Semiramis: Dedicato a frazz (1973)
NEI COMMENTS CI SCRIVE MAURIZIO "MACOS" MACIOCE - PRIMO CHITARRISTA DEI SEMIRAMIS - che spiega dettagliatamente il suo rapporto con i fratelli ZARRILLO, e come finì il gruppo.
Grazie Maurizio.
Siamo a Roma nel 1970 quando quattro amici d'infanzia del quartiere di Centocelle decidono di formare un complesso: si chiamano Maurizio Zarrillo, i cugini Memmo Pulvano e Marcello Reddavidde e il cantante Maurizio "Macos" Macioce.
Dopo due anni Macos lascia il posto al dotatissimo chitarrista Michele Zarrillo, fratello di Maurizio e proveniente dal gruppo beat i "Piccoli Lord", MA RIGUARDO A QUESTO PUNTO, LEGGERE NEI COMMENTS L'INTERVENTO DI MAURIZIO MACOS MACIOCE)
Autobattezzatasi Semiramis da un'idea di Reddavide, la band inizia nel 1972 un'intensa attività live proponendo sia brani scritti da Michele Zarrillo, sia covers dei Rolling Stones, Creedence, Sabbath, Led Zeppelin e qualcosa di Prog italiano (Orme e Formula Tre in particolare).
A dispetto di una certa inesperienza e della giovane età dei componenti (nessuno di loro era maggiorenne!), il quartetto entra rapidamente nell'olimpo delle migliori band alternative del momento e a maggio viene invitato allo storico Festival Pop di Villa Pamphili dove non solo impressiona favorevolmente pubblico e addetti ai lavori, ma cattura l'attenzione della Trident Records di Milano che propone loro un contratto discografico.
Purtroppo, proprio prima di entrare in sala d'incisione Pulvano deve abbandonare a malincuore i colleghi per motivi di lavoro, lasciando però il posto a due suoi ottimi amici: il batterista Paolo Faenza e il tastierista Giampiero Artegiani che porta con se il suo prezioso Synth Eminent.
Nasce così "Dedicato a Frazz" (dove "F.r.a.z.z." è l'acronimo dei cognomi dei musicisti), primo e unico lavoro dei Semiramis, da molti giudicato come uno dei migliori albums di Progressive Italiano.Dotato di una conturbante copertina apribile disegnata dall'artista inglese Gordon Faggetter, ex batterista di Patti Pravo e grafico per la RCA, l'album contiene sette pezzi della durata media di cinque minuti l'uno che non mancano di stupire per energia ed eterogeneità.
Il groove generale è 100% progressive con qualche riferimento ai Genesis e a Oldfield, ma restituito con quel tanto di originalità che basta per differenziarlo da molti gruppi contemporanei.
Di ciò si accorse anche il critico Enzo Caffarelli di Ciao 2001 che disse di loro:
"Malgrado la tipica difficoltà Italiana di combinare liriche, voce e musiche […], i testi sono buoni, le carenze di ritmica e di fusione quasi assenti, e semmai mascherate dalla ricchezza di corde e tastiere, legate e sovrapposte con molto gusto e padronanza di mezzi. Una ricchezza espressiva […] sottolineata dal vibrafono, dalle campane e dalla presenza di un altro ragazzo, Giampiero Artegiani, che affiancano il leader alla chitarra acustica, alle dodici corde o al sinth."
In effetti, non ci vuole molto per lasciarsi trasportare dal sound dei Semiramis. Sin dal primo brano "La bottega del rigattiere" ci si accorge che il ventaglio di sonorità e di ritmiche è vastissimo, ben strutturato e soprattutto, proposto con una padronanza strumentale davvero impressionante, considerata l'età dei componenti.
I vari ambienti sono molto ben definiti e le diverse cesellature che fanno da contrappunto ai temi principali sono sempre azzeccate e mai invadenti.
Stupisce per destrezza soprattutto il chitarrismo di Michele Zarrillo che inanella in scioltezza scale su scale senza mai essere autorale o monocorde.
Dal canto loro, i brani passano con flessuosità da tumultuosi passaggi hard prog a momenti più intimisti ("Luna Park", "Clown"); dagli scherzi classicheggianti di "Uno zoo di vetro" all'heavy rock di matrice Sabbathiana senza omettere riferimenti ai New Trolls, PFM ("Dietro una porta di carta"), Balletto e Rovescio della Medaglia ("Frazz").
