Leo Nero: Vero (1977)

Leo Nero Vero

In vita mia ho conosciuto molti artisti e col passare del tempo, mi sono convinto che non sono persone normali.
Non in senso negativo s’intende, ma perchè possiedono una percezione dilatata che altri non hanno e, per qualche strano dono della natura, riescono ad interpretare e trasformare il quotidiano in un qualcosa di speciale.
A volte penso che abbiano addirittura due cervelli: uno molto simile al nostro e un altro che invece vive di una sensibilità autonoma, disancorata, iperuranica. Spesso inafferrabile.
A ben guardare poi, esistono due categorie di artisti: quelli più sensibili ai mutamenti del mercato e quelli più “puri”.
I primi solitamente non si fanno problemi nell’adeguare il proprio linguaggio alle nuove mode. I secondi invece sono meno malleabili e hanno tutti gli strumenti per rifuggire dalle trappole del commercio. Il loro stile è allo stesso tempo una fede e un motivo di crescita personale e universale.

Bene, questi “eroi” della nostra civiltà per i quali ho un’ammirazione (e invidia) infinita , dialogano “alla pari” con la vita e la morte, rischiano tutti i giorni la loro anima come un equilibrista senza rete e affrontando con fermezza qualunque contraddittorio minacci la loro arte.

Non so perchè, ma queste parole le ho scritte di getto proprio riascoltando recentemente il primo lavoro solista di Gianni Leone, in arte Leo Nero: ex tastierista del Balletto di Bronzo e probabilmente una delle figure più importanti di tutto il Prog italiano d’avanguardia.


gianni leoneVero”, così si chiama il disco pubblicato dalla Emi-Harvest nel 1977, è in effetti la dimostrazione lampante che, pur essendo il Gianni rimasto solo in un mercato che era ormai completamente mutato dai tempi di Ys, nulla aveva scalfito il suo genio e il suo originario estro creativo.Anzi, in quei 10 brani dal sapore stravagante e allucinato, ricorrevano non soltanto i temi più cari al Balletto (gusto sinfonico e Progressivo, ritmiche complesse e contrappuntate, poca melodia, molti elementi visionari ecc...), ma emergeva chiaramente la volontà dell’autore di non cedere nemmeno un passo alle nuove mode: niente jazz fusion, niente ironia, nessuna concessione allo spirito cantautorale, salvo per la ballata “Sono stanco anche io” che però e giocata su un terreno completamente diverso da quello dei suoi colleghi.

Certamente, nel complesso
si coglie un certo gusto “iconoclasta” tipico del periodo ’76-’77, ma nulla a che vedere con la destrutturazione nichilista del Punk o dello stesso movimento del '77.
Lo “spirito guida” è quello del Gianni Leone di sempre: istrionico e volutamente esuberante.

Le radici del disco affondano sicuramente in quegli ambienti che il nostro frequentò in quei due anni di nomadismo tra Londra e New York, dove bazzicò da un lato la zona di Chelsea e dall’altra parte dell’oceano, suonò con jazzista Don Cherry e incontrò spesso le New York Dolls.


Registrato nel 1976 a New York e pubblicato l'anno successivo, “Vero” contiene appena tre episodi più commerciali della media (la già citata “Sono stanco anche io”, “Tu ti ricorderai di me” e “La strada”) che però diedero all'album quella giusta propulsione per farsi notare in un mercato ormai dimentico del Prog.

Per il resto, è tutto un accavallarsi di tastiere acustiche ed elettroniche che fanno da tappeto per la stidente voce di Leo, dando così un’impronta inconfondibile a tutto il lavoro.

Restano leggermente arretrate le linee di basso e la batteria (sempre suonate dallo stesso Leone come del resto la chitarra che è più evidente nel brano finale) ma nel complesso il sound è più che accettabile anche se a tratti, dicevamo, leggermente costipato.

gianni leone balletto di bronzoSin dal primo brano “Scarpette di raso blu”, volutamente soft, Leone ci apre la porta del suo castello nelle cui stanze ritroviamo molto del Balletto di Bronzo (“Tastiere isteriche”, “Una gabbia per me”), citazioni Crimsoniane e Pinkfloydiane, un largo utilizzo della musica classica (“La bambola rotta”), poliritmie, qualche intervento concreto e persino uno scherzoso Rock’n’roll di 54 secondi (“Rock n roll cat”)!
Il groove è decisamente singolare, così come il suo autore, che proseguìrà poi la carriera chiudendo gli anni ’70 con due 45 giri (“Fremo” e “Strada”) e l’LP “Monitor”, molto più commerciale del precedente ma sempre caratterizzante di uno spirito indomito.


