Le Orme: Storia o leggenda (1977)

le orme storia o leggendaIn un loro comunicato del 1977, Le Orme annunciarono solennemente che il loro nuovo album “Storia o Leggenda” avrebbe ”segnato la fine di un ciclo”.
Evidentemente anche il glorioso quartetto veneto si era reso conto che il Punk, la Disco Music e il generale sentore di riflusso ormai alle porte imponevano un giro di boa.
E non solo.

Quel movimento Controculturale che pur tra mille contraddizioni li aveva seguiti per quasi un lustro non c’era più, sostituito da un’altro irriverente e iconoclasta che da Bologna a Milano stava completamente modificando i linguaggi giovanili e più in generale, il modo di consumare musica.
Eppure, malgrado la sua altisonanza, quel comunicato in parte mentiva e questo perchè non erano in pochi a pensare che quel “ciclo, Le Orme l’avessero già chiuso da un pezzo e in particolare con gli ultimi due albums “Smogmagica” e soprattutto “Verità nascoste”.
Essi furono infatti due dischi alterni e molto più reazionari del solito che non solo avevano definitivamente rotto i ponti con le avanguardie, ma grazie ai nuovi arrivati, Tolo Marton prima e Germano Serafin dopo, stemperarono non poco le ardite trame compositive della band.

Le Orme, a quel punto, avevano visto tempi decisamente migliori: Gian Pero Reverberi li aveva abbandonati, la versione inglese di Verità nascoste incisa come “Secret truths” non venne mai distribuita e lo spensierato 45 giri “Canzone D’Amore” pur nella sua dignità, aveva comunque traghettato il quartetto verso lidi decisamente più commerciali.

Inoltre, lasciato completamente a se stesso e allontanatosi definitivamente dal rock progressivo, il gruppo aveva anche acuito notevolmente quella fastidiosa vena “spiritual-populista”, da sempre presente in modo discreto già dai tempi di “Ad Gloriam”, ma che di lì a poco sarebbe esplosa in tutta la sua radicalità. Un’anima conservatrice e populista di derivazione catto-beat, che solo l’humus culturale di pochi anni prima era riuscito a stemperare mantenendola su livelli accettabili, ma che ora poteva esprimersi a briglia sciolta e tra l'altro con esiti non sempre brillanti.

le orme 1977Comunque, snobbati dal mercato inglese e tentennanti su quello italiano, i quattro vanno a incidere a Parigi lasciandosi incantare dall’atmosfera bohemienne della capitale, ricorrendo a suoni marcatamente pop e conservando dei tempi andati solo l'epica copertina del pittore Walter Mac Mazzieri.
Il resto è conservatorismo puro, sublimato da un brano che al di là del successo a 45 giri, fu la peggiore dimostrazione di quanto la band non solo fosse totalmente avulsa ai drammi della propria generazione e del movimento ’77 in generale, ma addirittura paternale nei confronti delle sue rivendicazioni.

Così, mentre la polizia sparava a Giorgiana Masi, manifestazioni, agguati e omicidi politici si susseguivano pressoché quotidianamente e le Brigate Rosse centravano i loro bersagli, Tagliapietra e Pagliuca cinguettavano: “Se io lavoro e perchè non so che fare...” pretendendo pure che non si parlasse male di loro poiché avevano “pochi amici con cui passare il giorno”.

E mentre il sindacalista Luciano Lama veniva violentemente cacciato dall’Università La Sapienza di Roma, venivano soppresse festività in uso da secoli e sui lavoratori si abbatteva lo spettro dei tagli salariali e occupazionali, le angeliche Orme stilavano quello che poteva essere un inno al neoliberismoperdere tempo vuol dire restare indietro” proponendo tra le soluzioni ai nuovi disagii quella di “tenersi per mano tutti assieme
Un’inadeguatezza a dir poco spropositata rispetto alla drammaticità dei tempi.

le orme in concerto 1977La musica del disco, va da se, riflette il candore di certi suoi contenuti: magniloquenza, scontatezza, ingenuità, e una comunicazione più affine all’Azione Cattolica che non al Rock Progressivo.

Qualche fragore dei tempi lontani c’è ancora come nell’intro percussiva di “Al mercato delle pulci” ma mai scevro da quei manierismi e da quelle banalizzazioni che da qui in poi si sarebbero ripetuti sempre più spesso sino a sfociare, cinque anni dopo, in una violenta crisi personale e creativa che terrà la band lontana dalle scene per quasi otto anni.

Storia o Leggenda” dunque, non chiuse un ciclo. Confermò anzi il fatto che un nuovo periodo fosse già stato inaugurato almeno da tre anni e che già da tempo procedeva tra incertezze e revisionismi. Il resto, è storia d’oggi.


