Ultima Spiaggia: Disco dell'angoscia (1975)

disco dell'angosciaNEI COMMENTS:
NUOVO INTERVENTO DEL M° PAOLO BARATELLA
(autore della copertina del disco che ci spiega anche
il "mistero delle scarpe" ritratte in copertina)

Siamo nel 1975. Il lodigiano Riccardo Sanna compie 32 anni e sta per attuare un ulteriore salto di qualità come gli è già spesso capitato nella sua vita.
Appena quindicenne era stato chitarrista nei futuri Dik Dik e un anno dopo, debuttava col suo primo 45 giri “Ciao ti dirò” col nome di Ricky Sann che gli valse il titolo di “pioniere del rock’n’roll italiano.
Dopo la bellezza di 11 singoli e infinite collaborazioni artistiche (i Ribelli, i Quelli, Gino Paoli, Jannacci, Celentano, i Rokes), incide nel 1963 il suo primo album “Una giornata con Ricky Gianco per la Jaguar.
Nel 1962 entrerà anche nel Clan Celentano ma l’esperienza non dura a lungo.

Nei dieci anni antecedenti alla fondazione della sua prima etichetta discografica, la “Intingo”, Gianco vivrà da protagonista l’era del Beat Italiano schierandosi con la cosiddetta “linea verde”, traducendo e reintepretando Dylan, scrivendo per una pletora di artisti tra cui Mina, Patty Pravo e Antoine (“Pietre”) e collaborando con i Ribelli, Nuovi Angeli, Donatello e Gian Pieretti. Tra i maggiori successi ricordiamo “Pugni Chiusi” e “Il vento dell’est”.
L’ultimo suo 33 giri della decade, lo vede protagonista nel 1970 con il “Supergruppo(con Victor Sogliani, Mino di Martino, Pietruccio Montalbetti e Gianni Dall’Aglio) e da lì seguiranno 4 anni di silenzio discografico in cui Ricky perfezionerà il suo nuovo ruolo antagonista.

Negli anni ’70 infatti, contestualmente a produzioni di grande qualità tra il ’74 e il ’78 con la Intingo (tra cui Canzoniere del Lazio e Alberomotore), il vulcanico artista inizierà anche ad interessarsi a materiale di grande valenza sociale portando avanti da un lato una lunga collaborazione col poeta Gianfranco Manfredi e dall’altro, fondando con Nanni Ricordi una seconda discografica dal nome ”Ultima Spiaggia”.
Con essa Gianco darà vita a uno dei più azzeccati Lp di Enzo Jannacci (“Quelli che”), lancerà il giovane Ivan Cattaneo e produrrà artisti del calibro di Claudio Lolli, Roberto Colombo, Currà, Gramigna e la band interrazziale I.P.Son Group.

ricky giancoContemporaneamente al capolavoro di Jannacci, ad inaugurare la nuova etichetta indipendente c’è anche uno strano LP, attribuito alla stessa ragione sociale della label e dal titolo “Disco dell’angoscia”.
Spesso attribuito al solo Gianco, in realtà l’album è una sorta di jam session collettiva a cui partecipano, oltre allo stesso Ricky, anche Manfredi, Nanni Ricordi, Ivan Cattaneo, Sergio Farina, Hugo Heredia (poi con Antonius Rex in “Ralefun”) e Tullio De Piscopo.

Il risultato è devastante e segna un cambio di rotta talmente netto, da far pensare che l’artista di Lodi non solo avesse introiettato coscientemente tutto il periodo underground e controculturale, ma che fosse anche perfettamente preparato per accettarne quelle successive trasformazioni che sfoceranno nel “movimento del ‘77”.
In questo senso, la scrittura del suo co-autore Gianfranco Manfredi, non è soltanto la perfetta fotografia di una società in transizione, ma pone addirittura le basi per una nuovo linguaggio in cui poesia, coscienza, autoralità, sogno e realtà vengono centrifugate da un’ironia spietata, pungente e drammaticamente attuale.
Esattamente quella che in capo a tre anni investirà tutto il circuito delle lotte alternative.

