Antares: Sea of tranquillity (1979)

antares sea of tranquillityChe Antonio Bartoccetti fosse insoddisfatto del suo album “Ralefun” del 1978 con gli Antonius Rex lo sapevano un po' tutti: “un disco frettoloso, pieno di buone composizioni ma prodotte male” confessò personalmente ad Augusto Croce nel luglio del 2002.

Realizzato per soldi e con una fretta assurda: lo butterei volentieri nel dimenticatoio” disse invece a Francesco Zenti su "musicafollia.com."

Penso che le nostre esecuzioni peggiori siano racchiuse in Ralefun. Il testo di “'Agonia per un amore” è un momento di mia demenza. Il ritmo di “Witch Dance” era quasi da discoteca e proprio per questo messo in rotation da Radio 105. Gli Antonius Rex su 105? Non ti fa ridere?” dichiarò a Francesco Fabbri di Arlequins e ci fermiamo qui.

Insomma, sta di fatto che da quando il produttore israeliano Emanuele Daniele, innamoratosi di “Neque semper arcum tendit rex” li volle sotto contratto nel 1977 per produrre quella che sarebbe stata l’accoppiata “Zora” - “Ralefun”, il duo Bartoccetti-Norton inanellò una notevole serie di delusioni e di pentimenti.
L’unica soddisfazione fu solo il buon riscontro commerciale di Ralefun con tanto di articoli sul Ciao 2001, ma era comunque evidente che con quel disco gli Antonius Rex avessero toccato il fondo della loro creatività.
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Tuttavia, malgrado la severa autocritica e l’onesta ammissione riguardo all’impellente necessità di liquido, nel 1978 il Bartoccetti non si fece sfuggire un'ulteriore occasione per comporre almeno un paio di brani ancora peggiori di Ralefun. Segno che nel biennio 78-79 il chitarrista non disdegnasse affatto di compromettersi per qualunque cosa gli apportasse qualche spicciolo.

I destinatari dei pezzi (che per intenderci si chiamavano “My girl friend” e “Galaxy”) erano la band degli “Antares” che l'Antonio aveva conosciuto in Germania proprio durante le sessions di Ralefun e a cui sembra che avesse prestato la sua preziosa Gibson SG, “dando anche loro "una piccola mano nel registrare l’abum (cfr. Bartoccetti)

antares antonio bartoccetti antonius rexComunque sia, pur se concepito in Germania, “Sea of tranquillity(questo è il nome del 33 giri) venne completato a Oslo l’anno successivo dai soli Antares e pubblicato nel 1979 dalla Unifunk che curiosamente, era la stessa label che otto anni prima aveva prodotto un singolo degli Invisible Force, capitanati dallo stesso Bartoccetti.

Chi fossero però realmente questi Antares, non è del tutto noto.
Di sicuro si sa che le loro figure di punta dovevano essere il tastierista Marco Tessitore (in quanto la sua firma compare su tutti e i sei brani dell’album) e il batterista-chitarrista Lorenz Shulze che si occupò anche del mixaggio finale.
Completavano l’organico il chitarrista Joseph Kali (che l’amico Augusto Croce sostiene possa trattarsi dello pseudonimo di un musicista italiano) e il bassista Ennio Barone.
Infine, a parte il solo brano “Apollo 11” firmato unicamente da Tessitore, nei credits degli altri pezzi compare costantemente il nome d’arte di “Bullfrog” che tanto per cambiare, non sappiamo chi sia.

Come abbiamo già anticipato, il lavoro non è musicalmente imprescindibile e lo si capisce sin dalla opening track “The leaving” che venne pubblicata anche su 45 giri: un brano confuso sia nella struttura che nell’arrangiamento che passa da un intro rockeggiante su cassa ribattuta ad una sorta di boogie rock elettrico su cui si innesta il cantato.

antares 1978La pronuncia inglese è quantomeno disastrosa e da ciò osiamo supporre che il vocalist fosse uno degli italiani del gruppo.
Infine, sempre in "The leaving", vennero innestati due bridges di cui uno con un assolo di chitarra e l’altro conclusivo.
E così, sono passati i primi 5 minuti di “Sea of tranquillity”.

My girlfriend” si apre invece con un recitativo su atmosfere alla Antonius Rex (comprensibile visto l’autore del brano) che sembrerebbero preludere a qualcosa di più robusto, ma nella realtà, una volta entrata la chitarra, il pezzo si assesta sullo stesso giro armonico per sei tediosissimi minuti.
Non molto meglio “Apollo 11” dove ad annoiarci e invece il piano del Tessitore.

Una
volta girato il disco poi, ci si trova davanto a una fotocopia del primo lato.
Chi ama la "new age" o le atmosfere particolarmente fluide aprezzarà molto Sea of tranquillity. Personalmente invece, mi è veramente difficile capire quale futuro avrebbe potuto avere un'operazione del genere.
E' anche vero però che gli anni ’80 erano alle porte e si sarebbe ascoltato ben di peggio.


TRACKLIST: -A- 1.The leaving 2.My Girl Friend 3.Apollo -B- 1.Galaxy 2.Running On The Meteors 3.The Return

COLLEZIONISMI: Album comune, non particolarmente ricercato e neppure costoso. La cifra per ottenerlo oscilla tra i 40 e i 50 euro- Il suo picco è stato ottenuto nelle aste in rete con 127 Euro nell'ottobre 2007 in condizioni NM, mentre nell'ottobre 2011 è stato proposto sigillato per 120 euro.

