Area: un gruppo dal valore aggiunto.

rock progressivo italiano

  NEI COMMENTI: CLAES CORNELIUS dei BLUES RIGHT OFF.

Che gli Area siano stati un gruppo fondamentale per lo sviluppo del rock italiano è cosa nota: c’è una vasta bibliografia in merito tra cui ricordo lo splendido “Libro degli Area” di Domenico Coduto, c'è un passaparola che rivitalizza incessantemente le loro gesta e la loro arte, nonché un periodico fiorire di iniziative, concerti e tributi che dimostrano come la musica e il messaggio di Demetrio e compagni abbiano ancora oggi ancora un valore inestimabile. 
Già. Ma quale valore? 

Innanzitutto la conflittualità: ambasciata dai loro cinque album in studio che, tra il 73 e il 78, traghettarono il rock progressivo da espressione stilistica a strumento di comunicazione antagonista, riflettendo così sogni e rivendicazioni di un’intera generazione di militanti.  

Poi, parlerei anche di una forza comunicativa ben al di sopra della media: certamente debitrice a quella straordinaria macchina da marketing che fu Gianni Sassi, ma anche autoctona nella capacità di inventarsi sempre nuove strategie per dialogare col pubblico. Dal famoso “offertorio delle mele” alla geniale trovata del cavo elettrico tirato in mezzo al pubblico che modulava il sequencer di Paolo Tofani

stratos fariselli tofani capiozzo tavolazzi
Foto: Roberto Masotti
Infine, lo stakanovismo quasi eroico nell’esibirsi sempre, comunque e dovunque, gratis o no: per non perdere di vista neppure un ascoltatore e diffondere quel messaggio rivoluzionario del quale erano convinti tutti e cinque senza esenzione alcuna. Un costante lavoro di sperimentazioni e di contaminazioni, che Demetrio portò anche avanti per conto suo, esplorando a suo rischio e pericolo le possibilità più estreme della voce umana.

Difficilmente, credo, queste istanze furono proprie di altri gruppi degli anni Settanta, ma neppure di quelli successivi se escludiamo alcune formazioni ultraradicali dell’hardcore anni 80 o dei Centri Sociali che però, a parità di impatto, non godettero mai nè della stessa popolarità, né riuscirono (salvo rarissime eccezioni) ad uscire dalle maglie dell'underground. E questo  sia perché, nel frattempo la forza repressiva del sistema era aumentata , sia perché, in effetti, gli Area ebbero alla base una strategia operativa molto più efficace.

Di fatto, essi difesero la loro unicità intellettuale con un comportamento tanto aperto nei confronti delle masse quanto critico al limite dell’accidia nei confronti di certi loro colleghi: primi tra tutti, la Premiata Forneria Marconi. Ma in fondo, non fu una scelta sbagliata. 
Del resto, in un mondo ipercompetitivo e pericolosamente instabile come quello dei movimenti, arroccare la propria ideologia dietro un’immagine forte e impermeabile ai contraddittori, era forse l’unica soluzione possibile per mantenerla intatta. 

rock progressivo italianoE se molti dei loro proclami sembravano calati dall’alto - per non dire supponenti - è anche vero che nessuna delle loro provocazioni passò mai inosservata: perché innovativa, perché attendibile, ma soprattutto perchè frutto di basi e progettualità solidissime, nate dalla perfetta armonizzazione tra la band e i suoi collaboratori. 

