro milanese e con il "giro" di Gianni Sassi, che nacque un progetto veramente innovativo e trasversale per l'epoca: un album-concept su un delitto di mafia (anche se la parola in sé non viene mai pronunciata) che, da un lato, avrebbe descritto con crudezza tutti gli scenari correlati all'omicidio e dall'altro, evocato la storia d'amore della vittima prima sino a poco prima della sua morte.
Ne viene fuori un capolavoro. Il disco si apre con un introduzione acustica in cui viene spiegata la storia : un ragazzo siciliano, ribellandosi al pizzo sull'acqua imposto dalla mafia, decide di trovarsela da solo e di distribuirla gratuitamente. Di conseguenza, viene ucciso a tradimento e poi vendicato dal padre.
Un canovaccio drammatico la cui spietatezza si incrocia però con la sua storia d'amore, creando uno virtuoso contrasto poetico che non ha eguali nella sognante epopea dell'Underground. Se in un primo momento il disco sembra partire in sordina tra arpeggi acustici e voci armonizzate, ci si accorge molto in fretta che "Terra in bocca" è molto di più.
L'articolata struttura musicale e vocale si trasforma progressivamente in un vero e proprio gioiello di composizione, i successivi innesti strumentali creano un magnifico crescendo che, a partire da schemi rock blues, arriva a vere e proprie esplosioni Prog che enfatizzano magnificamente le parti più drammatiche.
La sequenza dei vari movimenti è ricorrente - ma mai ripetitiva - ed inchioda l'ascoltatore al giradischi dal primo all'ultimo minuto in un incedere timbrico senza pari nel 1971. La resa poetica dei testi è talmente verosimile ed attuale da lasciare commossi.
L'interpretazione, gli arrangiamenti e il mixaggio sono perfetti. Sospeso tra un "musical noir" e il "Pre-progressivo", "Terra in bocca" non ha momenti di flessione e , al di là di certe trascurabili pietismi, la resa complessiva lo proietta ancora oggi nella categoria degli "imprescindibili" della musica Italiana.
Non vendette molto (vai tu a toccare certi tasti...), i Giganti si sciolsero a breve e per le discografiche fu una delusione. Ma questo non importa: chi conosce quest'album, sa che un disco così non si dimentica.
45 commenti :
I Giganti sono una delle espressioni più interessanti del beat italiano. Lo slogan che li accompagna é "Per fare un Gigante ci vogliono dieci Beatles". Nel loro lavoro fondono il beat con le tecniche vocali e in qualche caso strumentali del call & response degli Spiritual e del gospel cercando di non confondersi così con la pletora di imitatori della lezione beatlesiana. La loro non è un'adesione ideologica alla struttura delle canzoni religiose nere, ma una geniale sperimentazione artistica che si nutre anche di strumenti "anomali" come il contrabbasso e del virtuosismo alla batteria di Enrico Maria Papes. C'è una loro "doppia" versione di "Summertime" da brividi.
"Terra in bocca" è bellissimo ma ha il torno di nascere quando la band non c'è già più.
Guarda, io mi ricordo che nel '94 volevo andare qui a Milano ad una "serata unica" in memoria di Gianni Sassi, in cui la formazione originale rifaceva tutta la suite di "Terra in Bocca".
Non ci sono andato perchè mi rifiutai di pagare le 80.000 lire minime(!!!) richieste.
Però, da quello che mi dici, forse riusciremo a vederli a Cascina Monluè quest'anno... magari ad offerta libera.