Così come per i testi, anche la musica è un “pastiche” di citazioni popolari, concrete, goliardiche, sinfoniche, rock e cantautorali, ma il risultato non è più “Progressive”: è una forma strutturale nuova che nell’insieme rifugge dalla seriosità del Prog quasi a prendersi gioco di se stessa, pur se in forma tecnicamente ineccepibile.
Cosi’ come dunque sta per succedere ad un mondo giovanile in cui sarà “una risata che vi seppellirà”, anche nel “Disco dell’angoscia” il mondo viene fatto a brandelli da un’ironia smitizzante, storicamente consapevole, e restituita in tutta la sua potente complessità a partire dalla pungente copertina del M° Paolo Baratella.

Paolo Baratella
Un album shock che comunque segna per lui un cambio di registro drammatico. Una pietra miliare dell’off-pop italiano. Costruito concept attorno alla vicenda di un uomo che precipita in un limbo nerissimo, apre con L’incidente, battito cardiaco, crash automobilistico, synth che disegnano gorghi infernali mentre in lontananza la voce di Manfredi annuncia che il guidatore è finito in coma profondo. Da lì è tutta una battaglia tra affondi proggy-pop e divertiti orrorismi, in un’altalena di cantilene infantili, cinguettii di fringuelli, requiem ecclesiastici, messe sataniche complete di voci rallentate e accelerate, cut-up radiofonici(da Christian Zingales: “Italiani brava gente”, Turtle Edizioni, 2008)

Per quanto riguarda la musica italiana d’avanguardia, il “Disco dell’angoscia” è dunque da considerarsi un’apripista. Un lavoro senza paragoni che anticipa di almeno due anni quella che sarà la nuova rivoluzione giovanile.
Un album che va ascoltato (e letto) con grande attenzione perchè, visto in un'ottica corretta, vale più di mille libri di storia contemporanea.

40 commenti :

lenz ha detto...

finalmente! grazie jj per aver riportato la luce su questo disco ingiustamente dimenticato e che ad ogni ascolto regala ogni genere di brivido..
ciao, buona giornata!

Anonimo ha detto...

Non conosco nulla nè di Gianco nè delle case discografiche INTINGO e ULTIMA SPIAGGIA.

Se ne parli così bene di questo lavoro sarà sicuramente un album valido. Corrò ai ripari e parto alla ricerca del disco in questione.

Certo all'epoca Gianco produsse grandi artisti......i Canzoniere del Lazio, Currà e Colombo, i Gramigna e Jannacci. Approposito JJ farai una recensione su Currà e Colombo?

Devono essere proprio personaggi importanti della seconda metà dei 70.....alex77

Anonimo ha detto...

Wow, non conoscevo questo lato avanguardistico del buon Ricky e soprattutto non immaginavo che ci fosse lui dietro gruppi come il Canzoniere del Lazio... queste sono le sorprese che mi piacciono, io ero rimasto a Cavallina Rock :D

isidax ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
JJ JOHN ha detto...

Di Ricky Gianco (che deve avere per forza avere un avo sardo chiamandosi Sanna di cognome)sono essenziali almeno due album.
Il primo è "Alla mia mam..." dai toni decisamente caustici e irriverenti.
La' potrete riascoltare una seconda versione di "Davanti al nastro che corre", già inclusa nel "Disco dell'angoscia".

Il secondo, è a mio avviso un capolavoro imprescindibile e si chiama "Arcimboldo".
Da gustare sino all'ultima nota e sino all'ultima sillaba dei testi.
Pura poetica situazionista.

Della produzione "Ultima Spiaggia", sono inoltre immancabili i primi di Ivan Cattaneo (datemi retta, rimarrete allibiti dalla sua bravura!)e tutti quelli di Enzo Jannacci a partire da "Quelli che".

