Era di acquario: Antologia (1973)

era di acquario 01Il terzetto dell'Era di Acquario si forma a Palermo sul finire degli anni' 60 e si conquista in breve tempo il titolo di uno dei pochi gruppi importanti della Sicilia.
Attivissimi sin dalla loro nascita, vengono scritturati nel 1972 dalla RCA che produce il loro primo 45 giri "Geraldine": un massiccio heavy-rock melodico, molto vicino nello stile e nel cantato ai primi New Trolls.
Anche se il singolo non ha molta risonanza commerciale, non furono in pochi a rimanere colpiti dal suo sorprendente sound a mezza via tra la melodia italiana e quello dei più blasonati "power trio" americani ed inglesi. Primo tra tutti Renzo Arbore che li notò, li portò in Rai e fece fare loro alcuni passaggi televisivi.
Nel contempo, il gruppo si faceva anche rispettare dal vivo partecipando non solo a numerosi festivals minori, ma anche ai più rappresentativi "Davoli Pop" e "Villa Pamphili" che valsero loro il ritorno in sala d'incisione sul finire del '72 per un secondo singolo ("Hold on"/"Campagne Siciliane") a cui, si dice, collaborò anche Joe Vescovi dei Trip.
Da questo punto in poi però, comincia ad emergere una forte dicotomia stilistica che provocherà non solo un riassestamento della line up (esce il vecchio chitarrista Gianni Garofalo ed entra il fiatista Angelo Giordano), ma anche alcuni problemi di identità musicale.era di acquario 02
Di fatto, se da un lato la band si era imposta all'attenzione del pubblico con il sound duro e aggressivo di "Geraldine", a partire da "Campagne Siciliane" il groove si fa decisamente più soffice e, per certi versi, riconducibile a "Dolce Acqua" dei Delirium e alle prime sperimentazioni soliste di Ivano Fossati.
Non è un caso dunque, che il primo e unico Ellepì della band Palermitana pubblicato nel 1973 si chiamasse "Antologia": in esso convivono effettivamente tutte le diverse anime timbriche (edite ed inedite) dell' Era di Acquario. Ci sono i meravigliosi affreschi acustici di "Campagne Siciliane", "Solitudine" e "Vento d'Africa", le potenti aggressioni di "Geraldine" e "Padre Mio" e persino qualche barlume prog-blues ben restituito da "Fuori al sole".
Nota d'encomio anche per la divertente "Statale 113": un massiccio psych-rock con tanto di "Scacciapensieri" Siciliano in sottofondo!
Una vera e propria "antologia" di sonorità, insomma, che ancora oggi non solo stupisce la critica internazionale, ma viene addirittura paragonata a grandi gruppi quali Crosby Stills Nash & Young, Buffalo Springfield e Chicago (fonte: progarchives.com).
era di acquario 03Ovviamente e purtroppo, sappiamo tutti che una tale artiglieria di genio e di suoni non ebbe riscontro sufficiente per tenere in vita la band che, malgrado una forte implementazione di organico, non vide mai pubblicato il suo secondo album e fu costretta a sciogliersi.
Rimane quindi da chiedersi quali fossero i motivi di una tale dèbacle a fronte di tanta carne al fuoco e qui, infelicemente, deve subentrare il lato più impietoso della critica.
"Antologia", era pur sempre un disco molto legato a stilemi ormai desueti nel suo anno di pubblicazione. Il suo sound, per quanto fosse "particolare e diverso" rispetto ad altri gruppi contemporanei (vedi, ad esempio, l'assenza delle tastiere), peccava nell'evocare atmosfere eccessivamente astratte e non più proponibili in un contesto che andava radicalizzandosi giorno dopo giorno. Potremmo dunque azzardare che l'abbandono del duro sound degli esordi fu probabilmente una mossa falsa.
Pur nella sua bravura, il terzetto Siciliano, venne relegato ad un gruppo "corollario": ottimo per i Festival Pop, ma poco propositivo nei confronti della nuova onda Controculturale.
Resta di loro un tenero disco impressionista che vale sicuramente la pena di essere ascoltato.
A mio avviso, pochi gruppi dell'epoca furono così candidamente sinceri e professionali come
l'Era di Acquario.

