Battiato: M.lle le "Gladiator" (1975)

M.lle le GladiatorCon l’album del 1975 “M.lle le Gladiator” si chiude per Franco Battiato il periodo che lo legò alla casa discografica Bla Bla di Giuseppe Previde Massara e che, a conti fatti, possiamo dire fu il più eversivo della sua carriera:
 cinque Lp, due quarantacinque giri da solista e una copiosa serie di collaborazioni tra cui ricordiamo Juri Camisasca, Colonnello Musch, Osage Tribe, Springfield, Ixo, Capsicum Red e Genco Puro & Co.

Il nuovo disco, interamente strumentale, comprende tre brani per una durata complessiva di circa mezz’ora di cui solo il primo (“Goutez et comparez”) viene inciso in studio, mentre “Canto fermo” e “Orient effects” vengono registrati dal vivo su due piste e in una sola giornata nel Duomo di Monreale in provincia di Palermo.

Al primo ascolto (ma anche al secondo e al terzo) il risultato è perlomeno sconvolgente se non addirittura ostico nel momento in cui il Maestro siciliano raggiunge l’apice dello sperimentalismo, senza concedere neppure un istante di tregua all’ascoltatore che si trova aggredito, specie nella prima parte dell’opera, da un esercito di patchworks acustici, effetti, stridori lancinanti, loopings, vocalismi isterici, frammenti di musica, poesia e citazioni concrete.

 
Non meno ansiogena è la seconda facciata in cui i limiti di ogni strumento vengono portati alle estreme conseguenze al punto di sfuggire non solo a qualunque catalogazione commerciale, ma creano addirittura una sorta di barriera concettuale tra questo vinile e tutti i lavori pregressi.
 

Franco Battiato 1974
Se cioè in “Clic” si poteva ancora cogliere una sequenzialità che richiamasse una logica narrativa in cui gli estremismi più spinti fungevano da semplici "fillers" (es: "Ethika fon Ethika”), in “M.lle le Gladiator” il caos prevale sulla ritualità e la trasgressione divora le consuetudini spingendosi ben oltre l'eversione sonora. 

 Nella realtà, non vi sarebbe nulla di nuovo. Artisti quali Stockausen, Cage, Varese o Zappa, solo per citarne alcuni, avevano già spianato la strada a questo tipo di provocazioni, per non parlare della violenza di certe avanguardie italiane dei primi anni ’60 quali il gruppo della “Nuova Consonanza” di Evangelisti e Morricone.

Battiato però è un artista Pop. Colto, ma pur sempre con un background più “popolare” dei suoi colleghi più colti, ed è anche per questo che il suo lavoro di congedo dalla Bla Bla si innestò perfettamente nel panorama alternativo di quegli anni.

 
La sua torrenzialità infatti, sembrerebbe proprio interpretare e preludere la destabilizzazione di quel “movimento col quale era cresciuto sin dai tempi di Fetus.
La molteplicità sonora del primo lato e la “cattiveria” con la quale affronta gli strumenti nel secondo, più che riferirsi ai "tasselli dei mosaici monrealiani", sembrano quasi voler richiamare quella violenta destrutturazione che avrebbe ramificato l’alternativa giovanile dei primi anni ’70 per sfociare poi nelle sofferte diversità del movimento ’77.

 
centro di gravità permanenteInfine, il fatto che Battiato non avrebbe mai più prodotto un disco così duro, sancì probabilmente anche il suo definitivo distacco sia da una fase artistica, sia soprattutto da un’epoca storica.

Forse non volle essere lo spettatore di una disfatta preferendo l'emarginazione, l’introspezione, il totale disinteresse commerciale e la ricerca colta producendo per la nuova discografica, la Ricordi
i suoi dischi più raffinati (sempre però sotto l’egida di Pino Massara) .
Il pubblico dei suoi spettacoli (anche quelli tenuti nei centri sociali) inizia a cambiare e dopo la conquista del Premio Stockausen con l’”Egitto prima delle sabbie”, anche i più scettici, inizieranno a considerarlo più "musicista" che non il pazzoide sperimentatore di Fetus e Pollution.
Il resto, lo faranno gli studi da autodidatta e quelli di violino sotto la guida del M° Giusto Pio con il quale traghetterà la sua arte verso una musica più fruibile.