Currà e Colombo (forse) arriveranno anche qui.
Occorre che però prima faccia un'ulteriore analisi storica sul movimento '77, altrimenti ci perdiamo delle chiavi di lettura.

Ciao brothers.
JJ

Anonimo ha detto...

Beh allora JJ aspetteremo la tua scheda sul 77.

Oltre Currà e Colombo ci sono ancora un bel pò di artisti di cui parlare.....secondo me meriterebbero un post anche i Canzoniere del Lazio, il primo di Pagani, ecc ecc. C'è stato dopo il 75 in Italia un bel movimento nel campo del folk-prog......

alex77

Anonimo ha detto...

il "disco dell'angoscia" è un capolavoro e la tua analisi è perfetta.
peccato però che il sottoscritto -come molti altri- l'ascolto sia stato fatto su mp3 scaricati da brava gente che ha avuto la pazienza di passare il vinile in mp3: possibile che un disco così importante non sia mai stato ristampato?
ed è possibile che le uniche ristampe di gianco e manfredi (così come il primo di ivan cattaneo) siano state fatte male (i libretti erano una cosa inguardabile, e in fondo costando quei cd 5 euri sembrava si volesse giocare al ribasso) e in pochissime copie ora divenute rare quasi quanto i vinili d'epoca?
ed è forse una sorte migliore rispetto al resto del catalogo "ultima spiaggia", mai finito su cd (a partire dallo splendido "quelli che" di jannacci).
ma perchè in un mondo in cui ristampano qualsiasi cosa i discografici nostrani (area major: le indipendenti -vd. il lavoro della spittle o della astroman con la new wave nostrana- sanno quello che fanno) devono distinguersi per inettudine?
scusa la lunghezza e i toni, ma è un argomento che mi manda in bestia, perchè non è giusto che a godersi simili capolavori siano solo coloro che possono spendere cifre importanti alle fiere del disco.
ancora complimenti per il sito!

hex75

Anonimo ha detto...

Come sempre l'Italia è all'avanguardia nella mediocrità anche in un mercato, quello discografico, già di per sè stagnante e tendente all'autoconservazione. Anch'io dopo qualche ricerca ho reperito questo disco in mp3.
(Bollettino sondaggio: dopo giorni di inspiegabile arresto della coppia Todaro-Maltese, ecco che altrettanto inspiegabilmente il duo zompa di 10-15 voti in una botta sola. Nemmeno S. Gennaro avrebbe saputo fare di meglio.)

Anonimo ha detto...

Per quanto io preferisca di gran lunga avere i cd originali del mitico prog italiano degli anni 70, ci son dei lavori che non trovi neanche se piangi in cinese.

Per esempio ho trovato su un blog un bellissimo (a parer mio) album dei Canzoniere del Lazio del periodo cramps, Miradas del 77, prodotto da Tofani. Personalmente lo trovo un vero capolavoro e tra l'altro è un prodotto autoctono quasi al 100%, visto che prende spunto dal folk nostrano. Questi sono a parer mio i veri LAVORI italiani post 1975, peccato che pochi abbiano la possibilità di ascoltarlo.....inquanto introvabile nonostante una ristampa in cd di metà anni 90.

Dispiace vedere questo disinteresse......però purtroppo è così che va la musica italiana.

alex77

J.J. JOHN ha detto...

Il folk-prog fu una realtà essenziale, specie a partire dalla metà dei '70, e mi sono promesso di eviscerarlo a dovere. Non avendo però molto tempo, vi chiedo di portare pazienza, anche perchè è un argomento che necessita di un'ulteriore approfondimento teorico.

Grazie Hex75.
Ogni tanto viene davvero da pensare che le majors siano in combutta con gli spacciatori di vinile raro.
Non ti dico la fatica che ho fatto io per procurarmi "Fotoricordo" di Jannacci (che è una meraviglia).
Ti invito ccomunque a leggere il mio [lungo] articolo "Cacciatori di Prog" nella sezione "Storia del progressive italiano".
C'è da farsi venire i brividi.
Parafrasando Dovic86 è "l'apoteosi delle barbarie mercantile".
Fortunatamente io posseggo tutti i vinili originali, ma davvero capisco chi deve smadonnare solo per trovarnne una ristampa decente.