TRACKLIST: -A- 1. Tenerci per mano 2. Storia o leggenda 3.Il musicista 4.Come una giostra -B- 1.Se io lavoro 2.Un angelo 3.Il quadro 4. Al mercato delle pulci

COLLEZIONISMI: Disco comune la cui versione originale italiana non supera quasi mai i 40 euro.
Più rara è invece l’edizione argentina "Historia o leyenda" che potrebbe aggirarsi sui 150 in condizioni Mint.

78 commenti :

aliante ha detto...

Grazie John. Ottima scheda come sempre. La tua disanima non fa una grinza ed io la condivido in pieno. Pur amando molto la band veneziana, effettivamente qui (ma già da Verità nascoste) ci troviamo in presenza di testi abbastanza deboli e melodie non sempre convincenti. Io mi sono autonominato "Aliante" proprio in onore del bellissimo spunto ritmico di Michi Dei Rossi presente nel suddetto pezzo (direi quasi alla Bruford). Purtroppo in questo album, dove sicuramente si è cercato un compromesso tra il prog ed il commerciale, mi spiace vedere sacrificato il suo drumming che è sempre stato un marchio di fabbrica della band.
La copertina di Walter Mac Mazzieri è stupenda, una delle migliori del loro catalogo.

JJ ha detto...

A me la cover è sembrata invece molto in contrasto con i contenuti dell'album.
Quasi come se volesse rievocare graficamente i fasti dell'"Uomo di pezza" ma con un aggressività fuori contesto.
E in questo senso essa strideva davvero con la socialdemocrazia del disco.
Che ne pensi?

Altra cosa:
la mia generazione(i miei compagni, s'intende) all'epoca massacrarono un brano come "Se io lavoro" intendendolo come un vero e proprio manifesto reazionario.
Cosa pensate di questo?
Voi, come lo avete interpretato?

aliante ha detto...

John, per quanto riguarda la copertina di Walter Mac Mazzieri il mio era un giudizio puramente estetico. Poi certo, come giustamente dici tu, la cover fa un po' a cazzotti con quello che in realtà emerge dal disco in questione che, lo ripeto, strizza fin troppo l'occhio al commerciale. Per quanto riguarda il brano "Se io lavoro" a me ha sempre dato l'impressione del tentativo di creare quasi una sorta di "Ritorno al nulla" con testo, senza ottenerne però la stessa forza che aveva la splendida chiusura di "Felona e Sorona"...Boh, magari mi sbaglio, è un mio modesto parere, sono solo senzazioni.

Anonimo ha detto...

ciao,io mi ricordo quando ho sentito se io lavoro per la prima volta che mi sembrava una presa per il culo. mio fratello maggiore era appena stato licenziato da mirafiori. la mia famiglia tirava praticamente a campare e quelli parlavano di lavoro come un passatempo. ciao edo

Rachmaninov ha detto...

Io ho sentito e comprato il disco all'epoca...ma me ne pentii non poco, poichè mi sentii (e ancora qualche lampo antico è sopravissuto fin'ora) un poco ingannato.....ingannato dalla copertina, che mi riportava a quello che per me è il miglior album delle Orme e tra i più grandi del prog italiano: Uomo di pezza.

Diciamo che in quel momento ho chiuso con le Orme, nel senso che, questo disco, come anche "preannunciatomi" da Smogmagica (Contrappunti e Verità nascoste li ho conosciuti dopo - ci riprovavo sempre con Le Orme, ma sempre rimanevo deluso), per me è musicalmente la fine del fantastico gruppo prog LE ORME...e per LE ORME gruppo main-pop-rock non avevo ne voglia e ne amore da spendere.

Chiaro che poi, col tempo, correggi le tue parole e i tuoi sentimenti espressi 30-35 anni prima. Oggi mi piace ascoltarlo ogni tanto, ma più per motivi sentimentali e perchè in fondo in fondo sono stato sempre un fedele delle (prime) ORME. Ma non mi sono mai più appassionato ai loro albums, tranne forse "L'infinito" che mi ha fatto ribattere il cuore, che a me suona come un voler cercare di ritrovare le vecchie strade e le vecchie maestrie.

Voglio raccontare anche una bella storiella: nel 2002 sono in vacanza con moglie e pargolo di 4 anni in Calabria, a Tropea. Una bella sera, manna caduta dal cielo, la figlia di amici che erano venuti a trovarci per 2 giorni dove eravamo in villeggiatura, si offre di badare a nostro figlio che di li a poco sarebbe andato a nanna, mentre lei guardava la TV....e "noi" quattro ci siamo incamminati su per il monte in un paesino vicino, a farci quattro passi. Mentre entravamo in paese si sentiva musica...bella musica, che riconobbi subito, pensando: "*azz, questi ragazzi che fanno covers delle Orme sono bravi...anche la voce simile a Tagliapietra hanno".

