Premiata Forneria Marconi: Storia di un minuto (1972)

Premiata Forneria Marconi Storia di un minuto 1972Persino prima di ascoltarlo, si capiva subito che nei 35 minuti di quel vinile doveva esserci qualcosa di magico.

La prima garanzia era sicuramente la casa discografica: la "Numero Uno" di Battisti, già reduce da produzioni pre-Prog di grande classe tra cui la "Formula Tre".
Poi c'era la copertina d'autore di Cesar Monti, tanto criptica, quanto affascinante e contrastata.
Ancora: scorgendo la line-up della band (naturale evoluzione del famosissimo gruppo beat "I Quelli" e della loro costola più psichedelica "I Krel"), ci si accorgeva che il quintetto milanese era interamente composto da musicisti già arcinoti e rispettatissimi, sia a livello locale che nazionale e che, per comporre la formazione definitiva, aveva vagliato il fior fiore degli strumentisti italiani. Per esempio, Alberto Radius e Ivan Graziani.
pfm Storia di un minuto 1972Non meno importante era il nome del gruppo, Premiata Forneria Marconi, preso in prestito dalla loro prima sala prove situata a Chiari in provincia di Brescia: un "marchio di fabbrica" che abbandonava definitivamente le denominazioni beat (quelle precedute dall'articolo, per intenderci) per porsi al centro di una nuova realtà artistica e musicale.
Infine, non bisogna dimenticare che l'album era già stato anticipato non solo da una solida attività della band (supporter di Procol Harum, Yes e Deep Purple e turnisti per De Andrè, Battisti, Mina ecc. ) ma soprattutto da da un 45 giri-capolavoro, destinato a diventare un classico del rock Italiano:
"Impressioni di Settembre / La carrozza di Hans".
Il singolo, oltre ad aver ottenuto un enorme riscontro, aveva anche portato la "Premiata" a vincere il prestigioso "Festival di Viareggio" del 1971, a pari merito con Mia Martini e gli Osanna. Le credenziali insomma, c'erano proprio tutte.
Premiata Forneria Marconi Storia di un minuto 03Di fatto, passando all'ascolto, ogni possibile dubbio sulle eventuali imperfezioni dell'antitesi viene fugato dal riscontro musicale: un excursus che non solo è rock progressivo allo stato puro sulla scia dei King Crimson e dei Jethro Tull, ma che si integra magistralmente con squisiti innesti mediterranei ed un cantato in lingua italiana, sorprendentemente aderente al tessuto musicale:
Una "dichiarazione di stile" insomma, che renderà la PFM un monolite della musica mondiale.
Il primo brano, "Introduzione", è il "biglietto da visita" dell'disco: suoni levigati, dinamica perfetta e produzione accuratissima. Ogni strumento suona limpido all'ascolto, emergendo chiaramente dal perfetto affiatamento della band.
In poco più di un minuto siamo già nella stratosfera. Ecco "Impressioni di Settembre", con quell'altisonante inciso di Moog che la band si era fatta prestare, perché non aveva ancora i soldi per comprarlo….
Premiata Forneria Marconi Storia di un minuto 04Quasi a farlo apposta, alla sognante e Crimsoniana coda di "Impressioni…", viene immediatamente opposta una lunga "tarantella progressiva" di quasi 5 minuti ("E' festa") che rompe ogni legame con l'amato Prog Inglese, spezzando come una scure il ritmo dell'album, e dichiarando in maniera definitiva che un Pop sinceramente autoctono, è possibile anche da noi.
Stesso discorso per la successiva "Dove…quando?" in cui il gruppo manifesta a piena ragione le sue competenze classiche: "movimenti", "suites", e sinfonie" si rincorrono e si mescolano in piena organicità per poi sfociare nella loro sintesi: l'ulteriore meraviglia sonora, "La carrozza di Hans".
Chiude l'album "Grazie Davvero" , i cui toni epici e fiabeschi stanno a suggerire che l'avventura della PFM non solo non era finita lì , ma era solo all'inizio di una strada lunga e complessa.
L'arpeggio finale, sospeso e trascendentale, è di per sé, un invito al futuro.
Ineccepibile e seminale, questo Lp non fornisce alcun apparente motivo di contraddittorio.
"Tecnicismo", "freddezza" ed "esterofilia" furono le accuse più frequenti mosse al gruppo da una certa parte politica, invisa tra l'altro, al poderoso management che lo sosteneva (Mamone e Sanavio).
Pur accettandone qualcuna (ma solo in minima percentuale e col beneficio del dubbio), mi sento comunque di dire che certe osservazioni fossero tranquillamente trascurabili: soprattutto in virtù della spinta in avanti che la PFM diede a tutta la musica Italiana.
STORIA DI UN MINUTO E' STATO GIUDICATO DAI LETTORI DI CLASSIC ROCK
L'ALBUM NUMERO UNO NELLA CLASSIFICA PONDERATA DEL'ANNO 1972


