Serge Gainsbourg: Love on the Beat (1984)
SERIE: I preferiti di John
Non è facile scrivere testi sul sesso: bisogna esserci portati, avere un buon vocabolario e saperselo gestire, essere schietti ma non volgari, saper valorizzare gli attori in gioco con la dovuta delicatezza ed esaltarne il loro complice magnetismo .
Bisogna gestire l'incipit in maniera poetica ma esplicita, dare un senso ai silenzi ed erotizzare quella calcolata gestualità che condurrà all'accoppiamento. Far lievitare il desiderio e la tensione erotica fino a che queste non esploderanno senza limiti nella complicità di un'alcova.
Se sono molte le canzoni che hanno saputo esaltare il meraviglioso piacere del sesso senza cadere, ad esempio nello svilimento della figura femminile, quelle che hanno trattato il solo atto sessuale in sé, sono in numero decisamente minore. Del resto, quando si parla di certi argomenti non è facile non scadere nel banale o nel volgare ("dai tocca qui", "baciami qui", ecc…).
Lucien Ginzburg, in arte Serge Gainsbourg è uno dei pochi artisti che ha saputo trattare argomenti estremamente scabrosi con sincerità e astuzia allo stesso tempo. Dietro la sua figura solo apparentemente misogina, si celava di fatto un uomo-musicista colto e professionale. Uno di quelli che non si è mai trincerato dietro falsi perbenismi, rischiando sempre di persona per difendere la sua immagine e la sua musica.
Nella sua vita ha fatto di tutto: autore, attore, regista, interprete, ha frequentato le più belle donne di Francia e del mondo, è transitato con grande competenza dal Jazz alla Disco Music diventando un personaggio amatissimo e a volte, fin troppo provocatorio (celeberrimo il suo "I want to fuck her" ad una imbarazzatissima e non molto consenziente Whitney Houston).
Serge si avvicina all'erotismo sin dai suoi primi lavori negli anni '50 nell'esaltazione del corpo femminile, specie quello mulatto. Lascia un'ulteriore zampata nel 1966 con "Les Sucettes" (che provocò non poco imbarazzo alla sua giovane interprete France Gall,) per poi esplodere nel 1969 con l'album Birkin-Gainsbourg con le arcinote "Je t'aime, moi non plus" e "69 année erotique". Segue poi nel 1971, la torbida "La decadanse": ipotetico ballo in cui la donna da le spalle (=il "sedere") al partner.
Il lavoro che però, sicuramente, consacra Gainsbourg nell'olimpo dell'Eros è quello del 1984, "Love on the beat". Raffinata, esplicita e trasgressiva, la nuova provocazione di Gainsbourg si pone senza mezzi termini come la celebrazione del piacere "tout court", e senza che nulla venga nascosto o lasciato al caso. Sia il video promozionale che il testo della canzone sono quanto di più evidente possa trapelare da una camera da letto.
Plus tu cries plus profond j'irai dans tes sables, émouvants sables.
Où m'enlisant je te dirai les mots les plus abominables.
La musica è un synth-pop pesante con una sola raffinata modulazione a far da supporto ad un recitativo maschio e profondo.
Sul battere della cassa ("the beat", appunto) esplodono sempre più violenti e perversi i mugolii orgasmici di Bambou, allora compagna di Serge. Lo scenario è quasi imbarazzante. L'immaginazione è ridotta al minimo: il quadro non può essere che quello di due amanti in azione e questo fa di "Love on the beat" un capolavoro quasi pittorico.
Molti musicisti hanno restituito il sesso attraverso timide metafore, altri con arditi aforismi poetici.Altri ancora, intessendo grandi panorami in cui, per trovare l'amore, si doveva compiere un complicato e noioso sforzo di immaginazione.
Serge ha tagliato per primo i ponti con gli onanismi mentali: l'amore si fa… e basta!
3 commenti :
un grandissimo, attualissimo tutt'oggi
Lo venero.
Al punto da essere andato sulla sua tomba 4 anni fa...
Vedere le foto sul mio myspace per credere!
Mario dacci subito il tuo indirizzo My Space!
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