Riguardo a quell’ennesimo salto di qualità, Battiato confiderà a Mario Luzzato Fegiz: “molti affermano che io ho raggiunto il successo dopo quindici anni di duro lavoro, ma non è esatto.
Io l’ho raggiunto subito, appena ho deciso serenamente e freddamente di abbandonare la strada delle sonorità pure per cercare un contatto [...] con la grande platea.
Non è vero che il pubblico è venuto a cercare me. E’ vero il contrario
”.


Provate ora a riascoltare “Gladiator” dopo aver letto queste parole.
Dopo l’ultima nota credo sarete convinti anche voi di esservi trovati davanti a uno dei più coraggiosi e geniali artisti che l’Italia contemporanea abbia mai avuto.


FRANCO BATTIATO - Discografia 1972 - 1975:
1972: FETUS
1972/73: LA CONVENZIONE - PARANOIA (45 giri)
1973: POLLUTION
1973: SULLE CORDE DI ARIES
1974: CLIC
1975: M.ELLE LE GLADIATOR

50 commenti :

Anonimo ha detto...

Battiato o lo si adora o lo si odia......soprattutto quello sperimentale degli anni 70.

Questo disco forse rappresenta un passo indietro dal punto di vista dell'ispirazione.....rispetto ai suoi primi 4 lavori. Ma io personalmente amo anche questo "le gladiator" perchè è un disco folle, e che cerca di portare avanti (anche se a fatica) un discorso nuovo, svincolandosi ulteriormente da formule musicali già utilizzate in precedenza da artisti pop italiani o stranieri.

La sua lucida "follia" lo porterà a partorire, fino almeno al 78, altri tre lavori, ancora più ermetici e sperimentali......che personalmente ho apprezzato meno rispetto a questo "le gladiator".

Secondo me il Battiato degli anni 70 è semplicemente un genio, e sicuramente uno dei ns. più valenti artisti, sia nel campo del pop rock elettronico, sia nel campo del progressive.

E' un personaggio per me in grado di competere con i grandi gruppi tedeschi dello stesso periodo, inquanto partendo anche lui dalle idee di Stockhausen, ha poi elaborato il tutto in maniera originale ed estremamente personale.

alex77

Anonimo ha detto...

Secondo voi la grande trasgressione contenuta in quest'album può essere vista come un'anticipazione da parte di Battiato del clima di scontri del 1977? Oppure fa solamente parte del percorso personale e artistico del Maestro? Mi sono sorti questi dubbi perché M.lle Le "Gladiator" sembra davvero un pesce fuor d'acqua nella distensione quasi gioiosa che caratterizzò molti lavori del 1975.

J.J. JOHN ha detto...

@ Alex77,
cosa ti fa pensare che "Gladiator" sia "un passo indietro dal punto di vista dell'ispirazione"?
In un certo senso lo penso anch'io specie se mi concentro sulla prima facciata del lavoro.
Però, ascoltando la seconda, credo anche che Battiato abbia voluto coscientemente congedarsi dal suo periodo più "acido e spontaneo".
Come dire: "Io ho raggiunto un limite. Ve lo dimostro, e ora volto pagina".
Che ne dici?

@Dovic86
Grazie per l'osservazione.
Personalmente credo che Battiato abbia voluto coronare un percorso nella più radicale delle maniere possibili e credo non sia da escludere che lo abbia fatto anche in senso "celebrativo".
Lui era nato con l'Underground, è passato attraverso la Controcultura, e ha riflesso con le sue opere tutta la storia del movimento.
Di fronte alla sua pericolosa frammentazione ha reagito con "Gladiator" che era il perfetto specchio dei tempi.
Probabilmente non era ancora cosciente del '77 (troppo presto), ma di sicuro sapeva che quell'atomizzazione era pericolosa e il Lambro ne è stata la conferma.

La "distensione" visibile nel '75 fu a mio vedere, più che una dimensione cosciente, un esorcismo.
Il grande balzo in avanti era possibile e la "gioia e la rivoluzione" erano mezzi necessari per spronare e comunicare con le masse.
Poi l'obiettivo fallì e molti, Battiato incluso, decisero che era venuto il tempo per fare altre cose.

Anonimo ha detto...

Parlando solo dal punto di vista compositivo mi sembra proprio che quest'album presenti meno idee rispetto ai quattro lavori precedenti. Questo "Gladiator" è un album che dura poco più di mezz'ora, e per più o meno una ventina di minuti Battiato si "limita" a suonare l'organo. Mi sembra che in questo lavoro non si raggiunga (quantitativamente) le idee di Pollution o di Aries, che a conti fatti erano decisamente album più completi.