PREMIATA FORNERIA MARCONI - Discografia 1972 - 1978:
1972: STORIA DI UN MINUTO
1972: PER UN AMICO
1973: PHOTOS OF GHOSTS
1974: L'ISOLA DI NIENTE
1974: THE WORLD BECAME THE WORLD
1974: COOK - LIVE IN USA
1975: CHOCOLATE KINGS
1977: JET LAG
1978: PASSPARTU'

55 commenti :

Gianni Lucini ha detto...

Che dire di questo album che non sia già stato detto? Negli anni è stato sminuzzato, triturato, indagato anche negli angoli più nascosti. Si può dire di tutto e di più, ma "freddezza" e "tecnicismo" non sono eccessi di giudizio, sono errori.

Anonimo ha detto...

Gia... che dire ancora...
E' sempre complicato, anche per me, parlare di questi capolavori.
Forse una cosa posso aggiungere: Di Cioccio e Mussida sono persone di una simpatia incredibile.
Specie il Franz quando si mette a raccontare i suoi aneddoti tipo "L'amplificatore di Ritchie Blackmore distrutto da Mussida" o "il Kimono dei pompieri di Tokio" durante il primo tour Giapponese.
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Per quanto riguarda le critiche, beh, mi sembrava giusto riportare anche quelle (indovinate un pò la fonte?).
A mio avviso sono stati confusi la "freddezza" con la "professionalità" e il "tecnicismo" con il "rigore" e la "precisione".

Un pò ripetitivi, forse, lo sono diventati, ma tanto, tanto tempo dopo. Ne parleremo.
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Ad ogni buon conto, ecco il passo del libro che, personalmente, non condivido:
"Cinque innocui musicisti, [...] pedissequa imitazione dei modelli inglesi, [...] dopo la "Storia" hanno inventato quattro album identici tra loro nello svolgimento e nella freddezza." (da "Il libro bianco sul Pop in Italia", Arcana Editrice, Roma, 1976)

Anonimo ha detto...

Uno dei primi dischi Prog post-Orme che ho ascoltato! Mi ha colpito fin dal primo ascolto; "Storia Di Un Minuto" già dall' "Introduzione" dà quel senso d'infinito al Disco e al tipo di Musica che tutti in questo Blog amiamo. "E' Festa" è il biglietto da visita del nostro Prog Italiano, insieme a "Collage" de Le Orme, "RIP" del Banco, "Allegro 1" dei New Trolls e "L'uomo" degli Osanna. "E' Festa" per me è uno spettacolo sonoro, e devo dire che preferisco piu' la versione Italiana di questo Album che "Celebration" di "Photos Of Ghost".

A presto ragazzi!!!

J.J. JOHN ha detto...

Sono d'accordo su tutto e ti dirò di più. A differenza dei brani che hai citato "E' festa" dal vivo è veramente dinamitardo... uno "spettacolo sonoro" ma anche fisico!
Quando la suonano non puoi rimanere fermo, è impossibile!
Forse uno dei più trascinanti pezzi live del pop italiano.

Anonimo ha detto...

John, com'è quella del Kimono dei pompieri di Tokio?

Anonimo ha detto...

Dunque… durante la prima tournèè giapponese della PFM, Franz di Cioccio volle esibirsi in scena col suo Kimono che si era portato per l'occasione da Milano ma, non sapendo quello che c'era scritto sopra, chiese spiegazioni ai "roadies" locali.

Questi gli dissero tranquillamente che quei caratteri significavano "Pace", "Libertà", "Amicizia",
"Amore" eccetera. Per cui il Franz se ne andò via tranquillo.
Evidentemente però, qualcuno si era spiegato male.