Il tutto però, senza mai perdere in coerenza o continuità.Lascia forse a desiderare l'uso della voce, ancora acerba ed evidentemente debitrice a Nico di Palo e a Pino Ballarini (che non a caso, Michele sostituì in una delle ultime formazioni del RDM), ma comunque coerente all'impatto generale del sound.
In sintesi, diciamo che definire un "capolavoro" Dedicato a Frazz è forse eccessivo, ma sicuramente non è un disco che non avrebbe dovuto passare inosservato come invece accadde.
Fortunatamente, dopo lo scioglimento della band nel 1974 (celebrato da un ultimo concerto sempre a Villa Pamphili) a causa della mancata pubblicazione del loro secondo album, sia Michele Zarrillo che Artegiani proseguirono le loro rispettive carriere con grandi soddisfazioni.
A mio avviso, più che ampiamente meritate.
48 commenti :
Sí, John... Zarrillo merita soddisfazioni, ma non con la musica che ha fatto dopo i Semiramis!!! ;-)
Mi dispiace ma "Una rosa blu" è inascoltabile (la voce secondo me è pure peggiorata con gli anni)...
Un saluto
Gran bel disco per dei 19enni!!!..a leggere i reportage dell'epoca i ragazzi tenevano bene anche il palco sostenuti anche da una bella cornice coreografica...a sentire loro la storia che raccontano nel disco gli assomiglia un pò....tante luci subito poi...delusioni e promesse mai mantenute...la giovane età gli permetteva di stare a casa con i genitori e quindi di "spendere" meno...e concentrarsi sulla musica..Io direi anche bene, certo si sentono "tanti" gruppi italiani "dentro" ma loro sono veramente bravi nel comporre e suonare, gran personalità!!...A quanto pare le delusioni arrivano dalla Trident, poca propensione nel pubblicizzare il disco in più servizio militare per alcuni, loro delusi cambiarono casa discografica, subentrò la Basf, gli intenti sono buoni, loro, parlano di un secondo e terzo disco aiutati anche dalla serietà e professionalità della casa tedesca...e invece come Frazz rimasero con un pugno di mosche nella mano...giustificarono la loro assenza al secondo raduno di Villa Pamphili con il fatto che non avevano materiale nuovo da proporre...ma fù una scusa....non capolavoro ma sicuramente un disco che ascoltato ancora oggi appare fresco è pieno di spunti...uno dei migliori dischi dell'epoca, por mi. ciao
La notte dei pensieri...5 giorni..l'elefante e la farfalla sono dei buoni pezzi, il jolly la giocato scrivendo Perdere l'amore(Ranieri) e Stasera a casa di Luca(Salemi)...una onesta carriera direi..ciao
Una piccola precisazione sulla gloriosa Trident Records.
Non è che quelli della Trident "avessero poca propensione nel pubblicizzare il disco" come dice l'amico Taz.
O meglio, sembra che non fosse stato un atteggiamento intenzionale.
Il fatto è che ad un certo punto avavano scritturato talmente tanti artisti che, loro malgrado, non riuscirono più a gestirseli.
Un "eccesso gestionale" che però non toglie nulla alla loro sincerità e al coraggio profuso per quell'epoca.
Altro gruppo che vidi dal vivo,erano bravissimi e certi momenti dell'album li trovo tuttora notevoli...come gusti io sono più verso la psichedelia e sul beat,ma molto prog non troppo derivativo o simil-britannico lo trovo interessante,loro continuano a piacermi.
Non ho letto bene il post, ma dopo Zarrillo qualcosa di buono con la chitarra elettrica l'ha fatto?
Ciao e buon weekend!
Giampaolo: diciamo che Zarrillo ha messo il suo talento al servizio di un'altra musica. MRX
Frazz mi sembra abbia anche molte parti "hard rock" ed è decisamente ben suonato...anche la voce a me sembra migliore di quella di tanti suoi colleghi dell'epoca. Se avessero avuto il successo che meritavano mi chiedo Zarrillo cosa avrebbe fatto. "Perdere l'amore" è un gran bel pezzo (specialmente nella versione "folk"/vernacolare dei "Trelilu" dove è diventato "Perdere il trattore" :dramma di un contadino travolto dal vizio del gioco d'azzardo, eh, eh.) Forse Zarrillo ha goduto sempre di più della stima degli addetti ai lavori che del pubblico. E qualche Sanremo in meno forse lo poteva fare.