'nZomma, ci siamo "posteggiati" ai limiti della piazza (strapiena) a un buon 30-35 metri dal palco ad ascoltare e io sempre a pensare, ma che forti 'sti qua. Poi mi rendo conto che non sono più giovanotti e i peli sulle braccia mi si cominciano a drizzare...e dico al mio amico "Questi sono Le Orme" e lui "Ma va...mica Le Orme vengono a suonare qui, in un paesino di 4mila anime".

Due minuti dopo ebbi conferma del mio pensiero ed anche il mio amico impallidì, quando il cantante, invece di dire "adesso vi proponiamo la più conosciuta suite che le Orme ABBIANO fatto..." disse "Ora finiamo con la NOSTRA più conosciuta suite...e ovunque noi siamo, se non la proponiamo non ci pagano...anzi, non ci fanno nemmeno andare via".

Io credevo di sognare, in quel momento.....e, rendendomi conto di che suite parlavano, capii che stavo per essere testimone di Felona e Sorona dal vivo.

Così fu.....FeS dal vivo, intera...un sogno avveratosi per me che vivo all'estero "da una vita".

Alla fine sono riuscito ad abbracciare Aldo, l'unico "grigio" e unico del vecchio trio (ma glia ltri due erano bravissimi).

Per me quella serata è stato un evento che non dimenticherò mai.

Anonimo ha detto...

Rachmaninov sei sicuro che se era il 2002 non c'era anche Michi dei Rossi alla batteria?
Non che importi molto, ma a quel punto ti sei visto F&S suonata da 2/3 delle storiche Orme.
Una cosa che oggi non capita più.
Ciao a tutti e ciao soprattutto a quel figo di JJ :-)
Fabiana

Rachmaninov ha detto...

Ciao Fabiana...si, più che sicuro: nel 2001 ero in Sicilia e pagate le vacanze in lire :-))
Il 2003 ero in Toscana (6 anni di fila)

Chissà, magari Michi in quel momento non poteva (altri impegni, malattia)...fatto è che alle tastiere vi era un ragazzone esotico (e alla batteria mi ricordo uno più giovane di me (ho 53 anni)

Ciao

Giampaolo ha detto...

Questo è un album così così.....
diciamo che di prog ci sono la title track e l'ultimo brano "al mercato delle pulci" che ha indubbiamente qualcosa di geniale. Forse quel brano in un altro contesto spazio-temporale sarebbe stato un grandissimo brano....
Buonanotte!

Anonimo ha detto...

Grazie Fabiana! Ricambio con affetto. JJ

rael ha detto...

Sono daccordissimo sulla valutazione al disco, una mezza ciofeca detto chiaro e tondo...però non ho capito bene se per te Le Orme erano reazionarie o conservatrici.

JJ John ha detto...

Come ho sempre sostenuto attirandomi non poche critiche,le Orme sono fondamentalmente dei socialdemocratici.
Hanno fatto si cose pregevoli, ma sempre intinte di uno spirito catto-populista che almeno a me, non è mai piaciuto.
Un doppiogiochismo col quale avrebbero voluto tirare per la giacchetta anche il movimento, che però capì l'antifona escludendoli dal giro.
Sotto una facciata avanguardista hanno sempre covato uno spirito, appunto, reazionario nel senso negativo del termine ("Se io lavoro" o in "Morte di un fiore" ad esempio)e conservatore che, come ben sappiamo, è esploso poi nel tempo.
Il mio è naturalmente un giudizio di parte che però nulla intende togliere a una band che non ho mai stimato, ma sicuramente apprezzato.

Anonimo ha detto...

... la copertina è porno?
... ma cosa sta per fare la donna in alto a destra?

Anonimo ha detto...

Ehm, a me sembra una scena di battaglia in cui lei sta per essere trafitta da una lancia.
Però effettivamente...
JJ

Rachmaninov ha detto...

Rispondendo all'ultimo Anonimo (quello del porno)... E se pensi ad un glande che sta per essere staccato dal becco di un rapace, penseresti sempre e ancora al porno?
:-)

JJ John ha detto...

@ Tutti i pornografi:
Insomma, sempre di glande si tratta.
Comunque, che ci sia in vista una fellatio o un'evirazione, io preferirei non esprimermi su questo argomento perchè, specie nella seconda ipotesi, la cosa mi fa un po' impressione...

In entrambe i casi però: cosa c'entra una situazione del genere col contenuto dell'album?
Questo qualcuno me lo deve spiegare.

@ Rach:
Conosco il gruppo ma non ho mai ascoltato il disco di cui parli.
A questo punto però, credo sia doveroso... giusto?

Anonimo ha detto...

Ehm...

Anonimo ha detto...

Personalmente amo molto questo disco, nonostante concori sul fatto che di prog ce n'è veramente poco.
Non capisco però l'ostinazione nel cercare reconditi messaggi politci in un gruppo i cui testi sono sempre stati completamente avulsi da qualsiasi benché minimo riferimento politico... e a me Le Orme sono sempre piaciute proprio per questo...