Ultima cosa.
In effetti è evidente che "il cartello del Banco" ha colpito ancora surclassando San Gennaro, Sant'Ambrogio e anche tutti gli Dèi del Fato e della Logica.
Non posso che rivolgere loro i miei complimenti vivissimi per l'abnegazione e la costante attenzione sullo svolgimento del sondaggio!

Naturalmente, è ovvio che il 15 maggio (giorno del giudizio) questo anomalo bombardamento non sfuggirà alle mie osservazioni finali.

A proposito: "Cartello del Banco"... perchè non vi fate conoscere?
C'è mica nulla di male.
In fondo stiamo giocando.

Moludd ha detto...

Ho avuto la fortuna di ascoltare questo disco dal vinile originale (posseduto da AnalogueSound), non costa tantissimo, ma è difficilotto da trovare. È una bellissima esperienza sonora. Un disco che andrebbe approfondito e rivalutato.

la nota curiosa ed inutile la scrivo io: nell'album si può sentire la voce di Massimo Boldi, all'epoca batterista e amico di Gianco.

hex ha detto...

caro j.j.: grazie a te per la risposta!
avevo già letto l'ottimo articolo sui "cacciatori di prog", e l'unica cosa che mi viene da commentare -amaramente- è come la stessa "febbre" abbia poi toccato altri generi, dalla new wave (se prima si vedevano a prezzi alti solo alcune pietre miliari del genere ora tocca vedere cifre improbabili pure robe tipo i tardi lavori dei gaznevada, disconosciuti pure dal gruppo stesso) al punk e all'hardcore (e vedere certi prezzi affianco a scritte come "non pagare più di 1500 lire" mette tristezza).
anche in quei generi le ristampe stanno "calmierando" un po' il mercato, e anche qui resta il dubbio se certi prezzi fossero stati pagati in virtù del valore dei dischi o solo in nome dell'irreperibilità di quei lavori...

tornando al disco in oggetto, quello che trovo triste è che si tratta di un lavoro talmente fuori dagli schemi e coraggioso da poter fornire ancora adesso non pochi spunti interessanti alle scena musicale attuale, ed invece è ufo che spunta ogni tanto in rete e pochi si fermano ad ascoltare...

curiosità: come venne recepito all'epoca?

hex75

AnalogueSound ha detto...

UAUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!! CAAPOOLAVOOOOOROOOOOOOOOOOOOOO!!!
Un disco senza precedenti, si.. ma perchè ce ne sono stati di dischi così.. dopo? Era un terreno tutto da scoprire quello là.. un terreno a cui non ci si azzarda a dare nome.. off-pop non è male, ma è già troppo limitativo :D
Chissà se esiste ancora il master originale di questo disco.. da un lato sono contento che sta roba non sia stata ristampata in "vinile"..
In CD, se non altro, meriterebbe, almeno viene diffuso un po' meglio.
Se lo ristampano in vinile si dovrebbe sentire ALMENO bene come l'originale.. perchè spacca sto disco, mamma se spacca.. sennò che vale la pena? Ma ho i miei dubbi che ci riusciranno senza ricorrere alla solita conversione A/D che rovina sempre tutto.

JJ ha detto...

@ hex75:
Credo fosse passato nel disinteresse generale mentre "Quelli che" aveva fatto il botto. Intanto il buon Tullio lavorava 24 ore al giorno :-)

Analoguesound ha ragione: i vinili dell'Ultima Spiaggia erano delle bombe!
Ripeto: splendidi anche i due solisti di Gianco. Ai "progressivi" "Alla mia mam" non dovrebbe mancare.
Tra l'altro è pure divertente.

piccic ha detto...