8 commenti :

Roby ha detto...

Ergo, stroncatura "meretricii micidialis megamercatus caestellum" digno scripta est. Ego tibi ringratio, summo J.J.John, et quam primum, in Antares paginam in blogum mihi, link ad tuam recensionem vado ponere.

Traduzione dal latino ancestrale:

Dunque, la stroncatura della "puttanata micidiale degna di un cestello del supermercato" è scritta. Io ti ringrazio, sommo J.J.John, ed al più presto, nelle pagina dedicata agli Antares sul mio blog, porrò un link alla tua recensione.

PS - So che non c'entra nulla, ma ero curioso di sentire il tuo parere su un disco che conosco da poco, ma che sto amando di più adf ogni ascolto: si tratta dei "Mediterranea", l'album, interamente strumentale, si chiama "Ecce rock" ed è del 1981. Io trovo sia uno splendido disco, sebbene non propriamente progressive, che presenta, a mio parere, una stupenda e riuscitissima commistione tra rock e mediterraneità, appunto...
Tra l'altro, orientandosi verso la stratosfera, potrebbe capitare pure di trovarlo...

Mi scuso se il post scriptum è fuori argomento, di nuovo grazie per questa recensione.
Con stima e simpatia

Robi

Roby ha detto...

Ciao John...

Volevo specificare, a scanso di equivoci, che il precedente mio commento non era un invito a fare una scheda sui Mediterranea, ma solo ero curioso di sapere se conoscevi quest'album e, banalmente, se ti piaceva o meno... Insomma, giusto due chiacchere così per conoscere il tuo parere su quell'album, che a me è molto piaciuto.

Visto che non mi hai risposto, io ci riprovo (so' de coccio...): "Kramemboli" dei "Jek Dicoppe & Kilroy", sempre del 1981, album che ho conosciuto da poco durante i miei quotidiani peregrinaggi nel web, è uno degli albums più stralunati e deliranti che abbia mai ascoltato, ma che sicuramente è afferente al nostro genere musicale preferito, non fosse altro per la commistione stranissima di stili e generi musicali che contiene, per il carico demenzial-eversivo di testi e musiche, ma anche per due lunghi brani sui 5 totali che compongono l'album, ovvero Avvoltoi di oltre 12 minuti e Il pianeta d'acqua minerale di 9, che presentano frequenti cambi di stile e ritmo non lontani dalle sonorità del rock progressivo. Cosa strana, non ho trovato "Kramemboli" neppure su Italianprog di Augusto Croce, nonostante l'esaustività del sito anche a livello di artisti minori.

Tutto così, per fare due chiacchere e scambiare un'opinione su albums che forse stanno ai margini del rock progressivo italiano, ma costituiscono comunque delle curiosità da riscoprire nel mare magnum del rock italiano fine anni 70 - inizi anni 80.

Grazie e scusa, a presto

Robi

UGO ha detto...

IO INVECE LO TROVO UN DISCO GRADEVOLE MAGARI PROG SOLO IN ALCUNI PUNTI UN PO SPACE-DISCO IN ALTRI COME ERA IN VOGA IN QUEL PERIODO PERO LA CHITARRA LA TROVO GRADEVOLE E L'INCISIONE VERAMENTE LIMPIDA!A FINE 70 USCIVANO COSE MOLTO PEGGIORI PER CUI IL MIO GIUDIZIO è MODERATAMENTE POSITIVO!

U G O ha detto...

SULLA SCIA DI QUESTO DISCO OVVIAMENTE è DI TUTT'ALTRA PEZZATURA CONSIGLIO L'ASCOLTO DI QUESTO ALBUM DEL 1992 AUTORE GRUPPO "FULLMOON" TITOLO "EUPHORIA" GRAN BEL DISCO DI HARD PROG INGLESE USCITO SU ETICHETTA DEMI-MONDE PER UN ALBUM CHE MESCOLA PINK FLOYD HAWKWIND E RUSH ED UNA VOCE DAVVERO STUPENDA!CIAO UGO

Lenny B ha detto...

Secondo me e' molto bello come disco. E' ispirato e particolare, probabilmente non super tecnico ma le atmosfere sono proprio space! Mi ricordo quando ero piccolo ascoltavo sempre questo vinile che mio padre aveva ed ha tuttora. ( Insieme a "The very best of Deep Purple" :-)

UGO ha detto...

COSA MI RACCONTI DI QUESTO DISCO DEL 76 DI UN GRUPPO BOLOGNESE DAL NOME SENSITIVA IMMAGINE "E TUTTO COMINCIO COSI"?CIAO JOHN E BUON ANNO UGO

UGO ha detto...

ciao JOHN dopo molto tempo son riuscito a trovare (in cd) perche in vinile costavano troppo questi due titoli che tu citi pure ma che non hai ancora recensito e spero che tu possa farlo quanto prima.si tratta di ABISSI INFINITI "TUNNEL" E PIERPAOLO BIBBO "DIAPASON" CIAO UGO

Anonimo ha detto...

A mio modesto avviso un disco assolutamente trascurabile e poco significativo

Michele D'Alvano