Yes: "Close to the edge" (1972)

yes close to the edge 1972Extra post: I PREFERITI DI JOHN n° 01

Inauguriamo con questo extra-post una nuova serie di proposte critiche che, arrivati a questo punto, mi sembra doverosa: "i preferiti di JJ John".
Bene inteso, non vi voglio appesantire con le mie preferenze o essere troppo "autorale"; penso solo che questo possa essere un modo simpatico per conoscermi e conoscerci meglio, visto che ormai ci avviamo a "bucare" le 10.000 visite.

Come prima scelta vi propongo un autentico mito del sottoscritto, "Close to the edge" degli YES, ovvero uno dei famosi 10 dischi che mi porterei sopra un isola deserta e che potrei ascoltare mille volte senza annoiarmi.

Gli Yes nascono nel 1968 e pare che fino al 1970 non fossero trattati molto bene dalla loro casa discografica visto l'alto costo dei loro dischi, rapportato alla loro scarsa rendita.

yes close to the edge 01La leggenda infatti vuole che ad un certo punto qualcuno abbia detto loro: "o voi ci date della musica che venda sul serio, o noi vi sciogliamo il contratto!".

Da quella gentilezza in poi, il quintetto capitanato da Chris Squire si gettò in un periodo di radicale ristrutturazione calamitando verso di se non solo tre dischi di platino (uno per "Yes Album", 1971 e due per "Fragile", 1971), ma anche due tra i migliori strumentisti della scena inglese (Wakeman e Howe) in sostituzione degli elementi considerati troppo "conservatori" (Kaye e Banks).

Assestata la formazione, il rodaggio di "Fragile" funziona a meraviglia, il sound degli Yes si fa maturo ed incisivo, arriva un successo a 45 giri ("Roundabout") e la strada si fa sempre più in discesa per tentare ancora "qualcosa di più".

Di quel "qualcosa" ci si accorge nell'ottobre del 1972 quando esce l'immortale quinto album "Close to the edge": un disco innovativo e conflittuale al 100%, straordinario in ogni sua parte, dalla veste grafica di Roger Dean, sino al minimo dettaglio musicale, prodotto impeccabilmente e senza caduta di tono alcuna al punto da essere considerato da molti "l'espressione più alta del rock progressivo inglese".

yes close to the edge 03

Di quanto quest'album potesse essere rappresentare una novità, lo si capiva già dai soli titoli di copertina: 38 minuti di musica per 3 brani in tutto di cui due non inferiori ai 10 minuti.

yes close to the edge 04Le prime note di "Solid time of change" lasciavano esterrefatti: "un polpettone" dicevano i più ingenui.

"Un capolavoro" pensavano i progressisti, e così era:
una perfetta orchestrazione di 5 elementi come non si era mai sentita nel pop, dove i virtuosismi di ciascuno dei componenti modellavano, nella perfetta autonomia esecutiva, un insieme assolutamente solido che faceva da trampolino di lancio all'eccellente parte cantata dalla voce angelica di Anderson.

I testi, altezzosi e impenetrabili al limite della spiritualità pura, avrebbero fatto da modello per tutto il prog mondiale.

I 18 minuti di "Close to the edge" non hanno cadute di tono: ogni movimento si congiunge coerentemente all'altro per esplodere, tra un vituosismo e l'altro, nel tripudio finale di "Seasons of man".

A questo punto, cosa ci si potrebbe aspettare di più? Vediamo.

Si gira il disco e parte il primo movimento di "And you and I": pochi raffinatissimi accordi e un modernissimo suono di tastiera conducono a un canto che termina con uno dei più begli incisi del prog britannico:

yes close to the edge 05And you and I climb, crossing the shapes of the morning.
And you and I reach over the sun for the river.
And you and I climb, clearer, towards the movement.
And you and I called over valleys of endless seas.

Chiude l'album un gioiellino rock quale "Siberian Khatru", posto in coda quasi a dimostrare non solo che il gruppo non ha dimenticato le sue origini, ma che le ha rilette ed implementate al punto di potersi permettere qualunque ribaltamento degli stilemi storici: dal blues al rock'n'roll.

