Anonima Sound Ltd: Red tape machine (1972)
Scarsamente rappresentativi del panorama prog, gli "Anonima Sound Ltd." vengono più che altro ricordati come trio beat in cui esordì come chitarrista il compianto Ivan Graziani.
Nata ad Urbino nel 1964 per opera dello stesso Graziani, di Velio Gualazzi (padre dell'oggi popolare Raphael) e di Walter Monacchi, la band si riforma almeno due volte prima di esordire su Long Playing, non mancando nel frattempo di centrare almeno un grosso successo a 45 giri: "Fuori piove/Parla tu" (con Graziani alla chitarra e alla voce) che vendette ben 175.000 copie pur essendosi piazzata ultima alla tappa di Teramo del Cantagiro 1968.
Bene andò anche il 45 giri dell’anno successivo "Josephine" che vide tra l’altro la collaborazione del tastierista Roberto Carlotto, intanto era alle prese col suo album solista sotto lo pseudonimo di Hunka Munka.
Nel 1970 il gruppo passa alla Numero Uno di Lucio Battisti e da alle stampe il solo 45 giri “Ombre vive” per poi sciogliersi dopo la partenza di Graziani per militare, abbandonando anche la nuova discografica alla quale rimarrà in forze più tardi il solo Graziani.
Tornato dalla leva un anno dopo, il chitarrista teramano però non raggiungerà più i vecchi compagni di viaggio rendendo evidente che volesse intraprendere ben altra strada che non quella di passare la vita nelle balere dell’Umbria.
Per nulla scorato, Velio Gualazzi, unico superstite del gruppo, chiama accanto a se il nuovo chitarrista Massimo Meloni, il bassista Piero Cecchini e la band e continua l'attività con un nuovo singolo "Io prendo amore/Cerchi" per la piccola etichetta Arcobaleno.
Nel 1972 poi, arriva la svolta radicale.
Probabilmente stanchi della monotonia del beat, la band estende la sua line-up a sette elementi e vira decisamente ad una musica più articolata ed internazionale. Per inciso si aggiungono: Richard Ingersoll voce e flauti (e anche autore della copertina), Lamberto Clementi Chitarra, Peter Dobson chitarra, Claudine Reiner voce.
Purtroppo però, la scelta si rivela innovativa molto più per l'immagine del gruppo che non per il mercato che mal recepisce il suo primo album "Red tape machine", costituito sostanzialmente da una sequenza di otto dignitosi brani cantati in Inglese supervisionati da Velio Gualazzi curati dal tecnico del suono A.Trevisani e con l'appoggio esterno di Ivan Graziani che da una mano agli ex compagni di viaggio intervenendo in due brani come bassista.
La musica è "deja vu" e nelle canzoni ci si trova un po’ di tutto: tracce di Crosby Stills Nash & Young ("Window On The City"), Jefferson Airplane ("Freedom"), James Taylor ("The last deboutante") e, se vogliamo, anche di Ike & Tina Turner nella conclusiva "The Roofer".
Disco poco innovativo quindi, che nulla aggiunge a quanto già proposto all'estero tre anni prima dalla generazione di Woodstock e già considerato obsoleto persino nell'Italia del 1972 che tra l'altro aveva sul mercato opere di ben'altro spessore.
Certo, occorre considerare che nel 1972 non tutti potevano accedere comodamente al mercato inglese e che quindi molti gruppi potevano impunemente "bleffare" fingendosi americani o britannici, ma è altrettanto vero che la nuova coscienza critica giovanile aveva mezzi sufficienti per riconoscere simili adulterazioni e tenersene alla larga.
Comunque, tra le cose migliori del disco ci sono la title-track "Red Tape machine" con gradevoli interventi di flauto traverso e la più complessa "Metro".
Apprezzabile anche il lavoro di chitarra in "Triangle" oscurato però dalla somiglianza melodica con la Battistiana "Pensieri e Parole" e dalla pronuncia inglese per lo meno opinabile.
"Red tape machine" non vende pressoché nulla, rigettando il gruppo nell' anonimato e costringendolo allo scioglimento in poco meno di sei mesi.
In sintesi: un album di buon livello tecnico ma di fattura compositiva piuttosto modesta, il cui ricordo viene tramandato ai posteri solo per il suo discreto valore collezionistico e per aver ospitato uno dei più grandi chitarristi italiani.
Come abbiamo accennato prima, oggi 2012, Velio Gualazzi è ancora in attività assistendo il figlio Raphael che sta riscuotendo sempre più consensi in Italia e all'estero.
COLLEZIONISMI: Stampato in pochissime copie, "Red tape machine" (ARC 000111) è sicuramente tra i quindici dischi più rari del prog italiano. Normalmente quotato intorno ai 1.800 euro tra il 2005 e il 2011, è stato venduto il 25.01.2012 per 1.750 euro in condizioni EX-/VG++.
22 commenti :
ma si fanno ascoltare comunque...
sto ascoltando sto pezzo più volte, nonostante la pronuncia inglese...
Ciao e buona serata caro John!
Quest'album non l'ho ancora ascoltato.
Ciao!
Piacevoli e facili da ascoltare. Freschi come un bicchier d'acqua.
Riverman 61 says:
Melodie splendide a tratti e voce finalmente gradevole, un signor disco per me...