In più, a differenza di molti colleghi che si contraddissero corteggiando il mercato americano, gli Area non commisero mai quell'errore, preferendo piuttosto concentrare la loro attività in Italia, o, al limite, sperimentare le loro potenzialità in nazioni più libertarie: Francia e in quel Portogallo appena fresco di democrazia. Sicuramente perdendoci commercialmente, ma mantenendo illibata la loro coerenza

Anzi, è davvero straordinario appurare come, proprio oltralpe, il loro percorso artistico e politico venne recepito addirittura meglio che da noi, dove spesso era oggetto di attacchi e fraintendimenti. Lo dimostrò ad esempio, la lunga introduzione della presentatrice portoghese al loro live set di Lisbona, la quale tracciò un profilo straordinariamente lucido non solo dei musicisti, ma dell’intera situazione italiana: privilegio che, all'epoca e a livello nostrano, apparteneva solo a pochissime avanguardie intellettuali

Dopo la morte di Demetrio nel giugno del 79, e la successiva agonia del gruppo, nessuno come loro si sarebbe mai più ripresentato sulla scena italiana: da un lato perché si chiuse l’era dei movimenti e mutarono le condizioni politiche, ma soprattutto, poiché venne meno uno dei più solidi collettivi musicali della storia musicale italiana, là dove ogni singola personalità era imprescindibile per la sua esistenza. Ancora oggi un esempio, direi, per chiunque voglia fare della propria musica, una professione.

12 commenti :

claudio65 ha detto...

Gli ultimi tre esemplari "post" di J.J. rappresentano come meglio non si potrebbe un'era bellissima e contraddittoria come furono gli anni '70 italiani. Si passa da Valerio Negrini, ai "fanotmatici" Hella-Xenium, per chiudere con gli Area del grandissimo Demetrio Stratos. Direi che gli anni '70 italiani sono tutti qui. Valerio Negrini ed i Pooh rappresentano il lato romantico, un po' visionario, molto intimista che propagava un certo tipo di beat melodico e melodioso negli anni della lotta politica e del "Privato è anche Politico".
Gli Hella-Xenium rappresentano le piccole band da garage e da micro-locali che dal nulla hanno creato il "Prog" in Italia, mettendoci entusiasmo e grossolana ingenuità.
Gli Area sono gli anni '70 militanti, politicamente schierati in maniera inequivocabile, che ami o che rigetti, ma che non puoi ignorare. E, comunque, puoi non essere d'accordo con gli Area sulle idee, ma la loro Musica non può che destare ancora ammirazione.
In comune, tutti e tre, avevano la voglia di guardare in alto, di non accontentarsi della banalità, di cercare strade nuove.
Se guardiamo cos'è accaduto dopo, troviamo ancora Valerio ed i Pooh, ma a livelli assai più bassi e, probabilmente, giunti alla fine della loro lunga (e gloriosa) parabola. Degli Hella-Xenium si sono perse le tracce e, probabilmente, hanno cambiato tutti mestiere.
Degli Area, sopravvive solo il ricordo del grande Demetrio (in chi si ricorda ancora di lui).
Il tutto, mentre oggidì in TV ragazzini dell'età dei nostri figli cantano le canzoni dei nostri nonni, tra una platea di vecchie zie televisive plaudenti ed i gridolini isterici di conduttrici belanti come pecore al gregge.

frank ha detto...

miglior gruppo italiano di sempre, genio puro.... attualissimi ancora oggi come quarant'anni fa....
l'estetica del lavoro è lo spettacolo della merce umanaaaa......

ravatto ha detto...

Proprio in questi giorni avevo voglia di scrivere un post sugli Area, per dire di quanto mi sembra siano stati un evento A SE'. Un astronave che ha fatto un pò di strada con noi, per poi sparire verso chissà quali mete, come se le rivendicazioni politiche di quegli anni fossero solo un inizio e non un approdo. Gli Area sono stati un evento musicale, culturale, politico e spirituale senza tempo.

Per quanto riguarda poi la personale ricerca vocale di Stratos, in un certo senso mi viene da pensare al lavoro di Carmelo Bene..anche lui come Stratos andava a ricercare l'origine della fonè, restituendo la voce alla sua cavità interna...quindi penso a parole comuni come Teatro, Antica Grecia, Misticismo, Filosofie Orientali..

ugo ha detto...

i più sinceri.i più sanguigni,i più ribelli,politici,artigianali oserei dire ma anche i meno digeribili diciamo i più indigesti ma gli unici che dopo la scomparsa del grande demetrio hanno quasi smesso la loro carriera come gruppo rimanendo attivi perlopiù come session-man!un pò come fecero i mitici LED ZEPPELIN e scusate se è poco!

rael ha detto...