Al platino di "Close to the Edge" seguirà una serie quasi ininterrotta di capolavori, malgrado l'abbandono del batterista Bruford (sostituito dall'ottimo Alan White) che lasciò il gruppo convinto che "tanto meglio di così non si può fare". Fortunatamente non fu profeta in patria.

Gli YES sono vivi e vegeti ancora oggi e, se vi capitano a tiro, non perdeteveli per nessun motivo al mondo.

La perfezione che sentite sui dischi corrisponde realmente alle straordinarie capacità di tutti i musicisti.
In un mondo di "Tatangeli", datemi retta, non è cosa da poco.
Guardatevi il video live di "And You and I" per rendervene conto!"

37 commenti :

V I K K ha detto...

pur rispettando la band non riesco proprio ad apprezzare per piu' di due minuti, ma questo e' un mio limite con il prog :D

J.J. JOHN ha detto...

Credo sia una "questione di feeling", come dicevano i poeti...
Ti piaceranno sicuramente altre bands altrettanto valide che magari io non conosco...
Più recentemente io sono rimasto allibito dai "Dream Theatre" e dalla loro prima parte di "Six degrees of inner turbulence".
Mi hanno dato emozioni che credevo si fossero perse nel tempo.
Consigliaci tu altre cose :-)))

Gianni Lucini ha detto...

Io ho vissuto il prog con tanta intensità nei suoi anni d'oro, ma gli Yes non mi hanno mai entusiasmato. Troppo algidi, troppo perfetti. Credo che siano la sintesi della perfezione e insieme delle ragioni per cui tutti abbiamo vissuto il punk come una liberazione.
Resta inteso che non è un giudizio critico, ma solo il racconto di sensazioni personali.

Anonimo ha detto...

Nel 1972 c'era bisogno di "ordine nella confusione", nel 1976 di "confusione nell'ordine". Gli Yes sono stati sempre perfetti.
Fore "insopportabilmente" (@Vikk)e forse "troppo" (@Gianni).
E'vero, ma io li amo incondizionatamente!

Anonimo ha detto...

x luccini_ hai detto bene: la sintesi della perfezione! Se ci vuole, ci vuole, no?
x jj_ mi hai fatto commuovere. se vengo il 6 ti offro da bere

Anonimo ha detto...

Ma che vuol dire "troppo perfetti"?

Gianni Lucini ha detto...

Hai presente il proverbio "Il troppo stroppia"? Così... Con un Rick Wakeman alle tastiere che si dimostra un genio e anche un maniaco della perfezione. Troppo perfetti per essere apprezzati (da me).

V I K K ha detto...

John i Dream Theater nooooooooooo!
se ti e' piaciuto quel disco ascolta "Awake" (il mio preferito), "Images and Words" (ascoltati Metropolis pt.1, forse il non plus ultra della band), "Metropolis pt.2 - scenes from a memory", "A change of season" (la suite iniziale, il resto sono cover di dubbio gusto).

oppure se vuoi qualcosa di meno classico gettati sui Tool "Aenima" e "Lateralus"

poi un'altra volta ti segnalero' un po' di buon post rock che secondo me ti piacera' :D

un abbraccio!

V.

PS non e' che mi stai diventando un metallaro a forza di Dream Theater e Gotthard?

Anonimo ha detto...

Dei DT ho tutto. Ho riascoltato Metropolis, Change of Seasons e non me le ricordavo così stratosferiche!
Resto comunque del partito di "6 Degrees" (specie la 2a parte)... lo sai che troppo metal mi fa male :-)
Cmq, rimarrai piacevolmente sorpreso da "i preferiti di John" n°2: altro che Dream Theater!

Anonimo ha detto...

Vorrei però far notare che c'è una bella differenza tra un capolavoro come "Close to the edge" e un disco veramente isopportabile come "Tales from topographic oceans". David.

J.J. JOHN ha detto...

@David: Sono totalmente d'accordo. Riascoltavo "Tales..." qualche giorno fa e mi sono immedesimato in Gianni Lucini :-)))
Poi gli Yes si sono nuovamente ripresi, ma la prima parte di "Tales" era veramente un bel mattone.