Che dire dei Giganti? Beh per me sono stati un piccolo trampolino di lancio verso la vera Musica! Avevo piu' o meno 16 anni, e l'unica vera Musica che conoscevo e ascoltavo erano Le Orme, Equipe 84, Lucio Battisti, Goblin, Deep Purple e Nomadi; venivo fuori da un periodo molto confuso per la mia personalità, ascoltavo cagate e pseudo gruppi venduti come red hot chili peppers (beh a tutti sono permesse le sbandate, l'importante è accorgesene... presto o tardi!). Insomma una bella sera d'inverno, in piena fissa con i Nomadi stavo facendo ulteriori ricerche sul loro conto (dato che già avevo ascoltato quasi tutto su di loro), e mi compare scritto: "I Giganti - Mai le dirò" io incuriosito scarico il suddetto file e scopro che la Canzone già la conoscevo e che la mia indole musicale era fortemente legata a quelle sonorità "Vintage" rese vivide alle mie precedenti esperienze sonore con Le Orme fin da bambino; allora mi misi sotto e comincia a conoscere perle come "In Paese E' Festa" (tral'altro Canzone intepretata anche dai Beatles nel loro primo Album "Please Please Me"), "La Bomba Atomica", "Io e il Presidente", "Proposta"! Mentre "Tema" già la conoscevo grazie alle compilation della deagostini "Band In Italy" che mio padre si comprava. Finchè poi conobbi anche "Terra In Bocca", quello che è stato alla fine dei conti il primo Album d'ispirazione Prog che ho ascoltato (sempre dopo Le Orme). Un Disco che John ha usato una termne piu' che appropiato "capolavoro", si un gioiello della Musica Italiana. Oltre che "pensa" di un certo moro, che un anno fà vinse il festival di sanremo; questa dei Giganti è davvero una vera riflessione sulla mafia. Cavolo che Disco, tra i miei preferiti! Dopo i Giganti qualcuno mi spinse verso i Beatles, da me sempre scansati e accorgendomi dell'errore che facevo a "snobbarli", con i Fab Four ho davvero cominciato a conoscere la vera Musica e a carpirne il suo piu' sincero senso ideologico e visionario... ma questa è l'inizio di una lunga storia che a parere mio non arriverà mai al termine, perchè sarò sempre legato ai due decenni piu' innovativi della Storia recente: gli Anni'60 e '70!!!
TERRA IN BOCCA.
Quando i Giganti sfidarono la mafia
Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini, Il Margine 2009
Prefazione di don Luigi Ciotti
Messaggio di Franco Battiato
Recensione di Laura Tussi
Le relazioni, le speranze, le promesse di noi tutti sono attraversate, nell'arco della vita, dalle note della musica e dalle parole delle canzoni, che, quando promuovono l'impegno sociale, determinano la svolta, la storia del cambiamento.
La musica trasmette la passione, i sentimenti, le emozioni, i sogni che alimentano la volontà di giustizia e la fede nel rinnovamento, nel cambiamento innovativo e progressista.
I Giganti sono Sergio, Mino, Checco e Papes.
Il gruppo milanese, storicamente inserito ormai nel panorama del beat italiano, chiude definitivamente la sua carriera musicale con un 33 giri intitolato Terra in bocca, che propone il sottotitolo Poesia di un delitto.
Una cruda storia di mafia è narrata musicalmente in questo album concept, registrato nel 1971 e trasmesso un’unica volta per radio e in seguito immediatamente boicottato, ossia destinato all'oblio e fatto cadere nel dimenticatoio della storia della musica leggera italiana e del beat, insieme agli stessi Giganti.
L'album Terra in bocca, creazione del gruppo i Giganti, rappresenta il tentativo dell'impegno musicale di porsi al servizio della verità e della giustizia, affrontando scottanti tematiche sociali, per denunciare la criminalità organizzata e raccontare al grande pubblico una storia di mafia con una reale ed autentica attinenza alla realtà degli eventi e al contesto sociale, attraverso un'intensità sconcertante e sempre attuale.
Terra in bocca, Poesia di un delitto, è un disco rivoluzionario, una svolta radicale e imprescindibile di un gruppo musicale come i Giganti che cantano per primi l'argomento mafia, denunciando un delitto perpetrato dalla criminalità organizzata intorno alla lotta per l'acqua in un paese siciliano, tramite una scelta coraggiosa, ma fatale, che condurrà il gruppo musicale a cadere vittima di una subdola e spietata censura che li condurrà allo scioglimento definitivo.
Questa vicenda permette di ricostruire un crescente e avvincente spaccato della musica leggera italiana durante gli anni ‘70, in un realistico frammento storico del contesto sociale tormentato dal malcostume, dalla corruzione e dalla malavita, tramite la biografia drammatica delle vicende politiche del nostro Paese, in un messaggio più che mai attuale sulle incongruenze della società italiana.
Laura Tussi
Grazie Laura.