Come dice Dovic86, questo lp è un pesce fuor d'acqua, rispetto al resto della discografia del 75. Sul perchè.....beh non so che dire esattamente, se non che secondo me Battiato era cosciente di quello che stava facendo. Non credo abbia mai "improvvisato" in nessuno dei suoi album targati anni 70. Dietro i suoi lavori ci sono delle strategie e dei messaggi. Non credo comunque che fosse un "anticipazione" del 77, eravamo troppo in anticipo.

Certo sembra più un disco figlio del 1974, inquanto provocatore e sperimentatore come certi lavori di quel mitico anno.....basta pensare agli Area e ai Dedalus.

Potrebbe essere un "congedo" come dici tu JJ? Si, ci potrebbe stare. Anzi adesso sinceramente sarei proprio curioso di sapere com'è andata la faccenda. Però forse solo il maestro Battiato può rispondere all'enigma.

Le gladiator comunque x me rimane uno dei migliori lavori del 1975, per quanto a molti quest'affermazione può sembrare azzardata. Ed infondo anche pezzi come quelli del lato B, per quanto difficili da digerire, hanno un suo fascino e a me piacciono.

alex77

Anonimo ha detto...

Ciao JJ, so che sono OT ma sto acoltando un disco di Giovanni Allevi e volevo sapere cosa ne pensavi di lui. Grazie, Gianni

J.J. JOHN ha detto...

Gianni, cartellino giallo!
Stiamo parlando di "Gladiator" di Battiato... ma, insomma!

Cmq, al di là delle polemiche divampate sulla sua figura, posso solo dirti che di Giovanni Allevi ho ascoltato tre o quattro albums e mi sono sembrati tutto piuttosto noiosi.
In "Joy" mi sembrava addirittura di sentire Lyle Mays negli anni '80, ma senza la Pat Metheny Band.
Al di là del suo valore insomma, diciamo che preferisco gli originali.

Antonio ha detto...

Il primo Battiato rimane un artista invidiabile nel panorama italiano del periodo :)

Come semore grazie, JJ

regolo ha detto...

Dopo i primi due rivoluzionari albums, un capolavoro e un bellissimo disco di transizione Battiato passa all'"avanguardia" colta, sterile e (perchè no?) un pochino snob.
Sarà anche un disco di rottura e una coraggiosa provocazione ma onestamente non riesco a capire chi possa piacere un disco del genere. C'è da dire che comunque, e a mio modestissimo parere, è sempre meglio delle inascoltabili opere che verranno dopo (Za,l'Egitto..).
Per quel che mi riguarda verrà ricordato soltanto per il suo titolo: uno dei più orrendi che mi sia capitato di leggere sulle copertine di un disco :-).

Anonimo ha detto...

Ci sono stati nei 70 alcuni album composti da musicisti poprock italiani veramente difficili da "leggere" e digerire.

Se penso al nastro magnetico dei Dedalus o Caution degli Area o quest'album di Battiato.....senza dimenticare lp ostico dei Nadma, che già nel 73 se ne usciva con un album aggressivo, ermetico, esasperato.

Non sempre però io sono riuscito a coglierne il significato. Nel caso di Battiato, oltre ad un calo di ispirazione (mio modestissimo parere), in questo lavoro sembra quasi c'è l'abbia (anche) con l'ascoltatore.....medio italiano. E come se dicesse: "non mi accettate per i precedenti lavori, io ve ne pubblico uno ancora di più difficile lettura". E questo è il messaggio che colgo anche nel secondo lavoro dei Dedalus. Sembrano entrambi dei lavori "improvvisati", mentre ad un ascolto attento si percepisce che sono album con un significato, con un messaggio, studiato nei minimi particolari.

Intanto, di questi album, che si amino o meno, oggi non ce n'è più nemmeno l'ombra, e comunque anche ci fossero non sono certo pubblicati come si faceva una volta, da case discografiche di rotture intente ad "suicidarsi" nel proporre alle masse album come questo Gladiator. Secondo me ce ne fossero oggi di lavori così, le cose andrebbero meglio a livello musicale nel ns. bel paese.

alex77

taz ha detto...