(ofvalley)
La Trident di Maurizio Salvadori nella seconda metà degli anni '70 diventò un'agenzia-promoter curando tra gli altri le imprese live dei Rockets (da rivalutare) e dei Pooh.
Mi domando che fine abbiano fatto quelle firme di Ciao 2001 che da ragazzino mitizzavo quasi quanto i musicisti...Enzo Caffarelli...Armando Gallo...Manuel Insolera!
Ah! Che tempi!
Io ricordo pure Bertoncelli (che si scazzava con gli Area), Paolo Massarini, Red Ronnie a Radio Alice, Piergiuseppe Caporale e tutta la masnada di Muzak, Gong e Re Nudo.....
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Armando Gallo credo fosse diventato uno dei fotografi ufficiali dei Genesis.
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Cmq, come puoi leggere in"Vals del recuerdo" io i Rockets li ho ho pure visti dal vivo nel 1978!!!
E io pure al teatro Verdi di Sestri Ponente!
Fu il mio primo concerto avevo 13 anni.
Però Bertoncelli si sa che scrive ancora e molto.
Ma dei giornalisti che ho citato non se ne sa più nulla.
E' vero mi ero dimenticato di Piergiuseppe Caporale, anche lui una firma del caro vecchio 2001....
Grazie MRX!
ciao a tutti!
pensa un po anche io sono di centocelle e per di piu anche sulla via piu importante del quartiere (via dei castani) e non avevo mai sentito nominare i semiramis.
provvedero a sentirli, me li consigli????
cia francesco
Consigliatissimo Francesco!!! E poi... sono praticamente tuoi vicini di casa. Chissà che in qualche cantina lì vicino non ci sia pure un LP originale.
I semiramis erano dei primi anni 70, anch'io sono di quel quartiere, non solo ma li ho visti, non erano miei amici ma li vedevo. Zona tor de'schiavi.
A parte Zarrillo, Artegiani lavora ancora nell'ambito musicale come autore di testi (Perdere l'Amore di Massimo Ranieri)
Franco
Questo è uno dei dischi che inserirei nei primi 10 migliori album di prog italiano la ristampa Cd della PDF (digipack)è ottima
A me questo disco è sempre piaciuto, nonostante Zarrillo che ha avuto il difetto di perdersi successivamente nel nulla più assoluto e pure di fidanzarsi con una delle mie amiche più carine, ma questo è puro gossip scusate...
Altro gran bel disco, che colpisce per i forti contrasti nell'alternanza continua -e riuscitissima- fra parti acustiche e fasi guidate da riff duri di chitarra. Invidiabile generalmente la ricchezza di sfumature, quasi a dispetto dell'assenza di brani lunghi e degli scarsi mezzi tecnologici a disposizione. Ottimo a mio avviso anche Zarrillo, giovanissimo ma già dotato vocalist (oltre che chitarrista), pur nei chiari riferimenti a Di Palo (ma con interessanti varianti nelle parti più "aspre").
Fantastico infine l'artwork, soprattutto nella ricca ambientazione "fantasy" dell'interno di copertina!
Ho l'album originale, trovato all'epoca in un negozio di Lugano e lo tengo come una reliquia. Confesso che di loro non sapevo niente e che ho deciso l'acquisto solo perchè mi piaceva la copertina. Ma poi come l'ho messo sul piatto ho subito pensato che fosse uno dei migliori lavori prog di quei tempi. Zarrillo era sicuramente meglio come chitarrista che come cantante. Poi si può ragionevolmente pensare che sia titolare di una carriera per la maggior parte imbarazzante, ma quello che mi dà veramente fastidio è che nessuno dei musicisti arrivati ad una certa popolarità avendo dei trascorsi prog, cita mai le sue origini. Avete mai sentito Fossati parlare dei Delirium, o Golzi del Museo o Corrado Rustici del Cervello ,ecc...quasi si vergognassero. Invece dovrebbero essere orgogliosi ( al di là dei risultati commerciali ) di aver scritto pagine importanti per il rock italiano.
Claudio Fifty Six, a onor del vero l'Ivano ha abbondantemente parlato dei Delirium nei suoi ultimi libri, ma effettivamente è vero che molti suoi colleghi evitano di parlare dei loro trascorsi prog.
Erano tempi forse troppo diversi e ideologie troppo "fuori luogo" rispetto al piattume di oggi.
Meglio allora non rischiare di perdere audience e stare zitti.
Un vero peccato perchè il prog in realtà è stata la miglior musica italiana prodotta negli ultimi 40 anni.