La sera del primo concerto di Tokyo, Franz andò dunque in scena col suo Kimono, ma notò subito cose strane.
Da un lato della platea, c'era infatti un folto gruppo di persone che non lo perdeva mai di vista: gli sorrideva ad ogni occasione, lo salutava, lo incoraggiava, attirava verso di se la sua attenzione e soprattutto, sottolineava con scrosci di applausi ogni minimo stacco di batteria… boh?

Alla fine del concerto, tutta 'sti tizi si presentano a Di Cioccio e cominciano a battergli le mani e a dargli i propri biglietti da visita (cortesia Giapponese). Chiedono gentilmente fotografie, baci, strette di mano e tanti, tanti autografi. Questo tra l'altro, senza cagare minimamente il resto della band che era rimasta piuttosto perplessa..

Senza dare molto nell'occhio, Franz (tra il preoccupato e l'imbarazzato) trova una scusa, si assenta un momento, e va dal suo manager Giapponese chiedendogli cosa stia succedendo:

"Semplice! Li vedi i caratteri del Kimono che hai addosso? C'è scritto "POMPIERI DI TOKYO"…
… e loro sono proprio dei veri pompieri di Tokio che sono venuti a vedervi.
Ora tu sei il loro idolo!"

Altro che "Pace, amore e libertà…", "Pompieri di Tokio" c'era scritto!!!

Franz torna dai suoi nuovi fans, sfoggia un sorriso a 45 denti e la leggenda vuole che abbia passato con loro tutta la nottata…
-

Così l'aveva raccontata Franz, e spero di averla riportata bene.

Anonimo ha detto...

Bella questa cosa de Pompieri Di Tokio!!! Non la sapevo!!!

John colgo l'occasione di segnalarti un Gruppo Prog Italiano che mi è tornato in mente leggendo la tua recensione sul Sistema... questo Gruppo si chiama "5° Grado Mercalli" ed hanno delle analogie col Sistema, perchè il Disco usci postumo alla loro esistenza ed è un'antologia delle loro registrazioni non dalla qualità eccelsa ma di piu' che buona qualità Musicale. Le registrazioni vanno dagli Anni '70 agli anni '80, e quelle dei 80s ricordano un pò il sound degli Asia. Per caso li hai conosci? Io posseggo il CD scaricato da Internet! Fammi sapere!

Ciao.

Anonimo ha detto...

Il "Quinto Grado Mercalli" lo conosco più di nome che di fama.
So che erano delle mie parti e hanno suonato in giro per circa 15 anni a partire dal 1972.
L'unico componente stabile pare fosse il batterista Ugo Galliani.
.
Detto tra noi... certo che per aver suonato 15 anni senza mai aver fatto neanche uno straccio di disco autoprodotto...

Anonimo ha detto...

Credo abbiano avuto problemi come il Sistema. Comunque John se t'interessano e non li hai ascoltati, ti posso passare il CD che posseggo!

Fammi sapere.

Anonimo ha detto...

Tengo in considerazione la tua cortese proposta ma, al il momento, i 5°SM sono un po' "fuori target" dal mio percorso.
Scusa, perchè non mi mandi una rece tu?

Anonimo ha detto...

Una recensione su il 5° Grado Mercalli o su un altro Gruppo?

J.J. JOHN ha detto...

Il Quinto Mercalli va benone, che qui nessuno ne sa un c***o e quindi siamo tutti piuttosto curiosi.
Se poi ti va di allargarti, ben lieto. Non fai che dirmelo.
La mia mail sta nel profilo.

Anonimo ha detto...

Ok, appena avrò un pò piu' di tempo cercherò di tirare giu' qualcosa!

Buona notte John!

Giampaolo ha detto...

L'ho già scritto prima (un commento che non si vede): per me quest'album è soppravvalutato.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Mi spiace che il tuo comment precedente non si veda. Posso dirti che ultimamente Blogger mi sta facendo un pò penare (perde le immagini e via dicendo...)
-
Mi scuso, ma necessariamente devo richiederti il perchè tu pensi che questo album sia sopravvalutato?
Guarda che ai tempi è stato un botto mica da ridere...

Giampaolo ha detto...

