Pierrot Lunaire: Pierrot Lunaire (1974)

pierrot lunaire_1Il gruppo romano dei Pierrot Lunaire si forma nei primi anni '70 ad opera di Gaio Chiocchio e Arturo Stàlteri, diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Alfredo Casella de l'Aquila: due giovanissimi ex-studenti appassionati di musica contemporanea e di avanguardia, a cui si aggiunge poco dopo il tastierista Vincenzo Caporaletti, .
Inizialmente battezzatisi "Printemps", traggono il loro nome definitivo dall'opera 21 di Arnold Schönberg del 1912 per voce femminile, clarinetto violoncello, violino, flauto e pianoforte.


Verso la fine del 1973, grazie al contatto col produttore Vincenzo Micocci, il trio entra a far parte della scuderia IT (la costola della RCA deputata a lanciare i cantautori di un certo livello) per la quale pubblica nel 1974 il suo primo album omonimo, cuiosamente contemporaneo all'opera prima del cantautore calabrese Rino Gaetano che incide per la stessa discografica.
Ad essere onesti, malgrado il pratico interessamento della IT, sin dal primo sguardo si capisce che la produzione non si sia impegnata più tanto. Per esempio, a differenza di molti lavori dello stesso periodo, la copertina non solo non si apre, ma appare anche piuttosto modesta dal punto di vista grafico.
Suffraga questa tesi un'intervista con Gaio Chiocchio su "Raro", da cui veniamo a conoscenza che non solo la sleeve fu realizzata privatamente con l'aiuto di alcuni amici, ma che persino la registrazione del disco fu piuttosto lunga e tecnicamente tormentata: cosa che emerge piuttosto chiaramente dalla resa acustica complessiva.
pierrot lunaire_2In più, da una recente intervista ad Arturo Stalteri su Arlequins, si evince come l'atmosfera in sala fosse piuttosto tesa e che nessun componente del gruppo fu particolarmente entusiasta del risultato finale.Infine, la promozione risultò completamente inadeguata al tipo di lavoro proposto: poca pubblicità, nessuna apparizione televisiva e nondimeno, pochi concerti e spesso supportati da basi preregistrate domesticamente per supplire al limite numerico della formazione.
Considerato da molti critici tra cui Paolo Barotto uno "dei migliori album della nuova ondata", "Pierrot Lunaire" dichiara il suo sound fin dal primo brano ("Ouverture XV"): un piacevole pop-rock sinfonico con reminescenze classiche, imperniato principalmente sulle chitarre unplugged di Chocchio e Caporaletti e sulle tastiere di Stàlteri, tra le quali spiccano vistosamente il pianoforte e alcuni sintetizzatori che, secondo Chocchio, sarebbero stati costruiti da un collaboratore del gruppo.
pierrot lunaire_3L'incipit del disco sembra quasi tracciare un racconto medioevale conferendo a tutto il lavoro un groove talmente fluido ed omogeneo da considerarlo quasi un concept.L'uso della voce (associabile, volendo, al primo Alberto Camerini) è pacato, narrativo e senza nessuno di quei provocatori scossoni a cui il Prog Italiano ci aveva abituato sino a un anno prima.La batteria, praticamente assente nei primi due brani, fa capolino in "Invasore" con un tocco molto heavy e cadenzato che ben sottolinea l'amore dei tre strumentisti anche per le timbriche più rock.In sostanza, l'album finisce davvero per restituire un ventaglio di atmosfere vasto, inedito e senza dispersione alcuna: omogeneità e creatività si fondono magistralmente non solo grazie ai preziosi intarsi tra piano e chitarra, ma anche a fronte di un uso sapiente e colorito di tutti gli altri strumenti suonati dal trio.Ci sono persino delle citazioni cosmiche ("Narciso", "Ganzheit"), frutto del grande interesse del gruppo per il krautrock tedesco che, sempre secondo Chiocchio: "oltre ad una precisa ricerca letteraria, mischiava futurismo e decadentismo proiettandone la risultante in una sfera iperuranica".
pierrot lunaire_4In poche parole, "Pierrot Lunaire" può essere considerato a tutti gli effetti uno degli album più rappresentativi del 1974. Anzi, ad essere onesti si dovrebbe ammettere - pur con un pizzico di dietrologia - che la concettualità che mosse questo lavoro, non avrebbe potuto collocarsi storicamente né prima né dopo l'anno della sua pubblicazione.Certo, volendo essere meno accondiscendenti con la maggioranza dei critici, dovremmo ammettere che "Pierrot Lunaire" pecca di ingenuità in molte sue in molte sue parti sino al punto di farlo sembrare una raccolta di demo, ma ciò non toglie che abbia proposto un impasto sonoro davvero esclusivo per il suo sistema di riferimento.Si rifugga quindi da recensioni entusiastiche ma, al di là dei limiti conflittuali, si tributi a questa opera la sua giusta dose di genialità.

18 commenti :

Anonimo ha detto...

I Pierrot Lunaire sono una creatura davvero affascinante, autori di due dischi molto diversi tra loro. Sul primo qui proposto posso anche esser d'accordo su una punta d'ingenuità, però le atmosfere fiabesche mi conquistano ogni volta che l'ascolto. In ultima analisi stimo molto Arturo Stalteri anche nei suoi lavori da solista. Nulla d'incredibile o di eccezionale, ma dignità e coerenza.

