Crystals: Crystals (1974, pubb. 1992)
Siamo nel 1974 ed esattamente nel periodo della pubblicazione di “Caution”, il secondo Lp degli Area presentato alla stampa in febbraio ed eseguito per la prima volta al Teatro Quartiere di Milano il 24 marzo: un lavoro caustico e violento che proprio per queste sue peculiarità farà molto parlare di se.
Eppure, mentre Stratos e compagni si apprestano a portare in tournèe il loro album più turbolento, negli studi “Fono Roma” di Cologno Monzese (MI) un’altro gruppo di eccellenti musicisti, ciascuno reduce da importanti esperienze artistiche, immortalava su bobina otto brani infinitamente meno trasgressivi pur se tutti composti proprio dal chitarrista degli Area Paolo Tofani.
La formazione autobattezatasi Crystals, comprendeva il bassista Giorgio “Fico” Piazza (Pfm), l’ex Alphataurus Giorgio Santandrea (batteria), i chitarristi Marcello Todaro reduce dal Banco del mutuo soccorso e Nanni Civitenga (prima RRR e poi Samadhi) e infine il cantante Claudio Degani. Insomma, una line up che solo dal palmares dei singoli componenti, avrebbe potuto agevolmente entrare nella storia del rock italiano.
Sotto la supervisione di Paolo Tofani (che comunque immaginiamo non sia stata una presenza così costante visti i suoi impegni con gli Area) il supergruppo concluse le incisioni in circa un mese e le matrici furono pronte per la pubblicazione da parte della Cramps.
Tuttavia qualcosa non funzionò come previsto: per qualche motivo Sassi e Albergoni archiviarono il progetto e le otto canzoni vennero recuperate solo nel 1992 dalla Mellow Records e nel 2004 dalla Akarma, a cui va il merito di aver riportato alla luce un pezzo di storia altrimenti destinato al dimenticatoio. I Crystals, va da se, non ressero al diniego e si dispersero .
Stiamo dunque parlando di un gruppo da studio, che non pubblicò alcunché, ne tantomeno fece concerti o ebbe altri tipi di visibilità.
Quindi, l’unica domanda che ci si potrebbe porre a loro riguardo, è" cosa fece scaturire il rifiuto del marketing Cramps che oltre a non licenziare il disco, si giocò anche la collaborazione di cinque ottimi musicisti?".
A questo proposito la storia non ci fornisce molte indicazioni ma personalmente, credo sia sufficiente ascoltare i brani per trovare perlomeno qualche ipotetica giustificazione.
Per cominciare, tutto quello che sarebbe stato il disco dei Crystals era all’epoca decisamente fuori linea sia con il catalogo Cramps, sia con la maggioranza delle produzioni d’avanguardia dell’epoca.
Da un lato infatti, il suo sound era così smaccatamente esterofilo da far pensare non solo che le otto composizioni di Tofani fossero vecchi rimasugli della sua permanenza a Londra, ma da incutere il timore che una sua release sarebbe stata commercialmente sopraffatta dalle decine di capolavori che intanto arrivavano proprio dal prog Inglese.
Per dirla breve, si voleva probabilmente evitare una “saturazione del mercato”.
In più, il pop italiano più conflittuale stava attraversando un periodo di notevole fervore creativo (Area, Perigeo, Dedalus, Camisasca, Opus Avantra ecc) trainato soprattutto dal riscontro dell’annata precedente e a quel punto, inserirvi un prodotto sostanzialmente al ricalco di modelli pregressi sarebbe stato perlomeno sconsigliabile: almeno da parte della Cramps.
Terza e non ultima questione: forse non era del tutto conveniente associare il nome del super - trasgressivo Tofani, militante, sovversivo, comunista e soprattutto antimperialista a un disco in odore angloamericano: sarebbe stata una contraddizione imperdonabile, almeno in quel preciso momento storico.
Poi, è vero che Paolo aveva due anime, una avanguardista e una rock’n’roll, come avrebbe dimostrato nel suo lavoro solista (Electric Frankenstein) e nelle jam con Demetrio e Pagani (“Rock’n’Roll exhibition”, 1979), ma forse nel ’74, era prematuro far emergere questo aspetto.
Comunque sia, non c’è dubbio che i CD postumi della Mellow e dell’Akarma parlino chiaro: tutti i pezzi in scaletta soffrono di una derivatività più che evidente: “Time out” è praticamente un brano dei Led Zeppelin e quasi tutto il resto richiama senza pietà il panorama hard inglese dei primi anni ’70, al punto che citare tutte le fonti originali sarebbe un lavoro quasi enciclopedico.
Non si discute naturalmente l’abilità tecnica dei componenti, Todaro in testa, ma nel complesso la pesantezza dei riferimenti rende il clima del disco quasi fastidioso.