Mi ripropongo di ascoltarlo, e mi limito a dire una cosa che mi è venuta in mente sentendo "Disneyland"; pezzo di Ricky Gianco del 1992 di fronte al quale penso di aver capito cosa intendevi quando mi parlasti di "Compagno sì Compagno no" che non fu presa molto bene nella sua ironia da chi credeva veramente nei valori presenti nel comunismo, e non li identificava con gli estremismi, l'ideologia o l'insuccesso.

Io sono cresciuto fin da ragazzino studiando ed assimilando l'etica e l'ottica (partendo dal fumetto), e tutto il sistema di valori che Walt Disney aveva coltivato in sé (che non si identifica affatto con la parodia distorta e riduttiva di ciò che sono diventati i parchi e l'animazione Disney oggi), e ascoltare "Disneyland" mi dà sentimenti molto contrastanti.
Da un lato è “grossolana” e superficialotta (identifica Topolino come una icona senza spessore, un varco verso il rifugiarsi in un mondo incantato inesistente: e Topolino non è affatto, né è mai stato questo, e tantomeno voleva essere questo per Walt), dall’altro è geniale, nel modo in cui ritrae l’Europa e le sue “piccolezze”. Propositiva, però, zero.
Io la canto con un sentimento dominante, che supera l’amara ironia di Ricky: io credo davvero che “ci salva Topolino”… Ma questo esula dalla musica, perché non è solo un fatto di Topolino, ma della parte profonda, ed autentica, che c’era negli ideali disneyani.

A margine devo lasciarti detto anche che sto apprezzando un sacco molte cose di Patty Pravo (anche queste, giusto per rigirare il dito nella piaga, paiono introvabili in CD): il tuo maestro Primo aveva proprio ragione… :-)

lenz ha detto...

ormai questo sondaggio ce lo siamo proprio perso eh jj.. mah...
resta un mistero sulla copertina di questo disco... non può essere dell'epoca perchè vi si notano chiaramente un paio di scarpe ginniche ovviamente moderne..
se ne sa qualcosa di più preciso?
è un' assurdità che questo disco venga dimenticato, una vera vergogna direi..

AnalogueSound ha detto...

Lenz sinceramente a me non sembrano scarpe ginniche moderne, mi danno piuttosto di scarpe eleganti del tipo bombato che potevano andare fra la fine dei '40 e più o meno quegli anni lì (considerato che la copertina è un quadro commissionato all'artista Paolo Baratella occasionalmente per il progetto in questione)

John spero ti sia capitato di ascoltarlo in quadrofonia sto disco. Se in stereo suona una bomba, avere Sanna in casa che ti suona sullo sgabello dietro la tua spalla destra , voce e chitarra, "che cosa è".. beh sicuramente una cosa che non ha prezzo!!! :D

lenz ha detto...

@analogue
non so che dirti..dall'immagine in mio possesso si vede abbastanza chiaramente un paio di scarpe in stile nike o reebok, non un paio di scarpe bicolore con corazza come quelle che dici tu..
tra l'altro questa immagine mi sembra un fotomontaggio digitale di non eccelsa qualità, come se ne vedevano spesso agli inizi della grafica digitale su manifesti e anche sulle copertine di cd autoprodotti o di piccole etichette durante gli anni 90 oltre che nei primi siti web..
sei proprio sicuro si tratti di un quadro del periodo?

piccic ha detto...

@lenz: se il disco è del 1975 come fa la copertina del vinile ad essere posteriore? Io non l'ho mai visto, ma mi ha incuriosito il tuo commento e vedo che comunque la Nike è stata fondata nel 1967 e la Reebok addirittura nel 1960 (anche se il grosso successo sul mercato USA l'ha avuto a fine anni 1970).
Sarei molto curioso di vedere questa copertina: faccio il grafico e sono cose che mi intrigano… :-)

AnalogueSound ha detto...

