Stormy Six: Le idee di oggi per la musica di domani (1969)
L'album di debutto degli Stormy Six è, per certi versi, lo specchio di un'epoca: atmosfere semplici, quasi da "messa beat", clima rilassato da festini caserecci anni '
Le armonie sono elementari e l'impostazione generale risente decisamente delle origini Beat del gruppo.
Gli "Stormy Six" si formano come sestetto a Milano nel 1965, figli di quell'ambiente studentesco che aveva già partorito i "New Dada" di Maurizio Arcieri.
Tra il 1965 e il 1967 si integrano alla band degli "Stregoni" di Franco Fabbri, costituendo il primo nucleo stabile della formazione che, oltre a pubblicare un primo 45 giri, partecipa in qualità di supporter alla tournèe italiana dei Rolling Stones.
Tra il 1965 e il 1967 si integrano alla band degli "Stregoni" di Franco Fabbri, costituendo il primo nucleo stabile della formazione che, oltre a pubblicare un primo 45 giri, partecipa in qualità di supporter alla tournèe italiana dei Rolling Stones.
Dopo un secondo rimpasto della formazione, il gruppo si riduce a quartetto, (Franco Fabbri: chitarra, flauto, mellotron, voce - Luca Piscicelli: chitarra,cembalo,voce - Claudio Rocchi: basso - Toto Zanuso, figlio del celebre architetto = batteria) e approda al suo primo lavoro su 33 giri per l'etichetta First, nota per essere stata la prima etichetta "giovanile" della Ariston.
L'Ellepì è un curioso miscuglio tra Beat, Psichedelia e cantautorato con chiari riferimenti ai Moody Blues di "In the search of the lost chord" e con qualche accenno ai primissimi Genesis.
I brani sono quasi tutti firmati dal duo Rocchi-Fabbri anche se, a posteriori, è stato assoldato che tre di essi appartenevano al solo Rocchi: "Ramo", dal sapore mistico e indiano;
In fase d'ascolto, la dicotomia tra i due autori salta subito all'orecchio, al punto di lasciar prevedere l'imminente abbandono del bassista, già maturo per una carriera personale.
I brani di Fabbri, ancora un po’ acerbi, sono invece già velati di quelle atmosfere country-rock (es: "Una più felice di te", "C'è qualcosa nel vita") che saranno tipiche degli Stormy Six degli anni '70: anni in cui la band assumerà una precisa collocazione politica.
Lascia invece esterrefatti l'unico brano psichedelico dell'album, "Schalplattengesellschaft mph":
un'indiavolata quanto tossica improvvisazione beat che fa pensare ad un errore di stampa, tanto è lontana e difforme dal resto della scaletta. Non a caso, sarà uno dei due pezzi che verranno esclusi dalle successive ristampe "Ariston" su vinile.
In sintesi, pur nel suo eccessivo ondivagare tra diversi stili musicali, "Le idee di oggi per la musica di domani" può essere considerato un buon frammento sonoro di fine anni '60.
La sua piacevole ingenuità verrà presto superata dal gruppo (orfano del Rocchi che abbraccerà altri percorsi ed altre filosofie), specie in virtù della politicizzazione di Franco Fabbri, che non solo fonderà una propria casa discografica, ma non mancherà neppure di regalare alla musica Italiana almeno un capolavoro: l'epica "Stalingrado" tratta dall'album "Un biglietto del tram".
L'album originale della "First" è piuttosto raro e ricercato dai collezionisti, sia nella versione completa a 13 canzoni, sia nella ristampa a 11.
28 commenti :
Come puoi immaginare ho avuto sempre un debole per gli Stormy Six che qualche anno dopo in Germania verranno considerati addirittura il "gruppo dell'anno" davanti ai Police. Pur apprezzando i lavori più "sperimentali" non disdegno la prima fase e quello che, dopo "Un biglietto del tram" resta per me l'altro capolavoro, cioè "L'unità".