Solo poche ventate aprono la mente a nuove immaginazioni (“Policeman” per esempio ), ma anch’esse vengono solitamente riassorbite da una coazione al ricalco di bands molto più famose ed efficaci.
Immaginiamo il dramma che si consumò negli uffici della Cramps quando Sassi disse "No!", ma onestamente, voi quel disco lo avreste fatto uscire?
6 commenti :
L'anima rock'n'roll di Paolo Tofani venne fuori anche nel suo lavoro come produttore (e anche chitarrista in alcuni pezzi) con gli Skiantos
Beh, senza offesa al supergruppo crystals, questo album è hard rock inglese di serie b. I pezzi sono poco convincenti e soprattutto molto zeppeliani.
Ci sono anche due o tre pezzi che tofani inserirà nel suo album "What me worry".....che uscirà sì l'anno dopo, nel 75, ma che in realtà sono stati registrati da lui in inghilterra prima di entrare negli area. A conti fatti queste tre canzoni sono state meglio eseguite proprio da Tofani, a dimostrazione della bravura del chitarrista fiorentino.
Dei Crystals rimane poco niente in quest'album, giustamente non pubblicato da Gianni Sassi.
Tra l'altro Todaro, dal punto di vista tecnico, mi sembra molto più scarso di Tofani. Ma questo magari è solo un mio punto di vista.
alex
Rispondo subito alla domanda di JJ....No!...non l'avrei mai pubblicato...a meno che negli anni a venire si potesse fare accenno ad un super lavoro di un super gruppo...creando un po' d'interesse e facendo diventare il disco come un pezzo pregiato...invece ebbe ragione Sassi a non produrre un disco cosi "bruttino"...fior di musicisti per nulla, non riesco neanche a percepire un minimo di divertimento nel suonarlo...."rumore" e nient'altro....ma assolvo i musicisti...ciao
certamente non un disco epocale musicalmete parlando ma sicuramente fu uno di quei dischi che avrebbe aperto le porte a gruppi hard Italici e forse avrebbe cambiato la storia della nostra musica per esempio e dico esempio più o meno quello che hanno fatto band come Scorpions per Germania,ma vi sarebbero altri esempi da fare.
Dunque la Cramps come di stile italico non ha osato "sognare" senza ombra di dubbio le generazioni successive hanno patito queste ed altre scelte fatte in quegli anni,che ormai non recupereremo mai più.
Beh la cosa che mi fa sorridere che sia nelle bands americane/UK 60/70/80/90 e a tutto ora vi sia sangue italiano che vi scorre,duqnue considero i musicisti italiani fra i migliori al mondo ma come dice un detto nessuno e santo a casa propria.
ciao
L'Hard Rock 1967-1976c è il genere che preferisco (col Punk e l'HM fino ai primi '80), scavo, ascolto da tanti anni. Qualcosa ho scritto, su 'Dynamo' ed in rete.
Per me, questo disco è piatto, monotono, ha un suono che comunica un senso di soffocamento, la voce è improponibile. È deprimente, benissimo ha fatto la Cramps a non pubblicarlo.
PS Anche la R 'n' R Exhibition di Tofani, Stratos etc... beh, da grande fan degli Area, ed amando anche, appunto, il RnR, lo presi all'uscita. Delusione anche quella, la voce dell'immenso Demetrio per me non era adatta al genere, idem i musicisti, troppo bravi, puliti, si capisce che arrivavano dal Prog! 😉😈
Secondo la Legge del Mururoa, il Rock 'Duro' (Hard, Punk, Heavy) di qualità ha come condizione necessaria (ma non sufficiente*) la Santa Ignoranza (in senso lato 😁) dei musicisti, se sono troppo 'studiati' ☺, hmmm... magari è ben suonato, ma non è eccitante.😃
*Se bastasse l'Ignoranza, allora avremmo avuto una gran scena Hard Rock 1970s anche in Italia, dove invece era quasi inesistente (e di dischi proponibili agli anglosassoni ne uscì solo uno, il primo del Rovescio... e forse anche Sirio 2222 cel Balletto).
Ci sono diversi momenti di buon hard anche in altri dischi (Frontiera dei Procession, Pholas Dactylus, Nuova Idea, gli stessi Osanna, New Trolls e derivati etc etc) ma sono OTTIMI lavori di Prog con venature Hard, mentre 'La Bibbia' è un vero macigno, ben suonato e fragoroso, anche gli appassionati stranieri di Hard puro lo apprezzano!
Saluti dalle miniere di ferro... 😆
Lavoro discreto ma decisamente troppo derivativo ed esterofilo .
Sicuramente questo aspetto, unito a una totale assenza di conflittualità e sperimentazione, ha dissuaso la Cramps dal pubblicare il loro lavoro nel 1974
Michele D'Alvano
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