Io li chiamerei "percorsi" di un'artista...Battiato è partito dicendo ,e anticipando, delle cose...esaurite quelle, semplicemente per la voracità dell'artista, ne ha testate altre più complicate...ecco perchè poi la sua linea è diventata più "melodica" e pop...fosse(passatemi l'espressione gentilmente) un "drogat" di musica...direi che le ha provate tutte....Ma non ci vedo discorsi "rivoluzionari" nel suo percorso, nella musica si, il personaggio era schietto e di poche parole prima e lo è ora...cmq per me è uno dei pochi "geni" musicali rimasti in Italia...per ascoltare i suoi LP bisogna ogni volta calarsi nel suo mondo, e per ogni disco un mondo diverso,...lasciando fuori il nostro...ciao

J.J. JOHN ha detto...

Non credo che in "Gladiator" Battiato abbia subito un calo di ispirazione e se c'cera, lo ha mascherato con molta classe.
Mi pare invece che abbia voluto definire una delle tante soglie intermedie di quel "percorso", citato dal Taz.
E' partito dal Beat leggero, è passato alla sperimentazione - prima amensurale poi notata - e infine ha chiuso il primo periodo "lisergico" con la sua celebrazione più radicale.
Alchè, si è messo a studiare e comporre classica contemporanea (altro che Allevi!) prima di toccare le grandi platee.

Ora, se ci fate caso, tutte le ultime opere che hanno concluso ciascuno di questi periodi, sono sempre stati dei lavori "particolari" o "importanti" da cui possiamo anche immaginare che sotto vi fosse realmente una precisa strategia.
"Iloponitnatsoc" chiudeva gli anni'60, "Gladiator" la prima fase sperimentale (quella in cui affermava veramente di "odiare il pubblico")e "L'Egitto prima delle sabbie" - vincitore del Premio Stockausen - la seconda.
"Fisiognomica" (300.000 copie vendute) si pose come spartiacque tra il momento più leggero di Battiato e la canzone d'autore vera e propria.
Ammettendo quindi vi fosse davvero una consapevolezza di questo genere è presto spiegato il perchè ci troviamo di fronte a uno dei più grandi artisti italiani.

Per finire, credo occorra fare un distinguo tra lo stridore di "Gladiator" e altri lavori come Nadma, Dedalus o Crac.
I Nadma (1973) si collocano in un contesto ancora freak-collettivo il cui sperimentalismo è in qualche modo "costruttivo" e non "destabilizzante": si sta aprendo il periodo Controculturale e si cercano nuovi linguaggi coinvolgendo più forme musicali possibili. Jazz innanzitutto.
"Crac" e "Nastro Magnetico" sono più intenzionalmente simili a "Gladiator", ma sono lavori di "lettura", interni ad una preciso momento politico.
Ci sono si caos e tensione, ma anche molta positività e raffinatezza.
"Gladiator" è invece destrutturazione allo stato puro. Qui il tono è apocalittico: a fronte della parcellizzazione del movimento, dello spettro della riconversione produttiva, dell'informatizzazione, dell'inasprimento delle lotte, Battiato alza un suo "muro personale" ma, a differenza per esempio di "Lobotomia", lo fa fissando un punto di "non ritorno".
Così come la società sarebbe irreversibilmente mutata, anche lui non sarebbe più tornato indietro.

Queste sono considerazioni assolutamente personali, ma volevo rimettere in gioco alcuni punti-chiave del dibattito.

taz ha detto...

" La cultura orientale, quella dell'Asia Minore, è all'inizio di tutto il nostro genere di civiltà. Come tutte le cose già grandi, è passibile soltanto di deterioramenti. Nel senso che, toccato il massimo splendore, sia culturale che oggettivo, il mondo nato, originato dall'Asia Minore non poteva far altro che tornare indietro. E, in sostanza quello che che è successo a noi (Grecia Roma ecc) ed è per questo che ho guardato e continuo a guardare alle mie radici"....Di che anno è questa intw di Battiato?.....presentazione dell'album Fetus 1972!!!..io la trovo incredibilmente coerente col suo "percorso" musicale...ne è passata di acqua sotto i ponti...ma lui sembrava già prevedre quello che gli sarebbe capitato...."coraggioso e geniale"...Leggevo che l'ultimo album per la Bla Bla è Feedback...bo?..cia o

JJ ha detto...

Grazie Taz. Inetessante itw davvero.
"Feedback" è un doppio antologico.
In ogni lato vengono "sintetizzati" i primi 4 lavori.