Per il momento degli Stormy Six conosco "Stalingrado", che di Prog ha poco e niente! :-)
...Maurizio Arcieri che poi formerà i Chrisma che diventeranno famosi/famigerati come Krisma...
Ciao e Buona Settimana a tutti.
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Mi piacerebbe saperne di più sulla classifica citata da Gianni perchè onestamente, non vedo molta
assonanza tra i Police e Franco Fabbri...
Personalmente gli Stormy Six li ho conosciuti tardi: li reputavo un po', come dire... "pesantini".
Po, visto che tutti i miei compagni (ma proprio tutti) avevano "Un biglietto del tram", l'ho aprezzato meglio. Mi sono imparato "Stalingrado" alla chitarra guadagnandomi, tra l'altro, molti punti femminili, e mi sono perdutamente innamorato della canzone anonima: quella del "povero Fogagnolo".
So per certo che le altre top erano "Nuvole a Vinca" e "Dante di Nanni".
Penso che tu, Gianni, ne abbia parlato nel tuo libro del 2002...
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L'"Unità" l'ho sempre snobbata per lo stesso motivo, ma ripararerò.
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Con il Prog, gli Stormy Six non c'entrano nulla e non sono nemmeno collezionati. Fa eccezione questo primo rarissimo album, per via di un breve ma efficacissimo brano psichedelico.
Una copia mint vale parecchio.
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Maurizio fomerà effettivamente i Chrisma. Ricordo solo che, subito dopo i New Dada, ha avuto anche un'interessante parentesi solista.
Arceri era un pazzo! Durante uno dei concerti dei krisma, si taglio' un dito, avvicinandosi ad una bella emorragia! :-)
No che non ne ho parlato nel libro del 2002.
Quello parla di canti di lotta "antichi". Sugli Stormy Six "non progressivi" avrei qualche obiezione, soprattutto per i dischi usciti dopo "Un biglietto del tram". Mi riservo di parlarne magari più diffusamente un'altra volta. Certo che non erano dello stesso genere dei Police! Ma il loro album "Die alternative" nel 1980 batte nei giudizi della critica Sting e soci che arrivano secondi.
Caro Gianni, scusa per la gaffe, ma ti garantisco che era in buona fede.
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Gli Stormy dopo il "Biglietto" non li conosco, nè tantomeno "Die Alternative".
Taccio decorosamente e mi riservo di ascoltare quel loro disco che, a questo punto, mi incuriosisce maledettamente..
1980: "Die Alternative" contro "Zenyatta Mondatta"... un bel match!
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Quella di Maurizio che si è accopato il dito è una leggenda.
Si è "lamettato" ed è svenuto.
All'epoca stava cercando credibilità presso i Punx più radicali e inscenò questa bella trovata.Tutto lì.
Dalle mie parti, non venne comunque reputato attendibile, fermo restando che l'Arcieri era (ed è tuttora), una persona deliziosa, creativa e molto intelligente.
Esattamente come lo è Cristina.
peccato che si siano sputtanati cercando sempre e comunque l'airplay radiofonico facendo ospitate in dubbie trasmissioni televisive al fianco di scialbe meteore italo-disco finendone risucchiati con il loro splendido brano pop "many kisses" che oggi ritroviamo ina "one shot2 compilation al fianco di Den Harrow :S
fine dell'OT
Beh, dai Vikk, a me "Sat Sat" non dispiaceva: era una bella lezione per aspiranti montatori video!
Disco preferito di John dei Chrisma: "Chinese Restaurant"
non intendevo quella, ma cose più mainstream e tendenti al revival.
Abeh, si... ma se è per quello tra poco ripescheranno anche gli zombi!
Brano preferito dei Chrisma/Krisma: "Lola" da "Chinese Restaurant".
La classifica in cui gli Stormy Six finirono davanti ai Police è quella di un non meglio precisato "premio della critica discografica tedesca" del 1980, in cui il loro "Macchina maccheronica" fu preferito a Zenyatta Mondatta.
