Donatella Bardi: A Puddara è un vulcano (1975)

Donatella Bardi A puddara è un vulcano Donatella Bardi nasce a Torino nel 1954 da padre pittore e madre insegnante di disegno, ma diventa subito milanese d’adozione essendosi trasferita nella metropoli lombarda a soli due anni.Trascorre quindi l’adolescenza negli anni più vulcanici di una città in fermento e appena l’età glielo consente, inizia a sfruttare la sua splendida voce.
 

Collabora dapprima con Alberto Camerini, Pepè Gagliardi, Alberto Tenconi e Antonello Vitale in una band psichedelica in stile underground chiamata la “Dreaming Bus Blues Band”.
 

In seguito è la protagonista femminile della band “Il Pacco” formata sempre da Camerini (che avrà con lei anche una storia d’amore durata cinque anni), da suo fratello minore Lucio Bardi che riaffiorerà costantemente nella sua vita artistica, da Eugenio Finardi, Ricky Belloni (futuro Nuova idea) e da Lucio “Violino” Fabbri poi in forza alla scuderia della PFM. 

Onnipresente nel circuito controculturale, collabora come corista nel 1971 al disco di Claudio RocchiVolo magico n°1”, affianca Fausto Leali al festival di Sanremo 1973 e, sempre come vocalist, appare nella canzoni “Bambulè” di Camerini, “Chiaro” di Loy e Altomare, “Se si sa senza senso” dell’Equipe 84,Enorme Maria” di Simon Luca e in “Tutto subito” di Eugenio Finardi.
 

Dopo qualche tempo di permanenza in una comune siciliana per risolvere alcuni problemi personali, partecipa con “Il Pacco” alla Festa del proletariato giovanile del 1974 al Parco Lambro e questo suo attivismo (che le farà vestire anche i panni d’attrice) la porterà non solo ad interagire con figure di primissimo piano del rock progressivo quali Demetrio Statos e Paolo Tofani, ma catturerà infine l’attenzione della prestigiosa discografica Elektra che l'anno successivo pubblicherà il suo unico lavoro solista a 33 giri: “A Puddara è un vulcano”.

donatella bardi
Ad affiancare Donatella in sala d’incisione ci saranno il fratello Lucio, il padre Mario che reciterà la title track scritta dal poeta Michele Montagnese in dialetto palermitano, il fido tastierista Gianfranco “Pepè” Gagliardi, il batterista Antonello Vitale e il bassista Paolo Donnarumma, futuro collaboratore di Alberto Radius e in questo caso produttore e tecnico del suono. 

Tra gli ospiti, un certo Kevin Boullen (nome poi contratto in Bullen) alla chitarra destinato a diventare uno dei più corteggiati bassisti della scena milanese anni ’70. 
E a questo punto, eccoci alla disamina dell’album che – premettiamo - malgrado alcuni abbiano inscritto nella categoria “prog”, non ha nulla a che vedervi rappresentando semmai uno spaccato estremamente spontaneo e sincero di quel movimento giovanile che nella seconda metà degli anni ’70, si stava incamminando verso nuove, importanti e dolorose mutazioni.

Nel 1975 in effetti, tutto è più che mai in discussione: la riappropriazione degli spazi, della musica, della merce e del sistema informativo. Del ruolo della donna e della famiglia, dell'austerità e delle nuove metodologie repressive.
Qualunque collettivo cerca la propria strada da mettere al servizio di un mondo migliore e a differenza di due anni prima, si respira molta più positività, grazie anche alla forte ascesa del PCI nelle elezioni del 13 giugno.


Donatella però è proprio giovane e malgrado le frequentazioni “impegnate” non ha una coscienza politica tale da scrivere “Area 5” o ”Campagna”, ma possiede semmai un’anima sorridente e positiva che a discapito della militanza dei colleghi, trasmette molta più “gioia” che “rivoluzione” affrescando così uno dei momenti più fecondi della nostra cultura alternativa.