Assolutamente d'accordo con la presentazione di un libro che tutti dovrebbero leggere contestualmente all'ascolto del disco.
Un album che, ribadisco, è uno dei lavori più straordinari della sua epoca. Abbraccio. JJ
PS: Una sola precisazione: dopo "Terra in Bocca" i Giganti realizzarono ancora un 45 giri inedito nel 1972 ("Sono nel sogno verde di un vegetale") sul cui retro compare "Sul tuo letto di morte" tratto dal disco in oggetto.
PSS: Odo ha il mio numero, e spero vi facciate sentire presto.
D'accordo John,
ci faremo risentire.Lo dirò anche a Odo.
ciao,
laura
jhon se ti interessa su republica di ieri è uscito un articolo che parlava proprio di terra in bocca.
album fantastico molto piace3vole
ciao francesco
Un album che non definisco deludente semplicemente perchè i Giganti non possono deludere visto che non hanno mai promesso un bel niente.
L'album si conclude con la parola banale che è senz'altro una perfetta autodefinizione.
Banale nei testi (non nella trama, abbastanza buona, bensì nell'adattamento del testo all'andamento musicale).
Banale nelle melodie ed anche nei brani strumentali che sono un pochino meno peggio ma che comunque non si distaccano mai dalla scopiazzatura mal riuscita
delle creazioni geniali di grandi
musicisti d'oltremanica che già da quasi due anni avevano creato capolavori incredibili.
Caro j.j. john mi meraviglio che non e' stato detto da nessuno che esistono oggi su cd due diverse versioni di questo lavoro dei giganti...Una prima ristampa del'89 e la seconda del '93 (se ricordo bene) che sono abbastanza diverse...comunque due capolavori..Ciao PINO
Grazie Pino, hai ragione.
Io non mi occupo di beghe discografiche a posteriori, comunque il libro di Sermellini ne parla di questa curiosità.
Per chi non lo sapesse, la prima stampa in CD della Vynyl Magic di Milano (all'epoca in Viale Tibaldi) non corrispondeva all'originale su vinile, ma era una versione di prova che la RiFi diede alla VM per sbaglio.
Nessuno se ne accorse, o comunque, nessuno segnalò l'anomalia, (buffo no?) e si creò una gran confusione.
Personalmente, mi sono innamorato della prima versione, più scarna ed essenziale, e da lì, non ho mai più ascoltato l'originale.
Ottimo e interessante questo lp anche i Giganti come alcuni gruppi beat (Equipe 84,Dik Dik..)hanno dato il loro apporto al pop prog.
Li vidi nei primi 70 in un'Dancing in provincia di Cuneo,cantare con la base musicale senza strumenti l'intero Album "Terra in Bocca",si sciolsero poco dopo
Bellissima la tua definizione di MUSICAL NOIR...in effetti è proprio questo...ma anche tanto altro è un disco dalle mille facce una denuncia senza appello contro la mafia contro le faide contro gli omicidi dei giovani....e poi c'è il discorso musicale stupendamente reso dai Giganti e dai loro validissimi ospiti che suite che cori di voci che bravura dei musicisti resto sempre senza fiato quando lo ascolto...insomma un Capolavoro!Ciao JJ....:-)
Gran bel disco niente da dire, non mi stancherei mai di ascoltarlo.
Lo metterei alla pari con "Fiori di Metallo" dei Califfi che pochi conoscono aimè..
Peccato che la loro storia sia finita li..
Lo considero uno dei più bei dischi del Prog Italiano lo si può paragonare alla locanda delle fate , metamorfosi ecc.
Quando avevo 16 anni, questo disco,allora in lp 33 giri, venne trasmesso, a puntate, nella trasmissione radiofonica per VOI GIOVANI.
Non vedevo l'ora che arrivasse il giorno della messa in onda per ascoltare il brano successivo.
Purtroppo il disco non ebbe la fortuna che si meritava ma , a mio parere , lo considero il miglior album concempt della musica progressiva italiana.Gli arrangiamenti di Vice Tempera sono bellissimi e i testi semplici e immediati.I Giganti all'epoca osarono affrontare un tema scomodo e , dopo anni di beat, si addentrarono in strade diverse che , alla fine portarono allo scioglimento del gruppo.