Giampaolo ha detto...

I vari commenti mi hanno incuriosito. John non capisco una cosa:ti piace la seconda parte di "6 Degrees"? Veramente la parte più bella sono i primi venti-trenta minuti. Poi è molto bello "Images and words", mentre "Awake" è discreto(dovrei anche riascoltarlo) ma non mi è sembrato stratosferico anche se adoro "Erotomania". Di "Change of seasons" mi piacciono le cover ma la suite non mi è piaciuta. E forse è questo il problema del prog metal ovvero la suite prog metal rischia di essere troppo pesante. Invece "Falling into infinity" ha delle canzoni geniali(la sesta e la settima).
Gli Yes con "Close to the edge" hanno raggiunto il massimo, "Tales " che ho trattato in uno dei miei primi post , è pesante, tedioso, brutto. Difatti Wakeman se ne andò. Bello "Drama" del 1980. Ah dimenticavo: anche per me "Close to the edge" è uno dei miei preferiti.
Ma quando farai qualche recensione sui King Crimson o sui Jethro Tull o sui Caravan? Se hai tempo leggiti la mia recensione di "In the land of grey and pink".
Ciao!

Anonimo ha detto...

Esatto! Adoro la seconda parte di "6 degrees" (quella che comincia con l'ouverure). Mi suona perfetta... amichevole...: un misto equilibratissimo di classico, rock, kitch, pomp... insomma... la amo al di la di qualunuqe decenza.
Quando c'è il pizzicato dei violini mi metto a saltellare!
Non così per "Images and Words": troppo metal per i miei gusti.
Qui a Milamo siamo già tutti nevrotici senza bisogno di altre protesi musicali.
-
"Close to the edge" te lo saprei cantare a memoria. E' un disco che adoro alla follia.
"Tales" invece lo detesto: brutto, supponente, cervellotico... bleah.
"Drama" non è male, e nemmeno "Tormato" che è stato un inno della mia giovinezza...
Su "Onward" credo di essermi fatto i migliori acidi della mia vita.
"Time and a Word" è invece al top del mio gradimento sinfonico!
-
Su Classic Rock recensisco solo prog italiano e "i miei preferiti" (sono o non sono un "autore"?).
Crimson, Tull e Carovana bella non rientrano tra i miei top.
Bravissimi ma troppo strutturati: non riescono ad iniettarmi quel benessere che è invece proprio di Genesis, Gong, Gentle Giant...
Capisci... io sono cresciuto nella campagna Inglese: i cavalli nei campi e l'uomo del latte che veniva a rifornirci ogni mattina...
Poi.. ho vissuto tutto il Punk... ma quella è un'altra storia.
-
Ti ho parlato da amico.
Il John "critico" e scrittore, è necessariamente diverso.

Giampaolo ha detto...

Ciao! Che intendi per troppo strutturati? Dei Genesis qual'è l'album che preferisci? Io "Selling England by the pound" ed anche "A trick of a tail" siamo lì vicino...
Mi spiace per Sputnik per la sua delusione d'amore. Salutamelo ! Buonanotte!
ps Sputnik è svizzero, del Canton Ticino?

J.J. JOHN ha detto...

Oddio, forse "strutturati" non era proprio l'aggettivo migliore (tutto il prog è "strutturato"). Diciamo che tra gli Inglesi preferivo i gruppi più "romantici", ecco!
-
I Genesis - Mi hai letto nel pensiero! Ieri sera stavo proprio ascoltando "Selling".
Beh, dei Genesis ho tutto fino a "Duke" e ,oltre a quelli che hai menzionato tu, ho avuto anche una grande passione adolescenziale per "Foxtrot".
Non mi dispiacevano nemmeno "And then there were three" e, perchè no, qualcosa di "Duke". Poi basta.
"Wind and Wuthering" però, è sytao forse il mio primo amore.
Insomma, diciamo che, a turno mi sono piaciuti tutti moltissimo. Forse un pò meno "The Lamb" e "Trespass"...
-
Posso dirti che, quando avevo 20 anni veneravo ancora i "Gong",i "Magma" e tutto il tedescume cosmico che ogni tanto trovo il coraggio di riascoltare... ma con molta moderazione...
-
No, Sputnik è Svizzero Tedesco e vive a Losanna col suo ragazzo. Mo' vediamo come si mette. :-|
Abbraccio. JJ

Giampaolo ha detto...

