Dire Straits - Vigorelli, Milano 29-6-1981
DIRE STRAITS, Milano 29-6-1981 |
Merda! Se ci ripenso sembra ieri!
E invece sono passati ben 43 lunghi anni da quel caldo pomeriggio di giugno, in cui, alle quattro e mezza circa, io e il mio amico Marco (oggi stimatissimo dirigente) varcammo felici la soglia del Velodromo Vigorelli di Milano per assistere al concerto dei Dire Straits. Ora prevista: 21,30 – 22.
Ciò significa che, siccome eravamo appostati ai cancelli da almeno due ore, e ne mancavano sei all’evento, l'attesa totale ammontò a ben otto ore tonde tonde. Cose che fai solo a diciott'anni.
Per la cronaca, quel concerto era la terza data italiana del massacrante On Location world tour (115 concerti in tutto, incluse le apparizioni a Top Of The Pops e al Festival di Sanremo), cominciato a Vancouver il 22 ottobre 1980, e la sestultima prima della sua chiusura alla Hall Omnisports di Lussemburgo il 6 luglio 1981.29.12.1981 - MISTER FANTASY: CARLO MASSARINI intervista MARK KNOPFLER |
E chissà poi chi ci avvisò del concerto. Internet non c’era. Ci si affidava ai manifesti, alle radio libere, alle riviste specializzate e soprattutto al passaparola, e i biglietti, appunto, te li andavi a comprare dove c’erano. Non li stampavi dal computer, e nessuno te li portava a casa col corriere.
Fummo comunque tra i primi ad averli, il concerto era garantito, e pianificammo tutto al meglio.
Parole d'ordine "tre quattro panozzi a testa, altrettante bocce d'acqua, e birra a profusione. Si va prestissimo, e appena aprono ci scaraventiamo dentro, per stare davanti". E così fu.
VIGORELLI 1981 - KNOPFLER e LINDES |
Peccato che la nostra stessa idea la ebbero almeno altre due-tremila persone, cosicchè all’entrata si creò un ingorgo davvero spaventoso. Qualcuno si fece pure male, ma alla fine arrivammo non proprio davanti al palco ma quasi. E comunque in pieno centro per goderci la stereofonia e tutto il resto.
Lo stage intendiamoci, era immenso ma essenziale. Niente fumi, botti, scenografie digitali, congegni arcani, maiali volanti o quant’altro. Giusto le due torri laterali dell’amplificazione, gli spot, le americane in alto, e per il resto, tutto concentrato sulla band e sulla musica.
Non ricordo precisamente cosa facemmo durante l’attesa, ma so che ad un certo punto non riuscimmo più a stare sdraiati. E quando verso le nove il parterre fu bello pieno, arrivarono i Fisher Z, una band non particolarmente arrapante del Berkshire (GB), inizialmente votata al punk, ma ai tempi fresca del suo album più pop: Red Skies Over Paradise.
Poco più che dignitosi, ebbero comunque il merito di risvegliarci dopo sei ore d’attesa (del resto è a questo che servono i gruppi spalla, no?), e dopo una mezz'oretta ancora, ecco finalmente i Dire Straits. Ad accoglierli, trentamila persone.
Giù le luci, tutti i fari puntati sul palco, “Good evening ladies and gentlemen. Welcome to the Vigorelli!”, e vai con Mark Knopfler che in giacca rossa, maglietta bianca e fascia d’ordinanza, attacca Once Upon a Time in the West, limpido come Hank Marvin e sfacciatamente strappato ancor più del Marc Bolan di Ride a White Swan. Mai si era sentita una band che si appoggiasse solo su quel sound, e naturalmente, nessuno l’aveva mai vista dal vivo.
DIRE STRAITS A SANREMO 1981 |
Sound chiaro e portentoso, tempo splendido, entusiasmo a mille. Esattamente quel che ci aspettavamo e che volevamo sentire. Poi la mia memoria si perde davanti al grande palco, e a questo punto, chiedo aiuto a chi c’era.
Due cose però ricordo molto bene.
La prima fu l’incredibile vitalità di una band che aveva pur sempre - e da oltre otto mesi - centodieci concerti sul groppone a ritmo di quasi uno ogni due giorni. “Una cosa normalissima”, direte giustamente voi. Eppure a me stupì quanto il sound fosse straordinariamente fluido e compatto. Nessuna flessione, nessuna incertezza.
Ma ciò che rimase davvero nel mio cuore, e che mi sembra di rivedere ancora adesso, fu quando, sulle prime note di Romeo and Juliet, un fascio di luce bianca centò in pieno la dobro metallizzata di Knopler, irradiando nel cielo, centinaia di raggi luminosi.
Una minuzia d'altri tempi? Sarò io che forse sono troppo romantico? Forse. Ma erano magie di un tempo in cui (Pink Floyd a parte), le grandi scenografie non erano ancora patrimonio di tutti, anzi. E le grandi emozioni del rock si coglievano dai particolari. A volte anche da una nota soltanto. E io me le ricordo tutte.
Che poi oggi sia meglio o sia peggio, non sta a me sindacare. Ma sono felice di aver vissuto quei tempi... e di poterveli raccontare.
A presto.
DIRE STRAITS, Velodromo Vigorelli, Milano 29-6-1981
Mark Knopfler: vocals, lead guitar
John Illsley: bass
Hal Lindes: guitar
Pick Withers: drums
Alan Clark: keyboards
PLAYLIST: Once Upon a Time in the West - Expresso Love - Down to the Waterline - Lions - Skateaway - Romeo and Juliet - News - Sultans of Swing - Portobello Belle - Angel of Mercy - Tunnel of Love - Telegraph Road - Where Do You Think You're Going? - Solid Rock
5 commenti :
Tu ricordi la Jgeils band ma il biglietto dice che erano i Fisher-Z. C'ero anch'io e per anni sono stato convinto di aver sentito i Wire in apertura di concerto...
enrico
Enrico hai ragione. Mi sa che ho fatto confusione. Ho sostituito il paragrafo con la band corretta, ma di loro non mi ricordo quasi nulla.
Io ricordavo solo che fossero inglesi (poi col tempo la mia memoria li aveva identificati con i Wire, purtroppo mai sentiti). Del resto è quasi sempre il destino dei gruppi di spalla di qualcuno molto atteso: ricordo i poveri Cramps (mi sono piaciuti) massacrati di fischi al Palalido perchè tutti aspettavano i Police!
Vogliamo parlare degli Sharks prima di Vasco Rossi? O di Jo Squillo prima della PFM?
Li vidi qualche giorno prima a Sanremo in uno stadio comunale al limite della capienza. Pazzeschi !!!
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