Consiglio a tutti l'ascolto e la lettura del libro QUANDO I GIGANTI SFIDARONO LA MAFIA che fa luce piena su quanto successe all'epoca.
Calco la mano su quanto ha detto Enrico, fornendo i dati completi di questo splendido libro:
Brunetto Salvarani
Odoardo Sermellini
"Terra in Bocca. Quando i Giganti sfidarono la mafia"
Casa Editrice Il Margine, Trento, 2009
Lo sto sentendo ora, e mi rendo conto che per l'epoca dev'essere stato uno shock, in Italia soprattutto. Comunque è un po' troppo narrato, ma è un concept ben fatto e suonato.
Ps: JJ come mai hai chiuso i commenti sull'articolo dei peggiori dischi del prog italiano? Volevo fare una classifica perché effettivamente ce ne sono stati alcuni che molti hanno osannato, ma che a me sono piaciuti poco, e volevo aprire un dibattito di discussione.
Commenti riaperti sul peggior album di prog italiano.
Questo e' un album di cui molto difficilmente si puo' parlare male, testi e musica che si amalgano talmente bene da creare un'eccezionale comunicabilita' visiva. Ascoltandolo mi sembra di vedere una grande pellicola al cinema.Lo metterei tranquillamente tra i primi dieci capolavori del prog. nostrano
Ciao, ho riascoltato ieri Terra in bocca, nella splendida ristampa in SHM-CD fatta in Giappone: nei commenti qui sopra si dice che è impossibile parlarne male, ed infatti voglio sforzarmi di non farlo, anche perchè riconosco al progetto una gran dose di coraggio per i tempi.
Tuttavia, pur ammettendo il coraggio del concept, non ho potuto fare a meno di notare alcuni lati negativi che non me lo fanno considerare un capolavoro:
-in primo luogo un'eccessiva frammentarietà: le parti cantate e quelle strumentali si sente che sono state eseguite da due gruppi diversi, come a dire che I Giganti non fossero poi così bravi o virtuosi e hanno dovuto ricorrere all'apporto di esterni per eseguire le parti più difficili; ma questo non è importante, quello che ho notato che il lavoro nell'insieme non è "fluido", scorre con difficoltà;
- anche in virtù di questo fatto, ma soprattutto per il tema trattato e per come è stato trattato, ho riscontrato nel lavoro un'eccessiva "pesantezza", mi sembra un po' troppo "angosciante";
- infine, a mio avviso, non ha retto il passare del tempo, suona tutto molto datato, a differenza di altri capolavori suoi contemporanei che, riascoltati oggi, riescono ancora a risultare freschi e "moderni" .
Leo, come darti torto?
Pensa che io mi innamorai di questo disco dalla versione di prova edita dalla Vinyl Magic e l'originale non l'ho mai più voluto sentire.
Tutte le lacune che citi in effetti ci sono e non sarebbe corretto bypassarle.
Però a mio avviso fu anche l'apertura dei Giganti a nuovi concetti, a nuovi collaboratori e a un nuovo sound che fece di quest'album una gemma.
Del resto scusa: cosa sarebbero i Manhattan Transfer o Gino Vannelli senza i loro musicisti e arrangiatori?
"Non regge il tempo rispetto a molti loro contemporanei" tu dici.
Forse è vero, ma di quali contemporanei parli nel 1971?
Dei Numi, dei Planetatium o dei Raminghi? Dei Panna Fredda o dei Salis?
Io personalmente "Terra in Bocca" lo annovererei tra le cose più belle di quell'anno con New Trolls, Osanna, Orme, Delirium e Rocchi... ma un po' più coraggioso.
Molto più coraggioso e il bello stava proprio lì e nella reazione che ha provocato.
Un caro saluto.
JJ
La Sandoz ha "inventato" l' LSD, non el anfetammine. :D
"A Girl Named Sandoz", degli Animals, può valere come certificato di paternità del compianto Albert Hoffman.
Perdonami la precisazione, ma qualche anno fa scrissi la mia tesi di laurea sui "rapporti" tra droga e musica, ed è una mia grnde passione!