Unknown ha detto...

Io adoro Franco che considero uno dei pù bravi musicisti mai apparsi in Italia ma ditemi la verità sinceramente:
Chi di voi riesce a sentire per intero un disco così oggi?
Oppure gli altri due dischi Juke Box e L'Egitto prima delle sabbie?
Voglio risposte sincere ragazzi..

JJ ha detto...

Io! Io! Sinceramente.
So che dicendo questo avrò difficoltà a trovare moglie, ma a me quella musica piace sul serio!
La ascolto, mi rilassa, mi fa star bene e mi da degli stimoli.
Un po' come mi succede per i Weather Report o per Miles.
Ecco... Battiato magari non proprio tutti i giorni.
Weather e Miles si però!

Unknown ha detto...

Con tutto il rispetto per Franco Miles Davis è di un'altro pianeta e anche i Weather Report sono tutt'altro tipo di musica (jazz), e sto parlando di piacevolezza di ascolto in un'ambito diciamo "avantgarde"
Aries (il mio preferito) e Clic sono grandi dischi così come i primi due che mi piacciono molto ma gli altri mah mah...

J.J. JOHN ha detto...

Avantgarde? Ok! Allora sicuramente Aries e prima ancora Fetus che era proprio strampalato. Poi Clic e infine Pollution.

Fino al "Cinghiale" poi è tutto effettivamente un po' introspettivo ma personalmente, credo sia stata anche una scelta politica oltrechè esistenziale.
Non so voi, ma io credo che per un musicista coinvolto sino al midollo nel movimento deve essere stato anche doloroso separarsene.
Lo ha fatto nelle più radicale delle maniere possibili e personalmente penso abbia fatto bene.

Leo Pari ha detto...

nessuno cita "L'Egitto prima delle sabbie" e "Juke Box" di Franco?

JJ ha detto...

Caro Leo, questo sito si ferma più o meno al 77, ossia quando si ritiene che gli artisti abbiano esaurito la loro fase progressive.
Questo se non subentrano motivi di particolare interesse collezionistico.

rael ha detto...

Simon, non solo me li ascolto tutti interi, ma ogni volta ci trovo dentro cose nuove...sfumature...effetti..insomma son album veramente avanti.

Anonimo ha detto...

Ciao John! Mi chiedevo, quali sono i motivi che consentono di definire Pop un compositore? I lavori dei ricercatori che hai citato (Stockausen, Cage, ma anche Maderna e tanti altri) erano indirizzati solo a un pubblico di specialisti del settore e addetti ai lavori? E a cosa ti riferisci quando parli di background popolare da parte di Battiato? Scusa per la curiosità, ma vorrei approfondire un argomento che mi interessa particolarmente.

Pietro

J.J. JOHN ha detto...

Caro Pietro, le definizioni hanno dei limiti, ma nella metà degli anni '70 - a partire direi dall'album "Clic" - Battiato uscì effettivamente da un periodo Pop-sperimentale per entrare nella sua fase più "colta" che durò sino al 1978.

In quei tre anni fu seguito solo da un pubblico selezionatissimo e ricevette molte più sodisfazioni artistiche che commerciali.
Qualla fase gli permise comunque di completare un proprio percorso e di arrivare poi con impietosa lucidità agli anni '80.

Il suo "background popolare" va invece ricercato tra il 65 e il 69 quando ancora faceva canzoni melodiche accostandosi alla "linea verde". "Canzoni fatte per sopravvivere", dirà lui stesso, di un'epoca che ricorda molto malvolentieri.

rael ha detto...

in realtà durante uno degli ultimi concerti ha dichiarato che le sue prime canzoni erano un tentativo della casa discografica di renderlo assimilabile e accostarlo a gente come Tenco e Gaber...Il fatto stesso che nell'album "Fleurs 2" di pochi anni fa riprende un pezzo che registrò negli anni 60, "E più ti amo".

J.J. JOHN ha detto...

Precisamente!
Tra l'altro Battiato fu scoperto proprio da Gaber e all'epoca la Jolly volle proprio accostarlo a lui, a tenco e a Celentano che aveva in catalogo.

Non so se avete già visto questa meraviglia sul tubo:
http://www.youtube.com/watch?v=lCnoGaEC5pA
Si vedono sia il Franco appena immigrato da Jonia, il Gaber e la Caselli.