UNO FRA I DISCI CHE RICHIEDE UN ATTENTO ASCOLTO TALMENTE TANTE SONO LE VARIANTI IN ESSO CONTENUTE!SOLO LA REGISTRAZIONE FA STORCERE UN PO IL NASO PER IL RESTO LO METTEREI SUBITO DOPO I PRIMI 10 CHE NE SO AL 15 POSTO CONSIDERANDO PURE L'ETà DEI COMPONENTI.CIRCA ZARRILLO Bè HA FATTO BELLE CANZONI MA NESSUNA DI QUELLE RIMANDANO AI SUOI TRASCORSI PROG!LA NOTTE DEI PENSIERI è QUELLA CHE PREFERISCO...UGO.
Zarrillo è in terapia intensiva per un infarto.
Forza Michele!
SI FORZA MICHELE TORNERAI A CANTARCI LA NOTTE DEI PENSIERI.TI VOGLIAMO BENE RIPRENDITI PRESTO UGO
auguroni FRAZZZZZZZZ
Mah...se devi ascoltare del pop italiano di poco spessore simil '70 allora meglio Drupi di Zarrillo.
Non discuto della sua perizia di giovane chitarrista del 1973, ma come cantautore non mi risulta abbia fatto alcunchè di memorabile.
E memorizzabile.
be mario non ci son dubbi che il zarrillo come solista non aveva nulla di prog e che,forse un solo disco non renda giustizia alla sua bravura,ma perlomeno la notte dei pensieri 5 giorni oppure gli assolati vetri li preferisco per armonia e poesia a drupi che poteva avere l'urlo rock ma nella sua musica non ci ho visto mai nulla di veramente ispirato o memorabile.de gustibus si intende! ugo
Non ne faccio una questione di prog o non prog genere che, come ho dichiarato spesso, non amo particolarmente. Anzi: tendenzialmente vi sono avverso.
Però mi pare che Michele Zarrillo sia proprio una robetta.
Un sanremese minore. Uno che al confronto il peraltro dimenticato Luca Barbarossa sembra Dylan.
Sono Maurizio Macos, il chitarrista/cantante della prima originale formazione dei "SEMIRAMIS" voluta da Maurizio Zarrillo (fratello del + conosciuto Michele. Volevo semplicemente precisare che non fui io ad abbandonare il gruppo, bensì fu una "furbata" di Michele Zarrillo, il quale, geloso della mia voce di gran lunga superiore alla sua (lui era + bravo alla chitarra),con un abile stratagemma e a pochi giorni dal ns. primo concerto a VILLA PAMPHILI, convinse il fratello a portare via gli strumenti dalla mia sala prove, ponendomi come scusa una serata dei PICCOLI LORD da tenersi con il fratello. Da quel giorno non li ho più rincontrati...tranne il solo MAURIZIO ZARRILLO nel '94 a Grottaferrata, il quale mi confessò in presenza di mia moglie, che lui ebbe a pentirsi di quella scelta dell'epoca, in quanto la voce di Michele non era assolutamente paragonabile a quella mia, per estensione,potenza,intonatura (parole sue).Michele Zarrillo seppur bravo chitarrista, fu, suo malgrado, la causa principale del fallimento del progetto "SEMIRAMIS"...un vero peccato ! Poi nel 1971 ebbi modo di formare il mio nuovo gruppo: "IL RAMO DELLA VITA" con il quale ancora oggi mi diverto a suonare...e la mia voce ? Sempre la stessa.... http://www.youtube.com/watch?v=WZm8vcteaU0 - oppure :http://www.youtube.com/watch?v=c0XXB92QU0Y - fatti non parole.
Il Festival Pop di villa Pamphili si tenne...se ben ricordo, tra il 27 ed il 31 maggio del 1972.Dieci giorni prima la "FUGA" dei fratelli ZARRILLO & co dalla mia storica "CANTINA" di via Lusitania,19 a Porta Latina (Roma. Maurizio Macioce (MACOS)
be capisco il tuo disappunto ma credo tu possa consolarti con i miei complimenti perchè hai lasciato comunque una traccia indelebile nel gruppo!poi provvederà il buon JJ a incensarti di complimenti e a invitarti a contattarlo personalmente perche vorrà ringraziarti del tuo intervento ma,nel frattempo,lo faccio io e BRAVO MACOS! CIAO UGO
Grazie Maurizio per la tua testimonianza partecipata a cui ho dato il massimo rilievo.