Ad ogni modo, complimenti per uno dei blog più belli mai visti in giro sulla miniera d'oro che è la musica, la musica degli anni '70, la musica italiana degli anni '70: sei forse l'unico a focalizzare anche la contestualizzazione di questi linguaggi artistici...ed è davvero utile, importante, favoloso per un appassionato come me e molto stimolante e arricchente!
Saluti da Torre del Greco,
Vincenzo
Grazie Vincenzo per la precisazione che ho inserito nella scheda e per i complimenti.
Forse ti interesserà allora anche questo articolo
http://classikrock.blogspot.com/2010/02/1966-1967-la-psichedelia-lsd-e-dintorni.html
e anche aspettiamo un tuo gradito contributo.
Salve!
Oggi, 04-05-2012, ho ascoltato una diversa versione di questo meraviglioso strepitoso lavoro....
Fino a ieri, credevo che il mio fosse l'album originariamente pubblicato nel '71, ma sbagliavo. La versione originale è più "elettrica", con progressioni più efficaci, intere fasi musicali (e narrative) completamente difformi o aggiunte, come la lunga introduzione, per esempio.....
PRATICAMENTE, UN ALTRO DISCO!
Tuttavia, l'altro, rimane il mio primo grande amore.
Veramente un concept strepitoso, di grandi contenuti (poi, io che sono Siciliano.... vabbè, ci siamo capiti!) e di altissimo livello artistico; mi spiace moltissimo che ci siano stati tanti che l'hanno criticato... suggerirei a questi amici di cercare l'altra versione, quella NON in loro possesso; chissà che non possano rivalutarlo.
Un abbraccio (virtuale) a tutti gli amanti di questo meraviglioso stupendo genere musicale.
Quindi stai parlando della versione cosiddetta "DEMO", quella pubblicata per sbaglio dalla Vinyl Magic con le sole due, lunghe traccie, senza divisione? Comunque che casini, qui in Italia quando si parla di rimasterizzazione si fanno sempre casini pazzeschi :(
Se posso dire la mia: io preferisco la versione Demo. E anche di molto.
Enzo555, è di quella di cui stavi parlando?
Grandissimo disco di Beat "progressivo" ed uno dei miei album italiani preferiti di sempre!
Conoscevo i Giganti per i loro successi musicali, non sapevo che avevano fatto questo GIOIELLO PROG. So che nel 2009 le edizioni "Il Margine" l'hanno ristamptato. Vorrei comprare il CD, ma il negozio di dischi che ho contattato non è riuscito a trovarlo. Qualcuno sa dirmi se a Roma si trova o se si può contattare questa etichetta (Il Margine) ? Grz.
Mario (Anonimo) dimenticavo: se qualcuno può dirmi dove trovare il CD (od anche l' LP -purchè in buono stato ed a prezzo accessibile) può comunicarmelo sulla mia mail priv: mario.rat@alice.it, grazie.
SU EBAY CI SON ALMENO TRE VENDITORI CHE LO HANNO(X MARIO)DI CUI UNO/DUE IN CD E GLI ALTRI IN LP RISTAMPA AKARMA!TI CONSIGLIO DI DARCI UN OCCHIATA UGO
Io posso solo spiegare quest'album in 5 piccole sillabe : CA-PO-LA-VO-RO!! Da sempre uno dei miei preferiti !!! Credo che sia giunta l'ora di premiare i Giganti per l'atto di coraggio , non credi , John ?
Ho ascoltato recentemente la versione demo (1989 Vinyl Magic CD Reissue) e devo dire di apprezzarla di più anch'io!
Quest'album è veramente una gemma del rock italiano..
Mi piace molto anche il singolo successivo, del 1972 "Sono nel sogno verde di un vegetale"..
http://www.youtube.com/watch?v=5M4CA3u-Prc
vi linko questa bella intervista di Papes sulla sua scelta di vita vegetariana..
http://www.youtube.com/watch?v=2nSEUq-MVSw
Ho ascoltato di recente per la prima volta la versione "originale", possiedo la versione "demo".
Non mi sembra poi così male, non capisco come possa essere stata pubblicata una versione così differente. Certo è indicativo di quanto non contano gli artisti in tutto il processo industriale di produzione della musica. Quale sarà stata la volontà dei Giganti? Quale versione avrebbero voluto tenere nel cassetto e quale rendere pubblica?