"Regina in quest'età" sembra quasi una canzone femminista ma senza esserlo, "Cioccolata con panna" racconta il movimento con una limpidezza talmente disarmante da non poter non essere vera, "Punto e a capo" possiede una gioia silvestre da sembrare scritta prima della grande urbanizzazione e la prima traccia "Forget" è pura poesia condensata sorprendentemente in soli sessantaquattro secondi. Una delle intro più brevi della musica italiana.

 
a puddara è un vulcanoCome un angelo lei accompagna la sua generazione che malgrado le mille difficoltà, sta crescendo, irrobustendosi e trasformandosi:
"Ogni frutto è raro, ha una storia da seguire / dall'inizio un seme che da solo può fiorire / cerca luce / il sole la porterà / cerca l'acqua / la pioggia lo bagnerà" (da “Cioccolata con panna”).
 

La storia però ci dice che il candore di Donatella si scontrerà presto con un realtà diversa in cui molti sogni dovranno presto lasciare il passo alla controrivoluzione e al riflusso.
 

Il suo “mondo in riva al mare” fatto di “paesi meravigliosi” e di “colori che raccontano la loro ora” soccomberanno alle nebbie dei lacrimogeni e ai manganelli della “legge Reale”.
Lei enterà in crisi, avrà qualche problema con "brutti miscugli di pillole" (cfr: Enzo Gentile) e alla fine si ritirerà per lungo tempo a vita familiare dando alla luce tre figli e progettando altre immaginazioni ch però non avranno modo di realizzarsi.


I sogni a 33 giri di Donatella verranno dimenticati in fretta e solo quell'immaginario fatto di “tanto lavoro di mani” e di “semi innaffiati che fioriranno” sopravviverà alla sua stessa autrice stroncata il 13 dicembre 1999 da un’emorragia celebrale ad appena 45 anni.

Soffice e conciliante al limite dell'ingenuità, la Bardi lascerà però un messaggio unico nel panorama autorale degli anni '70: "cogliere il bello della vita nel momento in cui viene vissuta". Un po' prosaico a dire il vero, ma straordinariamente sincero

Almeno per come lo trasmise lei.

TRACKLIST: -A- 1.Forget 2.Perchè dovrei credere 3.Punto e a capo 4.Regina in quest'età 5.No! 6.Oberator Mask -B- 1.A Puddara 2.Cioccolata con panna 3.Fratello Antonino 4.Aeroplano 5.Per favore non sbattete la porta

15 commenti :

Moludd ha detto...

Di tutto il disco, la perla a mio parere è proprio Forget, il brevissimo acquerello di apertura, così esile e diverso dal resto dell'album che dalla copertina sembra quasi un album degli Yes. Forse una delle più belle canzoni femminili di quegli anni.

Anonimo ha detto...

Doveva anche essere piuttosto visionaria Donatella.
Chissà se Lucio Bardi passa di qua se ce ne può parlare un po'...

Anonimo ha detto...

grazie davvero per avere scritto sulla Bardi ed il suo disco,
francesco

regolo ha detto...

Mi unisco ai ringraziamenti.
Un disco bellissimo e commovente, purtroppo l'unico di questa piccola grande Artista.
Di nuovo grazie JJ

regolo ha detto...

Penso che Donatella sarebbe potuta diventare la nostra Joni Mitchell. Purtroppo il destino ha deciso diversamente e ci rimane solamente questo bellissimo disco.

Unknown ha detto...

Questo disco è davvero da riscoprire! Ho vissuto quegli anni e sono arrivato solo adesso a lei incuriosito e attirato dalla sua bellissima voce nei dicshi di Claudio Rocchi. La ritroveremo,li ritrovremo, ci ritroveremo. Ciao!

ugo ha detto...

....e dove all'aldilà oppure all'aldiquà!

Unknown ha detto...

Ugo, chissà dov'è veramente l'aldilà e "l'aldiqua"...
Appena ascoltato "La tua prima luna", anche li la sua voce in duetto con quella di Claudio Rocchi, rapisce. "Viaggio", è comunque proprio un gran bel disco.

claudio65 ha detto...

