Formula Tre: La grande casa (1973)
Con l'album "La grande casa" termina l'avventura discografica anni '70 della Formula Tre, cominciata tre anni prima con il vulcanico "Dies Irae" e proseguita tra canzoni e avanguardia fino a "Sognando e risognando", da molti considerato il loro picco creativo.
A differenza dei primi tre lavori però, "La grande casa" non viene prodotto e seguito da Lucio Battisti che, impegnato su altri fronti, lascia la consolle a Radius e Mogol che diventano rispettivamente responsabili delle musiche e dei testi.
Il risultato è un album "obliquo" e suscita diverse perplessità tra i fan e tra i critici: una disaffezione non tanto imputabile alle canzoni che erano comunque ben congegnate, ma al fatto che l'intero lavoro suonasse effettivamente "estraneo e diverso" rispetto ai precedenti. Non c'è più la sanguigna comunicatività di Battisti, nessuna cover, nessun motivetto di facile presa, niente più vampate progressive o grandi galoppate hard.
Dai solchi traspare invece uno groove alterno e con pochi fronzoli: meno ingenuo e più concentrato sullo "stile" delle canzoni che appaiono ora come delle vere e proprie micro-sinfonie.
La Formula Tre sembra quasi distaccarsi dall'ambiente che la circonda per lavorare solo sulla qualità delle note, non curandosi affatto di gusti e tendenze: prova ne è, la dominanza degli strumenti acustici in un era quasi totalmente "elettrica." Un atteggiamento che pagò molto in termini di conflittualità, ma nel complesso il disco fu sicuramente il più particolare del terzetto.
In sintesi: "La grande casa" va dunque assaporato in maniera diversa rispetto a ciò che la Formula Tre ci aveva abituato.
Sin dalla leading track detta subito legge lo stile chitarristico e autorale di Radius, ormai perfettamente maturato e sempre più cosciente delle propria polivalenza musicale.
Non a caso, il brano si chiama proprio "Rapsodia di Radius" e vi si può ammirare tutta l'agilità e la destrezza di un musicista che dimostra di cavarsela molto bene anche in termini di composizione.
La canzone è forte, dinamica, sapientemente armonizzata e nondimeno piacevole, tanto che verrà scelta per comparire su 45 giri, ed anche con un buon riscontro.
Seguono due "scherzi" di sapore Battistiano: "La ciliegia non è di plastica", dal feeling decisamente acustico e cantato a due voci da Toni Cicco e da un baritonale Radius e "Libertà per quest'uomo" la cui splendida apertura evoca le cose più belle di "Sognando e Risognando", per sfociare infine in un corale maestoso che richiama il pow-wow collettivo di "Let the sunshine in".
Dopo appena 15 minuti scarsi, dobbiamo voltare il disco e si incontra subito la title-track dal groove talmente altalenante tra canzone leggera e psichedelia, che finisce per considerarla una traccia minore.
Fortunatamente, intervengono subito i due brani successivi (che, data la brevità del disco, sono anche quelli di chiusura) che reputo a tutto titolo i migliori del disco: due splendide ballate in cui la Formula sembra volersi congedare dal suo pubblico nel migliore di modi.
In "Cara Giovanna" e "Bambina Sbagliata" apprezziamo finalmente la band in tutta la sua potenza di suono, specie nei rispettivi finali che risultano finalmente omogenei e senza prevaricazioni da parte di quella chitarra che sin ad allora aveva dominato tutto l'ellepì.
Malgrado la buona resa artistica del lavoro però , l'insoddisfazione per il suo scarso riscontro commerciale e i mutati equilibri all'interno della band, conducono il gruppo allo scioglimento.
L'impronta di Radius è ormai diventata talmente forte da far retrocedere il resto del gruppo a livello di una backing-band. Non a caso, fu proprio lo stesso Radius ad intraprendere una luminosa carriera, esattamente sullo stesso stile compositivo di quest'album.
Toni Cicco ebbe come solista minore fortuna e Lorenzi si attivò nel circuito dei piano-bar dopo aver militato nel Volo in compagnia dello stesso Radius.
I tre, ritorneranno insieme nel 1990.
FORMULA TRE - Discografia 1970 - 1973:
1970 - DIES IRAE
1971 - FORMULA TRE
1972: SOGNANDO E RISOGNANDO
1973: LA GRANDE CASA
19 commenti :
Io non sono mai riuscito ad assaporarlo in maniera diversa, è inutile, alcuni gusti non fanno per me.
Andy
A me piace Radius, suona divinamente e a una voce "originalissima", l'avessero fatto cantare di più... il disco(meno battistiano...) piace molto, ho sempre apprezzato la loro tecnica e la perfezione nelle "registrazione" dei dischi, che altri gruppi, ben più affermati, non hanno mai posseduto, cioè, un loro disco degli anni 70 sembrava registrato e suonato negli anni 80..poi possono anche non piacere, ma la pulizia dei suoni e la proferssionalità di Radius sono notevoli...in tutti i suoi dischi, anche da "singolo", la sua tecnica a fatto la differenza...non mi piaciono i dischi F3 canta Battisti...ma cara giovanna e bambina sbagliata!!!!!!!!!!
Questo è il disco della Formula che mi piace di più. All'epoca l'ho quasi consumato. Non ho spiegazioni "colte" da dare, solo una colpa da ammettere. Se colpa è...
Io la title track, "la grande casa" non la trovo affatto una canzone minore. Ci trovo "una tensione interna" un'aria di disfatta e di solitudine "autorale" per nulla minore. Le pause, la voce di Radius, anche il testo, mi emozionano sempre.
