Battiato: Clic (1974)

battiato clic 1974Se dal precedente lavoro “Sulle corde di AriesBattiato stava voltando pagina rispetto alle follìe sperimentali degli esordi, con il quarto album “Clic” (1974) si completò il suo passaggio alla fase più “colta” della sua carriera.
Per rendersene conto, basta leggere l’unico testo del disco ,“No U turn”, che suona sia come una presa di coscienza del proprio percorso, sia come un'intenzione di cambiamento stilistico:

"Per conoscere me e le mie verità / io ho combattuto fantasmi di angosce con perdite di io. Per distruggere vecchie realtà / ho galleggiato su mari di irrazionalità. Ho dormito per non morire / buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia."La fase della “sperimentazione antropologica” è quindi conclusa e, da questo momento in poi, la strada non ammetterà più inversioni di marcia. No U turn, appunto.
Le attenzioni si rivolgeranno tutte alla notazione classica sui modelli che l'artista siciliano ha sempre coltivato da anni: Stockausen (a cui “Clic” è dedicato), John Cage e, in parte, Frank Zappa.
Lo stesso titolo, richiama il suono di un interruttore che chiude (o apre) un'epoca creativa.

Oggi sembra strano a dirsi ma buona parte di questa cesura col passato, fu il risultato di uno strano viaggio in America alla fine del 1973 da cui Battiato tornò sconcertato: “Andavo ai concerti al Central Park e mi rendevo conto che i ragazzi […] erano stati forgiati. Tutti questi giovani si ubriacano, si rincretiniscono di musica e non sono più in grado di pensare. Il rock […] nella sua apparente violenza, diventa “non violenza” e l’alternativa non esiste.
L’unica sarebbe fermarsi e ascoltare il silenzio. Ricominciare a pensare.”
(cfr: Battiato)Clic” è dunque un album “terapeutico” in cui la fase d’ascolto assume un valore sacrale.
Accanto a stilemi classici si aggiunge una copiosa dose di rumori quotidiani quasi a voler abbracciare ogni percezione possibile. Una totalità però, che se letta per "sintesi sottrattiva", diventa silenzio, spiritualità, contemplazione. Un percorso di sintesi ben riscontrabile anche in altri dettagli.
Ad esempio, la copertina, firmata Mario Convertino, è men che minimale. Niente più provocazioni o immagini dal gusto underground ma una semplice gabbia monocromatica di linee ordinate.


battiato francoAll’interno, solo poche note tecniche e due foto su sfondo nero tra cui spicca quella di Robero Masotti che ritrae l’artista bene illuminato e visto dall’alto seduto davanti alle tastiere.

A parte gli interventi di Juri Camisasca, Piero Pizzamiglio (voci) e del Quartetto Ensemble del Conservatorio di Milano, ora la backing-band solo di due elementi: Gianni Mocchetti (basso e chitarra) e Gianfranco d’Adda alle percussioni. Al resto, ci pensa l’autore con il pianoforte, l’organo, il fido VCS3, la mandola e dei non meglio definiti “cristalli e metalli”.

Davanti ad uno scenario del genere, si potrebbe a questo punto presumere che Battiato si stesse allontanando gradualmente dalla scena alternativa, anche considerato le sue provocatorie "dichiarazioni di odio" nei confronti del pubblico.
In realtà, egli continuò periodicamente a fornire consulenze ad altri artisti d’avanguardia (es: Aktuala e Camisasca) e a frequentare il movimento, prestandogli all’occorrenza parte della sua strumentazione, conquistandosi così il soprannome di “El Salvator” ed evitando di alienarsi una larga fetta di mercato.

Musicalmente, “Clic” viene registrato in pochi mesi dal fonico Gian Luigi Pezzera nell’immensa Sala Regson sui Navigli milanesi e si presenta nel complesso più come un collage di sensazioni che non un discorso organico vero e proprio.
I brani sono in tutto sette di cui solo uno cantato e, sin dalle prime note della splendida “I cancelli della memoria”, il groove si mostra subito rilassato e meditativo, laddove in un delicato crescendo di suoni si innesta una sequenza in 5/4 che si scomporrà gradualmente su continui interventi di piano Fender.


battiato clicCome abbiamo accennato, nella successiva “No U turnBattiato fa il punto della situazione e da lì, terrà fede al titolo non tornando più indietro. Prova lampante sono le oniriche atmosfere del “Mercato degli Dei” che, non a caso, è accodata a “No U turn” quasi come se l’artista volesse darci conferma di quanto deciso.
Seguiranno le sommatorie acustiche di “Rien ne va plus”, l’ipnotica sequenza di “Propriedad prohibida”, la torbida “Nel cantiere di un’infanzia” e lo scherzoso quadretto di “Ethika fon Etica”, vero e proprio omaggio a Stockausen e al suo “Canto degli adolescenti”.