13 commenti :

Anonimo ha detto...

qualcosa mi piacque e qualcosa no, lo riascolterò presto per poi recensirlo anche sul mio blog.
A proposito, la proposta di quella brandina è interessante anche se in pieno inverno non è proprio il massimo.

Andy

Anonimo ha detto...

Io li trovo molto buoni,la prima cosa che ascoltai di loro fu il singolo "Campagne siciliane":uno dei brani strumentali più belli del panorama italiano(io credo),sul tubo c'è appunto il pezzo presentato alla mitica trasmissione SPECIALE PER VOI,con Renzo Arbore come conduttore.
In quel programma il pubblico era terribile,eccessivamente polemico,credo che questo fosse l'aspetto pggiore del periodo contestario:per molti versi lo rimpiango,ma per altri no.

Anonimo ha detto...

Ho un DVD con vari gruppi dell'epoca e ci sono anche loro in quella "famosa" esibizione...subito sembra musico-terapia, un suono fresco ancora oggi, semplici ma bravi, il pezzo in siciliano Idda mi piace molto, penso che mai si sia sentito lo scacciapensieri in un brano prog...il cantante trovo che ha una bella voce...certo che per riuscire a galleggiare in quel panorama musicale ne dovevi avere di "boe" intorno...la voce in Geraldine non mi stimola molto...Cmq "promossi" alla grande.

J.J. JOHN ha detto...

Qello che non mi spiego però, è il salto dinamico tra "Geraldine" e "Campagne Siciliane".
Non è una differenza da poco...

Anonimo ha detto...

ciao JJ, buon sabato milanese

Anonimo ha detto...

Merci ma cherie, sto imbastendo l'anatra laccata pechinese per
una cena domani sera.
Grosses bises (si dice così?)
John

Giulio ha detto...

Campagne siciliane e`sicuramente uno dei migliori brani strumentali di tutta la musica italiana.

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con te, Giulio.

Sebastiano

Unknown ha detto...

'stilemi ormai desueti'...quante volte l'ho letto nelle tue recensioni! Marco87

JJ ha detto...

Marco87 hai ragione. "Stilemi", "ormai" e "desueti" erano termini che usavo a frotte quando cominciai John's Classic Rock. Mamma mia che palle! Ma se ci fai caso ce n'erano anche altri: "di fatto", "innovativo", "trasgressivo" e "conflittuale" ad esempio, sono tutti miei inconfondibili marchi di fabbrica.
E si che in scrittura, come in cucina, non bisognerebbe mai ripetere gli stessi ingredienti. L'ho detto io stesso in "Gast(rock)nomia"...
Comunque pare che in dieci anni sia migliorato, il mio attuale editore sembrerebbe soddisfatto, per cui se hai voglia, vedi un po' come sono i nuovi articoli che sto scrivendo per VINILE.
Quello sulla psichedelia italiana è già in edicola, mentre a dicembre ne esce uno sulla trilogia berlinese di Bowie.
Fammi saperee grazie per la tirata d'orecchi. JJ

Unknown ha detto...

ciao jj. A me piace molto come scrivi.. La tua introduzione 'il prog italiano: evoluzione della specie', l'avrò letta almeno 3-4 volte..mi diverte trovare i tuoi marchi di fabbrica nelle recensioni di questo sito..Amo la musica psichedelica, anche quella italiana, seppur numericamente limitata. Credo proprio che comprerò la rivista. ciao, Marco87.

Anonimo ha detto...

Disco piacevole e ben suonato

Belli ed evocativi i brani strumentali acustici

L'indifferenza è mio brano preferito di questo disco

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

il

Michele D'Alvano