JJ John ha detto...

Non si tratta di "ostinazione".
Classic Rock è nato proprio per mettere a confronto musica e società ed è per questo che ricorrono certi paralleli.

Che poi Le Orme non avessero riferimenti politici questo è vero sino a un certo punto.
Furono smaccatamente antiabortisti (o comunque vennero percepiti come tali), socialdemocratici e nel caso di "Se io lavoro" davvero controrivoluzionari.

Vennero all'epoca criticati per questo ma non fecero una piega: andarono avanti per la loro strada milionaria e sempre fuori da ogni logica movimentista.
Segno che in fondo, certe critiche avevano centrato il punto.

Che poi possano piacere o meno, quello dipende naturalmente dalla propria sensibilità personale.

Anonimo ha detto...

Attenzione, molti testi di Le Orme sonometafore e denunce sociali, feci domande specifiche una sera di almeno quindici anni fa con Dei Rossi, Bom e Sartori:
1- Vedi Amsterdam lanciava l'allarme (piuttosto esplicito in verità) sui molti ragazzi che in quel periodo partivano per l'Olanda in cerca di droghe per non farne ritorno... "fermate qualcuno in tempo", questa venne screitta dopo che un loro amico ci lasciò le penne!;
2- Regina al trubadour narra le gesta di una ragazza fuggita da Venezia per recarsi al Troubadour a Londra, la madre venne a sapere del loro viaggio e chiese di trovarla e di portarla indietro; venne trovata nel bordello (T. appunto) lessa di droghe ma non volle tornare ("ti ho portato un dono che mai troverai se resterai...");
3- se io lavoro: visto che i nostri lavoravano e guadagnavano erano dei Mercenari, Crumiri o come altro volete chiamarli ma... chi si lamentava? Ah, Ferrara, Liguori o Pietrangeli (scriveva Contessa e lavora a Mediaset!)
Le Orme forever

UGO ha detto...

J J COSA NE PENSI DI FLORIAN E PICCOLA RAPSODIA DELL'APE UN TUO GIUDIZIO CRITICO GRAZIE UGO

J.J. JOHN ha detto...

Ricordo che il primo mi spiazzò molto e mi piacque poco. Il secondo mi spiazzò poco e mi piacque ancora meno.

MarioCX ha detto...

A mio parere si tratta di un brutto disco con un pezzo musicalmente magnetico e splendido: "Se io lavoro".
Il testo credo vada interpretato con valenza di affresco surreale.
Voglio dire, non credo che "se io lavoro è perchè non so che fare" possa essere intepretata in modo diverso.

J.J. JOHN ha detto...

Ciao MarioCX, bello risentirti. Qui non c'è male grazie.
"Se io lavoro" era davvero un affresco surreale, ma forse anche troppo rispetto al pragmatismo di quegli anni.

Anonimo ha detto...

"se io lavoro è perchè non so che fare"
carissimi lavoratori, il lavoro ci spiazza, uccide letteralmente ogni stimolo e voglia di vivere.
abituato a lavorare sin da tenera età, trovandomi in condizioni di non riuscire ad avere la FORZA di COLTIVARE LE PROPRIE PASSIONI!

il lavoro come mi è stato presentato in vita mia (sono nato nell'86 e vivo in prov. di lecce),è una cosa da lasciar perdere e dedicarsi ad altro.


NON CENTRALIZZIAMO IL LAVORO E LA SUA CREATA UTILITà. FINIREMO COME SIAMO FINITI, TUTTI INGLOBATI E CONTRIBUENTI DI COLORO CHE NON FINISCONO MAI D'ARRICCHIRSI.

IL BEL FRUTTO DI QUELLE LOTTE TRA COMPAGNI E POLIZIA.

LA VITA NON DOVREBBE ESSERE SOLO LAVORO CHE SIGNIFICA PLUS VALORE DA CONSUMARE.
ABBASSO IL LAVORO.
UN LAVORATORE

Anonimo ha detto...

BISOGNEREBBE PENSARE PRIMA A SE STESSI E DOPO LAVORARE.

ugo ha detto...

be il discorso è complesso ma in sintesi bisognerebbe dare più lavoro a tutti e,ove non fosse possibile,dare un sostegno sociale a chi ne ha bisogno ed oggi la situazione è sempre meno sotto controllo!

ravatto ha detto...

"Nelle tue miserie riconoscerai....il significato....di un "arbeit macht frei".................................................................Tetra economia...quotidiana umiltà....ti spingono sempre.........verso "arbeit macht frei"..........................................................................Consapevolezza................ogni volta di più................................................ti farà vedere..........cos'è "arbeit macht frei"...

ravatto ha detto...