Penso che sia inferiore al successivo "Per un amico". Credo che la maggioranza dei critici siano in questo caso troppo soggettivi. Non e' un capolavoro e anche il tuo post mi sembra sia cosi', soggettivo. Di progressive non c'e' molto, d'innovazione non tanta. Sia chiaro non
un album brutto, pero' se questo e' un capolavoro allora mi viene da pensare che ce ne siano molti altri nel prog italico. Ora come ora ne considero due o tre (forse quattro) di capolavori nel prog italiano.
Ciao!

J.J. JOHN ha detto...

Beh, Giampaolo, forse sei tu che stai remando un po' controcorrente, non trovi? Però fai bene. Io ci ragiono su e rilancio.
-
In "Storia di un minuto" c'è esattamente tanto progressive quanto ce n'era in "The court of the crimson king".
-
"Minuto" e "Amico" erano praticamente contemporanei, per cui ho il sospetto che le rispettive scalette fossero semplicemente un fatto discografico.
-
L'innovazione stava tutta nella perfetta fusione di elementi progressivi con sonorità mediterranee, unite ad un uso contestuale di lingua e linguaggio (che non era cosa da poco).
Tieni conto che molti pezzi di "Minuto" risalivano ad un anno prima quando erano veramente in pochissimi a osare tanto.
-
Forse "ossequiente" più che soggettivo sarebbe l'aggettivo corretto. Ma io non sono ossequiente a nulla e a nessuno. Soggettivo solo in minima parte: interpreto solo dei fondamenti critici. Anche sbagliando, s'intende.
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Il fatto che "Minuto" sia un disco seminale, non implica che non ve ne siano altri, certo.
Devi però chiudere il tuo intervento, citando quali sono i tuoi due o tre album-capolavoro. Altrimenti si perdono i riferimenti del dibattito.
Abbraccio John.

Giampaolo ha detto...

Premetto che un album per essere un capolavoro non e` detto che debba essere innovativo. Ora come ora i capolavori sono: quello dei Maxophone,
forse "Per un amico" della Pfm, Forse
"Sulle corde di Aries" di Battiato e "Arbeit macht frey" degli Area.

Gianni Lucini ha detto...

SE mi posso permettere... È inevitabile che ciascuno sia alla fine condizionato dai propri gusti personali e dalle proprie inclinazioni. Giusto per fare un esempio un tipo serio e preparato come Federico Olmi su un sito importante come Kalporz stronca decisamente "Per un amico" considerandolo inferiore al fratello "Minuto" - http://www.kalporz.com/recensioni/perunamico.htm
Io stesso farei scelte diverse se mi toccasse elencare qualche "capolavoro" e non sarebbero le stesse che avrei fatto all'epoca...

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Gianni e grazie Giampaolo.

Ora, tra "Minuto" e "Amico" non so ancora bene quale posizione prendere perché ripeto, sono due album talmente vicini cronologicamente, che si può tranquillamente presumere che le rispettive scalette siano state scelte a tavolino dalla discografica.
Per esempio: ammettiamo che nel primo album ("Minuto") siano stati inseriti i pezzi più forti : "Impressioni", "E' Festa", "La carrozza di Hans" e "Dove… Quando" che veniva sistematicamente portata in Rai assieme alle altre.
Allo stesso modo, immaginiamo che nel secondo ("Amico"), fossero stati invece inseriti quei brani a minor spessore commerciale, o peggio, gli scarti del primo.
Se qualcuno mi sentisse fare questo ragionamento oggi mi prenderebbe per pazzo ma, in cuor mio, non sono del tutto sicuro che non sia andata così (semmai cerchiamo di chiederlo a Mussida: sarebbe una buona idea).
-
Riguardo alla variabile "innovazione", o "trasgressione" che dir si voglia (intesa come "capacità di oltrepassare i limiti di compatibilità del proprio sistema di riferimento" - cit. A. Melucci), devo apertamente schierarmi sul fatto che non solo essa è una componente "sine qua non" senza la quale non è possibile il verificarsi di un opera d'arte, ma è anche assolutamente necessaria per evitare di considerare "originali" artisti che non lo sono affatto.

In questo senso, non solo un clone non può assurgere allo stato dell'arte ma la "coazione al ricalco", porrà l'artista che l'ha perpetrata alla mediocrità che si merita.