Intervengo con un post su questa bellissima protagonista "minore" del prog italiano. Una grande voce dolce ed eterea che avrebbe potuto dare molto di più. "Viaggio" è stato davvero nobilitato dai suoi interventi in background.
La Bardi, a me, fa venire anche in mente un po' Alice, uno dei miei grandi idoli di gioventù. A proposito: a quando un post su Alice? So che non ha avuto moltissimo a che fare con il prog, se non in età molto giovane (l'album "La mia poca grande età" del 1975 è abbastanza commerciale, ma decisamente raffinato" ed, a mio parere, suonato molto bene), ma le sue grandi collaborazioni con Battiato ad inizio anni ottanta ed il fatto di essere rimasta una cantautrice raffinata e d'avanguardia, sempre con un occhio rivolto al pop ed al rock di gran classe meriterebbe forse un post come "prog-lady ad honorem". Cosa ne dice J.J.? Chiedo anticipatamente venia se sono fuori tema ...

Unknown ha detto...

Una cometa che è passata ma non senza lasciare traccia della sua inconfondibile e bella voce, e oggi desidero ricordarla. Fu la voce femminile nell'album Viaggio, e in Volo Magico n.1 di Claudio Rocchi con il quale lavorò anche in albun successivi. Collaborò inoltre con Alberto Camerini, Eugenio Finardi, l'Equipe 84, Fausto Leali, Walter Calloni, Lucio Fabbri (poi P.F.M.), Demetrio Stratos e Paolo Tofani degli Area, Loy e Altomare...Nel 1974 incise il suo unico album da solista "A' Puddara è un vulcano" (ristampato su CD nel 2010) con il fratello Lucio Bardi alla chitarra, P. Gagliardi alle tastiere, P. Donnarumma al basso ed A. Vitale alla batteria. Ci lasciò troppo presto a soli 45 anni.

Francesco ha detto...

Vorrei precisare a quelli che hanno apprezzato la voce di Donatella Bardi nei dischi di Claudio Rocchi che non è sua la voce nel disco "Viaggio". La voce femminile è quella di Annie Lerner, sorella del giornalista Gad Lerner.

francotaxi ha detto...

Francesco ha ragione, ma solo in parte: Annie Lerner è la voce femminile in Gesù Cristo (Tu con le mani), mentre ne La tua prima luna la voce è di Roberta Rossi, che avevo letto tempo fa essere una compagna di scuola di Claudio.

Anonimo ha detto...

Un disco semplicemente bellissimo e commovente nella sua splendida semplicità, trasmette serenità e un grande senso di nostalgia. Non ha paragoni con niente altro di quegli indimenticabili anni 70, se non con qualcosa di Claudio Rocchi. Canzoni e parole che sono la testimonianza di un'epoca unica e perduta per sempre. Non smetto mai di sorridere pensando a Donatella e alla sua meravigliosa voce, l'unico rimpianto è di non averla potuta incontrare e conoscere.

Paolo

Domenico Vinci ha detto...

Vorrei segnalare ai frequentatori di questo blog una misconosciuta partecipazione di Donatella Bardi: si tratta di un 45 giri della band milanese 451 (proprio così, un probabile riferimento al capolavoro della letteratura di fantascienza del 1953 a firma di Ray Bradbury) pubblicato nel 1980 dalla Italian Records (numero di catalogo EXIT 704), l’etichetta discografica fondata a Bologna da Oderso Rubini. Dopo l’uscita di questo disco a 7” la band è praticamente scomparsa senza lasciare ai posteri ulteriori tracce musicali. Nel 2013 la Spittle Records lo ha ristampato all’interno del box di 5 CD «Italian Records - The Singles 7” Collection (1980-1984)» (numero di catalogo SPITTLE 36). Il lato A è la cover di «Ho In Mente Te» (titolo così stampato in copertina, senza il pronome Io) della Equipe 84 di Maurizio Vandelli, una versione ad onor del vero interessante solo per la presenza di Freak Antoni ai cori. Decisamente più accattivante, a mio avviso, è proprio il lato B, un tirato brano electro-rock (post punk? rock’n’roll? new wave? … ma chi se ne frega delle etichette di genere!) intitolato «New Wave Rho» impreziosito dalla voce della nostra Donatella che canta «Hai preso in mano una chitarra, l’hai voluta trasparente, con una luce che si accende e si spegna quando la suoni …» e così via: non trascrivo altro per non rovinare la sorpresa. Un oscuro capolavoro underground, anche se non di matrice progressive, assolutamente da riscoprire!

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto

Bellissima la voce di Donatella Bardi

Michele D'Alvano