Posso osare un'affermazione? Per me gli unici eredi "concettuali" degli Area son stati i CCCP / CSI : l'integrità morale, il messaggio forte e diretto, l'odio verso la guerra, il rifiuto della promozione in tv dei dischi...

ugo ha detto...

son d'accordo con RAEL benchè,essendo cambiati i tempi,questi avevano assimilato il PUNK del 77 quando invece gli AREA essendo nati nei 70's nelle loro sperimentazioni si rifacevano sempre al JAZZ-ROCK sebbene in maniera libertaria e,talvolta,anarchica ossia senza schemi!

JJ John ha detto...

Sull'"integrità morale" di Ferretti - passato da Lotta Continua all'associazione antiabortista di Giuliano Ferrara, e dall'Intifada allo Stato di Israele - mi permetto di esprimere molti dubbi.

Artisticamente poi, collocherei piuttosto i CCCP tra il Punk (specie quello Jugoslavo, che era molto visuale, come loro) e il movimento del '77.

Sugli eredi degli Area, mi vedo invece d'accordo con Domenico Coduto quando afferma che "non esiste un gruppo che ha raccolto in pieno la loro identità artistica".

Ne furono semmai direttamente influenzati cantautori come Finardi, Camerini o il primo Cattaneo, ma nessun gruppo arriverà mai al loro livello di coerenza. Men che meno i CCCP.

taz ha detto...

AreA....quella che ci circonda e che ci tiene in vita...AreA che diventa ossigeno per l'essere umano....Mai nome fu più azzeccato per un gruppo...perché la loro musica(a me piace definirla "suoni per l'essere umano"..)cmq, ti entrava nel corpo e nella mente....UNICI ancora adesso....la metamorfosi di L. Ferretti mi lascia un po' perplesso...preferisco la metamorfosi di Sorrenti...onestamente ha fatto meno danni all'essere umano...e comunque in questo "nostro" blog non ci si annoia mai!!!!! c'è sempre da leggere qualcosa...come un eterno romanzo musicale......ciao

UGO ha detto...

BE TAZ SE DOVESSI FONDARE UN GRUPPO OGGI LO CHIAMEREI "SCENARIO" OPPURE "SCENARI" CHE DA IL SENSO IN CONTINUO MOVIMENTO DEL MUTARE DELLE REALTA UN PO COME LO FU A SUO TEMPO "AREA" CIAO UGO

Anonimo ha detto...

Grandi Area !

Il miglior gruppo italiano .

Michele D'Alvano

Claes Cornelius ha detto...

Gli Area intendevano che per loro si deve riferire a l'area, o a seconda, solo area - tutto in minuscole. È l'area di creazione, la zona d'impatto. Il design del logo è di Mario Camerini, fratello di Alberto, e doveva essere a lettere da macchina da scrivere, anzi, da stampante Telex (telegrafo con testo). Il demo per il primo LP è stato registrato allo studio Suono, ai Tre Garofoli, Terraferma di Venezia. Con Ermanno Velludo, ero partner.

Il disco proprio è poi stato registrato su 8-piste a Milano per la CRAMPS (tutto a maiuscole), la nascente label di Gianni Sassi, e spero di ricordarmi bene (!), significa Copenhagen-Roma-Amsterdam-Milano-Parigi - la S non me la ricordo. È cmq volutamente giusto come COBRA. COpenaghen-BRuxelles-Amsterdam - una libera associazione di artisti, specialmente pittori assolutamente di avanguardia.

JJ John ha detto...

Thanks so much dear Claes
spero tu ti diverta a leggere John's Classic Rock
e mille di questi tuoi interventi che daranno nuova luce ha ciò che ho scrivo...
da ormai 15 anni..
Take care,
JJ