Qualche provocazione dunque c’è ancora, ma mai aggressiva come nei primi anni ‘70: la concentrazione è tutta giocata sulla composizione e sul’assemblaggio acustico.
Con “Clic”, Battiato conferma non solo di essere avanti anni luce rispetto a molti contemporanei, ma anche consapevole delle sue scelte musicali e politiche.
Evidentemente il suo modo di porsi è onesto, piace e gli darà modo di andare avanti per molti anni
indisturbato sulla via della sperimentazione.
Pur avendo inserito in “Ethika fon Etica” frammenti di un discorso di Mussolini, non farà la fine dei Museo Rosenbach e questo, era evidentemente frutto di un’onestà che andava ben oltre l’apparenza.


FRANCO BATTIATO - Discografia 1972 - 1975:
1972: FETUS
1972/73: LA CONVENZIONE - PARANOIA (45 giri)
1973: POLLUTION
1973: SULLE CORDE DI ARIES
1974: CLIC
1975: M.ELLE LE GLADIATOR

19 commenti :

taz ha detto...

Abitando dalle parti di Giancarlo Golzi(Museo Rosenbach, lo visto domenica e lo visto in forma) praticamente,ma con le dovute "distanze", abbiamo subito lo stesso trattamento(più o meno), loro per il disco...io per aver messo in radio Etika fon Etika, essendo la radio sponsorizzata da persone dell' allora DC, fui cacciato appena finì il pezzo...qui nel ponente ligure mancava l'onestà oltre l'apparenza...Io penso che Clic sia la fine dell'imbuto della prima carriera di Battiato....quello che si ascolta oggi è il frutto "lavorato" di quegli anni, basta ascoltare La convenzione...sembra inciso oggi...La critica parlò meglio di Sulle corde di Aries, ma io ho preferito la "rottura" silenziosa di Clic..ciao..scusa se mi son dilungato...

Regolo ha detto...

Ultimo disco del Battiato "prog", per quel che mi riguarda l'unico vero Battiato. Gran bel Lp con l'unico difetto di esser venuto dopo IL capolavoro "Sulle corde di Aries": forse anche per questo motivo non ha avuto la meritata considerazione, anche tra i fan del musicista siciliano.
In Clic già si nota il progressivo abbandono delle vecchie sonorità e lo spostamento verso la musica contemporanea (senza però la puzza sotto il naso dei dischi che seguiranno).
Considero Ethika fon Etica un brano da urlo: probabilmente il più orecchiabile pezzo di musica concreta mai esistito. Ho sempre pensato che se lo avessero editato su 45 giri, e supportato adeguatamente, sarebbe diventato un hit!

JJ John ha detto...

... eppure io ho diversi amici musicisti (tra cui alcuni classici contemporanei) che considerano "I cancelli della memoria" come la miglior cosa che Battiato abbia prodotto dal 1972.

Poi, sono d'accordo anch'io che "M.lle le Gladiator", "Battiato", "Juke Box" e l'"Egitto" erano davvero contromano però... che coraggio!

Anonimo ha detto...

Propiedad prohibida mitica sigla (tutt'oggi) del Tg2 Dossier!

URSUS ha detto...

Anche io considero "Aries" il capolavoro di Battiato,ma anche dell'idea generale di CLIC resto tutt'ora molto colpito,anche perchè fu proprio nel periodo che intercorre tra i due album che lo vidi dal vivo:in due occasioni,tra l'altro,perchè la prima fu quasi tragicomica in quanto suonava in una sala danze di periferia dove solitamente mettevano dischi dei Deep purple,Led zeppelin ecc. che erano molto distanti dal suo genere(infatti credo che lo apprezzammo in pochi)e un'altra al palasport in una rassegna insieme a PERIGEO,DEDALUS e AKTUALA...nonchè L.V.A. ENEA (chi erano?la band di un certo Tony D'Urso,una delle tante che poi sciolse velocemente),in quella seconda presentò appunto "Clic" e ricordo anche il brano "Le pareti del cervello"(che credo abbia ripreso molto dopo)...secondo me i dischi seguenti furono troppo estremistici da risultare credibili,lo sarebbero stati da parte di Walter Marchetti,Luigi Nono o autori del genere,nel suo caso avrei preferito uno sviluppo diverso,meno elitario...tant'è che la svolta del "cinghiale bianco" lo portò poi dalla parte opposta,quasi a rinnegare il suo percorso originale.
Io ho sempre continuato ad apprezzarlo,anche in altre versioni,ma di quel periodo ho una passione vera e lo avrei preferito ancora con quella coerenza e quel coraggio,sinceramente.

Anonimo ha detto...

Questo è un altro grande disco del nostro battiato, come sempre avanti anni luce rispetto alla media dei rocchettari italiani degli anni 70.

ARIES, POLLUTION e questo CLIC rappresentano, secondo me, il vertice assoluto raggiunto da Battiato durante la sua lunghissima carriera. Apprezzo anche i suoi successivi lavori sperimentali.......anche se effettivamente esagera un pò perdendo di vista la comunicatività.