La fonte è lo stesso Franco Fabbri nel suo libro "Album Bianco". Detta così sembra poco attendibile, però conoscendo Fabbri come una persona dal grande rigore (è stato anche mio docente all'università) incapace di millantare, penso ci sia da fidarsi.
Ciao
Paolo
Ciao John, permettimi di dire che un qualunque lavoro sul progressive italiano che ignori gli Stormy Six post-Biglietto non può che essere incompleto.
Intendiamoci: trovo - e l'ho già espresso altrove (nella voce relativa ad uno dei primi album di Battiato) - che il tuo blog sia una vera e propria miniera di informazioni; aggiungo pure che l'impostazione socio-storica che dai alla tua analisi è altrettanto preziosa per cogliere certe risonanze, certe analogie, certe convergenze, che altrimenti sembrerebbero meramente contingenti; tuttavia il problema di ogni approccio storicistico è quello di ritrovarsi in imbarazzo con tutto ciò che fa fatica ad inquadrarsi nella struttura; e gli Stormy Six post-Biglietto sono l'epitome dell'anomalia.
Coi tre album ufficiali post-75, L'apprendista, Macchina Maccheronica ed Al Volo, gli Stormy Six esplorano una varietà di sintassi musicali senza pari in Italia (e non solo): canzone politica, poliritmia, avanguardia contemporanea, free jazz, tempi pluricomposti, dodecafonia, canto a cappella, teatro. L'originalità di quei lavori è incredibile, sia a livello compositivo, sia esecutivo, sia di arrangiamento (e nella fase finale anche una raffinata post-produzione) e, non ultimo, di narrazione dei cambiamenti sociali in corso.
Il ruolo degli Stormy Six all'interno del movimento RIO è di assoluta prominenza - come testimoniano numerose recensioni internazionali dell'epoca.
A differenza della quasi totalità degli altri gruppi italiani - che si sono limitati ad approcciare il progressive europeo e la "fusion" d'oltreoceano in modo unilaterale e subordinato: attingendo, talora scimmiottando - gli Stormy Six hanno intessuto vere e proprie collaborazioni con artisti di primo livello dello scenario europeo (Art Bears/Henry Cow/Cassiber).
Per non parlare, poi, delle collaborazioni messe su con altri grandi della musica italiana "adulta".
Da non sottovalutare, poi, almeno limitatamente al progressive nostrano, l'importanza dell'etichetta cooperativa L'Orchestra, da loro fondata e sostenuta.
Per quanto mi riguarda, i veri Stormy Six sono proprio quelli post-Biglietto; anzi: ti confesso che non ho mai avuto il coraggio di ascoltare alcunchè di anteriore a Stalingardo, proprio perchè so che ne rimarrei deluso.
Considero, infatti, gli Stormy Six il più importante fatto musicale italiano di sempre; insieme agli Area, certo, ma a differenza di questi ultimi (che fin dall'incipit di Arbeit mostrano di essere sufficientemente preparati e smaliziati da poter ricercare in maniera indipendente, senza dover temere di finire in debito d'ossigeno) quello che impressiona degli Stormy Six è che al contrario abbiano saputo evolvere oltre ogni possibile previsione da gruppetto beat senza pretese a vero e proprio riferimento culturale; lavorando sempre per espandere i loro orizzonti musicali (al punto che a cavallo del Biglietto si rese necessaria la sostituzione dell'intera sezione ritmica) ed intellettuali (partecipando freneticamente alla vita di quegli anni); fagocitando e poi rigurgitando qualunque stimolo, suggestione, intuizione - tecnici e teorici - in cui si imbattevano; lavorando sempre in una dimensione corale, collettiva e collaborativa; sottraendosi sia dalla frenetica gara per la primazia di vendite, consenso o critica, sia dalla tentazione di isolarsi in quanto ormai fenomeno "colto".
Insomma: li ammiro come posso ammirare, chessò, Pavese o Vittorini.