Non per incensarti come dice qualcuno, ma perchè il tuo è un importante pezzo di storia che ci hai messo a disposizione.
Chissà se anche Michele passasse un giorno di qui...
JJ John
CIAO J J MIO PSYKO-KILLER PREFERITO UN ABBRACCIO DAL TUO BROTHER PROG UGO!
Grande Maurizio!!!!...un mito come pochi...ribadisco: il vostro è stato un dei più bei dischi di quei "maledetti" anni!!!....Quando "passano" persone cosi in questo blog ....CHAPPEAU a JJ!!!!!
Si, però è anche sciocco criticare in maniera aprioristica ciò che non si conosce. Zarrillo come compositore, chitarrista e autore di testi bisogna solo lasciarlo stare... Certo che "5 giorni", o "L'elefante e la farfalla" non sono il mio genere di musica, ma sono suonati, incisi splendidamente. Un pop di alta classe oserei dire.
Alla chitarra da un po' di anni, il nostro alla fine dei concerti oppure dilatando canzoni in scaletta ci piazza dentro sempre un assolo mastodontico e lunghissimo di chitarra... Diciamo che è un buon chitarrista, non eccelso (Dodi Battaglia gli è superiore e di parecchie lunghezze), ma si vede che arriva da lì...Basta guardare come si scatena sul palco quando parte in assolo.....
Salve a tutti, io sono Maurizio Macos (nome d'arte ) il primo cantante e chitarrista dei "Semiramis" il gruppo progressive - rock nato nella mia cantina di Porta Latina (Mura Aureliane) assieme a Maurizio Zarrillo (fratello del + celebre Michele) - Mimmo Pulvano e Giampiero Artegiani. Pochi sanno che il buon Michele Z. volle prendere a tutti i costi il mio posto con una azione poco "elegante":
Nella mia cantina avevamo preparato il ns.primo concerto per "Villa Pamphili", ma circa 10 gg.prima con una banale scusa poi rivelatasi falsa..., i fratelli Zarrillo si sono dileguati non rispondendo più neanche al citofono della loro casa in via dei Gelsi a Centocelle ! Ovviamente Michele, più bravo di me negli assolo.....riconosco, non aveva però di certo la mia voce alla "Robert Plant" che ancora oggi a 61 anni suonati, mi permette di registrare in una sola sessione negli Studios della Universal Music di Parigi. La voce di Michele é una buona voce melodica italiana apprezzata da tutti, anche da me....ebbene si anche da me ! Ma ahimè questa sua caratteristica voce poco si adattava ai brani dei Semiramis, e proprio per questo decretò la fine di quel nostro sogno "progressive rock".....ma tant'è .....peccato ! L'unica soddisfazione morale l'ho avuta da Maurizio Zarrillo (nel 1994) il quale mi riconobbe casualmente in qualità di potenziale suo cliente (lui agente immobiliare) chiedendomi : " Ma tu non sei Maurizio Macos"? .....ed io "come fai a conoscere il mio nome d'arte ?" E lui : "Ma non mi riconosci ? Io sono Maurizio Zarrillo il fratello di Michele !.......ed lì una simpatica parolaccia in romanesco da parte mia....ma senza rancore...infine riconobbe esplicitamente il fallimento del progetto "SEMIRAMIS" e di fronte a mia moglie disse testualmente "La tua voce, le tue inarrivabili ottave e la potenza del volume naturale, Michele non poteva di certo esprimerle con le sue caratteristiche melodiche, per questo motivo siamo durati solo 2 anni !" Io nel frattempo ho fondato "Il RAMO DELLA VITA" fino a 2008 (ultimo concerto al Golf Club di Torvajanica)....Oggi sono solo "Me stesso" Maurizio Macos leave in Paris. Un caro saluto a tutti !
Un grande disco di una band di giovanissimi che sapevano suonare il rock in maniera davvero tosta. Michele Zarrillo e Gianpietro Artegiani tessono una trama chitarristica a tratti veramente "metallara". Dieci e Lode ai Semiramis e zero spaccato ad un pubblico musicale italiano incapace di apprezzare questi gioielli rock. Certo, Zarrillo (come fece anche Alan Sorrenti) si è alfine stufato delle pacche sulle spalle e degli apprezzamenti della critica ed ha pensato a fare la grana. Ma perché, in Italia, per fare la grana, bisogna cesellare nenie strappalacrime? Tranne poche eccezioni, la regola è questa e (purtroppo) non cambia.
tra l'altro adoro questo disco pure per la bellissima copertina!