Andy

taz ha detto...

Plasir d'amour...siamo difronte a tre talenti unici del panorama musicale italiano di quegli anni...Caporaletti e Stalteri da conservatorio, Chiocchio che studiava pianoforte privatamente(ma quanti strumenti suonavano?)...Disco intimista...poetico...un pezzo di luna in una nota musicale.Disse Stalteri riguardo al disco:..è uno sguardo commosso di adolescenti sui paesaggi incantati della fantasia...e un rincorrersi di strumenti acustici ed elettrici su una vocalità sottile e leggera.Un bel mix di prog-classico-armonie orientali...io li considero una stella del firmamento italiano...Dopo lo scioglimento del gruppo ho letto le infinite collaborazioni di Stalteri da Rino Gaetano(Il cielo è sempre più blu e l'intero LP Mio fratello è figlio unico, suonando tutti i tipi di tastiere)..Ron...Gianni Togni...David Sylvian...Sonjia Kristina(curved air) etc etc così anche per Chiocchio(peccato per la sua dipartita propio nel momento in cui il progetto PL si stava riformando con V.Caporaletti)Per me l'onda più alta, insieme agli Area, della seconda ed ultima sfornata di gruppi del prog italico..ciao

URSUS ha detto...

IO LI ADORO!
Tra i più innovativi e originali nel panorama italiano

Fabry Fab Workbench ha detto...

Una forza emotiva ed evocativa unica nel progressive italiano e nella musica in generale!

Anonimo ha detto...

Ciao John,sono Gianni,hai ricevuto il mio messaggio?
Non vorrei che ci fossero problemi con la mail...

J.J. JOHN ha detto...

@Gianni:
No, non l'ho ricevuto. Io ti ho mandato due mail: una il 3/10 e l'altra il 4/10, non so se le hai ricevute... riproviamo...

J.J. JOHN ha detto...

@Gianni:
No, non l'ho ricevuto. Io ti ho mandato due mail: una il 3/10 e l'altra il 4/10, non so se le hai ricevute... riproviamo...

Anonimo ha detto...

Ah ecco...mi sembrava un pò strano :-)
Facciamo così:provo a rimandarti i due messaggi che ti avevo inviato(lo faccio subito così mi puoi dire se è tutto ok),altrimenti te li mando con la mia mail secondaria.A presto!

J.J. JOHN ha detto...

Gianni: negativo. I'm sorry
Prova con la tua mail secondaria. Grazie

Anonimo ha detto...

Fatto,dimmi se è tutto OK

Anonimo ha detto...

Direi che un piccolo assaggio del terzo album dei PIERROT LUNAIRE si puo' trovare su "Tre", dove ci sono tre brani in stesura di "demo in fase avanzata" del 1977. Si tratta di brani originali composti da Gaio Chiocchio e suonati da Gaio e Arturo Stalteri, quindi i "veri" Pierrot Lunaire e non forse il gruppo di ripiego che si sarebbe potuto avere negli anni '90. Vorrei solo aggiungere che a fondare i Pierrot Lunaire furono Gaio e Arturo, ai quali si aggiunse DOPO Vincenzo Caporaletti.

J.J. JOHN ha detto...

Grazie, corretto.

U G O ha detto...

QUESTO DISCO è STRANO NEL SENSO CHE TI CONQUISTA DOPO TEMPO A PARTE IL BRANO OUVERTURE CHE RESTA IMPRESSO E AGGIUNGO PURE LADY LIGEIA L'ALTRO STRUMENTALE.BEL DISCO MA RISPETTO,CHE NE SO,A Q.V.L.L'ATMOSFERA DI FIABA C'è MA è LONTANA MILLE MIGLIA DA QUELLA DEI Q.V.L.DUE MODI DIVERSI DI INTENDERE IL ROCK CONTAMINATO DALLA CLASSICA!QUI PARLEREI PIU DI MINIMALISMO MEGLIO ESPRESSO POI NEL DISCO SOLO DI ARTURO STALTERI ANDRE SULLA LUNA NOTTE A TUTTI UGO

UGO ha detto...

VOLEVO SEGNALARE,UNITAMENTE ALL'USCITA DEL CD SETTIMANALE CON REPUBBLICA,LA RISTAMPA DI ALMENO 30 TITOLI DI PROG ITALIANO NELLA SERIA DENOMINATA "PROGRESSIVAMENTE ITALIA" TUTTI AD E.8,90.DELLA COLLANA FANNO PARTE LA FORMULA 3(TUTTI E 4 I DICHI) LA PFM PERO SOLO CON DISCHI DEGLI 80/90 CON LA SOLA RISTAMPA DI THE WORLD....POI CI SON I PIERROT LUNAIRE I MUSEO ROSENBACH LA REALE ACCADEMIA QUELLA VECCHIA LOCANDA CLAUDIO ROCCCHI PRESENTE CON I DUE VOLI MAGICI + VIAGGIO ED ALTRI.CIAO UGO

MarioCX ha detto...

Gaio Chiocchio fu l'autore del testo di una delle più belle canzoni italiane degli anni '80 e non solo: "1950" di Amedeo Minghi.
Purtroppo morì prematuramente nel 1996.

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto che non mi ha mai entusiasmato

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Nonostante tutto, disco piacevole e ben suonato

Michele D'Alvano

marco ha detto...

Lavoro discreto? Mah, uno dei migliori del prog nostrano