Comunque Franco non dimenticò mai la parte più intelligente dell'ambiente di allora, anzi!
Aveva un'ammirazione enorme per Endrigo, per Tenco e per De Andrè.
Il problema è che per un certo periodo dovette fare quello che gli dicevano.

Riguardo però al pezzo sul Tubo, questo viene presentato come "La Torre".
Eppure io "La torre" me la ricordo completamente diversa.
Qualcuno mi sa dire qualcosa?
E'un sasso nella scarpa che volevo togliermi da tempo. Thanks!

rael ha detto...

ti rispondo io che sono Battiatologo....il Maestro registrò due pezzi distinti con questo titolo...uno per l'album "L'arca di Noè" del 1982 uno nel 1967...musiche e testi completamente diversi.

Anonimo ha detto...

Caspita! Un Franco decisamente imbarazzato e... imbarazzante! Si capisce che non era proprio a suo agio...

Ok, ho chiaro il concetto. Però vorrei capire perché quando si parla di storia della musica contemporanea ad alti livelli, i libri danno il (dovuto) spazio ai vari musicologi, mentre gli artisti Pop non vengono neanche menzionati? Non contribuiscono anche loro all'evoluzione del discorso musicale, nonostante le proprie opere siano destinate a un mercato certamente più vasto e il loro scopo non sia unicamente la sperimentazione?

J.J. JOHN ha detto...

Forse perchè siamo ancora legati a un'idea della musica di natura pre-ottocentesca? Forse perchè nelle scuole si insegna ancora il flauto dolce? Forse perchè la musica classica è vista ancora come "un'elite" anzichè come "la base" di una cultura contemporanea? Forse perchè in Italia siamo rimasti alla preistoria nell'ambito delle discipline analitiche?
Forse perchè per non fare impazzire la maionese bisognerebbe metterci prima la senape?
Non lo so, my friend... non lo so.

Anonimo ha detto...

john.. ti so esperto di cucina... :D .. ma questa storia che per non fare impazzire la maionese vada messa prima la senape non lo sapevo... Bacio... Lara

J.J. JOHN ha detto...

E' un suggerimento di Carlo Cracco... e se lo dice lui...

Anonimo ha detto...

John, percepisco una vaga indignazione o sbaglio? ... :D A parte le mie precarie capacità in cucina, condivido assolutamente. Ma d'altronde siamo il paese del "Rock: da un'idea di Enrico Ruggeri" e di "Impressioni di settembre è più bella cantata dai Marlene kuntz". Non c'è da meravigliarsi.

Comunque rilancio al tuo video di poco fa con un altro pubblicato da circa 3 mesi, in cui Franco presenta alcuni pezzi da Fetus, Pollution e Clic, e definisce il suo Credo musicale. :) http://www.youtube.com/watch?v=2qY5BDN2Tfk&feature=fvwrel

Pietro

J.J. JOHN ha detto...

Bella quella clip. La guardavo giusto ieri.
Ecco! Battiato sarebbe l'insegnante di musica ideale. Invece il figlio del mio vicino di casa studia ancora il flauto dolce.

u g o ha detto...

è proprio vero battiato o lo si ama o lo si odia tuttavia questo GLADIATOR lo trovo monocorde tutto o quasi giocato sull'organo a canne bello ma direi ripetitivo mi aspettavo qualche variazione sul tema ma a parte goutez il resto specie ORIENT EFFECTS li trovo poco originali mentre ARIES e CLIC son davvero superbi ciao ugo

Unknown ha detto...

John.. cosa ne pensi de "L' Egitto Prima delle Sabbie" (1978) di Battiato?

JJ ha detto...

Credo che al di là di quel disco non avrebbe più potuto spingersi.
Un po' perchè i tempi erano cambiati e la propensione allo sperimentalismo radicale si stava affievolendo, un po' perché, come disse lo stesso Battiato, "a quel punto avevo anche bisogno di soldi".
E c'è da dire che rispetto ad altri colleghi lui seppe farli senza svendersi più di tanto, e soprattutto con grande intelligenza.

Unknown ha detto...

Ma può dirsi un disco che ti piace? acquiresti mai il vinile? Secondo me per la sua particolarità meriterebbe una scheda

P.s.: se aver bisogno di soldi equivale al cinghiale bianco, patriots, la voce del padrone o il piu recente cafe de la paix ben venga porca puttana ahahah

Anonimo ha detto...