Oppure, Dario Fo

http://www.youtube.com/watch?v=9KAk8fWzeFc

massimo ha detto...

Se io lavoro : testo che suggerisce il superamento della " vita inautentica " con un salto - rischioso ma ineludibile (sotto c'è un precipizio) -verso la dimensione religiosa.

ugo ha detto...

infatti massimo tant'è vero che john proprio su questo brano ha preso le dstanze o meglio li ha tacciati di cattolicesimo il gruppo stesso giusto john?

JJ John ha detto...

Beh, sin dai tempi di "Ad Gloriam" non ci voleva molto per capire da che parte stessero.
Di "Se io lavoro" per esempio, Massimo ha dato una lettura corretta, ma vaglielo tu a far capire agli autonomi del 77, agli operai licenziati, o a coloro che stavano subendo la più devastante riconversione produttiva dal dopoguerra.

massimo ha detto...

Io non condivido la vostra avversione nei confronti del cristianesimo. Non posso.

massimo ha detto...

Marxismo, post marxismo, Althusser e Toni Negri ecc.ecc. Li ho studiati a fondo anni fa per obbligo. Non fanno per me. Troppo terrenali. Lasciano tutto cosí come l'hanno trovato. Non si avvicinano minimamente a rispondere alle domande fondamentali.

massimo ha detto...

Non so perché ho tirato in ballo T.Negri... scusate.

J.J. JOHN ha detto...

Nessuna avversione religiosa né apologia al Marxismo.
Qui si analizza solo come il rock progressivo italiano si evolse e impattò sulla società del decennio 67-77. In particolare sulle sue controculture: prima di sinistra e successivamente di destra.
Di "Christian Music", se ne parla naturalmente in seno al fenomeno Beat, che fu l'anticamera del Prog, ma se proprio volete approfondire, rivolgetevi ai miei amici e colleghi Fabio Marchignoli e Pamela King. Loro sanno tutto di tutto: dal catto-beat di Angel and the Brains, a Chiara Grillo... più di così... .

Federico ha detto...

La filosofia di Marx "ha lasciato tutto cosí come l'ha trovato". Si vede che il ragazzo non è molto pratico di storia contemporanea...
JJ scusa una cosa sola, chi è Chiara Grillo?

massimo ha detto...

in filosofía mi laureai molti anni fa. L'ho anche insegnata ( non in Italia , non temete), quindi ciò che ho affermato ha una sua ragione di essere, caro Federico. Quando avrai alle spalle un percorso filosófico " minimo", ne riparleremo.Per finire,Non prendo lezioni di filosofia dal primo che passa, ci mancherebbe altro!

Anonimo ha detto...

...ma della storia dei movimenti sociali e operai degli anni settanta evidentemente conosci poco. men che meno di quelle controculture di cui si parla in questo sito. Forse perché impegnato a filosofare all'estero.
Fed.

Unknown ha detto...

ho semplicemente ricordato che le questioni fondamentali, di cui un tempo si occupava la metafisica, non sono quasi state prese in considerazione da Marx, essendosi occupato di tutt'altro:materialismo storico, dialettico ecc. che c'entrano i movimenti sociali e operai con le questioni ultime della filosofia, mi domando?
PS i movimenti da te citati li ho vissuti in prima persona, mio malgrado. e non ne ho nostalgia. Acqua passata. idealizzare quei tempi non è sano (per me)

Unknown ha detto...

All' estero ci si sta bene Scrollarsi di dosso la patina di provincialismo patrio che impedisce alla pelle una traspirazione normale, é una sensazione difficile da spiegare.( il commento precedente era mio, nonostante un nome diverso). Massimo.

Anonimo ha detto...

E' che qui, non so se ti è chiaro, non si parla questioni ultime della filosofia, ma di rock italiano anni settanta, della sua società, delle sue controculture e dei movimenti di quegli anni. Ci sei?
Non si idealizza nulla e nessuno, e se ti piace tanto l'estero chiedilo a JJ che è inglese.
Aproposito John... scusa eh... ma chi cacchio è o era era Chiara Grillo? Mo' non ci dormo la notte...
Fed

Unknown ha detto...

Sí , Bravo, hai ragione. Lunga vita al prog italiano e viva la controcultura degli anni settanta.
Massimo

JJ John ha detto...

Chiara Grillo è una cantautrice cristiana che pubblicò due singoli tra il 73 e il 79, e nello stesso anno l'album "La Rondine" per l'etichetta Monitor. Per il resto, "lunga vita al prog italiano" e chi vuol farci sopra dell'ironia, si renda gentilmente conto che ha sbagliato sito.

massimo ha detto...