Volendo trovarvi dei lati deboli non è difficile carpire tra i solchi di “Vero” una spiccata tendenza all’esagerazione, al voler riempire le frequenze con tutti i suoni possibili indebolendo quindi la resa dinamica o, cosa non da poco, la palese latenza di un arrangiatore professionale ma, considerato il personaggio e il suo background, anche questi difetti fanno parte del gioco.

Storicamente, malgrado un discreto airplay, il disco si inserì in un contesto molto lontano da quello movimentista sia per intenzionalità, sia perchè la stagione degli anni ’70 stava ormai aprendo le porte al decennio successivo.

Lo stesso Leo Nero, non avrebbe più suonato come in “Vero”, almeno fino alla reunion del Balletto avvenuta molti secoli dopo quando tutto era gia "revival".

24 commenti :

olegelagin ha detto...

Hi, sorry for spam.

Oldish Psych & Prog forcibly moved here http://oldishpsychprog.ucoz.com/

J.J. JOHN ha detto...

Thank you brother, I've updated the link.
Prog on! JJ

Moludd ha detto...

Volevo precisare che in questo disco non è presente il basso elettrico, ma le linee di basso vennero suonate col synth. Non so nemmeno io perché quelle parole ti siano venute ascoltando questo disco, un album a cui non mi sono mai affezionato e che dopo anni non ho molta voglia di riascoltare. L'ho conosciuto di persona ed è davvero un pazzo, uno di quelli che non sai se giochi col suo personaggio o se sia davvero così. Ma quel che ho notato è che pare ci sia il classico troppo fumo e niente arrosto attorno a Gianni Leone.


PS: volevo chiederti, non so se l'hai già scritto altre volte: pubblicherai mai un libro con tutti gli scritti postati su questo blog? Ecco, diciamo che non mi dispiacerebbe partecipare alla revisione, ma se vuoi inizio da questi post (intendo ovviamente quel lavoro di correzione delle imprecisioni a cui chi scrive non fa caso). Se ti fa piacere, eh.

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Moludd,
ho corretto la storia del basso per non essere frainteso. In effetti di basso a corde non ce n'è.

A Leone devo riconoscere quella genialità che ho sempre ritrovato in molti miei amici artisti, anche se manifestata in modo diverso.
Ecco perchè ho vergato quelle parole.
Poi, detto tra me e te, le sue cose non mi piacciono molto a partire da questo disco. Men che meno "Monitor", ma questo ha poca importanza.

Sei stato molto carino e acuto nel tuo Post Scriptum e hai centrato il bersaglio.
Molti miei amici mi hanno già esortato a pubblicare questo sito, ma non so se lo farò.
In merito a pubblicazioni, sto già lavorando a un nuovo libro sul rapporto tra i movimenti musicali e le città, ma è uno studio lungo e complesso su cui ho già sufficiente competenza e revisori acreditati.

Riguardo a "Classic Rock" sono molto confuso,ma in fondo vorrei che restasse un'opera "di tutti": libera, implementabile e interattiva.
Un lavoro che per un mio vezzo ideologico, ho deciso rimanga gratuito e aperto.
Se vi hai notato (sicuramente) delle imprecisioni, beh, sarei felicissimo se tu le segnalassi dala prima all'ultima.
Non a livello professionale però,
ma solo con la stessa passione che ci sto mettendo io per lasciare un giorno questo blog al suo destino.
Fammi sapere.

Anonimo ha detto...

Se c'è una cosa che adoro è chi mette al servizio degli altri la propria conoscenza per spirito di altruismo e condivisione, quindi grazie JJ. Per quanto riguarda Leone, di questo disco ho sentito solo Sono Stanco Anch'io e devo dire che non mi è dispiaciuta affatto. Che poi sia un personaggio decisamente sopra le righe che o si ama o si odia, lo si capisce subito ascoltando i dischi del Balletto.

Moludd ha detto...

Caro John, non posso che farlo con passione e in via gratuita: non sono un professionista, ma credo di avere un buon occhio. Da anni, quando mi capita, mando email ai webmaster con errori dei loro siti. Ovviamente col solo scopo di migliorare dei siti di per sé già bellissimi. Ho anche revisionato un paio di libri, ma sempre nella stessa ottica. Comunque ti mando una prima email, ti invierò tutto un po' alla volta.
:)

Dario ha detto...

e comunque, al di là di tutto, se john facesse il libro con i post lo comprerei subito!!!

taz ha detto...