...grande "spaccato prog"di quegli anni da parte di Macos....storie "infinite" che non smetterei mai di leggere.....
Leave in Paris.
Io ho avuto il piacere di ascoltarli 3 volte, nella palestra del liceo Scientifico Francesco D'Assisi a Centocelle, a Villa Pamphili e al festival rock (2 giorni) di Villa Borghese a Nettuno.
Il disco non rende merito alla loro forza e perizia tecnica: dal vivo vi posso assicurare erano fenomenali !!!
Ovviamente non erano i Genesis ma la gente che li scopriva dal vivo rimaneva molto sorpresa in positivo.
Devo aggiungere anche un piccolo aneddoto, nel 1979/80, non ricordo di preciso, conobbi Michele Zarrillo nella radio dove lavoravo, per la promozione del suo disco "commerciale" e gli feci i complimenti per i Semiramis esprimendo il mio rammarico per la fine di quell'avventura ebbene...lui mi chiese se potevo fargli avere una copia in cassetta dell'LP poichè lui, aveva distribuito le sue copie a parenti ed amici ed era rimasto senza quella pietra miliare.
Viva il prog !!!
È scomparso Giampiero Artegiani. RIP
Mi dispiace davvero per l'improvvisa scomparsa di Giampiero Artegiani. Il mio unico rammarico é costituito dalla scelta voluta da lui e da Maurizio Zarrillo (anche lui scomparso)di sostituirmi con MICHELE ZARRILLO dopo soli 2 mesi dalla prima formazione dei "SEMIRAMIS". Pur sapendo che la voce di Michele, molto bella sì ma poco adatta al "PROGRESSIVE ROCK", di certo non avrebbe potuto portare al successo il gruppo ! Maurizio Zarrillo (pace alla sua povera Anima), non si comportò affatto bene nei miei riguardi, presentandosi senza di me al primo concerto di "VILLA PAMPHILI" a Roma, e rendendosi latitante a soli dieci giorni dal concerto con tutti gli altri. Solo LUZZATTO FEGIZ (il famoso critico musicale) se ne accorse e scrisse a tal proposito un articolo su CIAO 2001. Io ovviamente continuai per la mia strada fondando il mitico gruppo rock "IL RAMO DELLA VITA". Oggi a 65 anni produco ed interpreto le mie canzoni per la UNIVERSAL MUSIC FRANCE. Un caro saluto a tutti i "bloggers". MAURIZIO MACOS
Lavoro discreto anche se la voce di Zarrillo non mi ha mai convinto del tutto .
La copertina mi ha lasciato sempre un po' perplesso
Michele D'Alvano
Infatti io, Maurizio Macos, primo cantante del primo gruppo rock Semiramis, fui sostituito da Michele che non aveva di certo una voce alla “Robert Plant” come la mia. La decisione fu presa dal defunto Maurizio Zarrillo. Risultato: dopo due anni il gruppo si sciolse, mentre io (67 anni) ancora canto e produco brani in italiano per la UNIVERSAL MUSIC FRANCE. Fate voi…. Maurizio Macos
Ho ascoltato spesso negli ultimi mesi questo lavoro e devo dire che l'ho rivalutato in positivo !
Bel disco, trascinante, potente e nel contempo stilisticamente elegante e godibile, nonché decisamente ben suonato e musicalmente coinvolgente !
Michele D'Alvano
Un disco che non smetto mai di ascoltare, ricco di sonorità e di stacchi piacevolissimi. La voce di Zarrillo è quella che è ma l'album merita i primi posti della top ten del prog italiano
Mi sono sempre chiesto come potevano permettersi dei ragazzini sedicenni strumenti costosi come l'Eminent o il Davoli Synth. In alcune interviste mostri sacri come Premoli e Pagliuca hanno sempre sostenuto che (magari esagerando) le tastiere negli anni 70 costavano quanto un appartamento. Comunque l'album è fantastico. Passano gli anni, ma secondo me è invecchiato benissimo. Grazie (G.Luca)
Il 22 aprile 2017 al La Claque di Genova ho rivisto i Semiramis in concerto con Artegiani, Maurizio Zarrillo , Paolo Faenza della vecchia formazione più tre nuovi membri. Concerto memorabile ! In questa occasione i Semiramis hanno registrato Frazz live in dvd e cd
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