Se non mi sbaglio, il Museo Rosenbach e il Rovescio della Medaglia qualcosa della filosofia di Nietzsche Ed Hegel sapevano. "Io come io" e " Zarathustra" en sono un lampante esempio. Se poi il vate della controcultura italiana dell'epoca è Pasolini ( al quale furono dedicati numerosi elogi nei commenti allá recensione di Chetro & c.)mi puo anche star bene: è uno scrittore che stimo moltissimo. Affermare peró che la filosofia non c'entri nulla col prog italiano sarà sempre un errore: i due lavori soprano citati lo dimostrano. Fine della scambio di battute.

massimo ha detto...

PS. I testi del Museo Rosenbach e del RdM sono una meraviglia.

J.J. JOHN ha detto...

Nessuno ha mai affermato che la filosofia non c'entri col Prog italiano, questa è pura fantasia.
Anzi, ho già abbondantemente spiegato qui e nei miei libri, come nel periodo underground (70-72)in cui il prog rimase sostanzialmente apolitico per precise ragioni storiche, molti artisti attinsero copiosamente alle varie forme di spiritualità e alle filosofie.
Naturalmente ognuno con la propria visuale, capacità, e grado di conoscenza.
Alcuni esempi: Gli Alluminogeni, filosofi per eccellenza; Battiato; Le Metamorfosi; I Trip; Le prime Orme; Claudio Rocchi; Jumbo; Living Music e Seconda Genesi.
Ammetto che non ho mai approfondito molto l'aspetto filosofico perché sono un analista di Sistemi Urbani non un filosofo, e purtroppo competo poco in materia.
Ben lieto però se qualcuno vorrà estendere il dibattito anche a questa disciplina.
Sempre considerando però, che la mia è una "lettura dal basso" della storia, e che quindi predilige "l'impatto che gli eventi o le teorie ebbero su un determinato sistema sociale," e "se e come" lo modificarono.
In questo senso, andrebbe benissimo eviscerare la Lisistrata di Aristofane, ma ancor più capire in che modo fu sviluppata nel film "Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don". che ebbe appunto come colonna sonora "Troglomen degli Alluminogeni". Oppure vedere quanto di Aldous Huxley ci fu in Fetus di Battiato. Una chiave di lettura rock, insomma. Buon lavoro a chi vorrà contribuire.

massimo ha detto...

Rispondevo piú che altro a un commento che non era il tuo e che mi aveva lasciato perplesso. Battiato e Huxley, ottima osservazione, John! A presto.

Anonimo ha detto...

Scusate ma se parliamo di movimenti sociali creativi, il vate dell'Underground e della Controcultura italiana fu semmai Andrea Valcarenghi. So che Pasolini difese la subcultura dei Teddy Boys verso la fine degli anni cinquanta (giusto John?), ma poi si evolse verso la critica politica e forme di rappresentazione più alta... sbaglio?

JJ John ha detto...

No, non sbagli. Però, metiamola così: Valcarenghi fu "l'ideatore" dell'Underground e della Controcultura, intesi come movimenti sociali. Pasolini fu invece "vate" delle subculture più marginali che difese e celebrò in molte sue opere, a partire dai Teddy Boys milanesi sui quali avrebbe voluto girare un film nel 59.
Non se ne fece nulla per un incidente di percorso (i potenziali attori vennero tutti arrestati il giorno prima delle riprese), e la sceneggiatura originale finì in mano a Rocco e Serpì che la reinterpretarono a modo loro in "Milano Nera".

Stephen Doyle ha detto...

Huxley fu nato in Godalming, Surrey, mia città, in 1894. La medesima location dove la prog band Genesis mosse i loro primi passi 75 anni più tardi a la Charterhouse. E' bello sapere che anche il progressivo Maestro italiano Battiato riferì al nostro con cittadino nella sua sua prima opera Foetus. Io non so realmente come lui sviluppò la sua filosofia, ma la sua citazione è per noi più che un onore. Forever Prog, Stephen.

Anonimo ha detto...

E tenerci x mano

Renzo Stefanel ha detto...

Per me è un disco meraviglioso.

Renzo Stefanel ha detto...

