Lucio Battisti: Images (1977)

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Lucio Battisti: Images (1977)

Images fu il tipico esempio di album che non avrebbe mai dovuto uscire. Ma non solo per la sciagurata pronuncia di Lucio, o perché - tra punk e contestazioni varie - il 1977 non era il momento migliore per le produzioni più raffinate, quanto per una lunga serie di circostanze che gli sottrassero qualunque possibilità di successo.

Prima tra tutte, la nuova gestione della RCA Americana che verso la fine del 1974 acquistò per 400 milioni di lire tutte le azioni della Numero Uno in mano a Mogol e che quindi ne diventò l’unica proprietaria. E anche se il potere artistico rimase a Battisti, quello economico passò invece a una corporation severa, presenzialista, ossessionata dal proprio conto economico, e la cui ingerenza fu determinante per la disfatta dell’operazione. 

Ma andiamo con ordine. 

L’idea di fare un album per il mercato anglofono, prese già piede nel 1975 quando, recatosi in America per aggiornarsi sulle nuove tendenze, Lucio s’immaginò una sorta di Greatest Hits dei suoi brani migliori, ma cantati in inglese. 


La proposta piacque anche alla RCA che pensò di affiancarla al nuovo album in italiano (che sarebbe stato Io, Tu, Noi, Tutti), e a soli quattro mesi dall’uscita di La batteria, il contrabbasso, eccetera, Battisti convocò nello studio Il Mulino di Anzano del Parco la cantante / poetessa / traduttrice americana Marva Jan Marrow. Per inciso, colei che si fidanzò con Patrick Djivas proprio nel momento in cui stava piantando in asso gli Area. I due vennero dotati di tutti i comfort tra cui un autista privato e un traduttore ausiliario 24/7, e la produzione si mise in moto. 

Il Mulino di Anzano del Parco
IL MULINO di Anzano del Parco (foto casa.it)

Nel giugno del 1976 nacquero i testi di To Love a Bit, The Sun Song, Freedom’s Song e A Star on a Film (rispettivamente: Amarsi un po’, La Canzone del Sole, Il mio Canto libero e L’Interprete di un Film), a luglio furono registrati i primi provini, in agosto vennero incisi quelli semi-definitivi curati da Claudio Pascoli e Gianni Prudente, e a fine mese arrivarono anche le basi italiane di Amarsi un po’, Si Viaggiare e Questione di Cellule

Infine, intorno al 3 settembre, i lavori furono giustamente sospesi in occasione del matrimionio di Lucio e Maria Grazia.

Tuttavia, preoccupata dal protrarsi dei preparativi, la RCA Italiana, cominciò a farsi sentire: comunicò a Battisti – per motivi che poi vi dirò – che “sarebbe stato meglio produrre il disco in inglese entro fine anno", e senza nemmeno aspettarsi una risposta, gli appronto studi, musicisti e trasferta in quel di Hollywood da ottobre a dicembre. 

Battisti Images 1977
Là, avrebbe terminato Images, avvalendosi soltanto di personale americano (perché quelle erano le leggi in vigore da quelle parti) e per giunta con dei nuovi testi voluti da Mogol che, senza neppure interpellarlo, aveva cestinato tutti quelli della Marrow, e li aveva fatti riscrivere da un suo amico americano residente a Roma, tale Peter Powell

Umiliato e messo alle corde, Lucio fece buon viso a cattivo gioco, si gestì controvoglia la nuova situazione, ma ciò che gli pesò di più, non fu soltanto il comportamento – non certo collaborativo - di Mogol, quanto il dover rinunciare a tutti i progetti che aveva fatto per l’album

Si perché lui, il progetto Images, lo aveva pensato in maniera completamente diversa. 

 Conscio di affrontare un mercato ostico, avrebbe preferito trasferirsi qualche anno negli States, imparare bene la lingua, frequentare studi e musicisti per capire meglio usi consuetudini locali e magari, suonare qualche piccolo club per misurarsi direttamente col pubblico americano.

Ma non fu possibile...

... CONTINUA NELLA SECONDA PARTE

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