Effettivamente non sono così rappresentativi del prog nostrano. Ottima prima traccia e poi tutto il resto scorre nella norma con qualche buona idea in metrò e triangle. Sostanzialmente sono daccordo con la recensione.
Riguardo la pronuncia volevo ricordare che il cantante Richard e' nato e vissuto in USA
SI DISCO GRADEVOLE X LA PULIZIA DEI SUONI SPECIE X LE CHITARRE X IL RESTO DI PROG C'è NE BEN POCO A PARTE TRIANGLE E LA TITLE-TRACK!
Non conosco l'album in questione, ma voglio ricordare il grandissimo Ivan Graziani, mia vecchia passione, del quale sono collezionista ed esegeta.
Mi duole venga poco ricordato a livello mediatico preferendogli altri defunti coevi a mio giudizio infinitamente inferiori.
IL GRANDE IVAN!!!HO TUTTO TRANNE IL PRIMO(LA CTTà CHE IO VORREI)E L'ULTIMO(CICLI E TRICICLI)MENTRE IL MIO PREFERITO RESTA VIAGGI E INTEMPERIE BENCHE AMO TUTTA LA PRODUZIONE DA BALLATA X ....FINO ALMENO AL LIVE PARLA TU!POI UN LEGGERO CALO MA VA BENE COSI!CI HAI LASCIATO MOLTO PRESTO E PER QUESTO CANTO UNA CANZONE TRISTE TRISTE TRISTE...COME ME!IL SOLITO UGO
QUESTO DISCO DEGLI A.S.LTD. COMPRENDE SOLO UNA PARTECIPAZIONE SPORADICA A QUALCHE BRANO SU LP MENTRE è DA SEGNALARE LA PRESENZA DI VELIO GALAZZI GIà PADRE DEL BRAVO RAPHAEL!
Ciao Ugo,
"Cicli e Tricicli", del 1991, non è l'ultimo album di Ivan.
L'ultimo in studio è "Malelingue" del 1994 oltrettutto di molto superiore.
Ci sarebbe ancora il doppio "Fragili Fiori" del 1995, ma è in gran parte un live con alcuni pezzi nuovi in studio non particolarmente memorabili.
Ciao!
Mario e Ugo, scusatemi sempre se mi intrometto, ma di Ivan vorrei ricordare soprattutto "I Lupi" e "Pigro".
Credo che meglio di quelli non abbia fatto a parte quella bellissima ballata su Nino Dale del 1983.
Beh..."Agnese" contiene forse il pezzo più prezioso di Ivan: "Fuochi sulla collina".
Ma anche "Viaggi e intemperie" è una meraviglia con "Dada" e "Isabella sul treno".
Diciamo che da "Seni e coseni", che è del 1981, in avanti l'inventiva inizia a declinare un po'.
Una citazione particolare per il superbo doppio live "Parla Tu" del 1982 che chiude il cerchio del primo irripetibile lustro di attività con versioni strepitosamente "carnali" del meglio di quegli anni.
Un po' il "Made In Japan" o il "Get Yer Ya Ya's Out" di Ivan.
If you know what I mean.
SI CONDIVIDO PIENAMENTE SUL LIVE TRA L'ALTRO IO SONO DI BATTIPAGLIA(SA) E A FINE ANNI 80 VENNE QUI A FARE UN CONCERTO PRESSO LA VILLA COMUNALE E MI FECI FARE UN AUTOGRAFO CHE TENGO CONSERVATO NEL DOPPIO VINILE ARANCIONE DEL LIVE APPUNTO!GRANDE IVAN IL GIORNO DI CAPODANNO DEL 97 MENTRE IL TG 1 ANNUNCIAVA LA SUA MORTE SCOPPIAI A PIANGERE!!!
CIAO JOHN E SE FACESSI UNA SCHEDA RIASSUNTIVA DEL GRANDE IVAN (QUANDO AVRAI TEMPO!!!)CITANDO GIUSTO I SUOI DISCHI PIU IMPORTANTI? CIAO UGO
http://www.accademiadelpoggio.it/?p=2896
Due mesi fa è morto Richard Ingersoll . Qui sopra il link di un pregevole articolo da cui si desume che ha avuto una grande carriera professionale durante la sua vita .
Saluti
Michele D'Alvano
Grazie come sempre Michele per le tue accurate precisazioni.
JJ
Grazie a te John per questo magnifico sito di condivisione culturale !
Michele D'Alvano
Disco dignitoso ma non indispensabile
Michele D'Alvano
Tutto sommato, disco piacevole e ben suonato .
Michele D'Alvano
Scusate
Qualcuno saprebbe dirmi che fine ha fatto il mitico Ugo?
Un vs.affezzionato lettore
Ciao JJ e a tutta la ciurma, è da un po' che non ci si becca su queste pagine :-D
Sto facendo un "riascolto" di tutti gli album del Rock Progressivo Italiano degli anni '70, e devo dire la verità, ho apprezzato un po' di più questo degli Anonima Sound Ltd. Certo, non erano originalissimi, ma i brani li trovo assolutamente gradevoli e ben suonati. Unica pecca, forse, una pronuncia inglese non proprio perfetta.
Ultimamente ho riscoperto anche Sa Vida Ita Est dei Salis, anche quello poco prog ma molto carino, e The Arid Land dei Venetian Power. Poi mi metterò a commentare qualche altro album ascoltandoli pian piano.
Saluti a tutti
DogmaX
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