Ma dove posso trovarlo l'ultimo libro sul prog di Massimo Forni?
Ciao!

Anonimo ha detto...

Eh, caro mio, è un bel macello.
Forni l'ha scritto per un minuscola editrice Molisana che neanche l'ha messo sul suo sito:
http://www.palladino-company.com/
Io l'ho ordinato alla Feltrinelli di Milano. Tu prova a fare altrettanto presso la Feltri più vicina a te.
Mi sa che bisogna sbrigarsi perchè è uno di quei libri che cascano presto nel dimenticatoio.
Ciao JJ

Anonimo ha detto...

Mah...già il prog non è la mia tazza di te, gli Yes con i loro testi "altezzosi e impenetrabili" mi sono pure antipatici.
Non come Fripp, ma quasi.
Il mio album prog inglese del cuore è "Nursery Crime", fecondato da un'urgenza rock avulsa da "Close To The Edge"...e poi quella vocetta...non ce la faccio.
Desolè.

Anonimo ha detto...

caro john sono contento che tu abbia deciso di descrivere close to the edge,perònnon lo conosci abbastanza :tu hai detto che i dui brani del lato b non durano meno di 10 min,invece sullla mia prima stampa dell ellepì cè scritto che siberian kathru dura 9:50.
ovviamente scherzo questa è una pignoleria del cazzo.
questo è stato il mio primo album prog che ho comprato,pensa un po prima stampa tedesca praticamente nuova a 22 euro.
fu il primo di una lunga serie,infatti poi arrivarono tarkus, the dark side ofthe moon, trilogy,nursery cime e poi l'ultimo arrivato PALEPOLI (cazzo quanto è bell0)
ciao francesco

Anonimo ha detto...

ALBUM SOPRAVVALUTATO. ABBIAMO FATTO DI MEGLIO IN ITALIA

JJ ha detto...

Anonimo ti prego firmati e non essere cosi' aggressivo.
La tua opiniobne è interessante ma andrebbe spiegata meglio.
Dai, coraggio!

UGO ha detto...

YES GENESIS E KING CRIMSON RAPPRESENTANO LA SACRA TRIMURTI DEL PROG INGLESE A CUI ANDREBBERO AGGIUNTI PURE I JETHRO TULL E I VAN DER GRAAF G.POI RICONOSCO PURE IO CHE PUR AVENDOLI TUTTI O QUASI(ECCETTO I PRIMI DUE)LI AVRò ASCOLTATI POCHE VOLTE MA RESTANO FONDAMENTALI........IL SOLITO UGO

J.J. JOHN ha detto...

Non toccatemi gli Yes che divento una belva.
Tu ora fare penitenza per aver fatto accostamenti impuri e ascoltare almeno due volte "Close to the edge".
Bello concentrato, a testa bassa e in ginocchio su un tappeto di ceci e ortiche.

Poi... vedrai che la vita ti sorriderà e potrai dire orgogliosamente di aver capito tutto.
Qualora non fosse, ascoltati anche le versioni live.

Grande Ugo Ugo.

roberto ha detto...

Ciao John, visto che hai tirato in ballo i Dream Theater ci tenevo a chiederti cosa ne pensi dei Rush.
Domanda ovviamente aperta a tutti..

Alachetué!

UGO ha detto...

CIAO ROBERTO SONO UGO SUI RUSH JOHN SI ESPRESSE GIA PERCHE GLIELO CHIESI IO PERO NON RICORDO SU QUALE SCHEDA TROVERAI IL SUO COMMENTO CRITICO!

aliante ha detto...

