Alluminogeni: Scolopendra (1972)
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Anno 1970: dopo aver inviato diversi provini alle discografiche di mezza Italia, un gruppo di tre musicisti torinesi si trova improvvisamente sotto contratto con la Fonit. Il loro background si perde negli nell'ultima metà degli anni '60 quando, limitatamente ai periodi estivi, un quintetto di amici da vita a diversi gruppi musicali: i Green Grapes, i Vips e i Bats.
E' tuttavia solo con il nome di Terza Sensazione (prima), Alluminium Sound (dopo), e infine Alluminogeni che vengono notati e scritturati dal maestro Achille Ovale che li porta alla discografica di stato.
La line-up definitiva è capitanata da Patrizio Alluminio, tastierista e diplomato al conservatorio, affiancata da Daniele Ostorero, batterista con molte idee in testa e Guido Maccario che alla lunga risulterà essere il primo di una lunga serie di chitarristi temporanei del gruppo (Aldo, Andrea Sacchi, Piero Tonello ed infine Enrico Cagliero).
Trascorsi pochi mesi in cui riescono finalmente a pubblicare il loro primo 45 giri ("L'Alba di Bremit" - 1970), i poveretti vengono letteralmente scaraventati dalla stanzetta in cui provavano alle immense platee del "Cantagiro" dove si esibiscono davanti a 15.000 persone in mezzo agli shows di Massimo Ranieri e Rossana Fratello e senza mai aver avuto alcuna esperienza dal vivo!
Superato lo shock iniziale, arrivano nel 1971 le esperienze più intense: altri tre singoli (tra cui "La vita e l'amore", 1970 - oltre 5.000 copie vendute) , "Un disco per l'Estate", due "Viareggio Pop", "Speciale tre Milioni" e diversi passaggi alla Rai e a Radio Montecarlo.
Nell'Estate del 1971 il settimanale "Ciao 2001" li considera il terzo miglior gruppo pop Italiano dopo Formula Tre e New Trolls e nientemeno che davanti alle Orme.
Ad essere onesti, gli "Alluminogeni" non erano propriamente dei fenomeni: a parte la grinta di Alluminio (sul cui Hammond s'impernia il sound dell'intero gruppo) e la genialità di Ostorero, mancava pur sempre quell'identità sonora data dall'assenza di un chitarrista fisso. La sostanziale flebilità della voce (sempre dello stesso Alluminio) faceva il resto.
Politica a parte, ogni tentennamento artistico venne comunque superato con la pubblicazione del primo storico album "Scolopendra" del 1972: disco estremamente raro e ricercatissimo soprattuttutto all'alba del fenomeno delle conventions.
"Scolopendra" rappresentò effettivamente un salto di qualità per la band che passò da un "groove" commerciale ad un discorso musicale inesplorato e, a tratti, di vera avanguardia.
Affinatisi nella tecnica, stabilizzati nella formazione con l'arrivo del nuovo chitarista Cagliero e fermamente coinvolti dalle loro nuove idee, gli "Alluminogeni" ci restituiscono con la loro opera prima almeno 40 minuti di musica fuori da qualunque schema.
Visioni astrali, ecologia, testi "stravaganti" e una sincera ricerca stilistica e timbrica, fanno di questo album uno dei più interessanti del 1972.
Nel primo lato ci sono un rock in 6/8 ("La natura e l'universo"), una surreale ballata soft-blues ("Scolpendra"), del buon hard-rock, e persino una canzone che avrebbe dovuto partecipare al successivo Festivalbar ("La stella di Atades").
E' però la seconda facciata che esalta il lato più visionario del gruppo, sospeso tra "Kosmishe Musik" e ampie aperture heavy - psichedeliche ("Thrilling" e la splendida "Pianeta"). Il tutto, dicevo, pervaso da un sound generale che ai tempi non aveva paragoni in tutto il panorama Italiano.Purtroppo, un grave intoppo sbarrò il futuro agli Alluminogeni: una furiosa litigata con
In sostanza, per quanto lo si possa apprezzare, "Scolopendra", così come possiamo ascoltarlo su disco, non é quello che gli "Alluminogeni" avrebbero voluto.
I musicisti si offesero moltissimo, i contratti andarono a monte e la band si disperse. Immeritata fine per un gruppo che avrebbe potuto dare molto di più. Enrico Cagliero ci ha lasciati nel 1996.
ALLUMINOGENI - 1972: 1970 - 1971: I 45 GIRI DEGLI ALLUMINOGENI 1972: SCOLOPENDRA