Lenz io sono in possesso di una copia promo, che è esattamente identica ad una qualsiasi commerciale fatta eccezione del fatto che l'etichetta pressofusa sul disco è in bianco/nero e riporta la scritta "versione non commercializzabile", per fare 31 con la cronaca chi me l'ha venduta è una persona "invischiata" con le radio e sosterrebbe di averla ricevuta in regalo da Gianfranco Manfredi in persona. Il disco è del 1975, la grafica digitale all'epoca non era ancora in programma grazie al cielo e come indicato all'interno copertina si tratta di "un quadro realizzato appositamente dall'artista Paolo Baratella". Non penso ci sia alcun fotomontaggio a meno che non si tratti di una tecnica intrinseca dell'opera, l'immagine sembra essere un'aerografia, dando il tipico effetto delle grafiche che vengono realizzate su giostre tipo "Il Treno Fantasma" o cose del genere, con la differenza che questo è un quadro d'autore di un certo livello. Riguardo alle scarpe escluderei categoricamente per Reebok o Nike, piuttosto sembrano delle scarpe tedesche fine anni 40 (chi ha parlato di bicolore? sono nere laccate), con la punta bombata e la suola in gomma alta, cosa che è anche in tema con alcuni topici trattati nell'opera. Di più nin zò, però in caso di ulteriori dubbi vi rimando al sito dell'artista reperibile sul Web, sezione "Contatti".

AnalogueSound ha detto...

errata corrige: "versione non commercializzabile" diventa "campione non commerciabile"

lenz ha detto...

http://www.rickygianco.it/discografia/copertinebig/disco6.jpg

questa è la copertina in mio possesso, stessi colori e stesso formato. da quel poco che si capisce dalla bassa qualità, io vedo scarpe bianche e nere e delle punte da scarpe moderne e ginniche. pensavo che questa copertina non fosse l'originale e fosse stata aggiunta dopo ad un'eventuale ristampa su cd.
puoi postare una scansione della tua copertina, così per curiosità, visto che da questa immagine non si capisce granchè e evidentemente non ho capito di che tipo di scarpe parli tu? dopodichè ogni dubbio sarà sfatato.
grazie :)

piccic ha detto...

@lenz: si vede comunque chiaramente (anche senza dettaglio) che è uno stile pittorico, e – in senso lato – graficamente è inequivocabilmente del periodo.

lenz ha detto...

questo mi fa molto piacere ma io chiedevo delle scarpe.. quelle mi incuriosivano. tu come le vedi? per il resto la trovo una copertina eccezionale anche nella sua modernità. bellissima come lo è tutto il disco.

piccic ha detto...

@lenz: mah, dalle piccole immagini che si trovano sul web, non si capisce che genere di scarpe siano, ma come gusto pittorico quel dipinto/collage appare sì molto moderno per il 1975, ma non l'avrei datato oltre il 1980. Certamente non ci sono interventi di fotoritocco digitale, mi sento di dirlo anche se non ho l'LP da vedere in grande.

AnalogueSound ha detto...

Credo sia svelato l'arcano. La foto che hai linkato ha una maschera di contrasto pazzesca, pertanto ciò che l'artista ha reso con il riflesso della luce sulle scarpe laccate, in quell'immagine diventa un bianco.. opaco. Ti confido che, con quella foto come unico riferimento, avrei detto che sono delle Reebok anch'io. :D
Al link di seguito puoi trovare una scansione a 200 dpi fatta pocanzi di quella parte della copertina, spero possa bastare. A conferma ti dico che con un programma di grafica tipo Irfanview puoi giocare sul contrasto dell'immagine e vedere fino a che punto i chiaroscuri sono cangianti.

http://img256.imageshack.us/img256/8377/usdda001.jpg

John che dici, se chiamiamo il Maestro Baratella per chiedergli che scarpe sono quelle nella copertina dell'Angoscia, dici che ci manda scappando dietro il nastro che corre? :D

J.J. JOHN ha detto...