Ho dimenticato di scriverlo prima: non condivido (ma rispetto il tuo parere) l'accusa di "inno al neoliberismo" e trovo fuori di luogo l'inquadramento delle Orme in una prospettiva "conservatrice e populista di derivazione catto-beat" (come se nel populismo, che è pensiero molto variegato al suo interno, distinguibile perlomeno in radici autoritarie di derivazione napoleonica e in radici ultrademocratiche di derivazione rousseuiana ci fosse di per sé qualcosa di male, quando è storicamente un pensiero comunque interno a quello democratico: basti pensare al People's Party Usa o ai Narodniki russi...).
Brevemente: per me non c'è nulla di tutto questo.
Ci sono invece due cose. Uno, Le Orme si sono rese conto della fine della spinta innovatrice del progressive e della musica derivata dagli anni 60 perlomeno da "È finita una stagione" e quindi stanno cercando nuove strade, sfoggiando una capacità di sintesi sconosciuta ad altri gruppi (ex) progressive di condensare le sperimentazioni prog all'interno della forma canzone (si pensi alla struttura della title track) e di accogliere suggestioni provenienti dai nuovi generi (così come ai tempi di "Canzone d'amore" faceva capolino il funk, ora in "Tenerci per mano" compaiono accenni reggae e in "Se io lavoro" è palese l'influenza del synth pop che in Inghilterra era ai suoi primissimi vagiti). Il successivo ripiegamento nella forma classica ("Florian" e "Piccola Rapsodia dell'Ape") è inquadrabile proprio come un tirarsi fuori da nuovi tempi che non si capiscono più, ma non per la loro rivoluzionarietà, bensì per la mancanza di innovazione e la vittoria dell'establishment (sarà la triste consapevolezza di "Fine di un viaggio") e insieme come una risposta anticommerciale a quanto andava facendo il loro ex compagno di viaggio Reverberi con il Rondò Veneziano.
Due, la malinconia del disco, certamente originata dalla temperie storica, così come un certo atteggiamento dimesso in genere delle Orme sono semplicemente tipicamente... veneti. Vivo in Veneto, conosco la secolare cultura veneta, ed è un lato importante della visione della vita di qua, tanto quanto quello imprenditoriale o quello gioioso. Basti pensare alla malinconia dei giardini delle ville venete. È quel preciso tipo di mood.

J.J. JOHN ha detto...

Renzo Stefanel (più Veneto di così...), massimo rispetto per la tua arringa che condivido solo in parte e di cui contesto solo due passaggi, anzi due e mezzo.
1)Nel 1977 la "capacità di sintesi" che attribuisci alle Orme non era affatto "sconosciuta ad altri gruppi/artisti (ex) progressive". Di sicuro non a a Leo Nero, PFM, Napoli Centrale e Alberto Radius.
2)Con i successivi due album Florian e Ape non scoprirono nulla di nuovo. Semplicemente, come sempre, saltarono sul carro dei vincitori. Penso alla Piazza Delle Erbe, agli Errata Corrige e all'album orchestrale del Banco.
2 1/2) Sempre nel Settantasette la malinconia non era sicuramente una prerogativa veneta. Mi riferisco al Battiato in versione proustiana, piuttosto che a Rocchi, Lolli, Gaetano, Rosso o o Manfredi.

Anonimo ha detto...

Che valutazione disgustosa. Un discodev'essere giudicato dalla sua colorazione politica. Che voltastomaco... Siete ridicoli e pietosi...

Luca Minieri ha detto...

Ah si? E che tu che offendi e non ti firmi cosa sei? Stronzo!

ugo ha detto...

signori un pò di contegno questo è un sito di musica "altra" per cui credo sia inutile scivolare negli insulti o nelle polemiche e comunque chi offende deve perlomeno dichiararsi e non nascondersi dietro un anonimo o sconosciuto.
poi sempre questo discorso dell'aspetto politico ma una volta tanto soffermiamoci su quello artistico e qui è fin troppo evidente che le orme stavano raschiando il fondo vuoi perchè siamo nel 77 dunque in piena era punk e il prog già declinava da qualche tempo(anche se proprio nel 77 uscì l'ultimo grande disco di prog italiano e mi riferisco a quello della locanda delle fate).poi faccio mia una riflessione del grande john ossia che le orme sono sempre state diciamo furbe e per furbizia mi riferisco al discorso del 33/45 giri infatti basta notare come persino nel 71 anno di collage all'uscita del 33 abbinavano quella del 45 giri una scelta magari discutibile per noi amanti del prog ma non certo per le tasche del gruppo e della casa discografica ovvio!riguardo l'aspetto cattolico o altro non voflio proprio affrontarlo perchè preferisco ricordare le orme per quello che ci hanno lasciato sul piano artistico ciao ugo

ugo ha detto...

...e poi cerchiamo di essere educati non fosse altro per il creatore di questo sito JOHN NICCOLO MARTYN senza il quale tante belle notizie non le avremmo mai sapute io gli farei una statua ad honorem per il lavoro profuso su questo bellissimo sito

JJ John ha detto...

Vedo che a distanza di vent'anni c'è ancora qualcuno che mi rinfaccia di leggere il Prog sotto l'aspetto politico e sociale. Per di più celando le sue offese con l'anonimato.

Io naturalmente non posso né voglio redimere tanta idiozia,ricordo però che l'arte non può e non deve essere disgiunta dal proprio tempo storico. Lo hanno detto anche Gramsci, Sartre, Melucci e qualche altro migliaio di analisti prima di me.

Quindi, se vogliamo produrre un'analisi completa di una qualsivoglia opera artistica, dobbiamo necessariamente contestualizzarla.