Al di là dei gusti personali, il mio lavoro critico sta nello scoprire dove questa variabile sia presente e soprattutto, come si combina con la sua eventuale condivisione di massa ("Conflittualità").
E' solo nel luogo dove queste due variabili si combinano che potremmo incontrare un prodotto "seminale".
Altrimenti no.
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Giampaolo osserva che "un album per essere un capolavoro non è detto che debba essere innovativo".
E' un discorso corretto, ma solo se limitato ad un singolo perimetro produttivo: il che significa che "qualunque artista in effetti ha il suo capolavoro", ma questo si badi bene, potrebbe esssere completamente indipendente dalla sua valenza artistica.

In "Classic Rock" abbiamo acclarato un preciso ambito analitico, proprio per evitare di cadere in questo errore.

Giampaolo ha detto...

Di Federico Olmi ho letto anche altre recensioni; alcune sui Jethro Tull dove stronca un lavoro come "Minstrel in the Gallery" o altre sugli Yes. Be se parla male di "Per un amico" dimostra che ha qualche parentela con Scaruffi. Sicuramente "Storia di un minuto" ha cavalli di battaglia cosa che non ha "Per un amico". Sulla gente ha maggior impatto il primo, per una persona prog direi il secondo. Non so se avete letto il libro della giunti sul prog italiano: dicono che la canzone "il banchetto" è la canzone più leggera e banale del disco, una roba del genere. Francamente gli autori di quel libro, a mio parere, lasciano a desiderare.
Ciao!

Anonimo ha detto...

Chissà se avessero fatto un doppio album come sarebbe stato criticato...
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Non vedo la minima ragione per biasimare "il Banchetto"... che sia la canzone più comunicativa del disco non c'è dubiio, ma "banale" proprio no!.

Giampaolo ha detto...

Ciao! Non ho capito bene l'ultima frase: "Giampaolo osserva che "un album per essere un capolavoro non è detto che debba essere innovativo".
E' un discorso corretto, ma solo se limitato ad un singolo perimetro produttivo: il che significa che "qualunque artista in effetti ha il suo capolavoro", ma questo si badi bene, potrebbe esssere completamente indipendente dalla sua valenza artistica."
Spiegamelo in altri termini magari più semplici.
Ciao!

J.J. JOHN ha detto...

Ciao Giampa....
Ehm, in effetti ogni tanto sono un po' troppo "autorale"...

In parole povere: un capolavoro non può essere qualcosa di "già setito".
Possiamo accettare, che sia "ispirato a..." o che sottenda una somma di stili, ma anche in quel caso bisogna stare bene attenti alla qualità dell'assemblaggio.

Poi, occorre stare attenti a non mischiare mele e bulloni per evitare di confrontare il capolavoro di Gigi D'Alessio (ci sarà pure, no?) con quello dei Gentle Giant.

Antonio ha detto...

John, ho una curisoità che tu forse puoi risolvere. Ho trovato in rete una parte del testo di Impressioni di Settembre che non ho mai sentito cantare in nessuna versione da me ascoltata del brano della PFM. La parte incriminata, subito dopo il verso "il giorno come sempre sarà" recita così:

"Aria tersa d’un settembre che pare senza fine
aria già fredda
acqua già fredda
intorno irrepetibili colori e silenzi
e foglie cadute e cadute
e nubi bige a rimpiettino
e il mio rabbrividire
la mia giacca stretta al petto
un sapore di uva
e dita attaccatticca
e il giorno
come vai bello
come sempre possente:
Come sempre."

Tu ne sai qualche cosa? è stata pensata così e poi tagliata? Esistono versioni dove questa parte viene cantata o è tutta una grande bufala?

Grazie in anticipo, e come sempre complimenti per il lavoro e per il graditissimo ritorno! :-)

JJ John ha detto...

Ciao Antonio.
Dunque, io non lo so di preciso, ma il sito gaudela.net (che sono da tempo grandi intenditori della PFM) sostiene che si tratti di una parte originale del testo che poi non è stata cantata.
Se fosse così, mi pare una scelta azzeccata perchè questa coda è davvero bruttina.
Cmq, come vedrai, ho girato la domanda ai naviganti.
Abbraccio JJ

Anonimo ha detto...

