Franco Falsini: Cold nose (1975)

cold nose naso freddoAL FINE DI OVVIARE ALLA SCARSITA' DI INFORMAZIONI SU QS. ALBUM, INVITIAMO I PROTAGONISTI E I TESTIMONI PARTECIPATI A SCRIVERMI O A LASCIARE UN COMMENTO. GRAZIE. JJ.

Tra i due album dei Sensation’s FixPortable madness” e “Finest Finger”, il chitarrista Franco Falsini trova il tempo per dedicarsi al suo primo lavoro da solista, insonorizzando una pellicola del regista Filippo Milani intitolata “Cold Nose” (trad: “Naso Freddo”).

Il disco fu pubblicato nel 1975 dalla Polydor (la storica discografica del gruppo fiorentino) e a conti fatti, divenne molto più famoso del film che invece fu distribuito poco, male e circuitò quasi esclusivamente in ambienti informali. Di sicuro si sa soltanto che venne proiettato per intero durante un concerto dei Fix del 1975.

La copertina dell’album è semplicissima: titolo e portrait in bianco e nero del Falsini ad opera della fotografa Carla Pallini: un minimalismo grafico che lascia intendere come nessun’altro strumentista abbia messo mano alle musiche, nè a livello compositivo, nè come esecuzione.
Altrettanto stringata è la scaletta che prevede solo tre movimenti di cui i primi due occupano la prima facciata e il terzo, la seconda.
Totale: una quarantina di minuti di musica che si suppone fosse la durata del film e dico “si suppone” perchè in effetti ancora oggi sulla pellicola di Milani circolano così poche informazioni da non permetterci di essere più precisi.

Sappiamo comunque che "Naso Freddo" fu un mediometraggio sulla cocaina e sui suoi effetti, la cui “prima” si dice sia avvenuta a casa dello stesso regista e il cui contenuto non fu per nulla gradito dalle ali più radicali del movimento:

franco falsini[...] i due album ufficiali dei Sensation’s Fix sono appena in media con la peggiore produzione del pop inglese, e l’intento di un film e di una colonna sonora del tutto mistificatori quali Cold Nose, fanno sinceramente dubitare della loro onestà professionale, di Falsini in dettaglio. (Il libro bianco sul pop in Italia, op cit.)

Naturalmente il “come e il perchè” il film fosse ritenuto mistificatorio dagli autori del libro, questo non ci è dato di sapere.
Classic Rock” è quindi alla ricerca di testimonianze partecipate e di comments direttamente dagli stessi protagonisti.

Tutto si sa invece dello svolgimento musicale dell’album anche se chiaramente viene a mancare l’analisi relazionale con le immagini che nel caso di una OST, sono fondamentali.
Di fatto, senza di esse, “Cold Nose” suona come un lungo insieme di sequenze sonore che alla fine dell’ascolto potrebbe benissimo essere un album dei Sensations Fix ma eseguito da un solo elemento.
Lo stile è infatti riconducibile al trio di “Portable Madness” che come ricorda il bassista Gary Falwell su Facebook : “It was all about creating-stretching sounds and notes. Not about chord structure so much.".
Come per i dischi collettivi infatti, ci troviamo davanti a dilatazioni di un’idea basica che si estendono, si fissano, mutano delicatamente e si compenetrano come in un effetto al plasma, sino a tracciare un a molteplicità di segmenti emozionali.

franco fasiniSul modus operandi di Falsini, osserva ancora Falwell: "Franco would not play anything other than what we would create. Once I asked him a question about a chord. Was he doing E Major or G Major. He said, 'I'll make this sound, you find the sound you like to go with it.

Certamente, in un lavoro come Cold Nose (dove si suppone che sia stato sviluppato un tema imposto dalla regia e dove mancano per scelta le percussioni), molte parti musicali denunciano effettivamente l’assenza delle immagini avvitandosi lungamente su se stesse e appesantendo non poco l’ascolto.
Questo avviene specialmente nella prima parte dove si fa sentire molto lo spirito del capolavoro di Oldfield nella coazione al ripetersi di singole sequenze.
Altrettanto lunga, ma fortunatamente più diversificata è la seconda facciata dove prevale non solo un maggior gusto per la ricerca timbrica, ma svettano almeno un paio di sequenze coronate da un estatico chitarrismo.
Momenti magici che
da soli valgono tutto l’album.

Pur non essendo molto raro e abbordabilissimo sul mercato collezionistico, “Cold Nose” resta ancora oggi un disco mutilato della sua parte immaginifica (il film, ripeto, non è mai stato distribuito nei canali ufficiali) e come tale, difficilmente recensibile nella sua integrità.
In questo senso, una ristampa in Dvd sarebbe più che auspicabile.

8 commenti :

Regolo ha detto...

Scaricai tempo fa l'mp3 di questo disco ma non ho mai avuto il tempo di ascoltarlo. Cercherò di rimediare quanto prima.
Ma che fine ha fatto Falsini? Ho letto da qualche parte che lo davano per "sparito".

Anonimo ha detto...

Non so.
Speriamo "riappaia" da queste parti.
JJ

Anonimo ha detto...

Sarebbe bello avere informazioni su Falsini. A suo tempo (ma ancora oggi) ho molto apprezzato il suo lavoro e quello dei Sensation's Fix. Il loro album migliore, a mio giudizio ovviamente, rimane Finest Finger.
Gabriele

Anonimo ha detto...

Ecco dove trovate franco Falsini:
http://www.facebook.com/photo.php?pid=30430113&id=1117504057#!/inkos

J.J. JOHN ha detto...

Grazie mille.
Purtroppo Classic Rock non usa ancora Facebook per motivi ideologici.
Chiunque conosca o possa entrare in contatto col Maestro Falsini, lo dirotti pure alla mia mail.
Grazie davvero
JJ John

Anonimo ha detto...

Questo disco è un capolavoro assoluto, uno tra i pochi in grado di reggere il confronto con i capolavori del Krautrock teutonico.
Riascoltarlo ancora oggi è una vera gioia, meraviglioso !!!

frenck ha detto...

concordo in pieno, infatti, vedi Manuel Gottsching, chitarrista e fondatore degli Ash Ra Tempel ed il suo " Inventions for Electric Guitar"

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto .

Michele D'Alvano