(ofvalley)
forse quello che preferisco della formula tre. però bambina sbagliata non la sopporto. ps l'ho riascoltato proprio stamani sul lavoro.
inutile tergiversare, è l'album veramente progressive della Formula 3... e "La grande casa" è un brano eccellente, come "Bambina sbagliata", cercando le cui parole, mi sono imbattuto nel tuo blog...
manca molta roba... ad esempio "il vento ha cantato..." di Franchi Giorgetti e Talamo
"Il vento..." di FGT arriverà, ma devo farmelo prestare da un amico perchè io non ce l'ho più.
Ovviamente il mio amico lo sta assicurando ai Lloyds di Londra :-)
Si qualcosa manca. Non moltissimo, ma semmai dimmi tu le cose che ti sembrano più importanti. Thank you.
approfitto della lettura dei commenti mentre ascolto La grande casa per segnalarti un disco del 77 che mi sembra manchi nel tuo elenco: La pentola di Papin del gruppo omonimo; so solo che erano di Sondrio e dintorni, io abito da quelle parti, ma in effetti non li ho mai sentiti.
ciao
enrico
Ciao Enrico.
Si in effetti manca "Zero-7", ma prima mi sono imposto di finire il '76 e alcune cose che ho lasciato indietro.
Arriverà comunque, non preoccuparti.
Piuttosto che ne pensi della "Grande Casa"?
Personalmente "Rapsodia", "Bambina" e Giovanna" li ho trovati davvero avvincenti.
Non mi è piaciuto così tanto come il primo e Sognando; Bambina sbagliata mi piace ma c'è l'effetto nostalgia o qualcosa di simile visto che l'ascoltavo alla radio da piccolo. Indubbiamente Rapsodia evidenzia tutta la bravura di Radius. Vorrei contribuire più spesso alle discussioni e magari lo farò ma per adesso mi godo l'ascolto (e poi in generale ho più una visione estetica che tecnica e quindi faccio un po' fatica a esprimere il perchè un disco mi piace o meno). Ci risentiamo, ciao (intanto sono passato ai Gleemen che senza questo sito neanche conoscevo)
enrico
OK Enrico, procedi con gli ascolti, ma sappi che la tua visuale "estetica" è più che benvenuta.
Ti aspettiamo. JJ
La grande casa, qui c'e' un Radius che rasenta la perfezione. Bravo, preciso, la voce magari "particolare" ma qui occorreva una cosa del genere.
Bambina sbagliata in effetti è un pò da mercato del disco, ma la tarck list e Cara Giovanna sono qualcosa da non dimenticare .... Rapsodia è esattamente quello che dici una summa di cosa sa fare un artista italiano tra i migliori chitarristi italici.
Secondo me l'album più "maturo" dei quattro sfornati dalla Formula3. I primi due erano assolutamente in linea con i gusti e le mode pop/beat del bel paese primi '70. Poi esce sognando e risognando, album secondo me troppo, logorroico e dispersivo (e qui invito ad ascoltare l'album "Radius" uscito nello stesso anno e ben recensito da john)... Finalmene La Grande Casa si allontana come modus operandi dai precedenti lavori, Radius vero deus ex machina della formula3 prende le redini del gruppo, aggiungo finalmente (non sopporto il cantato di Cicco) riesce a cantare per la quasi totalità dei brani, mostrando una pregevole o come si diceva "caratteristica" voce, canta sia in falsetto (nei cori) che come baritono,sempre in maniera pregevle. La chitarra prende il sopravvento negli arrangiamenti (a me non dispiace affatto). I brani, sempre secondo me, meno riusciti dell'album sono bambina sbagliata e libertà, mentre non concordo con john su la title-track "La Grande casa" pezzo ben composto e assolutamente non dal sapore di brano minore. Vedi... alle volte i gusti :)
Marco
QUESTO DISCO LO TROVO BELLISSIMO,PENSO CHE IL BRANO CHE DA IL TITOLO ALL'ALBUM SIA UN CAPOLAVORO,GENIALE IL TESTO DI MOGOL,LA FORMULA 3 A MIO PARERE AVREBBE MERITATO UN MAGGIORE SUCCESSO E SEGUITO NEL TEMPO.
Lavoro discreto, piacevole e ben suonato
Michele D'Alvano
Per quanto mi riguarda per enorme distacco iliglior lavoro della formula 3 ed infatti questo è l'unico loro lo presente nella mia discografia. Essendo poi molto particolare senza strizzare l'occhio a nessun genere che andava per la maggiore all'epoca, ma piuttosto intriso di una lisergica psichedelia del tutto italica, non ebbe quel successo che probabilmente avrebbe meritato.
Rapsodia di Radius, Cara Giovanna e Bambina sbagliata sono i miei brani preferiti di questo buon disco
Michele D'Alvano
In omaggio al grande musicista romano, scrivo questo breve commento su "la grande casa". Acquistato a meta' anni'90, rappresento' una piacevole sorpresa, si tratta nei fatti di un disco solista di Alberto Radius, la voce di Cicco, tanto presente nei primi Album e singoli, si sente solo ne "La ciliegia non è di plastica". Da citare sicuramente i restanti brani interpretati da Radius, tra i quali la mitica "Rapsodia", la progressiva Title Track, piena di pause, riempite dalla voce del chitarrista, senza dimenticare "Bambina sbagliata" con la sua leggendaria coda strumentale, il solo di basso (penso dello stesso Alberto).
Appunto questa coda, dal punto di vista del sound, rappresenta per me gli anni settanta.
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