Exploit: Crisi (1972)

exploit crisi 1972

Registrato negli studi Dirmaphon di Roma, "Crisi" è un vinile ricercatissimo il cui enorme valore collezionistico è tuttavia sproporzionato rispetto a quello artistico. 

Ciò non tanto perchè i romani Exploit capitanati dal tasierista Carlo Crivelli con Enzo Cutuli al basso e Aldo Pignanelli alla batteria, fossero degli inetti. Tutt'altro. 

Semmai, per una sostanziale intemperanza che espose la loro proposta musicale a critiche anche impietose.

Di fatto, a parte l'incisione disastrosa e la totale mancanza di distribuzione del disco che già non è cosa da poco, "Crisi" limitò la sua conflittualità autocondannandosi con due facciate smaccatamente contrapposte

Un primo lato in cui si apprezza una lunga e gradevole suite d'avanguardia ("Speranza", "Crisi", "Pazzia") in cui i musicisti ce la mettono davvero tutta per superare i limiti del melodico con grandi galoppate di tastiere e interessanti linee di basso, e una seconda facciata che naufraga in una modesta tracklist di brani freak-pop. 

Una scelta, che non solo offuscherà tutta l'attendibilità della prima parte, ma ci rimanderà  impietosamente allle peggiori performances del gruppo sin di tempi del loro prescindibilissimi singolo d'esordio, "L'Anima Nuda" e  "Il campanile della cattedrale" (1971). Ma non è tutto. 

Molti dubbi si potrebbero sollevare ad esempio sul senso di cantare la title track sia in italiano che in inglese: operazione sicuramente originale, ma del tutto fuorviante in un contesto Pop Italiano che nel '72 aspirava ad una dimensione ben più autoctona.

exploit crisi

Secondo, in certi momenti del disco, il debito pagato al Prog Inglese sembra veramente eccessivo, specie se si presta l'orecchio a certe armonizzazioni del "secondo movimento" che richiamano in modo davvero imbarazzante le alchimie di "Tarkus" degli "Emerson Lake & Palmer", pubblicato appena un anno prima. 

 Infine, risulta palese una certa "aggressività strutturale", laddove il terzetto sembra voler forzare ad ogni costo la propria dinamica, privando così la suite di quell'alternanza di "pieni e vuoti" che costituisce poi la poetica del Prog.  

Si aggiunga il fatto che gli Exploit fossero piuttosto reticenti ad esibirsi dal vivo, e che la distribuzione del disco fosse stata praticamente inesistente, e si evince ulteriormente la del loro anonimato.

Ciò stendendo un velo pietoso anche sul loro ultimo 45 giri del 1973 The Green's Man che di certo non li aiutò a proseguire la carriera, 

FOTO: Italianprog.it

 Comunque un vero peccato perché la sola suite "Crisi" è in effetti dignitosa e ben eseguita (specie il primo movimento) e il suo ascolto non dovrebbe essere negato a nessuno. 

La storia però non ha pietà e quando si parla di Rock'n'roll, il popolo è il solo ed unico sovrano.   

Stampato in qualche centinaio di copie nel 1972 su etichetta CGO, il disco è stato ripubblicato su vinile nel 1989 e nel 1994 su CD. 

Lo citiamo quindi per dovere storico, ma senza troppo caldeggiarne l'obbligo di ascoltarlo per intero: godetevi almeno il 1° e il 3° movimento della suite dove ci sono dei momenti davvero sostanziosi, ma le canzoni della seconda facciata sono effettivamente molto deboli. 

 Diciamo che di "Crisi" sarebbe più interessante possederne una copia originale perchè, a quel punto, avreste potenzialmente in mano una crociera di venti giorni ai caraibi in cabina esterna.

 Poi... a voi la scelta se partire o meno. 

21 commenti :

Anonimo ha detto...

Io lo possego in CD masterizzato. La Suite omonima è molto bella, mentre le Canzoni nel lato B, non sono poi male... ma come dici tu John che ci azzeccano con la Suite iniziale?

Anonimo ha detto...

Sicuramente gli sono mancati i soldi per crescere!

Anonimo ha detto...

Questo lo devo riascoltare che me lo ricordo pochissimo.

Andy

Anonimo ha detto...

Un bambino...un re....un'imbarazzo...chissà se le idee per comporre un 33 giri siano "farina" dello stesso sacco di chi suona o....qualche "incapace" ci mette le mani....la suite mi piace anche se potevano evitare le parti cantate in inglese...bella la copertina di "Ninni", disegna bene...Exploit fallito...parecchia "crisi".

lenz ha detto...

questo per me è il disco da dimenticare del prog italico.. brutto, imbarazzante e pretenzioso. lo trovo infantile nel senso peggiore del termine e in una sola parola orrendo e ricordo di aver fatto una fatica incredibile a terminarne l'ascolto.
credo che faccia bene a rimanere una chicca per i malati del collezionismo ma personalmente pagherei per farmene liberare.

JJ JOHN ha detto...