Chissà se Renato Zero (nessun si offenda)ha mai ascoltato LN in Vero...il primo RZ (con le dovute distanze) non s'allontana molto da lacuni brani del disco...chissà se avesse continuato col BdB come sarebbe andata a finire, io ho una mia teoria: ci sono artisti che un certo momento della loro carriera devono fermarsi e riflettere...il continuare in una direzione potrebbe portare a consegienze disastrose di salute, così penso per Alan Sorrenti, se avesse continuato in quella direzione sarebbe stata difficile per lui...e così si devono alleggerire da certi ambienti e suoni...il disco lo trovo in alcune parti interessanti, quelle che mi piaciono di più sono anche le più "pesantti"..La bambola rotta-Tastiere isteriche-La discesa nel cervello...Cmq grande talento nostrano!!..adesso un pò meno ma a quell'epoca mi sarebbe piaciuto molto..ciao

rael ha detto...

capolavoro assoluto dalla prima nota all'ultima..immenso, geniale, unico...secondo me è il miglior album del prog italiano..e da batterista mi tolgo il cappello sentendo come la suona Leone.

rael ha detto...

secondo me è un capolavoro...il più bello del prog italiano...originale, estremo, perfetto...suonato in maniera eccelsa...e non vuole scimmiottare gli inglesi...e da batterista posso dire che Leone se la cava egregiamente anche con la batteria. Un bel 10 in pagella.

rael ha detto...

a mio modestissimo parere capolavoro assoluto..per me il miglior album concept del prog italiano..completo, esagerato, geniale...e da batterista posso solo inchinarmi all'abilità di Leone che in teoria sarebbe solo un tastierista...voto 10.

rael ha detto...

a mio modestissimo parere capolavoro assoluto..per me il miglior album concept del prog italiano..completo, esagerato, geniale...e da batterista posso solo inchinarmi all'abilità di Leone che in teoria sarebbe solo un tastierista...voto 10.

Unknown ha detto...

Ma che fine ha fatto Leone?

J.J. JOHN ha detto...

@ Simon House:
Che io sappia è vivo e vegeto.
L'anno scorso ha suonato col "nuovo" Balletto alla Prog exhibition di Roma proponendo brani nuovi e vecchi però in versione meno aggressiva.

Da wikipedia sappiamo poi che "Alla fine del 2009 è stato pubblicato il libro "Il Balletto di Bronzo e l'idea del delirio organizzato" corredato da un cd in cui ci sono brani inediti del gruppo".

Graziano ha detto...

John, io penso che questo sia un disco favoloso, veramente "vero". Non posso che condividere il commento di rael. Nonostante (o forse perche') sia uscito alla fine degli anni 70.
Long live Leo Nero!

sklerici ha detto...

vorrei proporre un gioco a john o ad altri: se dico leonero, faust'o, andrea liberovici e crisma (con la c e non con la k), cosa vi viene in mente? chi avete da proporre come quinto elemento della rosa?
pensate sia il caso di operare sostituzioni magari in chiave meno newwavish e più prog? finardi, camerini, il povero rocchi, persino garbo.. questi li scarterei pur apprezzandone in parte l'opera; cerco qualcosa di più stimolante per non dire esoterico; cerco l'anello mancante, la congiunzione o forse un sunto tra..
che ne pensi john? grz per l'aiuto, salùt

J.J. JOHN ha detto...

Tra il cuore e lo stomaco direi: Flavio Giurato innanzitutto, poi Gino d'Eliso e i Triangolo. Ingredienti sopraffini da scegliere secondo la ricetta che hai in mente.

UGO ha detto...

BE DI FLAVIO GIURATO GIA NE PARLAMMO A PROPOSITO DEL DISCO "IL TUFFATORE"CHE PROPRIO NON RIESCO A TROVARE MENTRE DI GINO D'ELISO HO "I CATTIVI PENSIERI"MA SO CHE IL SUO PRIMO ERA PROG MENTRE I TRIANGOLO LI KIGNORO PROPRIO UGO

sklerici ha detto...

grande john, sapevo che non mi avresti deluso; certo avrò il mio bel daffare a recuperare questo materiale, ma sarà anche un gran divertimento. grz

rael ha detto...

Nonostante l'assenza di un "vero" basso nel disco, ho provato a proporlo in una cover :) Il grande Gianni mi ha detto bravo "darlingissimo" ahah :)

https://youtu.be/2_BpIgHKjxM

JJ ha detto...

Rael e Gianni scusate... prossima mossa: una versione 2022 di tastiere isteriche con video virale. Dai, cosa aspettare? Io mi offro per la sceneggiatura e qualche idea in 4K...
Massimo rispetto, e anche di +
JJ

rael ha detto...

Ahah bella idea! Ma così rovinerei la carriera di un grande :)

Anonimo ha detto...

Un disco che non mi ha mai entusiasmato, stilisticamente troppo ondivago e esuberante

Comunque interessanti i brani Una gabbia per me e La discesa nel cervello

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Notevole anche il brano Il castello

Michele D'Alvano