No, anzi: il Maestro è gentilissimo.
Tra l'altro gli ho mandato una mail sabato e lui ci ha risposto.
Ecco il testo:
-------------------------
Eccomi John:
"INGRANAGGIO INESORABILE CHE TI RENDE GREGGE. Costretti al viaggio della auto/distruzione sul nastro continuo d'asfalto, autostrada insanguinata a direzione obbligatoria. La sega mentale della ribelione ha prodotto "palle" che rotolano fuori della storia, inutili le scarpe per camminare nel simulacro del benessere. Ii gregge è omologato, l'angoscia dell'impotenza si è fatta regime".

Tecnica mista su tela cm.200x400, 1974, realizzato anche con aerografia. Sono assenti trucchi digitali o altro, i tempi nopn lo consentivano.
L'amicizia con Nanni Ricordi, Janco, Manfredi e tutta la banda,ha consentito questo mio lavoro per un disco eccezionale e sconosciuto.
Sono felice che sia stato ritrovato.
Allego la copertina nella sua totalità.
Mi faccia sapere, e mi dica come potrei avere il CD.
Con stima e amicizia
Paolo Baratella
grazie
--------------------------
Quindi Analoguesound, credo che tu voglia contattarlo non ci siano problemi. Fammi sapere se hai altre info.

In qualche modo comunque, vediamo di fargli avere il Cd.

Paolo Baratella ha detto...

caro martin, io non m'intendo di scarpe, dato che la mia generazione ha camminato scalza sotto le bombe degli americani e dei tedeschi... per me erano le scarpe status simbol che vedevo ai piedi dei borghesi.
Forse una ricerca storica sulle calzature degli anni 70 potrebbe rsolvere il problema, anche se credo di essermele inventate enfatizzando la cosa in se.
Voglio sperare che questa mia spiegazione non faccia diminuire l'interesse per questo lavoro.

(Mail privata del m° Paolo Baratella a JJ)

piccic ha detto...

Voglio sperare che questa mia spiegazione non faccia diminuire l'interesse per questo lavoro.
No di certo! Di che anno è il maestro?
Sul concetto di borghesia mi piace tantissimo l'immagine che ne danno i Meganoidi (scusa John se continuo a citarli… :-) nel brano "Ima-go-go", dal nuovo album:

tirati giù dal fuoco di un telefono / tecnologie chissà a che cosa servono
le borghesie sono studi matematici / le carestie il frutto di quei calcoli

AnalogueSound ha detto...

Provo a ripparglielo stasera stessa dal vinile direttamente in un convertitore A/D passando soltanto attraverso un stadio di preamplificazione RIAA costruito in casa dagli schemi di Rod Elliott della ESP (facilissimamente reperibile sul web), con componenti scelti di alta precisione, nonchè con un giradischi non proprio superaudiophile ma, nel suo piccolo, molto cazzuto. Per come è settato potrei schiaffarci a crudo in uscita una cuffia AKG K240 Studio con 55 ohm di impedenza e siamo già in volo verso l'Alto dei Cieli.
Io però a parte ste cosette volgari, stavo pensando di proporre una ristampa VERA di sto disco su LP secondo i miei metodi almeno per quanto riguarda il suono ("e poi vedi che ti mangi" come diciamo noi a Bari) e cercando di ottenere una qualità di packaging e parte grafica 1:1 con l'originale. Diciamo che la cosa più difficile sarà reperire i nastri e le lastre tipografiche.

piccic ha detto...

@analogue: bravissimo! :-)

Ma per fare una ristampa dovresti domandare i diritti a… chi? A Ricky Gianco stesso?
In ogni caso, per la copertina, visto che non ha grossi interventi grafici, converrebbe ripartire da una buona riproduzione del dipinto, che l’artista ha senz'altro…

AnalogueSound ha detto...