Avercene avuti di più di artisti così.....

alex77

piccic ha detto...

Sembra una recensione eccellente, ripasso per leggerla!

Sono d'accordo con taz nel dire che "La Convenzione" sembra inciso oggi: alle mie orecchie "ignoranti" quando l'ho sentita mi sembrava più moderna (anche solo come sonorità) di diversi arrangiamenti peraltro originali del Battiato dell'ultimo decennio.
Come ho detto nell'altro post, mi piace molto anche "Himalaya" di Camisasca, più de "La musica muore".ì

pallide stragi ha detto...

casualmente navigando nelle pagine di Nannucci (o quel che rimane dello storico negozio) ho visto che in data 22/01/2010 sarà disponibile la ristampa in vinile di Clic editata da RCA...

gabri

J.J. JOHN ha detto...

AHIA! Io quando sento parlare di "riedizioni in vinile" mi prende un colpo. Per ora, ho avuto solo poche ma pessime esperienze.
Speriamo che, almeno in questo caso, abbiano fatto un buon lavoro.

Regolo ha detto...

E speriamo rivinilizzino pure "Sulle corde di Aries"!

pilimulf ha detto...

Ciao, invito tutti gli stimatori di Franco Battiato ad ascoltare questa radio a lui dedicata che gestisco da quest'estate: http://www.radionomy.com/battiatohispano.aspx
http://listen.radionomy.com/battiatohispano.m3u Qua potete ascoltare anche il Battiato degli anni 70 nella sezione "Battiato sperimentale", due ore al giorno. E poi tante altre sezioni.

E' un progetto che merita di avere successo. Ascoltate Radio Battiatohispano. Grazie. Pilar Mulas

Anonimo ha detto...

Più ascolto questo lavoro più mi rendo conto di quanto sia stato grande questo artista negli anni 70. Davvero avanti secoli rispetto a molti suoi colleghi del periodo

alex77

Moludd ha detto...

Volevo aggiungere che la parte al pianoforte che si sente circa a 2:12 in "I cancelli della memoria" sono dei frammenti da la terza delle "Danze popolari rumene" di Bartok, detta Pe Loc (cioè: Sul posto). Non è esattamente uguale alla partitura ma è inconfondibile.
La parte di sax che la precede, invece, sapete se è originale o anch'essa una citazione?

Roby ha detto...

Caro JJJohn, volevo arricchire il tuo post ricordando il fatto che la stupenda "No U Turn" conteneva, nella sua composizione, un punto di svolta: il primo pezzo, come tu certamente saprai, era inciso al contrario, per poi trasformarsi in modo stupendo nella seconda parte, cantata invece nel giusto verso. Il geniaccio riuscì a cantare la seconda parte con gli stessi toni della prima al contrario. Questo perchè, in un certo senso, ogni strofa della canzone è cantata come un piccolo "No U Turn", con toni alti all'inizio ed alla fine.

Negli anni in cui la musica si ascoltava con il giradischi io ed il mio fratellone, intuendo che la prima parte era al contrario, staccammo il motorino del giradischi e manualmente facemmo girare innumerevoli volte il disco al contrario (era una ristampa ricordi "battiato 1973-74" con l'angolino piegato e non l'originale of course), fino a trascrivere sul retro della copertina tutto il testo al contrario. Spero di fare cosa gradita riportando quì il frutto di diverse ore di lavoro e di usura del disco comprato a mille lire a sinigallia:

Uomini di una certa età che la sera vanno in cerca di affetti nei parchi. Soffrono ansie e paure per falsi morali e ai loro figli le insegnano uguali. Egregio signor ministro, sei sicuro che i tuoi problemi sono uguali ai miei? Io so che la vita come nasce muore. A che ti serve l'abuso del potere?

Ciao e grazie

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Roby. Gran contributo.

Anonimo ha detto...

Grandissimo Battiato.....e grandissimo roby che ha ricostruito il testo....

alex77

u g o ha detto...

il più "tedesco" fra i suoi dischi ma anche il più(mi si passi il termine)meditativo o comunque "rilassante" rispetto all'impeto rock dei primi due"l'unico difetto del ns.era la durata dei swuoi dischi ma l'arte,si sa,non si conta nei min uti!disco bello tutto anche il collage finale di ethica!il mio brano preferito oltre a PROPRIEDAD resta i CANCELLI DELLA MEMORIA direi il più pinkfloydiano o per meglio dire tangeriniano disco di BATTIATO! un artista unico e indecifrabile!!!

Unknown ha detto...

ascoltatevi l'inizio di no u turn al contrario...ha un testo ed una melodia bellissimi

Anonimo ha detto...

Grandissimo disco !

Avanguardia elettronica ammaliante e coinvolgente

I cancelli della memoria , No U turn e Il mercato degli dei sono i brani che preferisco di questo splendido disco

Michele D'Alvano