Beh, massimo rispetto a Franco Fabbri anche per le sue capacità analitiche.
Di sicuro all'epoca prog attengono solo "L'Unità", "Guarda giù dalla pianura","Un biglietto del tram" e mi pare "Clichè" del 76 ed io mi fermo lì, anche se tu mi dici che hanno fatto molto di meglio.
Poco a poco dovrò approfondire perchè ci stai facendo capire che manca qualcosa.
Comunque a livello di genio, da questo album dovrebbe piacerti
"Shallplattengesellschaftmbh".
ciao John, faccio una domanda noiosa qui in pubblico, così chiunque lo sappia può risolvere questo mio dubbio: la versione vinyl magic vm-042 di quest'album presentava un libretto con più pagine? perchè io ne ho comprata una dove le pagine sono 4 ma mostra i segni della rimozione delle graffette, che si spiegano solo con la presenza di altri fogli interni... mah...
grazie a tutti e chiaramente a chi risolvera la questione!
Simone
john sono ugo e ho questo disco che non ricordo+ l'avrò sentito un paio di volte!circa il resto della discografia,pur sapendo che forse non è proprio prog,quali dischi mi consiglieresti?grazie
BRANO PREFERITO DEI KRISMA....BLACK SILK STOCKING
Ugo, se hai il disco originale e non lo senti mai, vendilo pure a me. Sempre che sia mint o quasi.
Gli Stormy non hanno quasi mai fatto prog, però personalmente reputo il loro capolavoro "Un biglietto del tram".
E' un disco difficile ma molto, molto evocativo.
Ultima cosa: basta parlare dei Chrisma sul post degli Stormy Six.
Miei preferiti: "Lola", "Mandoia" e non se ne parla più.
no john ho solo la ristampa in cd!comunque pure io adoro dei chrisma il primo disco chinese restaurant e ora non parlerò piu di loro promesso!!!
Potrebbe non interessare a nessuno, Toto Zanuso, batterista del gruppo, è il figlio del più noto architetto Marco Zanuso.
Tutto qui.
Grazie, ho aggiunto la chicca. Tra l'altro M.Zanuso era docente quando facevo l'università io. Credo insegnasse Progettazione 1 o 2. Sicuramente molti miei compagni avranno dato l'esame con lui.
scusa john dato che tu stesso tempo fa affermasti che "UN BIGLIETTO DEL TRAM" è un disco molto "evocativo" perchè non ne partorisci una scheda visto che fra qualche settimana LA REPUBBLICA lo pubblicherà pure? ciao ugo
Sicuramente la partorirò. Credo di aver tempo fino al 9 gennaio...
Grande sottovalutazione degli Stormy Six, confondatori del Rock in opposition. La triade Un biglietto del tram, L'apprendista e Macchina maccheronica è costituita da tre capolavori, soprattutto gli ultimi due, dal punto di vista del progressive.
Stalingrado non dovremmo nemmeno citarla dato che offusca il vero pregio della band, che NON è semplicemente una band militante folk.
Condivido in toto il commento di Lorenzo Galbiati . Anche Al Volo del 1982 è un grande disco di Rock in Opposition con influenze new wave filtrate dalla grande sensibilità artistica degli Stormy Six.
Secondo me L'apprendista del 1977 , Macchina Maccheronica del 1980 e Al Volo del 1982 meriterebbero una disamina da parte di John su questo straordinario blog .
Saluti
Michele D'Alvano
Il disco in questione è dignitoso ma non indispensabile
Salvo solo i brani Ramo, I tuoi occhi sono tristi e Sotto i portici di marmo di Claudio Rocchi
Michele D'Alvano
Esclusi i grandissimi dischi pubblicati dal 1977 al 1982 da me precedentemente citati , riguardo agli altri dischi degli Stormy Six, discreti L'unità del 1972, Guarda giù dalla pianura del 1974 e lo strumentale Cliché del 1976
Straordinario Un biglietto del tram del 1975
Michele D'Alvano
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