Ciao Roberto, mi sembra che John dei Rush ne parlò in un post di quelli temporanei. Comunque, sollecitato da ugo e da me mi ricordo che ne parlò in termini entusiastici, definendoli FENOMENI.

Citammo la classica suite di 2112, Xanadu, La Villa Strangiato ecc..

Che gruppo ragazzi..Alex Lifeson, Geddy Lee & Neil Peart..ho i brividi!

UGO ha detto...

CIAO ROBERTO SONO UGO VAI SULLA SCHEDA DEI POOH DI PARSIFAL E LI VI TROVERAI IL COMMENTO MIO DI ALIANTE E DI JOHN SUI RUSH CIAO UGO

aliante ha detto...

Grande Ugo, che memoria.
Ovviamente in una scheda dei Pooh,che combinazione...
John ci ammazzerà al rientro!

UGO ha detto...

ammazzarci proprio no però a me,per via del sondaggio,mi lancerà delle pietre pazzesche perchè ho,come si suol dire,messo molta carne a cuocere per via di tutti quei titoli!certo qui nessuno pretende che john partorisca le schede come fossero funghi tuttavia però,per alcuni titoli,se le richieste si moltiplicano alla fine dovrà pur partorirli!
io comincerei col secondi disco del BRICENTRO e poi ci inserrei pure il primo di FORTIS non è prog x carità ma essendo stato inciso nel 79 dunque a fine decennio e per giunta poi ci suona pure la pfm.....
riguardo i MATIA BAZAR che manco sono prog già gli feci una richiesta sul loro primo album a mio avviso il piu fresco e con quel CAVALLO BIANCO che non esito a definire il più bel pexzzo pop italiano ma lo scartò inesorabilmente ed allora una scheda riepilogativa sui MATIA BAZAR dove militava il compianto GIANCARLO GOLZI a mio avviso la potrebbe fare un po come dalle ceneri di un gruppo prog(i JET) possa poi nascere un brillante gruppo di pop prima elettrico e poi elettronico!attendo consensi UGO

aliante ha detto...

No tranquillo, non ti lancerà "Rolling Stones - Pietre rotolanti".. Hi Hi..anzi, penso che sarà fiero di noi (speriamo).

Anonimo ha detto...

Adoro gli YES, e non capisco come possano essere, anche lontanamente paragonati ai rush o ad altri "rokketari".
Perdonatemi, ma la penso così.

aliante ha detto...

I Rush "Rokketari"... prova a prendere una qualsiasi band di "Rokketari" e chiedigli di suonare "La Villa Strangiato".
Secondo me posano gli strumenti e se ne vanno a gambe levate.

Diciamo che nascono si Rock, ma poi hanno avuto un'evoluzione che li ha portati a questa miscela straordinaria di hard/prog dal 1976 ad almeno il 1981, senza contare poi l'importanza dei testi(che hanno ricevuto molti premi) scritti dal batterista "mostro" Neil Peart, che ha pubblicato anche dei libri.

A proposito di Neil Peart voglio ricordare che purtroppo nel 1997 è stato colpito da due gravi lutti: ha perso sia la moglie che la figlia.

Tutto questo ha avuto conseguenze durissime per lui, ma anche per il gruppo che ha rischiato di sciogliersi.

Poi fortunatamente, grazie ad Alex e Geddy che gli sono stati vicino
e grazie ad un lungo viaggio in moto fatto da Peart (da questa esperienza è stato ricavato un libro), tutto si è risolto per il meglio.

Forse nel 2016 faranno l'ultimo tour, poichè Neil Peart è stanco e non riesce fisicamente a ripetere dal vivo partiture così complesse alla batteria (l'età si fa sentire).

Ovviamente questo è il mio pensiero, ci mancherebbe.

roberto ha detto...

Caro Anonimo, mi spiace esser stato frainteso, ma non ho mai manco sognato di paragonare Rush a Yes.
Siccome in questa discussione John ha tirato in ballo i Dream Theater (loro si che son vicini ai Rush), mi è venuta in mente la band canadese.
Band che peraltro, come ricorda benissimo Aliante (ottima la nota biografica, tralaltro), si inserisce a pieno titolo nel Prog e anzi, si può considerate come la band che ha inventato il Prog Metal.