Beh, se hai una copia da regalarmi e mi paghi pure, sai dove trovarmi :-)

lenz ha detto...

te lo donerei volentieri perchè come si dice qua in toscana "un si regge" ma non sono stato così pazzo da comprarlo nemmeno in cd :)

Davide ha detto...

mah, io l'ho sentito e onestamente non credo meriti tutte queste critiche. certo, è un disco minore, ma ho sentito BEN di peggio tra quanto prodotto all'epoca sul suolo italico!
anzitutto non trovo sia registrato in maniera indecente; anche in questo caso ho sentito ben di peggio (capsicum red, vi dice qualcosa?)
inoltre, i musicisti sono tecnicamente preparatissimi, e anche questo all'epoca non era scontato.
la voce è più che dignitosa.
la suite del primo lato è interessante in più punti e in alcuni momenti rappresenta un curioso ibrido tra prog e atmosfere tardo anni 60. il primo movimento addirittura è più vicino ad atmosfere che oggi definiremmo "lounge", con quel suono d'organo deliziosamente anni 60.

note dolenti:
certamente il grosso limite è dovuto alla sconcertante distanza tra prima e seconda facciata, pochi dubbi. le canzoni del secondo lato sono imbarazzanti, musicalmente e testualmente. per giunta, suonarono datate già all'epoca, visto che sembrano registrate intorno al 66-67 o giù di lì.
la scelta di cantare in inglese ed italiano sicuramente non fu felice, ma lo facevano gruppi ben più quotati (new trolls, trip).

per me, meritano quantomeno un ascolto. mi rimandano, non solo musicalmente ma anche per la contraddittorietà della loro proposta, alla Triade.

saluti!

lenz ha detto...

davide, un esempio del ben di peggio?
io sinceramente faccio fatica a trovare qualcosa di più ributtante.. ed è ben difficile che usi mai questi termini per il prog italiano, in genere sono un entusiasta del nostro periodo d'oro.. mi spiace per gli exploit.

Davide ha detto...

un esempio? sicuramente capsicum red, il primo che mi viene in mente!
e poi: laser...alluminogeni...gruppo 2001...continuo? :))

JJ John ha detto...

Vedo che siete già belli pronti per la "worst parade" di gennaio!

Davide, con gli Exploit sono stato un po' cattivo, e in effetti (questo lo dico a Lenz), dovremmo considerare anche questo:
1)Il Prog Italiano è stato davvero un genere fenomenale e coraggioso perchè ha dato modo davvero a tutti di arrivare in sala d'incisione e per meriti creativi, non economici.
A parte il Punk che è un caso a se: dove si è vista più una cosa del genere?
2)E' stato però anche un fenomeno molto "regionalizzato".
Si è espanso in tutta Italia e nel mondo, ma spesso nasceva da realtà davvero raffazzonate.
Ricordo l'amico Antonello Musso batterista dei Laser quando mi raccontò come era stato inciso il "Vita sul pianeta". Roba da brividi.

Penso qundi che effettivamente non si possano svilire certi gruppi solo per per la scarsa qualità acustica dei loro prodotti.
E' un fatto che semmai ha penalizzato la loro diffusione ma, ad esempio, non si può dire che gli Alluminogeni non fossero geniali solo per un Lp mixato male e per giunta contro la loro volontà.

Tornando agli Exploit ripeto: io sarò stato cattivo ma, a parte l'incisione poco dinamica, non salverei molto a parte il primo movimento e una piccola parte del terzo.

giody54 ha detto...

per me è un disco piu' che dignitoso,a parte l'incisione non brillante,la suite è ottima e le canzoni non le trovo poi cosi'brutte,non saranno prog ma sono piu' che accettabili,all'epoca c'era molto di peggio in giro

Anonimo ha detto...

e molto ma davvero molto di meglio.. quello conta.

DogmaX ha detto...

Il lato A è di buona fattura, ma del lato B non getterei tutto alle ortiche... mi ha sorpreso molto L'Anima Nuda, che salverei insieme alla suite iniziale.

Simpatico, ovviamente non vale tutti quei soldi questo è poco ma sicuro.

Anonimo ha detto...

La seconda parte è sinceramente inascoltabile.
Spero di non fare arrabbiare nessuno ma non trovate una somiglianza fra il riff del Campanile e La Mente Vola degli Alphataurus? M mamgino che gli Alphataurus questo crisi non l'abbiano mai neppure ascoltato, però..

VanniI

ugo ha detto...

scusami daniele ma tu hai mica la ristampa della vinyl magic degli anni 90?cavolo all'epoca presi parecchi cd della v.m ma questo no cazzo!!!

ugo ha detto...

in periodo di "CRISI" ho trovato il 33 degli EXPLOIT "CRISI" una ristampa identica all'originale a 90 euro mica male però?!be son d'accordo con JOHN il lato A è molto bello(ma non trascendentale!)tutti e tre i movimenti a mio avviso mentre il lato B non è spregevole(ANCHE SE HO SBAGLIATO/L'ANIMA NUDA)dove si sente una bella chitarra sono i due brani che a me piacciono di piu!un disco a due facce ma consigliato a tutti i PROG-MAN e non solo ai collezionisti!ah! john cosa mi dici su PIERPAOLO BIBBò "DIAPASON"? ciao ugo

J.J. JOHN ha detto...

Su Bibbò non ti dico niente perchè non l'ho mai ascoltato. Il mio amico Augusto Croce invece lo consiglia vivamente pur sottolineando che "è un po' fuori tempo massimo".

efis ha detto...

Certo non il meglio del progrock italiano. Però per gli anni che correvano era quello il modo di suonare. I riff di basso, la batteria con interminabili rullate, e non ultimo il modo di cantare con molto vibrato, adoperato da molti cantanti di progrock italiano. I testi contengono molte ingenuità, ma oggi in radio si sente di molto peggio...

Anonimo ha detto...

Disco decisamente non riuscito

Il primo brano è dignitoso ma i restanti pezzi sono di pop melodico ingenuo e fastidioso

Michele D'Alvano

Pietro ha detto...

Lo sto ascoltando ora ed effettivamente il secondo movimento è pari pari Tarkus