Grazie, piccic. Bisognerebbe parlare con Gianco un attimo e vedere. Il problema grosso è che io sono un rude proletario di 22 anni e di conseguenza senza una lira, ancora sulla via dell'ammortamento di un primo numero di catalogo (del quale ascolto, detto con tono di impertinenza, forse forse potrebbe incuriosire il buon John), mentre per rimettere in circolazione una ristampa seria del Disco Dell'Angoscia (e quando dico seria intendo che suona ESATTAMENTE come l'originale se non meglio) almeno 3500 sull'unghia ce li devi mettere.. Se ce li avessi o avessi un qualsivoglia modo di procurarmeli, partirei domani stesso con l'email a Gianco, e non sto affatto scherzando.

AnalogueSound ha detto...

Succede che i diritti comunque vengono detenuti dall'autore/produttore dell'opera e dall'editore. L'editore in questo caso dovrebbe essere l'Ultima Spiaggia stessa quindi sempre Gianco.

lenz ha detto...

oops... torno dalle vacanze e vedo che ho scatenato un vespaio con la storia delle scarpe :)

@ analogue hai ragione in pieno, le cose cambiano totalmente con la tua scansione, di sicuro non sono delle reebok! è possibile avere il rippaggio che hai fatto per il maestro baratella? devo darti un indirizzo mail in caso?

J.J. JOHN ha detto...

Avrete già capito tutto.
Grazie per la comprensione.
John

piccic ha detto...

As always… grazie a te… ;-)

DogmaX ha detto...

Avevo all'incirca si e no 10 anni quando mio padre mi portava a vedere i classici film di Natale con Boldi e De Sica, giusto per farci quattro risate tra padre e figlio, ben sapendo che quelle pellicole erano piuttosto stupide. Ricordo che nel 2° "A spasso nel tempo", Massimo Boldi torna indietro nel tempo e diventa il batterista dei Beatles, o na cosa simile... qualche anno dopo sarebbe uscito un altro film dove lui in pratica narra alla figlia (mi pare) che lui da piccolo voleva fare il batterista ma il padre glielo negò.

In quel momento mi sobbalzò un dubbio: ma avesse fatto davvero il batterista?

Passano gli anni, conosco la musica rock, il prog, e scopro questo fantastico sito, conoscendo anche questa band. Non ricordo, forse lo lessi qui sopra... comunque all'improvviso vengo a scoprire che in questo disco c'è Massimo Boldi!!! Effettivamente è così! Non so se è presente in tutte le tracce, ma se ascoltate i secondo finale di "Davanti al nastro che corre" sentirete la classica voce di "cipollino".

Incredibile che abbia partecipato ad un disco così bello e particolare!! Va oltre qualsiasi canone... tanti generi in una sorta di concept allucinato, tra rock'n'roll, psichedelia, ballad... assurdo! E c'è Massimo Boldi in questo disco xD

J.J. JOHN ha detto...

@DogmaX
Il bello è che dal 1963 al 1974 - prima di essere scritturato definitivamente come cabarettista al Derby Club di Milano - Boldi fece veramente il batterista!
Tra i tanti suonò con Ricky Gianco, Al Bano e persino con Gino Paoli.
Ecco perchè ogni tanto rispunta da qualche parte con quel ruolo.
Personalmente, l'ho visto dal vivo con Jannacci e i Dik Dik e credo che effettivamente abbia fatto meglio a optare per il cabaret.

U G O ha detto...

ciao john uso questa pagina x via dell'etichetta ULTIMA SPIAGGIA x farti una richiesta.appena potrai potresti fare una scheda sul disco dei GRAMIGNA "GRAN DISORDINE..." perchè lo trovo piuttosto originale e direi pure bello ed insolito ma una tua scheda renderebbe la sua lettura piu completa.grazie e BUON NATALE UGO

Anonimo ha detto...

Disco musicalmente coraggioso ed emotivamente sconvolgente !

Un gioiello davvero unico nel panorama musicale italiano degli anni 70

Michele D'Alvano