Marco:
Terra in Bocca originale uscì sicuramente come la volevano i Giganti che non potevano sapere nulla di un errore distributivo occorso 10 anni dopo.
Io però mi innamorai della versione demo. La trovai perfetta e la preferisco tuttora senza quelle orribili aggiunte.
Grazie quindi Vinyl Magic! E grazie a chi ha confuso le pizze.
Senza mancare di rispetto ai Giganti, non credo si possano paragonare i loro nastri a quelli dei Beatles o di Hendrix (giusto per dirne due). Quindi chi può aver avuto interesse nel mantenere delle registrazioni di prova e farle emergere, come dici, dieci anni dopo?
Naturalmente Marco. Eppure quella pizza di prova non solo è sopravvissuta, ma è pure entrata in circolazione.
La storia è questa: negli anni 80 la Vinyl Magic, con sede e negozio in Viale Tibaldi a Milano, acquistò i diritti e ristampò in Cd un notevole numero di titoli di prog italiano.
Il problema fu che, quando VM chiese a RiFi le matrici di Terra in Bocca, qualcuno confuse il master originale con un'altra bobina.
In quel caso si trattava di un'incisione riuscita talmente bene che nessuno ebbe mai il coraggio di cestinarla o di riutilizzarla.
VM non se ne accorse e commercializzò il provino anziché l'originale. Questo è quanto.
Per ulteriori informazioni, consiglio il libro di Brunetto Salvarani e del mio amico Odoardo Sermellini: "Terra in Bocca. Quando i Giganti sfidarono la mafia". Edizioni Il Margine, 2009.
Ultima cosa, prometto!
Non è che mi sia sentito truffato nell'acquistare, a suo tempo, un CD che si è poi rivelato essere un "falso". E' che allora ero un povero sprovveduto (leggi non avevo ancora scoperto questo blog) è quanto meno riprovevole il fatto che senza una conoscienza pregressa non si possano acquistare delle ristampe stando tranquilli. I vinili sono al di fuori della mia portata/interesse.
Le ristampe Marco, sono purtroppo un terreno minato. Danno si la possibilità di ascoltare materiale altrimenti costoso o irreperibile, ma non sempre lo riproducono con il dovuto rispetto storico e culturale.
Oggi però è facile documentarsi sulle eventali imprecisioni. negli anni 80 era impossibile.
Quindi, dormi sonni tranquilli.
Salve a tutti.Sono anni che vorrei sapere chi ha mai visto il booklet inserito nel disco.Io ho il disco originale col poster ma nessun inserto di 8 pagine come dicono i diversi coloni.......se qualcuno lo avesse da vendere....
Disco interessante e coraggioso ma i Giganti non li ho mai tollerati
Michele D'Alvano
Effettivamente un disco ambizioso di grande intensità emotiva e con
arrangiamenti elaborati e di grande impatto sonoro che però talvolta non sono perfettamente amalgamati con le parti vocali .
Comunque un disco importante anche se un po' frammentario
Michele D'Alvano
Mi giunge nuova questa versione demo di cui non sapevo nemmeno dell'esistenza (ormai in rete si trova solo questa al posto dell'originale). Boh cose strane, lo sto ascoltando adesso. L'inizio è totalmente diverso così come il cantato
... e il resto è molto migliore della pubblicazione originale. Più asciutto, più incisivo, meno pietistico, più drammatico e più efficace.
Poi, non so perché ci abbiano messo dentro tutti quegli orpelli che non hanno fatto altro che appesantire l'opera.
Evidentemente, se oggi in rete si trova solo la demo, un motivo c'è. E va bene così perché era probabilmente il miglior esempio di "prog d'autore" che ci fosse in italia.
OS
Me lo sono procurato (per non dire un'altra cosa eheheh), purtroppo ho perso due giorni per viaggiare dal Messico in Italia e non ho ancora avuto il tempo di ascoltarlo. Mi ha incuriosito troppo, adesso si spiega anche perché i testi in rete erano diversi dall'originale, pare come che la versione originale sia stata del tutto dimenticata
Mi sa che ho fatto un po' di confusione, da quel che ho capito l'originale è quello suddiviso in 12 tracce mentre la versione demo (quella che infatti possiedo io) è suddivisa solo in due parti...che casino però
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