Disco sopravvalutato. La versione di IMPRESSIONI DI SETTEMBRE non mi piace(meglio il 45 giri), e lo stesso dicasi per E' FESTA(meglio dal vivo) e LA CARROZZA DI HANS.Per me il loro album migliore rimane PER UN AMICO, dove si trova la stupenda APPENA UN PO' che per me è il loro pezzo migliore.

Arcygatt ha detto...

Ivan Graziani ce lo avrei visto benissimo con loro, magari avrebbe risolto qualche problemino a livello vocale...

PS: Ciao JJ (i'm back!)

J.J. JOHN ha detto...

Ohè bentrorato!
Cosa hai fatto tutto 'sto tempo? Tutto OK?
Precipitati nel sondaggio poi ci risentiamo.

Unknown ha detto...

Il primo disco a 33 che ho acquistato e ovviamente ci sono molto affezionatA, ascoltato non so quante volte.
Grandi armonie vocali e non solo in un disco che rimane un CLASSICO assoluto del PROG

fmasta56 ha detto...

Da tifoso assoluto dei concorrenti BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (era il tempo dei nomi lunghetti...) ho veramente apprezzato (e continuo tuttora) anche la PFM, e giudico questo album il loro capolavoro, quelli dopo non sono proprio all'altezza. Spezzo però una lancia a favore di ULISSE, che ha dei begli episodi che ricalcano i vecchi tempi.
PS: emozione indescrivibile ad aver scoperto questo sito: io (l'età non mente) il progressive l'ho vissuto in prima persona, e i tempi sono tuttora memorabili!

JJ John ha detto...

... e allora fmasta56 penso che ci risentiremo perchè questo sito è praticamente tuo!
Spero tu possa darci anche contibuti partcipati: magari qualche aneddoto su cose che hai visto di persona.

Per quanto concerne Pfm contro Banco, sappi che anch'io sono indiscriminatamente per il Banco... ma non dirlo a nessuno,eh?

fmasta56 ha detto...

"Un po' del mio tempo migliore" potrei dirvi...e già, tra gli altri sono sempre stato un fanatico dei POOH prima generazione. La mia storia? Musicalmente inizia con il mio primo stereo, comprato nel 1970 (ah, il mitico SANSUI AU101) con il lavoro estivo: primo LP? FRAGILE degli YES, ormai bucato ai solchi per il troppo ascolto...Qui a Rimini era il tempo dei concerti live, e il progressive la faceva spesso da padrona (segue...non so quanto spazio ho)

fmasta56 ha detto...

...quindi primo concerto live in assoluto: BOLOGNA, PALASPORT, JETHRO TULL con supporter i GENTLE GIANT mamma, ricordo ancora le botte da orbi che si davano fuori con la pula e i carramba perchè volevano entrare gratis...e il nostro terrore (di quelli dentro) che il concerto venisse annullato! Ma poi è stato una cosa indescrivibile, è proprio vero, certa musica tocca le corde dell'anima. Poi a seguire, a Rimini primo concerto all'ALTRO MONDO (non ancora STUDIOS) dei NEW TROLLS con un assolo di batteria di...non ricordo più il nome, da far tremare le costole annessi e connessi!!!! E poi la grande PFM al completo, sempre lì (e Franz se lo ricorda ancora, me lo ha confermato radiofonicamente su Radio Capital), al tempo del PAGANI presente (gli toccava far concorrenza, lui e Fossati, al Jan Anderson per eccellenza, poveracci, ma non ne uscivano affatto sconfitti! Anzi!), un Francone da brivido e via così

fmasta56 ha detto...

Ah, torno un attimo indietro nel tempo...al mio primo stereo già detto...ascolto un po' di GENESIS prestati da un amico, tanti DEEP e LED, ma ad un certo punto un bel giorno l'amico dei GENESIS mi parla di un gruppo italiano, il BANCO DEL MUTUO SOCCORSO (la PFM la conoscevo già)...lì inizia la mia storia con loro (e se volete sapere come continua, passate ai post del BANCO, qui sono un ospite indiscreto...)

Marco Verpelli ha detto...

Non ho trovato un posto migliore dove scriverlo.

Per chi non lo sapesse dal 26 di questo mese (domani al momento in cui scrivo) in allegato con La Repubbilca ci saranno 20 dischi di RPI. Iniziando da quello trattato in questa scheda.

