I MIGLIORI DISCHI DI ROCK PROGRESSIVO ITALIANO. N° 8
Persino prima di ascoltarlo, si capiva subito che nei 35 minuti di quel vinile doveva esserci qualcosa di magico.
La prima garanzia era sicuramente la casa discografica: la "Numero Uno" di Battisti, già reduce da produzioni pre-Prog di grande classe tra cui la "Formula Tre".
Poi c'era la copertina d'autore di Cesar Monti, tanto criptica, quanto affascinante e contrastata.
Ancora: scorgendo la line-up della band (naturale evoluzione del famosissimo gruppo beat "I Quelli" e della loro costola più psichedelica "I Krel"), ci si accorgeva che il quintetto milanese era interamente composto da musicisti già arcinoti e rispettatissimi, sia a livello locale che nazionale e che, per comporre la formazione definitiva, aveva vagliato il fior fiore degli strumentisti italiani. Per esempio, Alberto Radius e Ivan Graziani.

Non meno importante era il nome del gruppo,
Premiata Forneria Marconi, preso in prestito dalla loro prima sala prove situata a Chiari in provincia di Brescia: un "marchio di fabbrica" che abbandonava definitivamente le denominazioni beat (
quelle precedute dall'articolo, per intenderci) per porsi al centro di una nuova realtà artistica e musicale.
Infine, non bisogna dimenticare che l'album era già stato anticipato non solo da una solida attività della band (supporter di Procol Harum, Yes e Deep Purple e turnisti per De Andrè, Battisti, Mina ecc. ) ma soprattutto da da un 45 giri-capolavoro, destinato a diventare un classico del rock Italiano:
"Impressioni di Settembre / La carrozza di Hans".
Il singolo, oltre ad aver ottenuto un enorme riscontro, aveva anche portato la "Premiata" a vincere il prestigioso "Festival di Viareggio" del 1971, a pari merito con Mia Martini e gli Osanna. Le credenziali insomma, c'erano proprio tutte.

Di fatto, passando all'ascolto, ogni possibile dubbio sulle eventuali imperfezioni dell'antitesi viene fugato dal riscontro musicale: un excursus che non solo è
rock progressivo allo stato puro sulla scia dei King Crimson e dei Jethro Tull, ma che si integra magistralmente con squisiti innesti mediterranei ed un cantato in lingua italiana, sorprendentemente aderente al tessuto musicale:
Una "
dichiarazione di stile" insomma, che renderà
la PFM un monolite della musica mondiale.
Il primo brano, "Introduzione", è il "biglietto da visita" dell'disco: suoni levigati, dinamica perfetta e produzione accuratissima. Ogni strumento suona limpido all'ascolto, emergendo chiaramente dal perfetto affiatamento della band.
In poco più di un minuto siamo già nella stratosfera. Ecco "Impressioni di Settembre", con quell'altisonante inciso di Moog che la band si era fatta prestare, perché non aveva ancora i soldi per comprarlo….

Quasi a farlo apposta, alla sognante e Crimsoniana coda di "
Impressioni…", viene immediatamente opposta una lunga "tarantella progressiva" di quasi 5 minuti ("
E' festa") che rompe ogni legame con l'amato Prog Inglese, spezzando come una scure il ritmo dell'album, e dichiarando in maniera definitiva che un Pop sinceramente autoctono, è possibile anche da noi.
Stesso discorso per la successiva "Dove…quando?" in cui il gruppo manifesta a piena ragione le sue competenze classiche: "movimenti", "suites", e sinfonie" si rincorrono e si mescolano in piena organicità per poi sfociare nella loro sintesi: l'ulteriore meraviglia sonora, "La carrozza di Hans".
Chiude l'album "Grazie Davvero" , i cui toni epici e fiabeschi stanno a suggerire che l'avventura della PFM non solo non era finita lì , ma era solo all'inizio di una strada lunga e complessa.
L'arpeggio finale, sospeso e trascendentale, è di per sé, un invito al futuro.
Ineccepibile e seminale, questo Lp non fornisce alcun apparente motivo di contraddittorio.
"Tecnicismo", "freddezza" ed "esterofilia" furono le accuse più frequenti mosse al gruppo da una certa parte politica, invisa tra l'altro, al poderoso management che lo sosteneva (Mamone e Sanavio).
Pur accettandone qualcuna (ma solo in minima percentuale e col beneficio del dubbio), mi sento comunque di dire che certe osservazioni fossero tranquillamente trascurabili: soprattutto in virtù della spinta in avanti che la PFM diede a tutta la musica Italiana.
STORIA DI UN MINUTO E' STATO GIUDICATO DAI LETTORI DI
CLASSIC ROCKL'ALBUM
NUMERO UNO NELLA
CLASSIFICA PONDERATA DEL'ANNO 1972
PREMIATA FORNERIA MARCONI - Discografia 1972 - 1978:
1972: STORIA DI UN MINUTO
1972: PER UN AMICO
1973: PHOTOS OF GHOSTS
1974: L'ISOLA DI NIENTE
1974: THE WORLD BECAME THE WORLD
1974: COOK - LIVE IN USA
1975: CHOCOLATE KINGS
1977: JET LAG
1978: PASSPARTU'