..."acquiresti"????

rael ha detto...

Alessandro posso risponderti che quel disco è molto interessante se sei un pianista, o se sei John Cage in persona. Per tutti gli altri rimane un disco colto ma da tenere solo come collezione!

frank ha detto...

Disco splendido - semplicemente non adatto, forse, ad un pubblico "rock".

Anonimo ha detto...

Il Battiatoo sperimentale è uno di quei rari momenti in cui la musica italiana può competere, come innovazione e livello artistico , con le produzioni estere.
Comunque, per chi segue la musica sperimentale, vi invito sulla pagina del mio piccolo progetto.
https://flav97.jimdo.com/
ogni critica è ben accetta.
saluti

Anonimo ha detto...

Disco interessante e coraggioso ma per me rimane troppo ostico e sperimentale per farmelo piacere

Dopo altri tre lavori che io ho sempre reputato difficili e un po' pretenziosi, a partire dal 1979 ho trovato ragguardevoli L'era del Cinghiale Bianco, Patriots e La voce del padrone, quest'ultimo per me il suo miglior disco in assoluto e quello che ascolto più spesso .

Poi dopo Battiato non mi ha convinto più come prima

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Tutto sommato interessante anche il disco Caffè de la Paix, l'ultimo con i testi di Battiato prima dell'avvento di Sgalambro, che non ho mai apprezzato più di tanto

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Gradevoli ma non entusiasmanti i dischi degli anni 80 L'arca di Noè, Orizzonti perduti, Mondi lontanissimi e Fisiognomica, con alcune gemme disseminate qua e là come Scalo a grado, La stagione dell'amore, Un'altra vita, L'animale, I treni di Tozeur e E ti vengo a cercare

Con Sgalambro gli unici dischi che reputo passabili sono L'imboscata e Gommalacca

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Molto simili allo stile del Battiato sperimentale di fine anni 70 :

il disco Motore immobile di Giusto Pio edito dalla Cramps nel 1979 con Battiato alla voce con lo pseudonimo di Martin Kleist .

il disco I fiori del sole di Michele Fedrigotti e Danilo Lorenzini , sempre pubblicato dalla Cramps nel 1979 e prodotto da Battiato .

il disco Prati bagnati del monte Analogo di Raul Lovisoni e Francesco Messina, sempre pubblicato dalla Cramps nel 1979 , con Camisasca alla voce e prodotto da Battiato

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Di Battiato ho trovato sempre un po' sopravvalutati Come un cammello in una grondaia del 1991, L'ombrello e la macchina da cucire del 1995 e Dieci stratagemmi del 2004 .

Dignitoso il live Unprotected del 1994

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Consigliato il disco dal vivo Giubbe rosse del 1989

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Mi hanno lasciato sempre un po' perplesso i dischi pubblicati dalla Ricordi del Battiato più ostico e minimalista : l'omonimo del 1977, Juke Box e L'Egitto prima delle sabbie

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Di Battiato carini ma non esaltanti i dischi Ferro battuto del 2001, Il vuoto del 2007 e Apriti sesamo del 2012

Michele D'Alvano

ugo ha detto...

ma lo sapevate che battiato nel 78 dopo aver inciso il suo ultimo disco sperimentale ossia "l'egitto prima delle sabbie" incise un 45 giri sotto lo pseudonimo di ASTRA dal titolo ADIEU/S.MARCO" per l'etichetta ELEKTRA WEA si quella dei DOORS per intenderci dove la presenza del violino già anticipa le sonorità del disco successivo ossia L'ERA DEL CINGHIALE BIANCO!

rael ha detto...

Certo Ugo: Astra era lo pseudonimo di Stefano Pio, figlio di Giusto, ma in effetti i "colpevoli" sono Battiato e Giusto Pio!! Inoltre uno dei due pezzi venne riarrangiato con un testo italiano e cantato da Milva (Una storia inventata)

ugo ha detto...

grazie rael non sapevo che il figlio di giusto pio si chiamasse ASTRA
sul fatto che i fautori del 45 giri fossero battiato e giusto pio lo si evince dal fatto che da quel momento è cominciata la fase pop di battiato ma molti credono sia da l'era del cinghiale bianco mentre è proprio questo singolo che funge da spartiacque fra il battiato sperimentale e quello pop!
grazie ancora per la dritta rael un saluto ugo