Personalmente trovo illeggibile questo quotidiano ma di sicuro molti altri non avranno questo problema ed avranno una buona occasione per iniziare ad ascoltare questi dischi.

Cristian ha detto...

Grazie Marco per la notizia!
Anch'io detesto la Repubblica ma l'occasione è davvero ghiotta!

UGO ha detto...

SCUSA MARCO FALLA COMPLETA E MANDACI LA LISTA DEI 20 TITOLI GRAZIE UGO

Marco Verpelli ha detto...

Non mi chiamo "La Repubblica" e non sono in possesso della lista. Se scrivi qui vuole dire che conosci l'esistenza di internet, e forse anche di google.

U G O ha detto...

hai proprio ragione MARCO ma ti dirò di più ....sarò io a postare la lista dei 20 cd così tutti sapranno cosa "LA REPUBBLICA" ci propone ma ti avverto son tutti titoli classici che già abbiamo ...perlomeno io..ad eccezione degli STORMY SIX che non me li son mai filati ad eccezione del loro esordio unicamente per la presenza dello scomparso CLAUDIO ROCCHI...UGO!

UGO ha detto...

ECCO LA LISTA:
1)P.F.M."STORIA DI UN MINUTO"
2)B.M.S."DARWIN"
3)NEW TROLLS"CONCERTO GROSSO 1"
4)AREA"ARBEIT MACHT FREI"
5)LE ORME"COLLAGE"
6)NAPOLI CENTRALE "1"
7)OSANNA "PALEPOLI"
8)CLAUDIO ROCCHI"VOLO MAGICO N.1"
9)P.F.M."PER UN AMICO"
10)DELIRIUM"DOLCE ACQUA"
11)R.D.M."CONTAMINAZIONE"
12)FORMULA 3"DIES IRAE"
13)B.M.S."1-SALVADANAIO"
14)BALLETTO DI BRONZO"YS"
15)MUSEO ROSENBACH"ZARATHUSTRA"
16)STORMY SIX "UN BIG.DEL TRAM"
17)PERIGEO"AZIMUT"
18)TRIP"ATLANTIDE"
19)ARTI & MESTIERI "TILT"
20)IL VOLO "1"
A MIO AVVISO UNA BUONA SCALETTA NON CAPISCO PERO PERCHE DELLA PFM E DEL BMS DUE DISCHI E DELLE ORME UNO SOLO OMETTENDO "FELONA E SORONA"UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO COME IL LORO CAPOLAVORO!MAGARI NE INSERIVANO 25 E CI METTEVANO PURE "L'UOMO" DEGLI OSANNA E PERCHE NO "UT" DEI NEW TROLLS!MA QUESTE SONO SOLO LE MIE IMPRESSIONI E LE MIE VALUTAZIONI(TRA L'ALTRO SIAMO PURE A SETTEMBRE) AAAHHHH PROG ON...UGO!

UGO ha detto...

AH DIMENTICAVO I DUE DEI POOH "PARSIFAL E UN PO DEL....."CHE SEBBENE SIANO POP SINFONICO COME DICE JOHN AVREBBERO POTUTO ESSERE INSERITI NON FOSSE ALTRO PER LE DUE GEMME IN ESSO CONTENUTI!

Anonimo ha detto...

Per la cronaca, per chi non se ne fosse accorto, la De Agostini ha appena inaugurato una collana di dischi in vinile (in edicola) tutti dedicati al prog italiano e stampati su 180gr. Pare saranno 60 uscite quattordicinali.
Il primo numero è proprio "Storia di un minuto" che, essendo la prima uscita, ha un prezzaccio lancio di solo €7,99 !!!
L'ho appena preso ed ascoltato e pare fatto decentemente, ma non ho una stampa d'epoca per fare un confronto.
In ogni caso, questa prima uscita a quel prezzo vale la pena.

Nessuna affiliazione con De Agostini, ovviamente... sono solo un acquirente che ha apprezzato questa prima uscita. ;)

Vincenzo.

J.J. JOHN ha detto...

Personalmente mi sono accorto di questa operazione, e ne parlavo giusto ieri col mio amico Patrizio Alluminio degli Alluminogeni.
Al momento, e avendo vagliato il piano dell'opera (60 ristampe previste), mi pare che nulla aggiungano a quanto già commerciato sinora, perlomeno per le prime venti uscite.
Massimo rispetto comunque a un'editrice che, pur se in ritardo, crede ancora nella cultura pop, e la divulga in modo inappuntabile.

