Storia del Rock Progressivo Italiano - Le origini (parte seconda)

storia del rock progressivo italiano
 1968-1969: LE ORIGINI DEL PROG ITALIANO (parte seconda)

Se il 1969 rappresentò l'anno in cui le avanguardie della musica italiana acquistarono una loro fisionomia, molti importanti segnali di trasformazione arrivarono già nel 1968, anno in cui uscì lo straordinario l’album dei genovesi New Trolls Senza orario, senza bandiera, realizzato in collaborazione con l’allora ventottenne cantautore Fabrizio De André e col poeta libertario Riccardo Mannerini.

Lungi dal contenere gli stilemi del Prog vero e proprio, il disco ne assumeva comunque alcuni elementi distintivi, essendo stato il primo concept album italiano: cioè un’opera musicale e letteraria imperniata su un solo filo conduttore. In questo caso: un viaggio immaginario che restituiva la visione del mondo agli occhi di un poeta. 

Il riscontro fu notevole, e anche se altre avanguardie ben più radicali avevano già tradotto in musica quella voglia di rinnovamento che c’era nell’aria (es: Le Stelle di Mario Schifano con l’album Dedicato a... del 1967, o i romani Chetro & Co. con Danze della Sera del 68 su testo di Pierpaolo Pasolini), Senza orario stabilì senza ombra di dubbio che, sia il pubblico che il mercato italiano, erano pronti per un significativo salto di qualità: un sentore che contagiò un numero sempre maggiore di artisti che a loro volta iniziarono anch’essi a sperimentare nuove soluzioni e inedite metodologie musicali

Per esempio, l’allora ventireenne Franco Battiato che fu il primo musicista italiano a rielaborare chiave Pop un brano classico. Nella fattispecie il Concerto n°1 per pianoforte e orchestra in Si bemolle maggiore Op. 23 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, diventato per l’occasione Vento caldo: inciso verso la fine degli anni Sessanta, ma pubblicato in sordina solo nel 1971 perchè ritenuto troppo avanti coi tempi. Ma torniamo al nostro racconto. 

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Le Stelle di Mario Schifano
Nel 1969 il Beat aveva ormai esaurito su tutti i fronti la sua spinta propulsiva: sia come moda giovanile, sia a livello di soggetto antagonista, già agonizzante da un paio anni a seguito dello sgombero della Tendopoli di Via Ripamonti a Milano, e del successivo scioglimento di Mondo Beat.

Del resto, la crescente conflittualità nelle fabbriche e nelle università, unite all’incapacità del governo di porvi rimedio se non imbrigliandole con le bombe di Stato, imponeva ormai la formazione di un movimento molto più organico e articolato rispetto allo spontaneismo del 68, e prova ne fu la breve ma variegata occupazione dell’ex Hotel Commercio a Milano

E quasi a riflettere quella nuova complessità sociale, anche la musica progressista sembrò non accontentarsi più delle delle primigenie contestazioni dei capelloni, orientandosi piuttosto verso quelle nuove tendenze già affermatesi da qualche anno nel resto in Europa: Prog e Psichedelia

La prima ad essere importata in ordine di tempo fu la Psichedelia: un genere che in Italia ebbe vita breve e carbonara, ma fu comunque il chiaro sensore di quanto i nostri musicisti volessero rimanere al passo coi tempi. 
Pionieri accreditati di questo stile fuorno indubbiamente i New Trolls che, prima di ammorbidirsi in brani più comunicativi per poi passare al rock sinfonico, esternarono nel biennio 67-67 le loro intuizioni più acide: in particolare nei due 45 giri Sensazioni e Visioni
Citiamo poi Le Orme, il cui Lp Ad Gloriam conteneva gustosi frammenti lisergici quali Fumo e I Miei Sogni, i napoletani Fabio Celi e gli Infermieri con il loro Lp dedicato al tema della follia, e i milanesi Stormy Six che nel loro album d’esordio Le idee di oggi per la musica di domani, proposero il brano straordinariamente sperimentale Schalplattengesellschaft mph

Purtroppo, New Trolls a parte, nessuno di questi lavori uscì dall’anonimato, ma occorre anche sottolineare che a quei tempi, questi piccoli gioelli non solo erano ritenuti sottoprodotti di nicchia, ma furono anche poco pubblicizzati ed ancor meno reperibili. 
Inoltre, si consideri che a differenza di altri paesi europei, in Italia i 33 giri non avevano ancora acquisito una propria valenza narrativa, accorpando più che altro materiale già pubblicato, e quindi ritentuti un lusso, se non addirittura superflui, dalla maggior parte degli acquirenti. 

Ma il cambiamento era alle porte, e già dall’anno successivo arrivarono le prime sostanziali novità. 

CONTINUA NEL 1970

1 commento :

Anonimo ha detto...

Giusto o sbagliato che fosse, né Baglioni, né i Pooh avrebbero mai suonato ad un Festival Pop, e formazioni quali Le Orme (cattolici ultra-radicali e per giunta di successo), i Museo Rosenbach (busto di Mussolini in copertina) e gli Osanna (con Elio D'Anna sospettato di essere di essere fascista), ebbero i loro seri grattacapi.

No...era sbagliato e basta l'atteggiamento che veniva tenuto nie confronti di quei gruppi (o singoli musicisti) anche solo sospettati di non essere "allineati". Il vero "fascismo" sta proprio in questo, e nella mentalità della sinistra di allora era ben radicato.
Spero di non avere offeso nessuno