E siccome la Controcultura degli anni Settanta (quella che per intenderci regolava e orientava il mercato discografico alternativo tra il 73 e il 76) era tutta subordinata al vaglio politico, sarebbe un errore tralasciare questo aspetto in qualsivoglia recensione.

Anonimo ha detto...

Quel coso non meritava una tua risposta, JJ
Vito de Roma

Anonimo ha detto...

Hai ragione Vito. Mi premeva solo ribadire una mia policy.

Per ora lascio tutto così,poi cancellerò i commenti offensivi e quelli volgari (anche di chi mi ha difeso). Grazie comunque.

Ciao Ugo, tutto beme? Mi raccomando, Martin, con la i, non Martyn. Lui era bravissimo, ma... sai com'è...

ugo ha detto...

ciaoooo johnny martyn ma no john martin scherzo eh!

che poi a proposito di JOHN MARTYN il cantautore inglese ma lo sai che non no manco un disco di questo tizio e manco mi attrae bah!
poi magari me lo descriverai quando vorrai o potrai ma solo per curiosità!

ravatto ha detto...

Mi ricordo "Solid Air"...

JJ John ha detto...

È stato un cantautore / chitarrista maledettamente bravo. Diciamo folk-rock, ma con digressioni nella psichedelia (prima) e nel pop (dopo).

Purtroppo beveva moltissimo e aveva un gran carattere di merda. Pensa che un giorno gli dissero che se avesse continuato a bere gli avrebbero dovuto amputare una gamba (era un casino grosso... leggiti tu bene la storia), e lui che fece...? Continuò a bere e morì con una gamba sola.

Aveva però una voce che era l'anima allo stato puro.
Io ovviamente, ho tutto di lui e ti consiglierei per cominciare "Solid Air" (grezie ravatto) e "Bless the weather" anche se il mio preferito in assoluto rimane "One World".

Anonimo ha detto...

Ribadisco.
Disgustosi.
Non è certo altrettanto offensivo di quanto scritto da voi per cui non meritate mie ulteriori attenzioni
Adieuuuuu

Anonimo ha detto...

Abracadabra! No, niente da fare...sei ancora un idiota!
Gino

ugo ha detto...

il vero disgusto è mascondersi dietro ad un anonimo
se avete le palle perlomeno dichiaratevi col nome
e comunque personaggi cosi non sono affatto graditi su questo sito che trasuda di passione e competenza!
u g o

Marco ha detto...

Infatti, ma chi è sto frustrato? Jj sei stato sin troppo gentile.

Anonimo ha detto...

Disco inconsistente e banale, mai piaciuto

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Anche i due dischi successivi Florian e Piccola rapsodia dell'ape li ho sempre trovati noiosi e prescindibili .

Venerdì del 1982 altro disco imbarazzante

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

In definitiva, per me Le Orme sono il gruppo di rock progressivo italiano più sopravvalutato di tutti i tempi !

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Tutto sommato questo è un altro loro disco ben suonato anche se non entusiasmante

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Carino ma non imprescindibile il singolo Canzone d'amore del 1976

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Dopo tutto anche i dischi Florian, Piccola rapsodia dell'ape e Venerdì sono come di consueto ben suonati ma non entusiasmanti

Michele D'Alvano

rael ha detto...

Sono d'accordissimo col buon Renzo Stefanel...mi sfugge il senso di accanirsi con Le Orme perché facevano canzoni pop! Non è mica colpa loro se c'erano le BR o se ammazzavano qualcuno in Italia.

ugo ha detto...

con questo album le orme chiudono la loro stagione del prog direi piu pop che prog visto che almeno fino al disco del 74 contrappunti di prog ce ne stava ancora abbastanza poi gia con smogmagica disco davvero strano perchè alternava pezzi fantastici tipo LOS ANGELES ad altri carini immensa distesa o amico di ieri ad altri a dir poco imbarazzanti amanti di citta su tutti!
poi una certa ripresa con verità mascoste un disco bello solo sul lato a visto che il lato b è nettamente inferiore dopodiche una discesa pazzesca benche la b-side di canzone d'amore è finita una stagione è un gran bel pezzo ma poi un vuoto che solo negli anni 90 con la trilogia ha ripreso una certa credibilità
peccato perche secondo me potevano fare cose molto superiori ma le orme sono sempre state in bilico tra il prog ed il pop e basti pensare al disco del 72 uomo di pezza dove a pezzi stupendi tipo la porta chiusa ci affiancavano gioco di bimba davvero incredibili!!!

rael ha detto...

@Ugo permettimi di dissentire almeno in parte: per me Piccola Rapsodia dell'Ape e Florian sono due bellissimi album! Poi il declino sempre più commerciale e ridicolo.

ugo ha detto...

be rael ammetto la qualità dei due album però erano musica da camera non piu prog pero ti do ragione