Perchè ricordiamoci: d'accordo tutti su Mozart, Chopin e Beethoven che sono basi assolute e imprescindibili per qualunque musicista, ma noi siamo ormai figli del Novecento: del blues, del jazz, di John Cage, di Dylan, dei Beatles e dell'underground.
E prima lo capiamo, meglio è.

ravatto ha detto...

Visti ieri sera al Carlo Felice di Genova!
Che dire, Franz Di Cioccio a 71 anni è ancora una forza della natura!
Gran bello spettacolo!

https://www.youtube.com/watch?v=zuCOcElFoOk

rava77O ha detto...

Grazie Davvero mi fa venire in mente Brain Damage. O forse dovrei dire il contrario?
Leggendo i commenti su YouTube devo dire che siamo in tanti ad avere avuto quell'impressione.

Anonimo ha detto...

Disco sopravvalutato con una pessima incisione. Invecchiato malissimo. La PFM ha cambiato pelle troppe volte. C'è il periodo krimsoniano,quello genesisiano,quello fusion... La loro forza dal vivo non emerge allo stesso modo nei dischi in studio. E poi la voce di Mussida... Mamma mia, terribile. Peccato perché è un grande musicista. Purtroppo sono tanti i loro album incisi male. Photos of Ghosts e Chocolate Kings su tutti. Pieni di difetti, con suoni e volumi assemblati male.

Anonimo ha detto...

Segnalo ai lettori di questo blog un libro:Le stelle di contrada Acquafragile, di Pietro Vicentini. Edito da Giraldi Editore.
È la storia di due giovani siciliani che attraversano l' Italia in autostop nel lontano 1972.Quando tutto ruotava intorno alla musica, naturalmente PROG...
Grazie

Anonimo ha detto...

Esordio epocale della PFM e pietra miliare del rock progressivo italiano !

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Impressioni di Settembre, E' festa e La carrozza di Hans sono tre brani leggendari !

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Questo è decisamente il mio disco preferito della PFM

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Qualcuno saprebbe spiegarmi perché prima di chiamarsi Progressivo il rock era chiamato POP?
Giorgio

J.J. JOHN ha detto...

Ci provo.
In realtà, il termine POP non si riferiva al Rock Progressivo (che prima del 1969 non si chiamava in nessun modo perché non era ancora nato), ma a tutti quegli stili che, dopo la nascita del rock'n'roll, si rivolgevano alle fasce cosiddette "popolari": i giovani, la working class e in generale tutti coloro che volevano superare i limiti imposti dalla tradizione classica e neo classica.

Dalla metà anni cinquanta quindi, a parte il ROCK'N'ROLL che si era conquistato uno spazio a sé, i media definirono POP qualunque stile fosse tacciato di modernità e dotato di testi esistenzialisti, romantici, ludici o rivendicativi che fossero.

Poi, con il complessificarsi dei conflitti a scala globale (Vietnam, guerra fredda, diritti civili ecc) e il conseguente ampliamento delle dissidenze, i termini ROCK e POP finirono col rappresentare due valenze differenti. Che poi sono le stesse che usiamo ancora oggi. Il ROCK è quel genere che si fa carico delle tematiche più conflittuali, mentre il POP è solitamente confinato all'entertainment. Questo naturalmente in grandi linee date le infinite sovrapposizioni che possono verificarsi.

Ciò significa che nulla impedisce al POP di essere estremamente raffinato, al ROCK di essere solo apparentemente trasgressivo, e ad entrambi di creare miscele esplosive in grado di cambiare il corso della razza umana. Almeno così la vedo io. JJ.

Anonimo ha detto...

Grazie mille JJ
Sei stato davvero esauriente

Anonimo ha detto...

Ottimi musicisti, però hanno cambiato pelle troppe volte. C'è stato il periodo Krimsoniano,Genesisiano, Fusion...etc. Meglio il Banco. Hanno mantenuto sempre una propria originalità anche nei momenti più bui degli anni 80. Questa è la dimostrazione che un Frontman con una grande voce fa la differenza.Il loro stile sostanzialmente è rimasto invariato insomma. Grazie (G.Luca)