E fattelo dire da uno che li adora entrambi, si possono adorare sia Rush che Yes senza essere degli eretici...

Vidi i Rush live a Milano nel 2007, e penso di non aver mai assistito ad uno spettacolo così eccelso e cazzuto allo stesso tempo

Alachetué!

UGO ha detto...

OLTRE AI DREAM THEATER FIGLIOCCI DEI RUSH IN TUTTO E PER TUTTO MA ALLA LUNGA UN PO NOIOSI GRADIREI CITARE QUEL GRUPPO MONSTRE DEL PROG METAL CHE RISPONDE AL NOME DI Q U E E N S R Y C H E ,PROVATE AD ASCOLTARE IL LORO CAPOLAVORO "OPERATION MINDCRIME" DEL 88 UN DISCO CHE FU SPESSO OSTEGGIATO DAI MEDIA X VIA DEI TESTI APOCALITTICI E MOLTO POLITICI! GIA DALLA COPERTINA CHE RAFFIGURA MARX E LE TANTE PERSONE COL PUGNO CHIUSO!IO LI VIDI NEL 91 A MODENA IN UN MONSTER OF METAL E LI C'ERANO PURE GLI AC/DC I BLCK CROWES AL LORO ESORDIO OLTRE AI NEGAZIONE E AI METALLICA CHE EBBERO IL SUCCESSO DEL LORO BLACK ALBUM!POSSO ASSICURARVI CHE GEOFF TATE è L'UNICO SINGER CHE TI FA SALTARE DALLA SEDIA TANT'è CHE è BRAVO! POI DIECI ANNI DOPO DI QUEL DISCO FU FATTO IL SECONDO CAPITOLO CHE PERO NON AVEVA IL FASCINO DEL PRIMO!VI CONSIGLIO DI ASCOLTARLO E SICCOME IL PRODUTTORE DEL PRIMO VOLUME ERA QUEL TALE TERRY BROWN CHE GIA AVEVA PRODOTTO I DISCHI DEI RUSH SENTIRETE LA SUA MANO! TRA L'ALTRO ESSENDO UN CONCEPT VI TROVATE ECHI DI PINK FLOYD(QUELLI DI THE WALL) E OVVIAMENTE DEI RUSH MA TUTTO CON UN LOROR STILE UNICO ED INCONFONDIBILE E ALLA FINE DEL DISCO VI RITROVERETE PURE VOI A DIRE........................I REMEMBER NOW!..............................

ugo ha detto...

SE AMATE I LED ZEPPELIN ALLORA NON POTETE CHE ASCOLTARE QUESTI DUE GRUPPI A MIO AVVISO I MIGLIORI CLONI DEI ZEP,OSSIA:1)KINGDOM COME PERLOMENO I LORO PIMI TRE ALBUM ED UN BRANO TRATTO DAL LORO PRIMO DISCO DEL 88 DAL TITOLO"WHAT LOVE CAN BE"UN PEZZO DA BRIVIDI CHE NON SFIGURA VICINO AL GRANDE PLANT IL TIZIO SI CHIAMA LENNY WOLF E POI UN ALTRO GRUPPO AMERICANO DAL NOME GREAT WHITE DOVE CON UN MAGGIOR APPROCCIO BLUES VI FARA RITORNARE IN MENTE I ZEPPELIN VI CONSIGLIO L'ALBUM TWICE SHY E LA BALLAD "HOUSE OF BROKEN LOVE" CON UNA CHITARRA STRATOSFERICA CIAO UGO è meglio che spengo il pc senno qui faccio notte!!!

aliante ha detto...

Grazie Roberto. Ah, non l'ho specificato, ma ovviamente adoro anche io gli YES, e ne approfitto per ricordare Chris Squire purtroppo scomparso da poco.

Anonimo ha detto...

Per me il capolavoro assoluto degli Yes !

Molto belli anche i precedenti The Yes Album e Fragile

Dal disco Relayer in poi gli Yes non mi hanno più convinto come prima

Michele D'Alvano